Meme (parte seconda)

Apr 24, 2012 02:44

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  • Ti assegnerò una lettera.
  • Scrivi i nomi di cinque personaggi immaginari che iniziano con quella lettera, e quello che pensi di ognuno di loro. Possono essere personaggi di libri, film, o show televisivi (o di qualsiasi altra cosa, per quello che mi riguarda).


Per nykyo:


1)     Viola Smythe (“As your shadow crosses mine” di angelofcaffeine)

Probababilmente non è molto ortodosso inserire il personaggio originale di una fanfiction, ma quando Ny mi ha dato la V è stato in assoluto il primo personaggio a cui ho pensato. Sarà che sono attaccata a questa storia come se fosse l’ossigeno che mi serve per vivere, ma tant’è. Non ero così devastata da una fanfiction dai tempi di “Drop Dead Gorgeous”, fatevi voi due calcoli ;-)
Normalmente non sono una gran fan dei personaggi originali nelle fanfiction (intendo nelle fanfiction non originali, chiaramente). Difficilmente mi convincono, difficilmente li trovo funzionali, e soprattutto difficilmente mi ci affeziono. Viola è una tale eccezione che in certi momenti mi devo concentrare per ricordarmi che no, Sebastian non ha una sorella e, se anche ce l’ha, probabilmente non si chiama affatto Viola.

2)     Varys (“Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George Martin)

Da un punto di vista squisitamente oggettivo, Varys è il personaggio più schifosamente interessante dell’intera saga (ovvero di una saga che trabocca di personaggi schifosamente interessanti). Insieme forse a Ditocorto, ma se ne parla in altra sede ;-)
Cosa diavolo stia tramando Varys non è nemmeno il vero punto (perché Varys sta sempre tramando qualcosa). Il vero punto è perché la sta tramando. A un certo punto, non ricordo più neppure in quale libro, quando gli viene chiesto chi è che serve, Varys risponde che serve il reame. La cosa preoccupante è che ci sono momenti in cui sono propensa a credergli.

3)     Victoria Analissa Malfoy (“Secrets” di Vorabiza)

Fatto trenta, facciamo trentuno ;-)
Chi mi conosce un po’ sa che io non sono esattamente un tipo materno. I bambini, specie quelli piccoli, tendono a essere delle piccole cose aliene a cui è meglio non avvicinarsi troppo perché potrebbero, in alternativa: a) rompersi; b) esplodere; c) mordere. Quindi fa piuttosto ridere quanto io abbia fatto le fusa e lanciato gridolini modello “Senti chi parla!” per tutta la durata di questa storia. È che come si fa a non adorare Victoria, con la sua testolina arruffata e i suoi occhioni grigi? Coi suoi “pa pa” e col suo migliore amico serpente? E poi siamo tutti in debito, senza la piccola Victoria “Secrets” non esisterebbe. E ci dovremmo accontentare del finale della Rowling ;-)

4)     Viktor Krum (Saga di “Harry Potter” di J.K. Rowling)

Non che io abbia scritto decine di personaggi, ma tra tutti quelli che ho scritto, Viktor è forse quello in cui fatico più a scindere quello che per me è Fandom da quello che è Canon. Il problema è probabilmente che, quando ne ho scritto, non avevo praticamente mai letto nulla di altri autori su di lui. Quindi l’ho affrontato un po’ priva di influenze esterne, costruendomi un vero e proprio headcanon. E adesso non riesco a vedere Viktor diverso da come l’ho scritto io. (Il che, mi rendo conto, per molti sarà una cosa normale, ma per me è surrealissimo.)
Quindi Viktor per me è quello che gioca a Quidditch perché gli piace e perché è bravo, ma volendo potrebbe tranquillamente vivere senza. È quello che probabilmente sarebbe cresciuto meglio a Hogwarts che a Durmstrang, ma quello gli è capitato, e in parte l’ha forgiato. È quello che in aria è elegante come un drago in volo, ma al suolo è sgraziato come un drago a terra. È quello che certe cose ha bisogno di sentirsele dire, perché finché non gliele dici non è mai sicuro che siano vere.

5)     Viserys Targaryen (“Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George Martin)

La dimostrazione vivente che i matrimoni tra consanguinei sarebbero sconsigliabili, e che il povero Jaime c’aveva ragione a “sterminare” paparino. Viserys era pazzo, ma pazzo pazzo. Mamma mia quant’era pazzo! È stato il personaggio, insieme a Joffrey, di cui ho desiderato la morte con più intensità (oddio, prima che arrivasse Ramsey…)
In compenso, Ave o Viserys del telefilm! Ammazza, se lo volevano scegliere più figo…



(Sforzandomi di non metterli uguali ai tuoi XD)

1)     Sheldon Cooper (“The Big Bang Theory”)

Sheldon è un personaggio impossibile da descrivere, se non si è mai visto il telefilm. (E se non lo si è mai visto, perché non lo si è mai visto? È un telefilm GENIALE!) Mettiamola così: è un po’ l’anello di congiunzione tra essere umano e androide senza sentimenti XD
Sheldon è anche uno dei personaggi meglio sviluppati a memoria di telefilm. Nel corso di cinque stagioni, progredisce in una maniera che sarebbe forse sembrata impossibile, all’inizio, ma che è sempre sensata e graduale, mai esagerata, mai poco credibile. E fidatevi: è un lavoro incredibile, quello che hanno fatto su di lui. Perché rendere gradualmente più “normale” una persona che non si adatta in nulla ai canoni della normalità così come la si intende nella vita di tutti i giorni senza fargli mai fare nulla che non sarebbe da lui, o che lo snaturerebbe come personaggio, è come camminare su un filo sottilissimo sospeso a trenta metri da terra. Tira un soffio di vento, e te la sei giocata. Fin qui, bonaccia da cinque anni a questa parte ;-)

2)     Sin [Cynthia] Davis (La trilogia dei “Demoni” di Sarah Rees Brennan)

Sin è un personaggio che, in principio, parrebbe del tutto secondario. Viene giusto accennata, nel primo libro, e l’accenno lascia assolutamente l’acquolina in bocca. Perché Sin è la quintessenza del mistero, del sussurro, del tocco che ti sfiora appena e poi svanisce. È quel profumo che aleggia appena nell’aria e che ti risveglia tutti i sensi, ma che non riesci mai sul serio a respirare o a riconoscere.
Poi arriva il suo POV e, in qualche modo, quando la cortina di mistero si alza sotto rimane una ragazza così disarmante che non si può non innamorarsene almeno un pochino. Di colpo smette di sembrarti più grande della sua età, più dura di quello che è, più sicura di quanto dovrebbe. Di colpo è una ragazza come altre, almeno nei pensieri e nei sentimenti, se non nelle azioni, e la cosa incredibile è che questa sorta di caduta dall’Olimpo non solo non la rende meno interessante, ma anzi, tutto il contrario.
E poi, è metà di uno dei miei pairing het preferiti <3

3)     Shion Zaites (“Proteggi la mia Terra” di Saki Hiwatari)

Eccone un altro niente niente devastante ;-)
Shion è un uomo estremamente danneggiato, ma allo stesso tempo estremamente intelligente. È così intellettualmente superiore alla media che in linea di massima riesce a ingannare con facilità chi gli sta attorno, fintanto che non si avvicina abbastanza. E, finché non si ritrova nella base lunare, nessuno si avvicina davvero abbastanza. Shion ha una lacuna talmente lancinante nelle questioni di cuore (non necessariamente solo l’amore, ma i sentimenti in generale) che non è in grado di vedere le persone che lo amano manco quando ce le ha a un palmo dal naso. Durante il corso della storia riesce a fare delle cose che dovrebbero farmelo odiare a morte, eppure non posso fare altro che restare a guardarlo agghiacciata per il male che si fa senza motivo, e in contempo sbattere la testa al muro perché, sul serio, non si può essere così completamente cretini (in tutti i sensi). Poi, beh, è anche quello che è così devastato dalla perdita della donna che alla fine ammette di amare che passa nove anni a impazzire creando una macchina che le consenta di cantare in eterno… ma facciamo finta di nulla ;-)

4)     Samwise Gamgee (“Il signore degli anelli” di J.R.R. Tolkien)

Da lettrice che ha tutt’altro che amato “Il signore degli anelli”, per me Sam era un raggio di sole nel buio. Le sue (e, di conseguenza, quelle di Frodo) erano le uniche parti che non mi annoiavano mai, che non mi facevano venire voglia di tirare il libro contro il muro, che non mi facevano prudere le mani dal bisogno di farlo riscrivere a qualcuno un filo meno prolisso.
Ho amato Sam con tutto il cuore. Perché per me è un po’ quello che lui è, in fondo: il cuore di questa storia. È l’uomo comune per eccellenza, quello che si infila in questa vicenda così tanto più grande di lui non perché è giusto, non perché è un’avventura, non perché c’è destinato o ce lo manda il suo popolo, ma solo perché ama il suo Padron Frodo in una maniera così pura e reale che non può proprio fare a meno di farlo. E ogni volta che sento delle implicazioni slash a riguardo mi piange il cuore perché, davvero, per me vederci dell’altro è solo sminuire lo splendore di questo personaggio.

5)     Sue Sylvester (“Glee”)

Ammettiamolo: la trama e le caratterizzazioni di Glee tendono ad avere la consistenza di un gelato al quindici di agosto. Non importa, lo amo per altri motivi. Ma, quando si arriva a personaggi come Sue, è un vero e proprio spreco. Perché Sue avrebbe del potenziale enorme, ma più passano le stagioni più si perde in un tira e molla tra non-ho-cuore e no-ce-l’ho che è completamente surreale. È così dicotomica che una volta ho letto una fanfiction in cui escalava (passatemi il termine inglesizzato, che sono le due del mattino e non mi viene una traduzione consona) fino a diventare una pazza psicopatica e l’ho trovata molto IC XDDD
Peccato davvero, perché Sue è un personaggio in grado di sputare offese così assurde che non possono non strapparti una risata, di architettare piani degni di Draco Malfoy per distruggere il Glee Club/far vincere le sue Cheerios, e di capire quand’è il momento di diventare seri e aiutare i ragazzi. Il problema è che ne è in grado, sì, ma solo quando gli autori se ne ricordano…



1)     Jaime Lannister (“Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George Martin)

Again: se state guardando il telefilm invece di leggere i libri, non fatelooo!
Jaime è uno dei miei personaggi preferiti di sempre. Ce le ha assolutamente TUTTE per farmi perdere la testa. Tutte. E non posso manco fare la profonda e dire che solo da quando gli succede quella cosa bruttabruttabrutta ho iniziato ad apprezzarlo, perché non è vero manco per un po’. Ero già sua a “Le cose che faccio per amore…”, per non parlare di “Non ci sono uomini come me, ci sono io e basta”, o di “In genere non lancio ragazzini giù dalle torri per migliorare il loro stato di salute.” Amo Jaime perché è vero, e arrogante, e vanesio, e maleducato, e sincero e fedele fino al limite del controproducente, perché ha un senso dell’onore più spiccato di tre quarti dei “buoni” della saga, perché quando ama ama con tutto se stesso, e se serve butta ragazzini giù dalle finestre.
E poi Jaime è bellissimo. Così bello che quando Catelyn lo va a trovare nelle segrete di Delta delle Acque, pur con tutto l’odio che può provare per quest’uomo che le ha storpiato il figlio, non può fare a meno di notare quanto è bello. Ma vuoi essere figo se riesci a sembrar bello a una che vorrebbe solo ammazzarti dopo mesi di prigionia in cui non ti lavi e non ti fai la barba e sicuramente emani una puzza immonda di lercio? Vuoi essere figo???
Okay, facciamo basta XD

2)     Jamie Crawford (La trilogia dei “Demoni” di Sarah Rees Brennan)

Sì, hanno due nomi che somigliano (oddio, a stare al telefilm “Game of thrones” hanno due nomi che si pronunciano inspiegabilmente uguale). Sì, sono incappati entrambi in un piccolissimo incidentuncolo, così, una cosa da niente. A parte queste due cose, però, non potrebbero avere meno in comune ;-)
Jamie non sarà forse il mio personaggio preferito della saga (ma, voglio dire, la concorrenza è massacrante!) ma cielo, se lo adoro. Lui e la sua ironia (e autoironia) brillante, lui e la sua capacità innata di farsi sottostimare ogni volta che lo vuole, lui e il suo essere così profondamente adolescente nelle reazioni, nonostante quello che gli succede da una vita l’abbia costretto a imparare a badare a se stesso.
Sogno nel cassetto, da quando Maya ha venduto i diritti per il film: farlo interpretare a Chris Colfer.

3)     Joey Potter (“Dawson’s Creek”)

Sarà il cognome, sarà l’attrice che prima di sposarsi e impazzire e darsi all’anoressia per me era di una bellezza imbarazzante, ma ho sempre adorato Joey. Con tutte le sue paure e i suoi muri da buttare giù a picconate, con tutti i suoi ragionamenti contorti (per rubare la battuta alla Sarah Rees Brennan di prima, “l’hanno esposta a Dawson quand’era piccola e impressionabile ed ecco il risultato!”) e la sua aggressività mica tanto repressa. Mi ha sempre fatto morire dal ridere che il telefilm avesse su il nome di Dawson, quand’era chiaro ed evidente che la protagonista fosse Joey. Voglio dire, ci sono almeno tre intere puntate in cui Dawson neppure compare, una delle quali ha come unici protagonisti Joey e Pacey, l’altra che addirittura ha come unico membro del cast presente proprio Joey. E a molti stava sulle scatole, per carità (riferimenti a persone esistenti che potrebbero avermi assegnato questa lettera sono da ritenersi puramente casuali XD), e capisco anche il perché. Ma io le ho voluto bene con tutto il cuore.

4)     Jack Bauer (“24”)

Diciamoci la verità: un personaggio come Jack a rigor di logica non dovrebbe neppure piacermi. Voglio dire, mai stata una fan del patriottismo a ogni costo, e tendenzialmente neppure anni di condizionamento infantile da manga giapponesi mi ha convinta che sacrificare se stessi per la causa sia la roba più ammirabile del mondo. Però. Jack mi ammazza come pochi. Forse perché, non so, è un personaggio così danneggiato che non puoi fare a meno di soffrire con lui. Perché lui soffre, cazzo se soffre. Soffre come un cane, continuamente, ed è così umano nel suo essere un cavolo di superuomo americano da cliché che riesce ad annullare il fatto di essere così surreale, o almeno a farti annegare quella consapevolezza in un oceano di emozioni dolorosissime. Mi si stringe ancora il cuore se ripenso al finale della quarta stagione, con lui che si allontana da tutto e da tutti lungo i binari del treno all’alba (maledetti scenari cliché che funzionano sempre sugli ormoni femminili!), o a quella dannatissima scena all’inizio della sesta in cui crolla a terra e piange perché non ce la fa più, non è in grado di andare avanti.
Naturalmente, tanto di cappello a Kiefer Sutherland, che ci ha davvero messo del suo.

5)     Justin Taylor (“Queer as Folk”)

La più grossa fregatura di Justin, per me, sta nel fatto che, per le casualità della vita, somiglia caratterialmente in maniera quasi allarmante a uno dei miei amici più cari, che all’epoca in cui ho visto QaF aveva esattamente quell’età. Io, che ero già più grandicella di poco meno di una decina d’anni, sono stata completamente abbattuta da un miscuglio di istinto materno e ammirazione incredula (ala Kurt Hummel, appunto), e ho di conseguenza passato la serie a minacciare ripetutamente Brian Kinney di morte (e di rigargli la Corvette). Ben lungi dal farmi prendere dal presunto romanticismo della vicenda, io concedevo a Brian di godere della presenza di Justin solo perché Justin lo desiderava (inspiegabilmente) tanto. E soltanto dopo ripetuti tentativi di convincerlo a trovarsi di meglio, che non glielo faceva davvero fare nessuno di prendersi sto psicopatico.
(No, non sono malata di mente fino a questo punto. Non parlo davvero coi personaggi. Parlo solo con Ny. Il che, mi rendo conto, non gioca un granché a favore di nessuna delle due.)
Justin è l’unico personaggio maturo in un gruppo di gente che ha il doppio dei suoi anni. La capacità di mostrare che differenza c’è in quel gap generazionale così limitato, differenza che io ho davvero vissuto sulla mia pelle nel mio gruppo di amici di sempre, è una delle cose che ho più apprezzato di QaF.
E, la ciliegina sulla torta: Justin disegna. Dipinge. È un’artista. Awwww.

E per
weeping_ice:



1)     Draco Malfoy (Saga di “Harry Potter” di J.K. Rowling)

Devo metterlo per primo, altrimenti si offende e si siede in un angolo a tracciare gli otto nella polvere col ditino ;-)
Oh, Draco. Come si fa a parlare di Draco in poche righe? Amo Draco perché è cretino. Perché si traveste da Dissennatore e fa le spillette “Potter fa schifo” e urla che sta per morire quando Fierobecco lo graffia e si fa prendere a ceffoni da Hermione e persino nel peggior momento della sua vita, lì sulla Torre di Astronomia a uccidere un uomo che non vuole uccidere e non sarà mai in grado di uccidere, lui riesce a perdere cinque minuti a vantarsi di come è stato figo a trovare il modo (geniale!) di far entrare i Mangiamore a Hogwarts. Amo Draco perché è il bullo più fallimentare della storia del mondo, perché ha un complesso di inferiorità grande come Palazzo Malfoy e perché, in fondo in fondo, voleva soltanto che Harry gli stringesse la mano.

2)     Daenerys Targaryen (“Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George Martin)

Nonguardateiltelefilmsenzaaverlettoilibrignagnagna!
Dany è un personaggio meraviglioso. Quando si dice che il sangue del drago scorre nei Targaryen, si sta parlando esattamente di lei. Dany è fiera e giusta. Dany è tanto una regina quanto una ragazzina spaventata, ma le due cose riescono a non cozzare mai fino in fondo e anzi, quel suo essere a volte dentro di sé ancora una ragazzina spaventata non fa che renderla una regina migliore. Dany ha una capacità di adattamento e di apprendimento che farebbe invidia a chiunque: è in grado di prendere il meglio da ogni diavolo di cultura con cui entra a contatto, e da ogni persona con cui entra a contatto, e farne tesoro. E, quando sbaglia, sbaglia perché non è in grado di accettare che non può salvare tutti. Pure complicato rinfacciarglielo.

3)     Ditocorto [Petyr Baelish] (“Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George Martin)

Come detto sopra per Varys, uno dei due veri “gioielli” di Martin. Ci metti tipo quattro libri interi solo per capire, almeno in parte, con che diavolo di fine si sta muovendo. Per carità, nel suo caso è piuttosto chiaro fin dall’inizio che a Ditocorto sta a cuore solo il bene di Ditocorto, ma è virtualmente impossibile immaginare come e quanto sia in grado di macchinare per ottenere quello che vuole. Attendo sempre con trepidanza di vedere quale pedina del domino sposterà la volta successiva, per vedere poi quante ne crolleranno di conseguenza.
E, una volta tanto, non vi rompo nemmeno le palle se guardate il telefilm: le scene di dialogo tra Ditocorto e Varys, che nel libro sono impossibili perché si tratta di due personaggi che davvero non possono avere un POV, sono dei piccoli capolavori di ICness. E Aidan Gillen ha davvero trovato il ruolo della vita.

4)     Danilo Syrtis Ardais (Saga di “Darkover” di Marion Zimmer Bradley)

Questa specifica saga della Bradley è stato il mio Harmony adolescenziale, o, se preferite, la progenitrice delle fanficion ;-)
In linea di massima passavo il tempo irritata con tre quarti dei personaggi per un motivo e per l’altro, ma avevo una cotta mostruosa per Danilo. Tra l’altro, non so se ero più cotta di lui nei libri in cui era ragazzino o in quelli in cui era adulto. Dio, se ero cotta! Tutt’ora quando sento il nome “Danilo” mi parte il classico brividino giù per la schiena.

5)     Dave Karofsky (“Glee”)

Nel bene e nel male, un personaggio che mi ha fatto pensare tanto. Certo, magari risvegliandomi tanti di quei trigger che alla fine sembravo un albero di Natale, ma, comunque, alla fine anche quello serve.
Spero che abbia un bel futuro. Più sull’onda di “redimiamoci facendo qualcosa di utile per la società” di come l’hanno dipinto lui e Kurt all’ospedale, ma alla fine spero che sia felice.

Se a qualcun altro va di giocare, io ci sto prendendo gusto ;-)

meme

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