Titolo: Ritrovarsi
Fandom: True Blood
Coppia: Eric/Godric
Rating: PG
Genere: Fluff, Romantico
Conteggio Parole: 673 (W)
Scritta per:
Dolcetto o Scherzetto Fest @
fanfic_italia (round 1: fluff)
Beta-reader:
fiorediloto La donna cadde a terra priva di forze perché priva di sangue. Risuonarono in tutta la stanza gli ultimi battiti del suo cuore, fino a quando non arrivò l'ultimo respiro.
Eric ritrasse le zanne e si lavò il volto e le mani nel catino sul tavolo. Con movimenti pacati, finalmente meno febbrili per l'appagamento dato dal cibo, si distese sull'unico letto che possedeva quella misera casa. In un primo momento gemette di soddisfazione osservando il corpo esangue buttato sul pavimento, poco dopo cominciò a provarne orrore - il pallore sempre più tetro della pelle e il sangue sfuggito alla sua sete, che si incrostava e scuriva tra le cosce e l'inguine, formavano un contrasto rivoltante che gli dava la nausea. Spostò gli occhi dal corpo ai giochi di luce che provenivano dalla brace. Godric era appostato vicino al fuoco e osservava affascinato la luce che si rifletteva sulla pelle chiarissima delle braccia. Non aveva rivolto uno sguardo al figlio durante tutto il tempo del pasto, ed ora sembrava voler continuare ad ignorarne la presenza. Eric invece lo osservava affascinato, non capendo come potesse accostarsi in quel modo al fuoco, senza temere lo zampillo delle scintille o l'eccessivo calore. Non appena sentì gli occhi dell'altro posarsi su di sé, Godric si girò. Solo per un istante lasciò cadere il suo sguardo sul corpo della donna, poi irritato si rivolse a Eric.
"Sono trascorsi più di ottocento anni e ancora non hai imparato a nutrirti."
"Che vuoi dire?" Eric fece un mezzo sorriso, fingendo di non capire.
"Intendo dire che non è necessario ridurre i corpi in questo stato."
"Tu sei mille anni più vecchio e fino a pochi decenni fa non prestavi attenzione al modo in cui dissanguavi i tuoi pasti." Ebbe appena il tempo di intravedere gli occhi di Godric scurirsi, che quello si era nuovamente girato vero il fuoco. Pentitosi del tono usato, si mise a sedere e riprovò a parlare con voce più conciliante.
"Tu, invece, non ti nutri?"
"L’ho già fatto prima che tu arrivassi."
Godric si alzò dal cantuccio in cui si era rintanato, avvicinandosi alla finestra. Stava ben eretto con le mani strette in pugno dietro la schiena.
"Eric, perché sei venuto a cercarmi?"
Non rispose subito, incerto su cosa dire. Era inutile mentire a Godric; non c'era nulla che potesse nascondergli e nulla che non avesse già capito.
"Eri scomparso... Non ho avuto tue notizie per almeno un paio di anni e avevo bisogno di vederti." Terminò la frase in un sospiro che tentò di reprimere tra i denti. Godric si era avvicinato in uno scatto e ora gli accarezzava i capelli biondi. Nonostante Eric fosse seduto, riusciva solo stentatamente a raggiungere col suo volto quello dell’altro.
"Scusami. Avevo bisogno di stare solo." Lo guardava dritto negli occhi e sorrideva. La sua espressione emanava una dolcezza strana, innaturale per un vampiro, quasi umana. Eric era unito al suo creatore da secoli di amicizia e di rispetto, eppure non si era ancora abituato a questi cambiamenti.
"Io... mi dispiace di averti infastidito, ma ero davvero preoccupato."
"Adesso puoi stare tranquillo. Mi hai trovato, eri l'unico a potermi trovare."
Godric si inginocchiò di fronte a Eric, con una mano sempre tesa sul suo volto e un’espressione indefinibile. Eric osservò attentamente i suoi occhi, cerchiati di rosso e iniettati di sangue: sembrava stremato.
"Perché stai in questo villaggio sperduto?" chiese Eric, nella speranza che Godric dicesse cosa gli stesse succedendo. "Non è naturale vivere soli."
"Mh."
Eric sollevò il sopracciglio di fronte a quel mugugno e dopo qualche istante di silenzio continuò a parlare.
"Spero che tu ne abbia avuto abbastanza della solitudine, perché voglio che tu venga in America con me."
Godric lo fissò meditabondo per qualche istante.
"Non so se è il caso. Non so se ora voglio."
Eric lo guardò con enorme delusione. Gli riusciva difficile stare lontano da Godric, ma negli ultimi secoli si era sforzato di diventare indipendente. Nonostante questo l'idea di averlo così lontano o addirittura di non sapere dove fosse gli riusciva intollerabile.
"Figlio, non guardarmi con questi occhi." Lo supplicò Godric, ed Eric in risposta gli strinse forte una mano.
Godric, ancora in ginocchio, piegò leggermente il capo di lato e fece un sospiro.
"Verrò dove vuoi." Eric gli rivolse un sorriso, poi si chinò sul suo volto per posarvi un bacio.