Commenta questo post e ti assegnerò cinque argomenti che associo a te. Poi pubblica sul tuo LJ un post in cui parli degli argomenti in questione.
Preso da
nykyo. Che ha palesemente barato, diciamocelo. Nessuno può mai credere che i punti 2 e 5 le facciano pensare a me ;-)
1) Disegno e 4) Traduzione:
Dato che Ny gioca sporco, ho deciso di giocare sporco anche io.
Ora, non ridete, ma per me disegnare e tradurre sono un po’ la stessa cosa. O, per meglio dire, sono un qualcosa che in me nasce dal medesimo bisogno: riprodurre qualcosa di bello. Quando vedo un’immagine che mi toglie il fiato, il mio primissimo istinto è disegnarla. Quando leggo una storia che mi toglie il fiato, tradurla. È una sorta di bisogno di incanalare qualcosa, fare un po’ da medium alla bellezza. Una bellezza che non è tua, che magari tu di tuo non sarai mai in grado di creare, e proprio per questo è per te tanto preziosa. La adori, e adorarla da dentro è molto più coinvolgente che adorarla da fuori.
Sono così melensa che mi sto facendo venire la nausea, quindi la pianto ;-)
2) Severus Piton:
Severus Piton, meglio conosciuto come “l’uomo che io da sola non ero in grado di capire”. Non che mi fossi mai sforzata molto, ma ammettiamolo: chi fa male a Harry tende a finire nella mia lista nera, a prescindere del perché fa male a Harry. Incoerenza, direte voi, da una che ha come OTP Harry/Draco. Mah, non saprei… la verità è che tendo a pensare che tra loro due il ferire ed essere feriti sia sempre stato un gioco alla pari. Non che Harry non abbia fatto del suo meglio per corazzarsi contro Severus, ma comunque la questione adulto contro ragazzino lo metteva in svantaggio sin dal principio.
Poi è arrivata Vorabiza. E dritte a seguire Alexia e Ny. E chissà come ho finalmente capito che, beh, Severus non esiste in funzione di Harry. Severus può avere dei trascorsi che sì, saranno magari legati indissolubilmente alla vita e al destino di Harry, ma non dipendono strettamente da lui, non da lui come persona. Nel momento in cui ho imparato a capire che poteva esistere un “Severus Piton e il Prigioniero di Azkaban” (e no, chiaro che non ho scelto il terzo libro a caso) ho scoperto che io Severus lo posso amare, e tanto. Semplicemente non mi ero mai soffermata a guardarlo in primo piano.
3) "Idiozia":
Se non sapessi cosa intende dire Ny con quelle virgolette mi sentirei profondamente offesa dal fatto che le faccio venire in mente l’idiozia XD
Ebbene sì, colpevole. Mi piacciono i personaggi idioti. E le storie idiote, e le situazioni idiote. Sono un’amante del comico, laddove è ben fatto, c’è poco da dire e fare. E, cosa più importante, non penso che la comicità implichi un’assenza (o una minor qualità) di contenuto. Penso che attraverso l’idiozia di un personaggio o di una situazione si possano dire cose molto importanti, anche cose dolorose. Penso che l’idiozia di certi personaggi che amo tanto (tipo quelli che si mascherano da Dissennatori e si premurano di riempire la scuola di spillette sceme, tanto per citarne uno) sia la cosa che me li fa sentire tanto veri, tanto umani, tanto belli.
Se invece sbaglio e Ny voleva che parlassi delle mie di idiozie, beh… colei che scrive è una donna che quando va in vacanza si porta in valigia il cuscino. Che spende più soldi per i capelli che per i vestiti. Che è andata a ordinare per posta dall’Irlanda un pupazzetto di Harry perché il suo pupazzetto di Draco non poteva restare triste e solo, e da allora li tiene perennemente abbracciati sulla mensola, e persino la donna delle pulizie ormai si è arresa all’evidenza e ha smesso di staccarli. Così, tanto per dire…
5) Brian Kinney:
Questa è davvero difficile. Ora, io non è che voglia fare un trattato sul mio amore per Justin Taylor, ma il problema è che per me Brian esiste davvero solo in funzione di Justin. Non è che mi soffermi molto a pensare a Brian, se quello che fa non rende felice o infelice Justin. La mia chiave di lettura del telefilm è Justin, la mia chiave di lettura dell’unica fic che seguo su questo fandom è sempre Justin. Sono così irrazionale nel mio istinto di protezione semi-materno che ho proprio dei picchi di odio feroce per Brian, e non è che sia scema e non sia in grado di accorgermi di tutti i suoi perché e percome psicologici, li vedo e sono pronta non solo ad ammetterli ma anche a provare simpatia per lui… ma quando ferisce Justin divento il giustiziere della notte in gonnella (ma non vestito alla marinara) e vorrei tanto accopparlo in maniera rapida ed efficiente. Così come, al contrario, quando è al suo meglio e lo rende felice ammetto di arrivare quasi a volergli bene.
Al di là del fatto che il mondo di QaF per me ruoti attorno a Justin Taylor, l’unica cosa che mi sia mai soffermata a pensare riguardo a Brian Kinney è il fatto che, davvero, Brian è il tipo di personaggio che fa perdere la testa a tre quarti delle donne, ma a me provoca solo un sacco di frustrazione (e di ormonite, ma va da sé che non ho NIENTE da ridire sul suo aspetto fisico). Davvero non è il mio tipo, ma d’altronde lo sanno anche i muri che mi eccitano i bravi ragazzi ;-)
Ny, spero di essere stata soddisfacente! E su, forza, commentate che questo giochino è divertente ^_^
Potevo dire di no alla mia darling?
1) Zucchine! (che mondo sarebbe...)
Ahahahahaha… in effetti, passione che condividiamo ;-)
Amo le zucchine visceralmente. Cucinate in tutti i modi, ci vado proprio pazza. La cosa più divertente di tutte è che mio padre le detesta nemmeno tanto cordialmente. Inizia a protestare non appena sente l’odore, a volte quando l’odore nemmeno c’è e lo sente solo lui. Il dramma è che è in grado di sentirlo anche se sono dentro il frigo. Credo sia l’unico cibo al mondo che davvero non gli piace, e io, serpe in seno, le mangerei praticamente tutti i giorni. Però mi vuole così bene che me le pianta anche nell’orto. Ah, cosa non si fa per questi figli!
Grace, che ha avuto la fortuna (?) di assistere ai nostri graziosi siparetti familiari sulle zucchine, potrà confermarvi che sembriamo sul set di Casa Vianello…
2) Acqua (perchè sei una delle creature più "marine" che io conosca)
Nata e cresciuta sul mare, non posso proprio non amare l’acqua. Credo di avere lo iodio e il maestrale nel sangue, che ci volete fare. Passo l’inverno con questa sorta di desiderio nostalgico di tuffarmi e nuotare, nuotare, nuotare. Sarà per questo che bevo come un cammello? Non ci ho mai pensato. Le persone che passano con me un’intera giornata tendono a sorprendersi per quanto bevo, credo di avere una media che si aggira attorno ai due litri al giorno, se non fa tanto caldo e non sono particolarmente in movimento. Il che ovviamente si traduce in un’autonomia pipì di due ore al massimo, ma quello è pure prevedibile ;-)
Tornando al mare, che è quello che immagino intendesse Grace, è una sorta di richiamo di natura, per me. La mia giornata in spiaggia consiste nell’arrivare, mettermi la crema (con la gente che puntualmente mi chiede “ma perché non te la metti dopo che sei uscita dall’acqua?” e io che rispondo “perché non ho intenzione di uscire”), infilarmi a mollo e uscirne quando devo andare a casa. Quindi faccio cose tipo nuotare da una spiaggia all’altra e tornare dopo un’ora e mezza (ho una conoscenza decennale con tutte le boe del nord Sardegna XD) o trovare un sasso comodo a pelo d’acqua per appoggiarci la schiena mentre leggo o ascolto l’MP3 manco fossi nella vasca da bagno (arrivo a betare dentro l’acqua, per dire…) Vivo praticamente come un affronto personale la presenza di meduse: per quel che mi riguarda, se non si può fare il bagno è inutile andare al mare.
3) Rant (perchè discutere con te o sentirti discutere dà una soddisfazione porca)
Avrete notato, credo, che non sono una che fa grandi rant via LJ. Però Grace ha assolutamente ragione, amo discutere e potrei parlare per ore e ore senza mai rimanere a corto di fiato, voce o argomenti. Il punto è proprio che a me piace discutere con gli altri. Se non ho un interlocutore, mi passa tutta la fantasia. Non mi viene proprio da mettermi a scrivere cosa penso su un determinato argomento, nemmeno se ci sto pensando da tutto il giorno. La cosa più probabile è che io scriva una bella mail a qualche amico e lo faccia in via diretta, il rant.
Il punto è: credo tanto nella comunicazione verbale. Credo che laddove manca la voglia di comunicare iniziano i problemi. Ma credo anche che la comunicazione scritta, per quanto ti permetta di riflettere con calma su quello che stai per dire, sia in un certo senso una versione imperfetta della comunicazione verbale. Per quello che riguarda i rant, ovvio, non per tutto. Ma se mi voglio sfogare, e quindi non badare a cosa dico e come lo dico, perché appunto è uno sfogo (per quanto non necessariamente nell’accessione negativa del termine) e lo scopo di uno sfogo non è controllarsi, preferisco sempre che il mio interlocutore veda (o sia in grado di immaginare) le miei espressioni, il mio tono di voce, la mia gestualità. Che possa capire da tutto quello che c’è dietro le parole cosa intendo e come lo intendo. Per questo i miei rant via LJ scarseggiano (ne ho fatto uno a suo tempo sul settimo libro, credo sia l’unico).
4) Manga (che magari così imparo qualcosa)
Argomento conflittuale, per così dire.
Sono arrivata ai manga piuttosto tardi. Attorno ai vent’anni, a naso, forse qualcuno in meno. Ho avuto una passione breve e fulminante, per così dire, che pian piano si è affievolita. Ormai non compro più manga da diversi anni.
Che dire, in un certo senso il mio era un interesse inevitabile. Sono sempre stata una lettrice accanita, e ho sempre amato i disegni. La combinazione delle due cose non poteva che attrarmi. E tutt’ora, lo ammetto, ci sono dei manga a cui sono molto affezionata, e che ogni tanto rileggo volentieri. Il mio preferito in assoluto, “Proteggi la mia terra” di Saki Hiwatari, l’ho letto e riletto tanto quanto i miei libri preferiti. Anche se lì, lo ammetto, è molto più una questione di trama che di qualità del disegno. Non fatico a pensare che mi sarebbe piaciuto altrettanto se fosse stato un romanzo, piuttosto che un fumetto.
O Mitzuru Adachi. Nei suoi lavori c’è una poesia talmente bella, che tocca le mie corde talmente tanto che alcune scene (specie di Touch) sono rimaste proprio indelebili nella mia mente. Sono quei punti in cui sentimento e disegno si incontrano in una terra di mezzo così perfetta che non può nascerne che meraviglia. In un certo senso, non credo di essere la persona giusta a pubblicizzare i manga come prodotto, presi in via generale. Amo dei manga in particolare, così come amo dei libri in particolare, o dei film in particolare. Non perché sono manga, semplicemente perché sono belli. Tanto per dire, per quanto sembri surreale, non sono mai riuscita ad appassionarmi allo Yaoi. Non fa per me, non riesce proprio a prendermi. Con l’eccezione di quei due adorabili cretini di Iwaki-san e Katou, ma loro sono così scemi che abbattono tutte le barriere dei gusti ;-)
5) Scozia (perchè rivivere i ricordi ha sempre il suo bel perchè)
Eh. La mia prima vera vacanza all’estero (se non vogliamo contare la Corsica perché è mezzora di distanza e la gita scolastica in Costa Azzurra perché conta più come incubo ad occhi aperti che come vacanza), e tutt’ora l’unica vacanza che abbia mai fatto con un’amica. Non fraintendiamo, adoro viaggiare con i miei genitori perché, di fatto, abbiamo lo stesso tipo di interesse nei confronti della vacanza (culturale culturale culturale, parti pieno di energia e torni devastato perché non ti sei fermato cinque minuti) però ammetto che viaggiare con un’amica è diverso. Tipo coi miei genitori i locali gay di Edimburgo non ce li avrei mai visti. Oddio, poveracci, magari si sarebbero anche lasciati trascinare, ma dubito che sarebbero rimasti imbambolati per due ore e mezza a guardare la pista da ballo come se fosse la porta del paradiso ;-)
Così come dubito che avrebbero avuto lo stesso entusiasmo nel fotografare i bagni di Hogwarts, diciamocelo… o nel seguire bimbi dai capelli rossi per fotografarli perché “sembra proprio Ron, dai!” rischiando la denuncia dai parte dei genitori, o nel saltellare estasiati perché ci è capitato un pulman viola ed “è come essere sul Nottetempo, che figata!”
E vogliamo mettere girare per le strade di St.Andrews con il giubbotto infilato al contrario perché non hai voglia di infilarti e sfilarti lo zaino ogni volta che si passa dal sole alle nuvole (e cioè ogni trenta secondi) e dato che ci sei metterti a scuotere le braccia perché così sembri Batman, o farsi recitare un sonetto di Shakespeare in lingua originale al parco da un uomo futile che ti tiene la mano e si mette pure in ginocchio per sembrare più cretino, e quando ha finito ti fa pure ballare un valzer lungo il prato? Stesso cretino che poi, all’aereoporto, quasi piangeva alla vista della sua valigia con dentro tre tomi del settecento appunto di Shakespeare sballottata sul nastro bagagli.
O farsi tradurre l’inno austriaco da un poliglotta sbronzo che cerca di rimorchiare Grace? Eh, sono esperienza che non si dimenticano!