E subito subito la Masterlist così poi si può pensare a p0rnare invece che a postare \O/
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Rating: Rosso / NC-17
Warning: Age difference, Handjob, Lemon, Non-con, PWP, Yaoi. Ambientata dopo la Guerra dell'Oppio.
Gli occhi di Francia erano pieni di un desiderio libidinoso fortissimo. Oltre a vederlo riflesso nelle sue pupille cobalto Cina poteva sentirlo come un'aura palpitante e frenetica che circondava il biondo innanzi a sé.
Yao aveva sinceramente timore di quel che sarebbe potuto succedere là sotto, nella cantina che Francis utilizzava come enoteca privata. Erano solo loro due e nessuno avrebbe potuto soccorrerlo in caso di bisogno - neppure quello schiavista irascibile di Inghilterra, che pure aveva vinto la Guerra dell'Oppio.
La mano con cui il Bonnefoy gli teneva intrappolati i polsi contro la parete tremava leggermente, ma non per questo la presa si indebolì.
«Finalmente, Cina...» sospirò il francese con voce arrochita dal desiderio «Da tanto aspettavo questo momento!».
Il cinese si ritrasse contro il gelido muro alle proprie spalle, desiderando ardentemente di sparire in esso, invano.
Francia gli mise bruscamente la mano libera sul cavallo dei pantaloni, stringendogli il membro.
Si stava mangiando con gli occhi il povero Cina: era da quando aveva vinto la Guerra dell'Oppio che aspettava di poter esaudire il proprio desiderio.
Amava quell'aspetto delicato e femmineo di Cina e voleva vedere quest'ultimo gemere e ansimare mentre faceva l'amore con lui.
Per il francese era eccitante solamente pensarci.
«Che hai intenzione di fare, aru?» chiese Wang, irrigidendosi nella postura mentre la mano del Bonnefoy gli stringeva un po' i testicoli.
«Ti faccio vedere come si fa l'amore qui da noi...» sibilò in tono lascivo il francese, iniziando a massaggiare il membro di Cina.
Quest'ultimo si ritrasse lievemente, mordendosi il labbro inferiore, mentre lentamente la presa di Francia si faceva più vigorosa e rapida e lui si stava eccitando, dannazione. Non avrebbe dovuto.
«S-smettila, aru...» gemette Yao, sperando di riuscire ad imprimere almeno una parvenza di sicurezza alla propria voce, ma senza successo.
«Lo so che ti piace, mon amour... è evidente» replicò Francis, iniziando a posare frementi baci e piccoli morsi lungo il collo dell'altro.
Cina scosse lentamente il capo per negare: non voleva fare l'amore con Francia. A lui non piaceva; tuttavia, non riusciva a sottrarsi: le gambe gli erano divenute molli, incapaci di qualsiasi movimento. A fatica riusciva ancora a reggersi in piedi.
In quattromila anni nessuno gli aveva mai fatto provare un piacere del genere contro la sua volontà. Contro ogni suo desiderio doveva ammettere che il Bonnefoy era dannatamente bravo in certe cose.
Il francese gli strinse i testicoli così forte da strappargli un gemito, poi riprese a toccare con più forza pur mantenendo un ritmo abbastanza costante.
Il moro avvertì il proprio sperma macchiargli le mutande prima ancora di realizzare che aveva effettivamente raggiunto l'orgasmo.
Si godette il momento confusionale ed estatico immediatamente conseguente all'orgasmo, ma prima che terminasse venne costretto a voltarsi bruscamente.
Si ritrovò premuto contro il muro con il volto bollente ed il fiato corto. Un brivido di gelo lo scosse, ma il biondo alle sue spalle non vi fece minimamente caso, intento com'era a sganciarsi i pantaloni con l'unica mano che aveva a disposizione.
La maestria con cui portò a compimento l'azione era indice di quanto spesso gli capitasse di ripetere il gesto.
Denudò il proprio pene lentamente, passandosi più volte la lingua sulle labbra, umettandole con un atteggiamento colmo di trepida aspettativa. Gli dava piacere anche la sola sensazione di liberazione che gli dava l'essersi tolto pantaloni e biancheria.
Cina avvertì la mano dell'occidentale strisciargli addosso, lungo il corpo, fino a raggiungergli la fibbia della cintura.
L'aprì con una certa agilità e i pantaloni gli scivolarono giù lungo le cosce, fermandosi alle fasce che gli avvolgevano la parte superiore dei polpacci.
Francia gli accarezzò la pelle calda e liscia delle cosce, risalendo verso la biancheria, che calò con deliberata lentezza.
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Cina gemette, appoggiando contro la parete la fronte.
Francis gli posò il viso sulla spalla e gli ricoprì di baci la spalla ed il lato del collo mentre muoveva il corpo alla cieca cercando di infilargli l'erezione nel sedere.
«Smetti, aru...» mormorò sofferente Wang, gli occhi chiusi e la pelle imperlata di sudore.
Quando Francis finalmente riuscì a penetrarlo, Cina s'irrigidì e si lasciò sfuggire un ansito di dolore profondo misto ad una per lui assolutamente inusuale sensazione di piacere.
«Goditela, mon chère...» sospirò il Bonnefoy, affondando direttamente con pochi colpi di bacino mirati, percependo con piacere la rigidità nella postura del suo amante. Le sue dita simili a zampette di ragno fremevano e si muovevano verso i testicoli dell'altro.
Il dolore per Cina era atroce, tanto che temette che il suo corpo non resistesse e si spaccasse in due.
Una volta penetrato completamente, Francia rimase totalmente immobile per alcuni istanti, prima di iniziare ad impartire rapide e veementi spinte, dondolando con il corpo.
Al dolore subentrò il piacere.
Cina s'inarcò all'indietro socchiudendo beato gli occhi, le labbra dischiuse come se da un momento all'altro dovesse mandare un gemito di piacere.
La mano di Francia che si stava trastullando con la sua erezione agiva con un ritmo quanto più possibile identico a quello con cui si stava spingendo all'interno del corpo del partner.
Quest'ultimo divaricò le gambe per far sì che l'altro potesse dargli più piacere.
Una parte del suo cervello lo stava biasimando per quell'accozzaglia di desideri impetuosi e lascivi che lo stavano dominando, ma d'altra parte lui non poteva far niente più che cercare di opporre resistenza.
Tremando per il desiderio di libidine che gli si dibatteva in petto come una bestia in gabbia, Cina fece perno sul muro con il torace e spinse indietro il bacino, schiacciando le proprie natiche contro l'inguine di Francia.
Il piacere che ne derivò per entrambi fu tale da spingerli all'orgasmo più o meno nello stesso momento.
L'orientale riversò il proprio sperma nella mano dell'occidentale, il quale strinse la presa tanto da far quasi male; quest'ultimo invece venne senza alcun ritegno nel corpo del partner, liberando un gemito di viscerale piacere talmente esplicativo della sua estasi da far sembrare dannatamente sexy il suo ansito all'udito del cinese.
Ambedue rimasero lì immobili in quella posizione ad ansimare, a corto di fiato.
«Cina... sei bellissimo» bofonchiò Francis, appoggiando la fronte contro i capelli di Yao.
«... io non ti amo, Francia... aru» borbottò per risposta il moro.
«Imparerai, chèrie» rispose il biondo, concedendosi un ultimo sorriso carico di lascivia.
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