Jun 28, 2012 21:50
Ed eccoci qui al secondo capitolo! Nuovo personaggio: Pyp. In realtà è un Guardiano della notte ma qui è un simpatico cuoco e troviamo anche il Vecchio Orso XD
Enjoy!
-Pyp datti una mossa accidenti! Cosa aspetti che l’hamburger si cuocia da solo?-
Il ragazzo digrignò i denti, contò fino a dieci poi liberò l’aria trattenuta. “Fottiti fottutissimo fottuto di una fottuta fottitrice che si è fatta fottere.” Non era la prima volta che il suo capo gli parlava con quel tono da cavernicolo e la maggior parte delle volte avveniva quando era in ansia per la troppa gente nel pub. Pyp lo capiva anche: poveretto erano pieni zeppi e tanti suoi cuochi non sapevano dove sbattere la testa. Ma questo, Pyp lo sapeva bene, avveniva perché il Vecchio assumeva persone non qualificate che, per questo, venivano pagate molto meno rispetto a chi si era diplomato all’alberghiero e Pyp, senza troppa modestia, si era diplomato con il massimo dei voti in cucina per poi aver fatto uno stage di due anni presso uno dei migliori cuochi d’Italia, a Roma. Un curriculum impeccabile per i suoi 23 anni di vita e ci aveva anche guadagnato un’ottima parlata italiana e, inoltre, il posto di capocuoco in uno dei più famosi pub di Bologna.
Quando gli avevano fatto l’offerta di lavorare per l’Empire, ovvero uno dei più grossi pub di Bologna, Pyp per la gioia era saltato fino al soffitto: Bologna era una delle maggiori città universitarie e, facendosi una fama fra gli studenti, in qualche anno sarebbe anche potuto andare a lavorare in una delle migliori cucine d’Italia.
Lui voleva scalare le vette dell’alta cucina.
Era convinto che ci sarebbe riuscito. Lui.
Appena arrivato a Bologna si era dovuto arrendere alla dura realtà: a nessuno importava di un cuoco, tanto meno a degli spavaldi studenti che solo per il fatto di fare l’università si credono di poter guardare gli altri dall’alto in basso.
Pyp stava dietro, fra i fornelli e intanto rimpiangeva la sua amata Irlanda, la sua adorata contea di Cork con i prati verdeggianti e la gente che ti sorrideva ad ogni passo che facevi.
A Bologna aveva però conosciuto il suo migliore amico: Grenn.
In realtà Grenn era solo un soprannome ma non aveva mai detto il suo nome a nessuno così talvolta veniva anche definito Keglevich per la quantità di Vodka che poteva bere senza cedere minimamente. Senza dubbio merito delle sue origini polacche come Grenn amava ripetere fin dal primo giorno della loro conoscenza.
Si erano incontrati al Supermercato mentre Grenn stava decidendo che insalata scegliere.
-Non ti conviene, quella è dell’altro giorno.-
Pyp sorrise nel vedere il ragazzo che si voltava con uno sguardo perplesso. -Cosa?-
-Quella lattuga romana. È vecchia. Fidati, me ne intendo: sono un cuoco.-
L’altro posò la verdura. -Allora mi fido. Io sono Grenn.-
-Piacere mio, Pyp.-
-Allora, Pyp, da dove vieni?-
-Sono irlandese. Contea di Cork. Tu?-
-San Lazzaro di Savena, a venti minuti da qui.-
I due scoppiarono a ridere: era evidente ad entrambi che sarebbero diventati grandi amici.
Grenn era anche un po’ lento. Non stupido, quello no, ma se un discorso era troppo complicato chiedeva di ripeterlo due volte. A Pyp faceva tanta tenerezza ma ogni tanto la voglia di gettarlo dal balcone del loro appartamento condiviso era forte.
Grenn faceva il trasportatore per una piccola ditta e quando la sera non lavorava andava al pub di Pyp dove beveva in compagnia una birra con i loro amici: Roberto, Alfredo e Samuele.
Li avevano conosciuti proprio in quello stesso locale che ormai era diventato il fulcro del loro inizio di serate che, quando Pyp staccava da lavoro, si trasferivano prontamente per strada o nell’appartamento dei due ragazzi. Loro erano un gruppo affiatato, forte, che non aveva mai litigi seri. Al massimo si discuteva un po’ quando Alfie e Robb facevano i gradassi e volevano fare i maschi alfa o quando Pyp faceva il gradasso in cucina ma era più per movimentare la serata che per altro.
Pyp non li avrebbe cambiati per nulla al mondo e per nulla al mondo avrebbe cambiato Grenn: grosso e divertente.
-PYP! Se non ti muovi ci metto il tuo culo sulla piastra!-
-Mi sembra che abbiano chiesto l’hamburger ben cotto e non grondante sangue di maiale! Se vuoi chiudere questo stramaledetto pub sei sulla strada giusta!-
Il volto del suo principale non divenne paonazzo: qualcosa di peggio! Ma invece d’arrabbiarsi si scatenò in una risata sguaiata che coinvolse anche Pyp: quello era il loro modo di scherzare. Il Vecchio Orso(così chiamavano Marmotta) lo adorava.
In realtà adorava tutti i suoi ragazzi e non ce n’era uno che preferisse e tutti per questo si prodigavano sempre per aiutarlo.
Nessuno l’avrebbe mai lasciato nella merda.
Pyp nemmeno per sogno.
-Vecchia canaglia! Va bene, non ti preoccupare. Finchè faranno comparire carta colorata saranno sempre i benvenuti.- concluse con una risata roca e uscì dietro il bancone.
All’1 finalmente appese il grembiule al chiodo e si sciacquò per lavare via un po’ di sudore e rinfrescarsi.
-Smilzo ci sono i tuoi amici.- lo avvertì un altro.
-Grazie, esco subito.-
Si concesse altri cinque secondi davanti allo specchio e poi prese la via della sala. Era stanco morto ma quattro chiacchiere le avrebbe scambiate volentieri.
Li trovò al solito tavolo lungo: tutti più uno.
Più uno?
-Ehilà giovani!- disse ridendo con e assestando una manata sulla spalla del grosso Sam che si lamentò prontamente.
-Pyp hai visto che abbiamo una new entry?- il tono sicuro di Alfie gli fece riportare l’attenzione sul moro riccioluto seduto davanti a lui e con l’aria piuttosto imbarazzata.
-Anche lui è inglese.-
Alfie non si sarebbe smentito mai.
-Alfie, sono irlandese.- passato il momento d’irritazione tornò a rivolgersi al ragazzo. -Scusalo, su certi aspetti è un po’ ignorante. Sono Pyp, piacere.- gli tese la mano che l’altro strinse sorridendo.
-Sono Jon.-
-Di dove sei?-
-Worcester. Tu?-
-Cork. Sono stato a Worcester per imparare la ricetta vera e propria della salsa ma ho capito che avete un ingrediente segreto per farla.- s’interruppe sorridendo.
Jon sapeva benissimo la ricetta per la salsa Worcester ma sapeva anche che per prepararla bene ci voleva un gran numero di anni. -Quale è?- chiese curioso.
Pyp accentuò il suo sorriso. -Tanta, tanta, tanta pazienza! Sarà per questo che vivete così tanto.- risero tutti(umorismo very english anche se più della metà sono italiani n.d.A).
Ma stranamente il sorriso di Jon sembrò un po’ forzato. -Sì, hai proprio ragione.-
Nessuno se ne accorse ma Pyp aveva ancora occhio e orecchio britannico e sapeva riconoscere se un abile connazionale mentiva o nascondeva un po’ la verità.
-Ragazzi scusatemi ma sono cotto, oggi il Vecchio Orso mi ha massacrato. Vado a casa ma domani ho la serata libera: giro?-
-Avete posto per uno in più?- chiese Robb.
-Avremmo posto per un esercito se volessimo! A domani ragazzi, accordatevi con Grenn. Ah, Jon, ti do il mio numero: l’ho di tutti e se sei della famiglia devo avere anche il tuo.-
Jon sorrise e questa volta era sincero.
Pyp lo sapeva per certo.