Titolo: ...Last to Know...
Fandom: Attori - RDJ/Jude Law
Avvertimenti: Slash, one-shot
Genere: Angst, sentimentale
Rating: Giallo
Parole: 1082
Note: Questa fic l'ho scritta dopo "
Move away from the clouds...", però mi pesava postarla perchè non mi andava di trascriverla. #pesa culo LOL Visto che, come ho detto nelle note precedenti, in questo periodo ho l'influenza, ho molto tempo libero XD E quindi eccola qui. La canzone, che mi ha ispirato la fanfic e da cui ho preso il titolo, è Last to Know dei Three Days Grace.
Buona lettura <3
Bacioni
A presto :DDD
He was the fist to go
And when he
Left me for you
I was the last to know
Questa volta non restò.
Se ne andò appena mi fui addormentato.
Non mi disse “Ti amo” come tutte le volte che finivamo di fare l'amore.
Non mi sfiorò il capo con le labbra augurandomi sogni d'oro.
Non respirò l'odore dei miei capelli come faceva sempre per rilassarsi dopo l'orgasmo.
No, non fece niente di tutto ciò. Si limitò a scostarsi da me cercando di non svegliarmi per poi uscire dalle lenzuola, rivestirsi ed andarsene.
La mattina dopo quando mi svegliai e me ne accorsi, non riuscii a capire. Non era mai successo....
Mi diressi perplesso verso il bagno per lavarmi, poi in cucina per fare colazione. Nel mentre passai in salone per prendere il pc. Lo posai sul tavolo, lo accesi e andai a farmi un the, ripensando a quanto era successo con Rob.
Mi chiedevo cosa avessi potuto aver fatto o detto per farlo arrabbiare, per farlo allontanare, in questo modo. Quello successo l'altra sera era un chiaro segno di qualcosa che non andava.
Ma cosa?
Non capivo ed era così frustrante. Il fischio della teiera mi riscosse dai miei pensieri. Riempii la mia tazza e mi sedetti davanti al computer. Finii per uno strano ed oscuro motivo su Twitter, ormai inutilizzato e abbandonato a sé stesso da tempo, e decisi di dare un'occhiata alla moltitudine di tweet pubblicati.
Li scorsi svogliatamente con in mente solo Robert. Era diventato un chiodo fisso che batteva in continuazione nella mia testa. Quell'avvenimento mi tormentava, non riuscivo a comprendere il suo comportamento!
Robert.
Robert.
Robert.
Possibile che in mente avessi solo lui?? Probabilmente sì.
Lasciai scorrere ancora un po' quei pensieri confusi con lo sguardo perso fuori dalla finestra aperta. Il sole era già alto e illuminava l'abitacolo contrastando con l'umore un po' cupo del abitante.
Decisi finalmente di lasciar perdere i miei tormenti e di dedicarmi al Social Network. Scesi ancora un po' col cursore, scorgendo le varie notizie, ma a un certo punto mi bloccai, come se tutti i muscoli del mio corpo fossero congelati, spalancando gli occhi all'inverosimile.
Fu come se una secchiata di acqua gelida mi fosse caduta addosso. Ma non era solo quello...No...Tutto il mio mondo mi stava crollando addosso e tutto in così pochi secondi. Mi sembrava impossibile.
Rilessi almeno una decina di volte quel tweet che diceva: “Susan Downey is pregnant. Robert Downey Jr. dad again”.
Impossibile....Era impossibile.
Non tanto che Susan aspettasse un bimbo, ma tanto il fatto che io non lo avessi saputo...Fino ad ora.
Tutto il mondo lo sapeva ed io no.
Avevo sempre pensato di essere un tantino più importante del resto del mondo. Mi sbagliavo? Mi chiedevo perchè lui fosse venuto l'altra sera...Se lui mi abbia amato davvero quella notte od aveva solo fatto finta. Solo per togliersi l'ultimo sfizio.
Mi chiesi se fossi stato solo una scopata sicura. L'ultima scopata prima di diventare padre? Eh, Robert?
“È così, non è vero?” mi chiesi ancora retoricamente.
Poiché se così non fosse stato, allora non capivo davvero perchè quando decise di lasciarmi, di abbandonarmi per lei, io fossi stato l'ultimo a saperlo.
Pensavo di avere almeno questo diritto....A quanto pare mi sbagliavo...Di nuovo.
Why didn't he tell me
Where to go tonight
He didn't say a word
He just walk away
Dopo lo sconcerto, la sorpresa, la rabbia e la delusione iniziale, mi chiesi il perchè, quel perchè che non capivo.
Mi chiesi perchè era venuto da me e non aveva detto nulla, lasciando che lo scoprissi da altre fonti.
Mi chiesi perchè se ne fosse andato senza dire una parola, perchè mi avesse lasciato nel mezzo della notte, quando avevo bisogno del calore familiare del suo corpo, quando dopo l'appagamento avevo bisogno di sentire la sua voce, il suo respiro regolare e il suo profumo che mi avevano sempre accompagnato durante quelle notti.
Ma più di ogni altra cosa continuo ancora e ancora a chiedermi perchè fosse venuto l'altra notte.
Che fosse per i sensi di colpa?
Voleva rivedermi un'ultima volta, prima di abbandonarmi del tutto, prima di tagliare il filo che ci unisce dal primo giorno che ci siamo incontrati sul set, così che io possa rimanere solo un semplice e insignificante collega?
Voleva baciarmi, toccarmi, accarezzarmi per l'ultima volta, per avere un ultimo ricordo e poi sparire?
Si sarebbe sentito meno colpevole così?
Era solo per mettersi l'anima in pace?
Uscendo da quella porta, sgusciando via dalle mie lenzuola così clandestinamente non avrebbe peggiorato le cose? Non avrebbe provato una vergogna e una tristezza tale da sentirsi ancora più colpevole?
Non gli si sarebbe aperto un buco nel pezzo, all'altezza del cuore? Ed esso non si sarebbe allargato ad ogni passo?
Non sarebbe stato tutto uguale, anzi non sarebbe tutto peggiorato?
E infine...Non pensava a me? In nome di tutto quello che c'era stato, avrebbe almeno potuto sprecare due parole per me.
Non pretendevo delle scuse, perchè non c'era niente, assolutamente niente, di cui scusarsi. Era la sua famiglia! Anche io ho dei figli, dopotutto.
Per questo non averei voluto nessun tipo di scuse, avrei voluto solo che me lo dicesse di persona.
Sì, che mi dicesse addio di persona. Avrebbe fatto male ad entrambi, ma almeno non sarebbe stato un gesto vigliacco.
Avrei voluto che non fosse venuto ieri notte, facendo come se niente fosse.
Forse avrei voluto che lui si fosse allontanato piano piano, facendomi capire che non c'era più spazio per quel nostro “Noi”.
Forse avrei sofferto di meno, forse di più...ma ero sicuro che non avrei mai voluto quel taglio netto.
E restava il fatto, dopo tutto quello che avrei e non avrei voluto, che lui non aveva detto nulla, non diceva nulla e forse non lo avrebbe detto mai. Se n'era solo andato via.
Nonostante tutte le ipotesi, tutte le domande che mi ponevo, c'era una cosa comprendere, da assimilare: lui se n'era andato.
Lui se n'era andato e basta.
Aveva deciso di vivere. Sì, di vivere una vita nella quale io ero solo una comparsa o la massimo un personaggio secondario. Ero quel personaggio che muore alla fine del secondo atto, quel personaggio la cui vita si interrompe per permettere a quella del protagonista di scorrere tranquilla e felice in un'altra direzione.
Lui aveva deciso di vivere.
Aveva deciso che cosa fare della sua vita.
E con questa scelta aveva deciso anche quello che sarebbe stato della mia.