[Supernatural] Somehow we'll feel the same

Aug 01, 2012 00:01


Titolo: Somehow we'll feel the same
Fandom: Supernatural
Personaggi: Sam/Dean
Genere: erotico, missing moment, triste
Avvertimenti: one-shot, slash
Rating: rosso
Parole: 2188
Note: E pensavo di essere in ritardo - perché ho postato a tipo 00:01 - e invece no! \o/ Questa fanfic mi è costata un sacco XD Primo perché il mio Dean incazzato voleva fare di capoccia sua, secondo perché è tutto degenerato in dell' angst!p0rn senza fine, terzo perché non ho dovuto scriverla in frettissima (e questa è colpa mia LOL). E nemmeno l'ho riletta D: Quindi farà schifo. Quindi non la leggete XD *rotola*
Btw, il titolo è un verso della canzone che avevo come prompt e, appunto, i prompt sono qui. Quindi ovviamente partecipa al MARcatino indetto da maridichallenge <3
A presto! :3

Pick your pockets full of sorrow
And run away with me tomorrow

Per Dean quella non era che un'altra notte insonne, passata a girarsi piano nelle lenzuola per paura di svegliare Lisa, ormai abituata ai suoi incubi ricorrenti. Era una notte normale: aveva sognato Sam, come sempre, e si era svegliato sudato e con il fiato corto, sussurrando il suo nome. Ancora.
Il suo anno era iniziato con la fine dell'Apocalisse, con la perdita di un fratello - e qualcosa di più -. Era iniziato con il riempire il suo cuore di Lisa, Ben e dolore, causato da Sam, dalla sua caduta nella gabbia. Questa volta non sarebbe ritornato e lui aveva cercato di vivere il sogno che aveva da sempre: aveva iniziato a farsi una famiglia, una lavoro normale, una vita normale. Ma il suo sogno non era completo, mancava qualcosa... Mancava qualcuno: Sam.
Lui non era più con lui, viveva nei suoi sogni. Ma questi non erano sempre uguali. Alcune notti, ricordi di quando erano bambini, o dell calore della sua pelle sulla sua in una delle tante notti d'inverno in uno dei tanti, apparivano nella sua mente. Altre notti immaginava cosa stesse passando Sam in quella gabbia con Lucifero e formava rappresentazioni spaventose che torturavano e uccidevano anche lui.
In ogni caso, ognuno di quei sogni alimentava quel vuoto interiore che aveva sempre sentito, ma che, in quei mesi, si era fatto sempre più opprimenti e pesante, tanto da bloccargli il respiro ogni qual volta qualcosa gli ricordasse il fratello perso, o quello che aveva sognato.
Era una notte insonne come mille altre, tranne per il fatto che il protagonista dei suo sogni, il fratello che pensava aver perso per sempre, era ancora vivo e lui lo aveva appena lasciato andare per il sogno che era finalmente riuscito a realizzare, ma che, senza di lui, non aveva mai avuto senso.
Erano passati solo pochi giorni da quando aveva scoperto che suo fratello San era ancora vivo, da quando aveva scoperto che lui era tornato sulla Terra da circa un anno e  non gli aveva detto nulla, lasciandolo in preda al terribile dolore e alle  disastrose conseguenze della perdita. Al solo pensiero, desiderava prenderlo a pugni.
Strinse forte il lenzuolo che lo copriva fino alla vita, mentre osservava, attraverso i verti della finestra, la luna coperta da qualche nuvola. Ripensò a tutto ciò che era successo in quei giorni e, prima ancora di pensare a mettere al sicuro Lisa e Ben dagli eventuali mostri che potevano venire a dargli la caccia, pensò che voleva rivedere Sam.
Si erano separati con la promessa di rimanere in contatto dopotutto...
Quindi si alzò, lasciando quel rifugio caldo accanto a Lisa per andare a prendere il cellulare, lasciato sulla cassettiera davanti al loro letto matrimoniale, e gli scrisse un messaggio. Si sedette sul bordo del materasso, aspettando una risposta che tardò ad arrivare. Essa indicava il luogo dove si sarebbero incontrati e, appena Dean la lesse, mise da parte il telefono, per iniziare a vestirsi.
Doveva vederlo di nuovo, doveva parlargli, doveva sentirlo.
Prima di lasciare la camera si avvicinò a Lisa, le accarezzò la testa e le baciò la fronte, poi uscì da quella camera, senza sapere se ci sarebbe tornato, con l'idea di abbandonare tutto per Sam.
Con quel vecchio pick-up, che ormai aveva preso il posto dell'Impala, raggiunse il posto stabilito in poco tempo. Appena imboccò il vialetto, lo vide già lì ad aspettarlo, seduto sul cofano della sua bella e lucida macchina nera. A Dean non piaceva, ma era decisamente il tipo di macchina che rispecchiava i gusti di Sam. Lanciò un'occhiata a lui e a quella macchina, mentre si fermava poco distante e scendeva dalla vettura. Salutò Sam con un cenno del capo, che venne subito ricambiato, ma non si avvicinò ancora: prima si fermò per prendere due birre dalla borsa termica che si era portato dietro.

- In onore dei vecchi tempi.- disse Dean, quasi per convincerlo ad accettare la lattina che gli offriva, mentre si avvicinava al fratello.

Sam accettò, afferrando la birra e aprendola, per poi prendere il primo sorso. Dean accennò un sorriso, facendo lo stesso, e appoggiandosi sul cofano dell'auto, accanto a lui. Rimasero in silenzio, bevendo e evitando di guardarsi, come se fossero finiti lì casualmente e non perché Dean lo aveva chiamato in piena notte per vederlo.
Fu Sam, un po' impaziente, a rompere quel silenzio durato anche troppo a lungo per lui:- Perché siamo qui, Dean? Perché mi hai chiamato?- gli chiese, girandosi per guardarlo.
Ero nel mio letto e non riuscivo a dormire... Mi veniva voglia di vederti, di parlarti, forse per accertarmi che non fosse tutto uno dei miei sogni...- rispose Dean, lo sguardo fisso davanti a sé, le labbra tese. Sam lo invitò a proseguire e dopo un attimo riprese a parlare:- Volevo chiederti anche come hai fatto a escludermi dalla tua vita negli ultimi dodici mesi, come hai fatto a tenermi segreta la tua resurrezione - o qualunque cosa sia-. Volevo chiederti come hai vissuto durante quest'anno, sapendo di lasciarmi in preda al dolore che, sapevi benissimo avrei provato.- Sam lo stava per interrompere, perché quel discorso stava degenerando e Dean era visibilmente arrabbiato e forse anche deluso, ma venne fermato da un gesto del fratello. Dean voleva continuare, voleva sapere.- No, Sam, lasciami parlare. Volevo davvero domandarti perché non ho avuto tue notizie, come tu abbia fatto a sentire così poco la mia mancanza da tenermi lontano da te per tutto questo tempo! Perché io, Sam, ho sentito la tua di mancanza ogni singolo secondo di questo maledetto anno!-

Si sfogò contro di lui, alzando sempre di più il tono di voce, aggredendolo con le parole, tanto piene  di rivelazioni e rabbia che Dean dovette respirare profondamente per riprendere la calma.

- Dean... ne abbiamo già parlato.- cercò di farlo ragionare Sam.

- E invece no! Non ne abbiamo parlato!-

- Lisa, Ben... è questo quello che volevi. L'hai sempre voluto e avevi l'occasione di realizzarlo e io non ti sarei stato tra i piedi. Non sarei neanche dovuto essere vivo!- esclamò Sam, alzando anche lui il tono.- Tu meritavi una vita normale e l'hai avuta con loro! E credimi, Dean, quando ti dico che anch'io ho sentito la tua mancanza ogni attimo, ma mi sembrava la cosa giusta.-

- Non lo era, Sam. Io volevo te al mio fianco, questa non è la felicità, se non ci sei tu.- rispose esternando ciò che davvero provava, come poche altre volte aveva fatto, e avvicinandosi a lui. Con una mano gli accarezzò la guancia, poi avvicinò il volto al suo e congiunse le loro labbra.

Subito Sam rispose a quel bacio, ma lo dovette interrompere per alzarsi dal cofano, spostarsi davanti al fratello e posizionarsi in mezzo alle sue gambe, che gli si chiusero sulla vita. Già quel contatto fece sospirare i fratelli: era passato troppo tempo dall'ultima volta in cui si erano sentiti uno sulla pelle dell'altro, dall'ultima volta in cui, con naturale confidenza, le loro mani avevano toccato uno il corpo dell'altro. Dean riprese il bacio prima interrotto, avvicinando con forza le labbra di Sam alle sue, passando le mani tra i suoi capelli, che erano cresciuti ancora. Solo il sentire la lingua entrare in contatto con la sua e le sue mani sotto la maglietta, lo fecero eccitare. Sam già lo sentiva contro la coscia, il suo membro eretto, nonostante solo poche carezze. Dean gemette, quando Sam gli succhiò il labbro inferiore, per poi allontanarsi un po' da lui e farlo stendere completamente sul cofano. Le gambe di Dean strinsero più forte attorno ai suoi fianchi e anche Sam si avvicinò a lui, spingendo il suo bacino verso quello del fratello. Poi si stese sul corpo di Dean, continuando a muovere i fianchi, facendo scontrare le loro due erezioni, ancora costrette nei jeans.

- Ti sono mancato così tanto?- gli sussurrò Sam all'orecchio, mentre una mano si insinuò tra i loro corpi e strinse, attraverso la stoffa, il membro di Dean, che gemette forte.

- Sì, anche troppo per dirti quanto. - gli rispose, tra un sospiro e l'altro.

Sam continuava a massaggiare quell'erezione ancora costretta, mentre con l'altra mano sbottonava la camicia a quadri di Dean, indossata con la fretta di uscire e vederlo, per scoprire il suo collo e iniziare a stuzzicare con la lingua e con i denti i punti che, ricordava, avrebbero fratto sospirare ancora di più suo fratello.
Poi, d'un tratto, si alzò dal corpo sotto di lui, per continuare a svestirlo: gli sfilò la camicia, facendola scivolare al suolo e lasciando Dean a torso nudo, ancora steso, ansimante, sul cofano dell'auto di Sam. Fece lo stesso, liberandosi anche della sua di camicia, e andando a sbottonare i propri pantaloni. Anche Dean si stava occupando dei suoi, infatti, dopo essersi messo seduto e aver liberato i fianchi di Sam dalla sua presa, li sbottonò e li abbassò, insieme ai boxer, più che poteva, seguito dal fratello, che ripetè lo stesso movimento.
Si ritrovarono di nuovo nudi uno di fronte all'altro, con gli occhi che vagano su ogni parte di loro, le mani già impegnate a scorrere sulla pelle accaldata, a sfiorare ogni muscolo. Poi, presi dall'urgenza di sentirsi di nuovo, ripresero a baciarsi. Le gambe di Dean strinsero un'altra volta i fianchi di Sam, avvicinando ancora i loro bacini e facendo scontrare i loro membri già completamente eretti. Entrambi gemettero a quel contatto, che non sentivano da tempo, e sospirarono a ogni brivido che quell'azione suscitò. Si spinsero uno verso l'altro, mentre Sam si occupava del collo di Dean, mordendolo e leccandolo, tracciando una scia di morsi fino al suo orecchio, e godendo dell'attrito dei loro corpi, ma volendo ancora di più. Dean strinse la presa sui fianchi di Sam, che gemette nel suo orecchio.

- Prendimi.- ansimò Dean, stringendo ancora.

Sam non se lo fece ripetere e si separò da lui quel tanto che bastava per dirigere la sua erezione dentro il fratello, che gemette di piacere e di dolore, non essendo più abituato ad averlo dentro di lui. Era più di un anno che non lo sentiva in quel modo e gli era mancato come l'aria. Persino il dolore della prima spinta gli era mancato, per questo non volle aspettare, per questo iniziò da subito a spingere contro di Sam, senza prendersi un momento per abituarsi a quell'intrusione. Anche Sam perse la testa: la sensazione che provava nel sentirsi dentro di Dean non era lontanamente paragonabile a quella dei suoi ricordi e gemette forte, mentre iniziava anche lui a spingere, per entrare sempre più in profondità. Mentre Sam e Dean ripresero a baciarsi, le spinte si susseguivano sempre più forti e veloci, come i loro gemiti che crescevano di tono. Dean urlò, quando Sam toccò, con una poderosa spinta, la sua prostrata e anche il minore non riuscì a trattenere un gemito più forte di altri, quando, reagendo, i muscoli di Dean si contrassero attorno alla sua erezione. Poche altre spinte, sempre più veloci e mirate, per colpire quel punto dentro Dean che lo faceva impazzire, e entrambi vennero colti da un orgasmo violento, che li fece rimanere, spossati e ansimanti, uno addosso all'altro.
Sam portò suo fratello con sé, mentre si stese sul cofano di quella macchina nuova, che aveva assistito all'intero amplesso. Lo fece stendere e Dean appoggiò la testa sulla sua spalla, come aveva sempre fatto durante le notti trascorsi insieme in letti sempre diversi.
Passarono vari minuti prima che rompessero il silenzio che si era creato, e fu Sam, come prima anche prima aveva fatto, a iniziare la conversazione:

- Capisco - credimi, Dean, lo faccio davvero - come ti debba essere sentito in quest'anno, ma io ero convinto che staresti stato bene con Lisa e Ben, senza di me, senza qualcuno che ti ricordasse costantemente ciò che è stato e ciò che poteva accadere ancora.- quasi sussurrò.
Non starò mai bene senza di te, Sam... e poi, seriamente? Credi che senza te intorno avrei potuto dimenticare tutto?-
No, non lo credevo, ma lo speravo.- rispose.

Quando Sam smise di parlare, il silenziò divenne teso, come se avesse qualcos'altro da chiedere ed era effettivamente così, dato che le sue parole avevano fatto sorgere un pensiero quasi insensato nella mente del più piccolo. Dean lo guardò e incontrò il suo sguardo; sentiva anche lui quella tensione e lo invogliò a continuare.

- So che è una proposta folle e che ti ho convinto - e costretto - io a questa vita... Ma se tu venissi con me? Se lasciassi tutto e ti unissi a me e a Samuel, ai cugini? Torneremo ad essere quello che eravamo, non è ciò che vuoi?-

Quella proposta spiazzò totalmente Dean che, in un primo momento, non seppe cosa rispondere.

- Sam, come posso adesso, dopo l'attacco che ho subito, lasciare Lisa e Ben indifesi? Pensaci! È ciò che più voglio al mondo stare con te, ma come posso farlo adesso?-

Il silenzio che segui quella risposta e lo sguardo di Sam chiusero il discorso.
Nessuno dei due lo continuò, e non ci provarono neanche, mentre si rivestivano e si salutavano, mentre si ripromettevano di tenersi in contatto, mentre ritornavano alle loro case e dalle persone che li avevano accompagnati in quell'anno terribile per entrambi.

avvertimenti: one-shot, genere: erotico, !marcatino, fandom: supernatural, pairing: dean/sam, genere: triste, avvertimenti: slash, 2012, genere: missing moment

Previous post Next post
Up