Vorrei dire tante cose ma hanno già detto tutto loro

Nov 09, 2010 18:20


(scusate la mancanza di cut, è la prima e l'ultima volta, lo prometto.)

Sono così pieno - di storia, di rispetto, di bellezza, di riflessioni, di cultura, di rabbia - da non riuscire neppure a commentare.

Grazie a chi ci ha dato questa prima puntata (facendoci temere che non ce ne sarà una seconda). Grazie a chi l'ha guardata. Grazie a chi l'ha rispettata.

Ma grazie soprattutto a chi c'era a guardarlo con me.

el_defe

Italietta, quindi. Italietta di persone impegnate a fare altro, coi paraocchi di titanio e nessuna voglia, nessuna decenza, nessun cervello, niente. Italietta pessima, Italietta di cui mi vergogno, Italietta che tanto bene è impersonata dal buffone che abbiamo scelto come Premier - Italietta che soffoca quell'Italia che, però, eccotela: ti si presenta in serata su RaiTre, in un programma che ti lascia con una dolcezza e un'amarezza che a me, perdonate il volo pindarico, solo De André e Foscolo hanno saputo dare così pienamente.
Vieni via con me ti lascia inevitabilmente così: sfatto dal pianto, dalla commozione, con una gran voglia di fare. Con una gran voglia di dire che Fazio, che Benigni, che Nichi Vendola, che Finocchiaro, che Saviano - che Saviano, soprattutto, che Saviano, che Saviano, che Saviano. Con una gran voglia di dire, pure, che Giorgio Gaber. Che Falcone. Che Falcone. Che Falcone. Che Mazzini, che Pisacane, che Sandro Pertini. Che Enzo Biagi. Che Dante Alighieri. Che cazzo di fine vogliamo fare?

waferkya

Nel nome di tutti i martiri della santa causa italiana caduti sotto i colpi della tirannide straniera e domestica, per i doveri che mi legano alla terra ove Dio mi ha posto e ai fratelli che mi ha dati; per l'amore, innato in ogni uomo, ai luoghi ove nacque mia madre e dove vivranno i miei figli; per l'odio, innato in ogni uomo, al male, all'usurpazione, all'ingiustizia, all'arbitrio; per il rossore che io sento, in faccia ai cittadini delle altre nazioni, del non aver nome né diritti di cittadino, né bandiera di nazione, né patria; per il fremito dell'anima mia, creata alla libertà e impotente ad esercitarla, creata all'attività del bene e impotente a farlo nel silenzio e nell'isolamento della servitù; per la memoria dell'antica potenza; per la coscienza della presente abiezione; per le lagrime delle madri italiane per i figli morti sul palco, nelle prigioni, in esilio; io... credente nella missione commessa da Iddio all'Italia, e nel dovere che ogni uomo, nato Italiano, ha di contribuire al suo adempimento; convinto che dove Dio ha voluto fosse nazione esistono le forze necessarie a crearla; che il popolo è depositario di quelle forze, che nel dirigerle per il popolo e col popolo sta il segreto della vittoria; convinto che la virtù sta nell'azione e nel sacrificio; che la potenza sta nell'unione e nella costanza della volontà; do il mio nome alla Giovine Italia, associazione di uomini credenti nella stessa fede; giuro di consacrarmi tutto e per sempre a costituire con essi l'Italia in nazione una, indipendente, libera e repubblicana.

Giuseppe Mazzini, citato da ary_true

Passi una serata così, al pc con la tv accesa e twitter a portata di mano, e ti ricordi che "oh, ma c'è Saviano stasera", e allora metti su rai3. E ti accorgi che da qualche parte in questo schifo di paese - inteso come pieno di spazzatura, non solo in formato di sacchi e rifiuti - c'è chi la fa ancora fuori dal vaso. E ti capita Benigni trending topic a livello mondiale. E senti Saviano di parlare di Falcone e di giuramento alla repubblica. Daniele Silvestri che parte con Gaber. Gli elenchi di Fabio Fazio.

Dall'altra parte c'era il GF. Quasi mi dispiace, non sapete che vi siete persi.

anybeaver

Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono. I bambini che i draghi esistono lo sanno già. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

Gilbert Keith Chesterton, citato da Roberto Benigni

Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con la biro, l'uomo con la pistola è un uomo morto.

Roberto Benigni

- Dicono che è meglio guardare belle ragazze che essere gay.
- E' meglio essere felici.

Fabio Fazio e Nichi Vendola

Resto qui perchè sono italiano.

Roberto Saviano

...che poi invece no, una cosa la voglio dire anch'io.

Quando ero piccina, piccina di nove o dieci anni che il mio pensiero politico più profondo era 'ma se i comunisti dicono che siamo tutti uguali e anche Gesù dice che siamo tutti uguali, perchè i comunisti e Gesù non vanno d'accordo?' *abbraccia diecianni!self morendo di tenerezza*, io amavo il Risorgimento. Lo amavo di un amore tutto infantile, naturalmente, lo amavo come amavo Sailor Moon contro il Regno delle Tenebre perchè la dinamica era la stessa, perchè i patrioti che combattevano contro gli austriaci erano i buoni ed erano fighissimi e alla fine avevano vinto loro, ma comunque lo amavo. Quando andavo alle elementari io c'era ancora l'esame di quinta, e al mio orale di quinta l'argomento di storia che scelsi fu la seconda guerra d'indipendenza, e da allora ci sono nomi e fatti e luoghi che mi sono rimasti stampati in mente da saperli recitare come una filastrocca, Mazzini Garibaldi Cavour, D'Azeglio Ricasoli Rattazzi, Montebello Palestro Magenta Solferino San Martino. Ho sempre avuto un debole per quella parte lì, la parte di mezzo, prima di Garibaldi e di Quarto e di Teano, chissà perchè. E mi stava simpaticissimo Cavour, forse ancora più di Mazzini, perchè era un intellettuale stronzo e io gli intellettuali stronzi li amavo già allora (anche se a fare le proporzioni odierne sarebbe come trovare Fini più simpatico di Di Pietro).

Ma sto divagando.

In questi mesi si è fatto un gran parlare dell'unità d'Italia. Ce la siamo ritrovata ovunque, nei telegiornali, nelle cerimonie ufficiali, nelle partite di calcio, nelle bocche di un sacco di gente compreso il nostro Presidente, quello della Repubblica intendo, che è un ometto che a me non riesce a non far simpatia. Eppure niente. Niente risveglio di amore infantile, niente guizzo commosso di orgoglio, niente, il mio elettroencefalogramma dell'amor di patria è rimasto piatto come una sogliola. Ed è una cosa che mi ha fatto tristezza e rabbia perchè un ideale dovrebbe essere un ideale a prescindere, dovresti sentirlo tuo a prescindere, e gli uomini e i fatti e i luoghi che ci hanno condotto all'unità sono sempre gli stessi. Invece niente.

Poi ieri sera ho sentito parlare Saviano, e ho capito dov'è che stava il problema. Il problema è che, diceva Saint-Exupéry (citato sempre ieri sera da Blob, fra l'altro), non puoi sentire la voglia di costruire una barca se hai davanti qualcuno che ti dice di tagliare la legna. La voglia di costruire la barca la senti quando qualcuno risveglia in te la nostalgia del mare. E non perchè la legna non serva, la legna è fondamentale, ma quando chi ti dice di tagliare la legna pensa solo alla legna e ti dà l'impressione di essersi del tutto dimenticato quant'è bello il mare, non solo ti passa la voglia di costruire la barca, ma finisce che quant'è bello il mare te lo scordi anche tu.

Sul Giornale di oggi c'è un editoriale di Sallusti che dice che 'i cittadini cercano leader politici credibili e soluzioni concrete. […] Con uno scrittore, comici e ballerini si farà anche ridere, ma non si soddisfa nessuna esigenza reale.' Dice insomma che ci vuole la legna, e su questo non si discute. Ma la parte dove dimostra di stare volontariamente e clamorosamente ignorando il punto è quella del ridere. Ieri sera non si è trattato di ridere, per ridere ci basta il nostro premier, la sua corte di vassalli e puttane, la sua pochezza e meschinità come uomo e come politico. Non serviva mica Benigni per ridere di lui, il mondo ride già di lui da mesi. Non si è trattato di ridere, si è trattato di ricordarci del mare.

Forse noi la nostra barca non abbiamo neanche iniziato a costruirla, perchè siamo tremendamente imperfetti, litigiosi, disuniti, scassacazzi, inutilmente ipocriti da un lato e inutilmente estremisti dall'altro. Però ci sono talmente tanti progetti, tante idee, tanto fermento, nelle piazze e nelle università e nei blog e nelle menti e nei cuori. Però ieri sera è stato come se ci si spalancasse davanti una distesa d'acqua infinita, un mare talmente bello e grande che la barca che ci galleggiava dentro l'abbiamo immaginata tutti, ed era talmente bella e grande anche lei, e talmente potente, potente come la giustizia quando è vera, potente come una biro di fronte a una pistola. Potente a tal punto che ho come l'impressione che tutta la gente che vorrebbe impedirle di salpare solo ad immaginarsela se la stia facendo sotto.

Ma è un'impressione non confermata, e quindi io figuriamoci se ci credo. *ride*

real life

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