Titolo: I Know You Can Save Me
Fandom: RPF EXO
Personaggi: KrisYeol (Kris/Chanyeol), hint XiuHan
Wordcount: 2786
Rating: giallo
Avvertimenti: AU, one-shot (?!), slash
Genere: introspettivo, steampunk, sentimentale
Note: Partecipa alla quarta settimana del Genetics Fest indotto da
fanfic_italia con il prompt Classe Steampunk - Livello 1: prompt: ingranaggi + 'ritardo' :3 Durante questa settimana ho dovuto recuperare quella che mi sono persa - ovvero la prima -, ma non è stato per niente difficile, anzi! La storia, una volta iniziata, è stata molto veloce e scorrevole da scrivere, peccato che io abbia dovuto fare sempre all'ultimo minuto :c Ma in questi giorni la scuola mi sta assorbendo çç E btw, per finire questa fanfic ho trascurato storia e filosofia che penso farò stanotte :D *sorriso isterico/psicotico*
Forse in futuro scriverò un seguito perché voglio renderla un po' più KrisYeol, but who knows? <3
Spero non ci siano eventuali errori o typos, anche perché l'ho riletta già un paio di volte /o\
Enjoy!
p.s.: Il titolo è della canzone di Nicki Minaj, Turn Me On...
Che Kris Wu fosse l’inventore più conosciuto di tutta la regione non era da mettere in dubbio; tutti lo sapevano e tutti godevano dei suoi straordinari servigi. Nessuno sapeva esattamente come Kris lo fosse diventato però. C’era stato un momento nella storia di quel paese dove Kris era uscito allo scoperto, dal rifugio che era la sua dimore - simile ad un maniero -, e aveva mostrato al mondo le sue invenzioni brillanti. Strane e difficilmente comprensibili per quei paesani, ma oggettivamente molto moderne e avanzate per la meccanica, la tecnologia del tempo. Kris doveva spiegare più e più volte ai suoi clienti come funzionavano gli oggetti che lui vendeva e che erano ormai diventati indispensabili per la loro vita quotidiana, ma riusciva ad essere paziente con tutti se nel negozio c’era anche suo fratello, Luhan. I suoi clienti potevano chiaramente dire quanto Kris tenesse a suo fratello minore, dato che lui era l’unico motivo di quei sorrisi aperti e solari che solo raramente Kris concedeva al mondo. Nonostante fosse il più piccolo - anche se solo di qualche mese -, era molto protettivo verso Luhan e cercava in tutti i modi di non metterlo in pericolo, di non farlo avvicinare ad alcuni esperimenti che avrebbero potuto ribellarsi e ferirlo; e cercava sempre di costruire cose che potessero piacere prima al fratello, poi a lui e successivamente alla sua clientela. Quest’ultima - che molto spesso era sempre uguale: compaesani che compravano ogni sua invenzione - si era affezionata di conseguenza a quel ragazzo cordiale, spiritoso e sorprendentemente bello, e ogni volta la maggior parte di loro si fermavano più del previsto, dopo aver acquistato ciò che gli era necessario, per prendere un tè, o un caffè, con Luhan - che qualche volta coinvolgeva anche Kris - e per parlare un po’ di ciò che accadeva nelle loro vita. I clienti più abituali ricordavano ancora il periodo in cui Kris era così di cattivo umore da degnarli a malapena di uno sguardo e ancora adesso ridevano per il motivo di quel cambiamento di umore improvviso e brusco: scoprirono solo dopo la gelosia quasi morbosa che Kris aveva sviluppato nei confronti di un ragazzo che lavorava alla locanda, Minseok, il quale passava - secondo i canoni di Kris - troppo tempo con Luhan. Ricordavano bene la scenata che Kris, non preoccupandosi affatto della gente che aveva intorno, fece al fratello quando quest’ultimo si assentò da casa per tutto il giorno e l’unica spiegazione che gli diede fu: “Ero alla locanda con Minseokie”; e nessuno di loro era desideroso di rivederne una simile. Per questi momenti - e molti altri - i due fratelli erano rimasti molto impressi nelle menti degli abitanti di tutta la loro regione, tanto che, quando entrambi sparirono dalla circolazione, molti iniziarono a preoccuparsi e a domandarsi che fine avessero fatto, se avessero traslocato senza dire niente a nessuno, o se fosse successo qualcosa di spiacevole a uno dei due. Provarono a bussare alla porta dell’inventore, continuando a girare intorno alla casa per vedere se ci fossero segni di vita, ma ogni volta rimanevano delusi, dato che niente cambiava nel lasso di tempo tra una visita e l’altra. Dopo qualche mese smisero di andare a controllare e continuarono solo a rivolgere loro pensieri preoccupati, o qualche volta preghiere che li rassicurassero del fatto che entrambi stessero bene.
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Kris non sapeva più che fare ormai: aveva provato diverse volte a creare, a costruire, degli organi che potessero sostituire quelli malati di suo fratello, ma fino a quel momento non era riuscito ad ottenere nessun risultato e man mano che il tempo passava Luhan stava morendo a poco, a poco. Non se la sarebbe mai perdonata, se non fosse riuscito a salvarlo: aveva sempre fatto di tutto per lui, per farlo star bene; aveva costruito anche le cose più impensabili e adesso che davvero serviva la sua conoscenza ed il suo genio non riusciva a portare a termine niente che fosse valido abbastanza da salvare una vita. Il giovane inventore non sapeva neanche come avesse fatto Luhan ad ammalarsi così gravemente all’improvviso; e non sapeva quale fosse la vera causa della sua malattia - dato che non c’erano testimonianze di altri casi -, per questo, invece di curarla con i metodi tradizionali, rivolgendosi ad un medico - di cui non si era mai fidato - aveva deciso di provare il tutto per tutto sottoponendo il fratello ad un’operazione fondamentale, nel quale avrebbe sostituito gli organi che avevano smesso - o stavano per smettere - di funzionare. Ma prima di mettere a rischio la vita di Luhan basandosi solo sulla sua intelligenza e su quelle poche conoscenze mediche che aveva, avrebbe avuto bisogno degli organi meccanici, composti da bulloni d’acciaio, ferro, rame, che lo avrebbero fatto tornare come nuovo. Non aveva la più pallida idea di come avrebbe reagito il corpo del fratello all’intrusione di quegli oggetti estranei, ma non aveva abbastanza tempo per fare degli esperimenti sugli animali e vedere il risultato: c’erano più possibilità che Luhan morisse, se avesse rispettato il protocollo, aspettando.
Kris era all’oscuro di molte, molte cose; l’unica cosa di cui era sicuro, però, era che non avrebbe semplicemente lasciato il fratello morire, avrebbe fatto di tutto per salvarlo - anche passare settimane insonni su libri, formule, calcoli e disegni di meccanica -. Era arrivato al punto che, durante una giornata, l’unica bevanda che era disposto a bere era il caffè, per non rischiare di crollare, per impedire al suo organismo di cedere; e mangiava al massimo due volte al giorno, ma solo perché Luhan, con le poche forze che aveva, si ostinava a volerlo vedere mangiare qualcosa. Gli dispiaceva vedere l’espressione preoccupata del fratello ogni volta che entrava nella stanza per controllare le sue condizioni, ma non poteva concedersi il lusso di sprecare delle preziose ore per dormire e cancellare almeno un po’ quei profondi solchi neri che gli sottolineavano gli occhi stanchi e opachi. Quindi, dato che non poteva - non voleva - riposare, come il fratello lo esortava a fare, cercava almeno di accontentare Luhan mangiando come minimo un pasto completo al giorno. Non che fosse un grande sforzo per lui, ma il cibo tendeva a distrarlo dal suo lavoro dato che il suo stomaco, a digiuno da troppo tempo, dopo il primo boccone, si ostinava a volerne altri.
Si stava facendo sera - aveva passato anche quel giorno tutto il tempo sugli svariati fogli sparsi sulle sue scrivanie e la stanchezza lo stava divorando vivo -, quando il genio di Kris lo illuminò con un’innovativa deduzione che sarebbe potuta essere la salvezza di Luhan. A momenti scoppiava in lacrime - un po’ per la gioia immensa che provava, un po’ per la rabbia, dato che l’errore che aveva continuato a commettere, e che aveva notato solo adesso, era davvero stupido per qualcuno come lui -, e per la foga quasi non rovesciò sul pavimento di legno tutta la sua cena che il fratello lo aveva forzato a portare con lui nello studio. Si affrettò a cercare i nuovi pezzi necessari per costruire un’altra volta i nuovi organi, quando si accorse che l’unica cosa che mancava nel suo laboratorio - che poteva vantare come il più fornito della regione - era proprio l’elemento fondamentale per la riuscita del suo esperimento. Si trattenne dall’urlare la sua frustrazione e corse immediatamente al piano di sopra per mandare un telegramma alla grande bottega di rifornimenti che si trovava in paese, per comunicargli che aveva urgentemente bisogno di un pezzo molto particolare per completare la sua invenzione. Ricevette subito una risposta nel quale veniva informato che alle undici della mattina successiva sarebbe arrivato un fattorino a consegnare ciò di cui aveva bisogno. Quel messaggio lo calmò notevolmente, lo rilassò immediatamente, dando pace alla sua mente che non aveva smesso di ragionare neanche un attimo per settimane. Si sentì immediatamente esausto, iniziò a sentire tutta la stanchezza accumulata in quelle notti passate insonne e subito gli sembrò di non avere neanche la forza per portarsi fino al letto. Si trascinò con una fatica impensabile fino alla camera del fratello, entrando con poca delicatezza e facendosi spazio sotto le sue coperte per poi abbracciarlo stretto e chiudere finalmente gli occhi. Sentì Luhan esultare perché finalmente lo vedeva concedersi un po’ di riposo e poi lo sentì chiedergli se ci fossero novità; non seppe esattamente come fece, ma gli rispose: - Sono riuscito a trovare la formula per la tua salvezza, Lu. Non ti preoccupare più di nulla, mi prenderò cura di te-. Dopodiché sprofondò nell’oscurità.
La sua mente però, troppo emozionata per aver finalmente trovato un modo per guarire il fratello, non rimase spenta a lungo, come invece il suo corpo supplicava di fare . Anzi, si ricordò del fattorino che sarebbe dovuto arrivare alle undici e, più o meno un’ora prima, si ridestò, energica e impaziente; e di conseguenza accadde anche al suo corpo che sfruttò un’energia sconosciuta per muoversi velocemente per la casa, prepararsi e vivacemente cucinare la colazione per sé e Luhan. Continuava a guardare l’orologio ogni cinque minuti, chiedendosi perché il tempo passasse tanto lentamente quando si desiderava ardentemente che un evento accadesse il più presto possibile, ma mantenendo la calma dato che l’orario comunicato nel telegramma non era ancora giunto. Perse il suo iniziale buon umore e la sua iniziale eccitazione quando le undici passarono e il mezzogiorno si avvicinò: non riusciva a credere che quel fattorino buono a nulla fosse in ritardo, quando aveva appositamente specificato al gestore del negozio l’urgenza dell’ordine! Iniziò a camminare impazientemente nel corridoio davanti alla porta d’ingresso, imprecando coloritamente contro il ragazzo ritardatario che lo stava facendo penare, mentre Luhan cercava di calmarlo invano, dato che Kris era così assorto dalla sua ira da non sentirlo neanche per quanto l’altro si sforzasse di parlare a voce alta.
Quando finalmente, a dieci minuti da mezzogiorno, il campanello della porta suonò, Kris corse ad aprire, dandosi a malapena il tempo di squadrare e imprecare contro quel ragazzo alto quasi quanto lui e con dei capelli marrone cioccolato intensamente disordinati, prima di togliere con aggressività il pacco dalle mani dell’altro e sbattergli violentemente la porta in faccia.
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Chanyeol rimase per qualche minuto a fissare le trame di legno del portone che gli era stato chiuso davanti, un po’ deluso e alquanto interdetto dal trattamento che aveva ricevuto. Certo, era anche vero il fatto che aveva portato a termine il suo compito con più di quaranta minuti di ritardo, ma non era stata per niente colpa sua! Avrebbe voluto spiegare al famoso inventore, che sperava e desiderava incontrare da tanto tempo, il perché di quel ritardo, ma non aveva neanche avuto il tempo di presentarsi, o di porgergli le sue scuse, o anche solo di fargli firmare la ricevuta. L’occasione gli era stata negata e non c’era nessun altro da incolpare se non se stesso e quel branco di mucche che aveva deciso di pascolare proprio nel bel mezzo dell’unica via percorribile per arrivare a casa di Kris Wu.
Quando avevano ricevuto l’ordine - che per pure caso era finito sulla sua scrivania - non riusciva a crederci: Kris Wu era ancora vivo e aveva ripreso a costruire ed inventare! Era una cosa meravigliosa e quella notizia gli aveva rallegrato la giornata, dato che da mesi ormai in paese le uniche voci che c’erano sulla scomparsa del famoso inventore riguardavano, o la sua morte, o il suo ritiro dalla professione che aveva svolto eccellentemente e con passione da tanti anni. Ma Chanyeol non ci aveva mai creduto, anzi, quando si trovava ad avere del tempo libero, lo spendeva fantasticando sui posti in cui potevano essere andati Kris e Luhan, o riflettendo e immaginando i motivi per il quale erano entrambi spariti dalla circolazione. Si chiedeva spesso se stessero bene e molto volte lo sconforto lo colpiva quando si fermava a pensare che non era mai riuscito a comprare neanche un’invenzione del più grande inventore di quel tempo, o anche solo a fargli i complimenti per il lavoro che lui considerava eccezionale. Quando era più piccolo, ovvero quando Kris Wu era nel pieno della sua carriera e ogni mese proponeva alla sua clientela un’invenzione nuova, non era mai riuscito ad acquistare nulla, nonostante, da amante appassionato della meccanica, lo desiderasse più di ogni altra cosa, dato che la sua famiglia era davvero troppo povera per permettersi anche solo lo stretto indispensabile per vivere. Aveva, però, sempre confidato che quando sarebbe cresciuto, avrebbe avuto l’opportunità di realizzare il suo sogno e quindi di incontrare Kris Wu, ma si ritrovò - appena compiuti diciotto anni - a distruggere ad uno ad uno tutti i possibili scenari che lo avevano accompagnato durante le notti insonni e i pomeriggi particolarmente noiosi, dopo aver saputo la notizia della sparizione del famoso inventore e di suo fratello.
Per questo quando ricevette l’ordine da parte di Kris, pensò di star sognando e si prese ogni responsabilità per poterglielo consegnare di persona. Ed ora, per un motivo o per l’altro, aveva bruciato l’opportunità di una vita. Si maledisse più volte, mentre, tristemente, tornava alla bottega per continuare il suo lavoro che adesso sembrava molto più noioso di prima.
Passò circa un mese e nessuno, dopo quell’evento, aveva più saputo niente di Kris Wu e suo fratello, Luhan. La voce che l’inventore avesse fatto un ordine al negozio di Chanyeol si sparse nel paese, nella regione, dando speranza a quelli che continuavano ad essere fedeli alle sue invenzioni e che rimpiangevano il tempo in cui Kris era ancora disposto a condividerle col mondo. La notizia arrivò anche alla locanda e Minseok, depresso da tempo a causa della brusca separazione da Luhan e dalla preoccupazione che lo divorava ogni giorno, volle a tutti i costi parlare con lui per sapere tutti i dettagli. Chanyeol gli raccontò ciò che era successo, ma lo avvertì che non c’era niente di fondamentale da sapere: solo che Kris Wu aveva quasi sicuramente ripreso a costruire marchingegni. Minseok lo riempì di domande su Luhan: se lo aveva intravisto da una finestra, o se aveva anche solo sentito la sua voce mentre Kris apriva la porta e Chanyeol fu molto desolato quando l’unico modo in cui poté rispondergli fu negativamente. Gli promise però di fargli sapere se e quando Kris avrebbe ordinato qualcos’altro, ed infatti, appena arrivò un altro ordine - meno urgente dell’altro, ma che Chanyeol si affrettò a servire con più impellenza del primo - da parte dell’inventore, si affrettò a chiamare Minseok per metterlo al corrente. La sua gioia incontrollata e il suo sollievo commosso lo fecero sorridere felicemente e dolcemente, e riuscirono a non fargli rifiutare la proposta emozionata di accompagnarlo.
Era molto nervoso, mentre si dirigeva insieme a Minseok verso la grande casa degli Wu: non sapevano sinceramente cos’aspettarsi. Li avrebbero mandati via, o peggio, non avrebbero proprio aperto la porta ignorandoli? In che stato avrebbero trovato Luhan? Come avrebbe dovuto immaginarsi Chanyeol l’abitazione di Kris che era stata, dai tempi dell’infanzia, la sua casa ideale? Con queste domande, a cui potevano trovare risposta soltanto bussando alla porta e vedendo personalmente le reazioni, si fecero coraggio incamminandosi per il piccolo sentiero che li conduceva alla porta di casa. Arrivati a destinazione, Chanyeol prese un paio - o forse più - di respiri profondi, per calmarsi e riuscire ad affrontare l’uomo che era stato nei suoi sogni da sempre; ma Minseok - più impaziente ed emozionato, che ansioso - non lo aspettò, ma suonò al campanello per poi bussare. Ad aprirgli furono entrambi i fratelli e Chanyeol fu preso alla sprovvista, mentre gli occhi di Minseok si facevano lucidi e senza aspettare un invito formale ad entrare in casa, si affrettò verso Luhan - in quel momento sulla sedia a rotelle -, abbassandosi prima di abbracciarlo forte e baciarlo profondamente, come se fosse l’aria dopo un lunghissimo periodo di apnea.
Chanyeol, d’altro canto, i grandi occhi rotondi spalancati dalla sorpresa, era ancora fermo all’uscio della porta, davanti a Kris che, però, quella volta gli sorrideva apertamente e serenamente, mentre lo squadrava per bene per poi ricambiare il suo sguardo con un sorriso leggermente diverso. Aspettò che l’inventore prese il suo pacco e lo invitò a entrare con un cenno della testa e una proposta sussurrata a bassa voce, prima di fare un passo dentro la casa dei suoi sogni. Ed ebbe un brivido quando la porta si chiuse - autonomamente, gli sembrò - dietro di lui e Kris gli rivolse un “benvenuto”, mantenendo il suo tono molto basso che Chanyeol trovava irresistibile. Si trovò a pensare che cosa sarebbe potuto succedere da quel momento in poi, ma questo sapeva che l’avrebbe scoperto solo vivendo e assecondando il padrone di casa.