[Septimus P0rn] Masterlist

Dec 24, 2013 13:04

E subito subito la Masterlist così poi si può pensare a p0rnare invece che a postare \O/

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!challenge: p0rn fest #07

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margherota December 24 2013, 23:57:30 UTC
*Prompt: Shingeki no Kyojin, Eren Jeager/Levi, “Leccalo finché è pulito”
*Parole: 1200
*Note: Au scolastica, molto semplice. Ho pensato a un Eren maggiorenne, giusto per evitare la “questione età”. Buona lettura :D

Sente contro le scapole sporgenti della schiena e il palmo aperto delle mani il freddo delle mattonelle di ceramica, ma il muro prende consistenza maggiore e gli rende il senso stretto della realtà quando è anche la nuca a compattargli contro, nell'ultimo residuo di una spinta piuttosto frettolosa e esigente.
Eren Jeager non ha dimenticato il rispetto che si deve a un insegnante, ma ha anche altro negli occhi, oltre che la spaventata aspettativa di una punizione non così improvvisa, ed è qualcosa di simile a un'esigenza di diversa natura. Chiude dietro di sé la porta del piccolo bagno, insiste solo una volta quando vede che la sua irruenza non chiude la serratura ma la fa solo rimbalzare indietro - alla fine la calcia, poco elegantemente.
Gli si rivolge di nuovo ma è a scatti che osa alzare lo sguardo su di lui, perché la foga dei propri gesti ha rallentato la foga con la quale ha spinto, preso da chissà quale raptus, il professor Levi nel bagno degli insegnati e l'ha chiuso lì. Temporeggia abbastanza perché l'espressione dell'uomo, da corrucciata, si incupisca ancora e diventi a tratti indecifrabile, tra l'irritato e il profondamente omicida, sfoderando quel qualcosa di selvaggio e terribilmente brutale che sempre ha attirato l'altro, come una calamita terribile.
-Jeager, hai dieci secondi per giustificarti.
A quel punto, a Eren basta anche meno per decidersi: il pensiero che ha preceduto l'impulso del gesto è stato covato a lungo, nel tempo, e ha corroso pian piano le difese del pudore e del timore. Ha le guance colorate di rosso, perché i suoi diciott'anni non possono permettergli altro, e le mani che tremano appena, sulla superficie dei polpastrelli, ma quando si piega sulle ginocchia e si sporge avanti, tanto da afferrare la vita del professore, la presa è salda e chiarisce fin da subito l'intenzione di non tirarsi più indietro.
Non guarda in alto, quando morde il piatto rigonfiamento dei pantaloni di lui, e neppure quando preme per la prima volta le labbra contro il tessuto, in uno strano e morbido bacio. Se non fosse che in quel momento il ragazzo si decide ad alzare lo sguardo verso l'altro, con la frangia scura a rendergli il contorno degli occhi incerto, allora Levi non avrebbe dubbi riguardo il da farsi, tra la sorpresa scomparsa in fretta per lasciare spazio allo sdegno e lo squallore del contesto in cui è stato forzatamente posto che gli prenderebbe così tanto la coscienza da farsi giustificazione. Invece rimane lì, a guardare le sue mani slacciargli i pantaloni e la sua lingua guizzare fuori dalle labbra rosee, poco meno rossa delle guance infiammate. L'uomo muove la mano verso la sua testa, e la sua carezza si trasforma in qualcosa di ruvido e poco morbido quando la bocca del ragazzo si chiude su un'erezione accennata, ancora avvolta da un intimo chiaro; gli afferra i capelli e scosta i ciuffi dallo sguardo chiaro, perché è quella l'unica ragione perché ancora non si scosta.
Sente il fiato caldo di Eren contro la pelle, e sulle prime è l'unico dettaglio che lo possa distrarre. Le dita di lui scivolano ai testicoli, li prendono e li stringono, li massaggiano più volte, come se non avessero mai fatto altro nella vita. L'indice destro scosta, piano, il bordo dell'intimo ed è quando le due pelli nude entrano in contatto che iniziano i veri brividi.

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margherota December 24 2013, 23:58:09 UTC
Levi si ritrova a respirare pesante senza essersi accorto di quando ha cominciato - ma lo distrae ancora la sua lingua, che gli lecca l'intimo e lo gonfia ancora.
E Eren si dimostra ancora impaziente, perché non si accontenta di quel sapore di tessuto; gli denuda l'inguine e lo lecca direttamente, abbassando lo sguardo per qualche istante: si prende due istanti per assaporarlo davvero, per farlo scivolare per tutto il palato e farlo proprio, per conoscerlo senza conservare altro timore. Levi gli stringe i capelli e lui capisce, alza gli occhi e riprende a muoversi, con la guancia contro il palmo aperto della mano dell'uomo.
Levi non sente più il freddo del muro, contro la propria schiena, ma è decisamente più interessato al calore spropositato delle labbra del ragazzo che ha inginocchiato davanti, in special modo quando decidono di chiudersi attorno al suo sesso. Sono morbide e bagnate di saliva, fin troppo piacevoli.
Il ragazzo si dimostra più volenteroso che esperto, perché se comincia a succhiare, dopo essersi mosso a vuoto qualche volta, è più per istinto che per consapevolezza. Ma ha dalla sua che comincia a farlo da subito forte, come se volesse strapparglielo - e a Levi manca un respiro, quando comincia, e allarga così tanto gli occhi che potrebbero rotolargli fuori dalle orbita. Eren diventa ancora più caldo, sulle guance e nella bocca, e continua a succhiarlo senza osare fermarsi; c'è piacere indescrivibile nel suo sguardo, l'appagamento emotivo di quell'amante devoto anima e corpo all'altrui desiderio. Muove la lingua, all'improvviso, e dal rantolo che Levi si lascia scappare dalle labbra, seppur controvoglia capisce di aver fatto bene; replica e l'uomo assottiglia lo sguardo, stringe la presa sui suoi capelli.
Quando però comincia a sentire dolore alla base del collo, per la non abitudine al gesto e la posizione tutt'altro che comoda nella quale si era messo da solo, Levi contribuisce andandogli incontro in maniera non solo istintiva ma decisamente bisognosa. Gli bastano tre o quattro spinte, non di più, perché già le contrazioni dell'orgasmo si diramano tra i suoi muscoli.
Eren lo capisce - e anche nel caso contrario, l'uomo non ha tempo di decifrare il lampo chiaro che gli attraversa lo sguardo - e si attacca a lui, con forza. Gli viene quindi nella sua bocca, tra le labbra chiuse e la lingua distesa, in getti caldi e vischiosi.
Levi torna di nuovo a respirare, rilassa le spalle e lascia la presa, solo dopo aver dato quella che ha tutti i dettagli di una vera carezza al profilo del suo viso. Gli occhi, sul suo volto, hanno perso la sfumatura tetra dell'inizio, ma rimangono incastonati in un'espressione tutt'altro che piacevole.
-Leccalo finché è pulito.
Eren esegue, ora più libero nei movimenti. Si stacca da lui finché non è assolutamente sicuro del proprio operato, alza di nuovo sia l'intimo che i pantaloni ma non è in grado di allacciarli: sono le mani dell'insegnante che gli prendono la cintura dalle dita.
C'è ancora rossore sulle guance del ragazzo, come dall'inizio di quell'incontro. Tocca all'uomo spezzare l'imbarazzo del silenzio, a quel punto.
-Sparisci nel giro di dieci secondi.
Eren tende i muscoli delle spalle e si fa pauroso, ma non fa ad eseguire l'ordine impartitogli - evita solo di far sbattere la porta del bagno, quando esce veloce e veloce corre via, prima che qualcuno lo possa vedere mentre sbuca dal bagno degli insegnanti.
Levi prende un profondo respiro e si accascia sul water del bagno, massaggiandosi le tempie con due dita. Di certo è stata una sorpresa, dall'origine alla fine, ma ora tutti quegli sguardi infuocati che Jeager gli ha lanciato durante le lezioni, nel corso degli anni, hanno un loro senso e un loro perché.
Sorride a sé stesso, alla fine, e alza di nuovo il capo sgombro di rimpianti o rimorsi.

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jolanda_furiosa December 26 2013, 21:29:33 UTC
*ha perso l'uso della parola e non sa come dire quanto gli sia piaciuta la fic*

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