[RPF BigBang] I open my eyes, I look to the sky... it's a sunny day

Jan 27, 2013 23:52



Titolo: I open my eyes, I look to the sky... it's a sunny day
Fandom: RPF BigBang
Personaggi: GTOP (Seunghyun/Jiyong)
Wordcount: 3542
Rating: PG13
Genere: angst, fluff
Avvertimenti: one-shot, slash
Note Il titolo è la cosa più assurda del mondo ed è stato google ha salvarmi dall'ardua scelta x° Sinceramente, questo titolo è la merda e centra solo col prompt che ha ispirato la fanfic, davvero. 
Btw, come sempre posto all'ultimo minuto, ma questa volta la colpa è della fanfic! E' ETERNA. Non ho mai scritto così tanto tutto in una botta x° Anche perché di solito non ho il tempo per farlo! Sono abbastanza orgogliosa di me stessa, anche se la fic farà, molto probabilmente schifo... Non l'ho neanche riletta D: *lo farà domani* Credo che non abbia neanche un senso... òvò #vabbè
Partecipa alla prima settimana del  COW-T 3 ndetto da maridichallenge er la missione 2 con prompt "Sereno" :3 
Enjoy!

Jiyong si rigirò nell'abbraccio caldo, forte e rilassante di un Seunghyun sorprendentemente ancora addormentato. Si voltò verso la finestra, aderendo con la schiena al suo petto, non avendo la forza per separarsi da lui dopo tanto tanto che non sentiva quella sensazione, e si accorse che era già mattino inoltrato e che probabilmente erano gli unici ancora addormentati nel dormitorio. Non se ne curò, sorridendo quando, nel sonno, il suo compagno si sistemò contro di lui, stringendo la sua vita con un braccio e avvicinandolo ancora di più al suo corpo. Non aveva nessuna intenzione di spostarsi e, mentre si sistemava più comodamente, osservava il cielo e il grande sole che splendeva in esso. Era una giornata così bella, calma, che anche solo il tempo meteorologico lo faceva sentire meglio. E mentre si lasciava tranquillizzare dal cielo limpido e sereno, stringeva la sua mano in quella di Seunghyun, che gli circondava la vita, e nel farlo sfiorava le perle di quel braccialetto blu che entrambi portavano. Era il simbolo della loro unione, uno dei regali che si erano fatti agli inizi, prima del debutto, quando ancora non si potevano permettere oggetti costosi e cene fuori per gli anniversari o soltanto per i giorni importanti. Risaliva a quei tempi in cui non erano ancora sicuri dei sentimenti che provavano l'uno per l'altro, quei tempi in cui non erano abbastanza coraggiosi da ammettere con un “Ti amo” ciò che condividevano ogni giorno, fuori e dentro il loro letto.
Sentendogli il braccialetto al polso, sorrise, andando a sfiorare, in un gesto automatico e rilassante, il suo gemello che non aveva mai tolto. Spesso dimenticava che l'altro aveva ripreso ad indossarlo e quella constatazione gli riscaldò il cuore, ma gli fece ricordare perché l'aveva tolto e il periodo di tensione che avevano affrontato e durante il quale si erano lasciati.
Ricordava perfettamente quel giorno, sereno come pochi altri durante quel periodo dell'anno. Ma nonostante questo, era diventato uno dei peggiori, dei più cupi, iniziando con una furiosa e futile lite tra loro due che fu la famosa goccia che fece traboccare il vaso. Non ricordava neanche più il motivo, ma quella mattina iniziarono subito ad attaccarsi, a rivolgersi commenti sgradevoli, facendo sanguinare quelle ferite nascoste e coperte dal dolore e da quel finto odio che mostravano, come se ormai a legarli non fosse rimasto niente se non i membri del gruppo e quei litigi, come se ormai soltanto quelle litigate rendessero vivo la loro relazione. Quella situazione era stancante per entrambi, non era più sopportabile e sia Jiyong che Seunghyun - che gli altri membri - sapevano quando quelli non fossero i veri sentimenti che provavano, ma era come se non potessero fare a meno di sputarsi veleno addosso. Qualunque cosa li faceva scattare e nulla li fermava dall'iniziare a urlarsi contro.
Quel giorno era come tutti gli altri giorni, soltanto che nel tardo pomeriggio Seunghyun lo chiamò, chiedendogli di incontrarlo in camera sua. Jiyong ebbe da subito avuto un cattivo presentimento, soprattutto perché il luogo dell'incontro era strano: in quel periodo Seunghyun non aveva mai dormito con loro al dormitorio, ma era invece stato dalla madre come molto spesso faceva.
Sospettoso, lo raggiunse. Non aveva nessuna voglia di discutere ancora, ma era curioso di sapere che cosa aveva da dirgli Seunghyun. Una voce nella sua testa gli sussurrava che non sarebbe stato niente di positivo e che si sarebbe pentito di essersi comportato con un bambino, dispettoso, ostinato, capriccioso e sempre pronto a provocare. Jiyong si ripeteva ogni notte di cambiare atteggiamento, si diceva di non stare sempre sul piede di guerra contro di lui, che altrimenti Seunghyun si sarebbe stancato e lo avrebbe lasciato, ma diventava incontrollabile ogni volta che loro vedeva e quel sentimento iracondo spariva nell'esatto secondo in cui la lite finiva, lasciandolo pieno di rimpianti e pentimenti, con la voglia e senza il coraggio di chiedergli mille volte scusa. E quella volta, mentre entrava nella stanza e vedere che era vuota, aveva davvero intenzione di farlo, per non perderlo e per non continuare a sentirsi male ogni volta che si allontanava da lui. Vide la portafinestra che dava sul balcone aperta e, ipotizzando che Seunghyun potesse essere lì, uscì per incontrarlo. La sua ipotesi era esatta: lo trovò lì, appoggiato con i gomiti sulla ringhiera ad osservare il sole alto nel cielo.
Solo quando si fece più vicino vide che teneva in mano il braccialetto blu che condividevano da anni. Si fermò a pochi passi da lui senza respiro, come se quest'ultimo gli si fosse congelato nei polmoni, sperando che ciò non significasse ciò che aveva temuto e che continuava a temere.

- Ehi.- lo salutò. Seunghyun che non si era ancora accorto del suo arrivo, si voltò verso di lui, facendogli un cenno con la mano per rispondere al saluto.

- Ehm... cosa volevi dirmi?- chiese non sicuro di volerlo davvero sapere.

La tensione e l'imbarazzo erano palpabili e Jiyong ormai era sicuro di sapere il motivo della sua chiamata. Lo capì dallo sguardo che gli rivolse: uno sguardo esausto e un po' deluso, ma comunque così triste e angosciato da fargli venire ancora più voglia di cancellare tutto ciò che era successo in quei mesi. Voleva tornare a quando la loro complicità li rendeva una squadra perfetta, la combinazione perfetta, ma non poteva.

- Non ce la faccio più, Ji... Sono stanco.- gli disse con quella confidenza che aveva solo con lui, senza rispondere alla sua domanda, sicuro che avrebbe capito.

Jiyong rimase in silenzio, non sapendo cosa dire, mentre i suoi occhi si facevano lucidi. Seunghyun distese la mano in cui teneva il braccialetto, aspettando che Jiyong la prendesse.

- Non credo ci sia più un motivo per il quale io debba continuare a portarlo. Questa... non mi sembra neanche più una relazione.- continuò, avvicinandosi, dato che Jiyong continuava a rimanere in silenzio, le mani chiuse a pugno lungo il corpo.

Seunghyun strinse a sua volta una di esse tra le sue cercando di aprirla per ridargli finalmente quel braccialetto che non poteva continuare a tenere. Era come se ogni volta che lo guardasse, lo sfiorasse o solo ne sentisse la presenza sotto la maglietta, ricordi felici gli apparissero davanti agli occhi per poi, però, scontrarsi con il presente e quindi con una nuova lite o una appena conclusa. Era impossibile per lui continuare così ed era tanto difficile anche solo pensarlo che proporgli di interrompere la loro storia era più che insopportabile. Eppure lo stava facendo - lo aveva fatto con quel gesto -.
Sapeva di amarlo; lo sapeva ogni volta che lo guardava assorto nei suoi pensieri e in quei momenti poteva passare facilmente sopra l'ennesima discussione, dimenticandosene. Eppure era arrivato al punto in cui non riusciva più a dimenticare, in cui l'amore che prima gli scaldava il cuore ogni volta che lo guardava, adesso glielo bruciasse a morte, provocandogli nient'altro che dolore.
Jiyong tentò di non prenderlo, ma Seunghyun non gli lasciò altra scelta, allontanandosi subito di qualche passo per impedirgli di restituirglielo.

- Non lo prenderò, Hyun! Voglio che tu lo tenga anche se non dovesse avere più nessun significato per te.-

- Non posso più tenerlo, non credo abbia più senso.- gli rispose, lo sguardo improvvisamente più duro.

Jiyong si sentì mancare, perché per lui lo aveva: il pensiero di condividere ancora qualcosa con lui - anche se solo un semplice braccialetto - era l'unica cosa che lo confortava dopo ogni lite.

- Per me lo ha ancora.- quasi lo sussurrò, mentre cercava di trattenere le lacrime e di non far tremare la voce.

- Mi dispiace che tu sia l'unico a pensarla ancora così.

Non volendo sentire altro, Ji rientrò nel dormitorio, volendo soltanto chiudersi in camera e piangere tutte le sue lacrime, addossandosi tutta la colpa per quella definitiva rottura. Prima di uscire dalla camera di Seunghyun, però si fermò accanto al suo letto, lasciando il braccialetto sul suo comodino. Non voleva in nessun modo tenerlo. E infondo, sperava che l'altro ci ripensasse, che lo ricominciasse ad amarlo come un tempo. Fatto questo, attraversò a testa il corridoio che lo separava dalla sua camera, rintanandocisi. Chiuse la porta dietro di sé, scivolando con la schiena essa fino a quando non si accasciò sul pavimento.
Aveva rovinato tutto.

***
Seunghyun in quei mesi aveva preferito dormire a casa propria, per stare più vicino a sua madre che, al contrario dei membri del gruppo, non lo avrebbe mai guardato con compassione o giudicato con sguardo critico ogni volta che tornava a casa sfinito e sull'orlo delle lacrime.
Lasciare Jiyong gli era sembrata l'unica soluzione per non impazzire, per non perdere il suo equilibrio e sua madre lo sapeva, come sapeva quanto lo amasse e quando gli era costato separarsi da quel braccialetto. Ma aveva bisogno di una pausa, entrambi ne avevano.
Quella sera, dopo aver finito tutti gli impegni che la sua agenda prevedeva, ritornò a casa sfinito. Aveva rifiutato, con un sorriso forzato, l'offerta di Daesung di andare a mangiare fuori con gli altri e si era diretto subito a casa. Aveva cercato il più possibile di non avere rapporti con Jiyong dopo il lavoro, di evitarlo, perché era sicuro che se gli fosse rimasto vicino più del dovuto avrebbe ceduto e gli avrebbe chiesto di cancellare tutte le parole dure e dolorose che aveva detto. Ma non poteva: mentre una parte di lui voleva ardentemente farlo solo per sentire la sua voce chiamarlo con dolcezza, solo per poterlo guardare di nuovo senza imbarazzo, solo per poterlo sfiorare e tenere stretto a sé; un'altra parte del suo essere lo obbligava a rivolgergli a malapena la parola, a tenere la mente lucida quando lui era nei paraggi. Non poteva permettersi di cedere, quando era stato proprio lui a dirgli che sarebbe stato meglio prendersi una pausa.
Era già passato qualche mese e la situazione era ormai sempre uguale, non migliorava né peggiorava e Seunghyun credeva che sarebbe rimasta così ancora per molto se continuavano a non parlarsi. Si sedette nel suo salotto, non sapendo più, ormai, cosa fosse giusto e cosa non lo fosse. Sua madre si limitava a dirgli che doveva fare solo ciò che lo rendeva felice e lui non le rispondeva mai. Avrebbe voluto, però, chiederle cosa avrebbe dovuto fare se la soluzione migliore che aveva per mantenere la pace nella sua vita non lo rendeva felice, ma credeva che nemmeno lei, che per tutta la vita aveva avuto consigli utili, avrebbe saputo rispondergli.
Si alzò dopo poco dal divano, dirigendosi verso il mobiletto degli alcolici: non era solito bere durante la settimana, ma aveva appena concluso una riunione durata più di tre ore al dormitorio con i membri del gruppo e aveva bisogno di un bicchiere del suo vino preferito per mandar via l'amarezza e la tristezza che gli chiudevano la gola. La freddezza tra di loro era palpabile e anche i loro manager avevano capito che qualcosa non andava, ma si limitavano soltanto a guardarli con sospetto, non permettendosi di chiedere alcuna spiegazione. Fino a quando lavoravano bene, i loro problemi non erano fatti che li riguardavano.
Si rimise sul divano, degustando un bicchiere di vino rosso, quando sua madre entrò nel salotto e gli si avvicinò:

- Hyun, non ti ho sentito entrare. Come mai a casa prima di cena?- chiese, sorpresa, ma felice, di vederlo già a casa.

- Non avevo voglia di uscire a cena con gli altri. Sarei rimasto al dormitorio a finire di comporre una canzone che ho iniziato in questi mesi, ma non sapevo quando sarebbero tornati e...-

Sua madre non lo lasciò finire, capendo subito come si sentiva. Con lei non c'era neanche bisogno di spiegazioni, bastava uno sguardo o una frase per farle cogliere cosa c'era che non andava.

- Jiyong sarebbe andato con loro?- chiese con delicatezza, sapendo che era quello il problema.

- A quanto pare sì...-

Sua madre si limitò a carezzargli i capelli, prima di dirigersi in cucina per preparare la cena. Avendo finito di bere il suo bicchiere di vino, si alzò dal divano raggiungendo sua madre, intenta a prendere delle verdure dal frigorifero. Lei, vedendolo entrare in cucina, gli sorrise e cercando di ammorbidire l'atmosfera alquanto pesante che si era creata, cambiò argomento, chiedendogli del suo nuovo solo:

- Vuoi far sentire a tua madre questo nuovo capolavoro o no?- chiese continuando a sorridergli, mentre iniziava a preparare la cena.

Seunghyun le sorrise a sua volta, ringraziandola con lo sguardo per non aver chiesto altro: non era dell'umore giusto per affrontare quell'argomento.

- Certo, mamma. Dovrei avere una prima registrazione sul cellulare...- le rispose, tastandosi le tasche in cerca del device dalla quale non si separava mai.

Non trovandolo, aggrottò la fronte preoccupato, andando subito a cercarlo nelle tasche della giacca che aveva precedentemente appeso nell'ingresso. Senza dare spiegazioni a sua madre, uscì di corsa dalla cucina, ma, non trovandolo neanche nella sua giacca, ci fece ritorno, guardando sua madre un po' scocciato.

- Scusa mamma, credo che dovrò tornare al dormitorio... Sembra proprio che abbia dimenticato là il mio cellulare.- le riferì, sospirando. L'ultima cosa che voleva in quel momento era tornare al dormitorio.

- Sei sicuro di volerci tornare?- gli chiese, come se gli leggesse nel pensiero.
Purtroppo era una domanda inutile, dato che non sarebbe potuto andare da nessuna parte senza il suo cellulare.

- Non posso fare altrimenti. Dentro quel cellulare c'è tutto e devo sempre essere raggiungibile per il mio manager, per i membri e soprattutto per YG-hyung.- le rispose come se non lo sapesse.- Torno subito, promesso.- le disse, baciandola sulla guancia, prima di uscire di casa di corsa per essere a casa il prima possibile.
***
Aveva rinunciato anche lui a quell'uscita: non era dell'umore giusto per andare in giro a divertirsi con gli altri. Erano mesi che non era dell'umore giusto, ma non lo dava a vedere. Aveva imparato in quegli anni a costruirsi una maschera, un muro che divideva il mondo dal vero Jiyong, e sapeva ancora portarla molto bene. Quindi rifilando a Taeyang la scusa di essere troppo stanco, rimase al dormitorio per passare una serata solitaria. Si preparò un pasto veloce con quello che trovò nella dispensa e nel frigo e lo consumò sul divano davanti alla televisione. Non era davvero interessato al film comico che stavano dando quella sera, ma almeno era un modo per occupare il tempo e per non far sembrare troppo triste e vuota quella stanza. Spostava lo sguardo dal suo piatto, al televisore, agli oggetti che decoravano il loro salone. Per non farlo sembrare troppo impersonale e poco vissuto, avevano incorniciato qualche loro foto - alcune recenti, altre risalenti ai tempi del debutto - e le avevano sistemate quasi su ogni mensola. Il suo sguardo si fermò su una delle prime foto che lui e Seunghyun si erano fatte dopo essersi ritrovati. Erano cambiati molto, sia caratterialmente che fisicamente, da quel giorno e anche il loro rapporto era cambiato. Continuò a fissare con nostalgia i loro sorrisi felici e spensierati e le loro braccia strette attorno ai loro corpi decise a non lasciarsi più e gli occhi si fecero improvvisamente lucidi. Quei mesi senza Seunghyun erano stati anche peggio di quelli passati in cui la tensioni li mangiava vivi. La sua assenza sempre più palpabile nel dormitorio, rendeva vuoto anche lui perché, nonostante lo vedesse tutti i giorni, era come se fossero diventati estranei, come se fosse diventato forzato stare insieme.
Si strofinò gli occhi con la manica del pigiama, mentre spegneva il televisore e posava il piatto in cui aveva mangiato nel lavandino. Non sapeva esattamente perché, dopodiché, si diresse verso la camera di Seunghyun, invece che chiudersi nella sua e rannicchiarsi nel suo letto. Sapeva soltanto di aver bisogno di qualcosa di familiare e in quel momento il letto del più grande era una delle poche cose che non associava alla tristezza di quei mesi, bensì alla felicità degli anni passati.
Si stese su di esso, infilandosi dentro le coperte e affondando il naso nella stoffa che ricopriva il cuscino, annusando ciò che rimaneva del suo odore. Chiuse forte gli occhi, cercando solo di farsi riscaldare dai ricordi e di sciogliere così lo strato spesso di ghiaccio che gli stringeva il cuore e lo stomaco, costringendolo a rannicchiarsi su se stesso. Ci mise poco ad addormentarsi, come ci mise poco a svegliarsi quando sentì la porta aprirsi e dei passi avvicinarsi al letto. Era davvero l'unica cosa che si aspettava quella sera...
Lo prese completamente in contropiede dato che poteva essere solo una persona quella che adesso lo fissava in piedi accanto al letto. Si mise a sedere di scatto, guardandolo sorpreso e mezzo addormentato, ricevendo in risposta una domanda muta alla quale non rispose.

- Cosa ci fai qua?- chiese invece Jiyong, rompendo il silenzio.

- Non credi che dovrei essere io a chiedertelo?- rispose, indicandolo.- Sei tu quello nel mio letto.-

Jiyong non sapeva davvero cosa rispondere, se inventarsi una scusa, o dirgli il vero motivo per il quale si era addormentato nel suo letto. Perché Seunghyun aveva ragione: era lui quello nel posto sbagliato, nella camera e nel letto sbagliato. Ma quella che potevano avere in quel momento era forse la prima vera conversazione dopo mesi e, nonostante fosse ancora mezzo addormentato, non voleva perdere quella chance, quindi optò per dirgli la vera ragione:

- Sentivo la tua mancanza...- sussurrò, sapendo che Seunghyun lo avrebbe comunque sentito.

La sua espressione divenne ancora più sorpresa, prima di rompersi in un'espressione sofferente. Si lasciò cadere sulla sedia davanti alla scrivania, appoggiando un gomito su di essa per tenersi la fronte con una mano. Era stanco, Jiyong poteva vederlo anche a quella distanza.

- Non dovresti dire cose del genere, mi farai crollare e non posso.- si lamentò Seunghyun, scuotendo la testa.- Dovresti dimenticarmi e trovarti qualcun altro, non sentire la mia mancanza, Jiyong.-

- Come potrei rimpiazzarti, quando l'unica persona che voglio sei tu, quando l'unica cosa che voglio è che tu mi perdoni e che ritorni da me?-

Seunghyun gemette guardandolo quasi sofferente, alzandosi poi dalla sedia e avvicinandosi al letto sul quale Jiyong ancora sedeva. Quest'ultimo non ci stava capendo nulla Cosa significavano le sue parole? entiva però la speranza nascergli nel cuore e non riuscì a fermarla, nonostante avesse paura di rimanere deluso anche questa volta

- Credimi, l'unica cosa che vorrei è riprendere questo braccialetto e tornare da te, ma cosa sarà cambiato da quando qualche mese fa ci attaccavamo per ogni piccola cosa? Non riesco a vivere in quel modo e forse è meglio vivere così, quasi ignorandoci...-

- Non dirlo! La situazione in cui siamo adesso non è migliore di quella in cui eravamo mesi fa.- lo interruppe, con una smorfia sul viso, adesso completamente sveglio e pronto ad affrontare quella conversazione che avevano evitato da mesi.

- Ma io non sono in grado di affrontare né una, né l'altra!- esclamò, alzando la voce.- Non riesco a starti lontano, ma, tornandoti vicino, ho paura di perdere la stabilità di cui ho bisogno!-

- Ti prego, dammi un'altra possibilità. Dacci un'altra possibilità...- quasi lo supplicò Jiyong, stringendogli all'improvviso la mano appoggiata al letto.- Le cose sono cambiate, lo sai. Questi mesi sono stati un inferno e ogni giorno ho voluto solo venirti vicino e chiederti scusa per tutto, chiederti di tornare da me.- continuò con grande sforzo. Nessuno dei due era bravo a dar voce ai proprio sentimenti.
Seunghyun ricambiò la sua stretta, afferrandogli la mano e abbassando il capo, non riuscendo a guardarlo: - Anche io ho a malapena sopportato la nostra lontananza in questi mesi... Avrei voluto solo abbracciarti e chiederti di perdonarmi per aver solo pensato di poter andare avanti senza la tua presenza al mio fianco.

Jiyong seppe che Seunghyun aveva dato a loro due un'altra possibilità quando qualche giorno dopo, prima di un concerto, gli mostrò che al polso portava di nuovo il loro braccialetto. Era così felice da spingerlo dentro un camerino per concedersi un bacio prima della loro performance. Si abbracciarono come se volessero divenire una cosa sola, promettendosi silenziosamente di non lasciarsi mai più, mentre le loro labbra si scontravano e le loro lingue si univano ancora una volta dopo così tanto tempo. Era come tornare a respirare di nuovo e il mondo aveva assunto una nuova sfumatura, più luminosa, da quel giorno.
Ricordare tutto quello che era successo in quell'anno, lo faceva sempre sentire molto fortunato e gli faceva sempre venire voglia di baciare il suo compagno fino a perdere il fiato e di ringraziarlo per continuare a esserci, per non smettere mai di amarlo e di sorreggerlo quando ne aveva più bisogno.
Distolse lo sguardo dal cielo che continuava a essere sereno e imperturbabile come il suo stato d'animo e si girò nell'abbraccio di Seunghyun, iniziando a baciargli delicatamente le guance, le palpebre, la fronte e infine le labbra, più e più volte fino a svegliarlo
Lo vide aprire gli occhi e fissarli nei suoi, facendoli diventare la prima cosa che vide quella mattina. Lo vide sorridere come la persona più felice del mondo prima di portare una mano nei suoi capelli e baciarlo più approfonditamente. Lo coinvolse in uno di quei baci che gli facevano desiderare di non aver bisogno di ossigeno per vivere così da non doversi più superare da lui.

- Buongiorno.- lo salutò dolcemente Jiyong, quando si separarono.

- Non potrebbe essere migliore.- gli rispose Seunghyun, facendolo stendere sotto di sé, con le lenzuola a coprirgli i fianchi e il sole caldo sulla schiena.

personaggi: seunghyun, pairing: gtop, avvertimenti: one-shot, genere: fluff, personaggi: jiyong, fandom: rpf bigbang, genere: angst

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