Blackdrift Chronicles 05: Il principio dello scambio equivalente (2)

Apr 15, 2012 09:57


ATTENZIONE, QUESTA è LA SECONDA PARTE! LA PRIMA SI TROVA QUI: http://elisetta89.livejournal.com/50891.html




Ore 21:20

Nathan sbuffò, riponendo i fogli nel quaderno e ficcando questo nello zaino con fare spazientito.
Alla fine in qualche modo aveva fatto il compito per il doposcuola. Si era sorpreso di quanto in realtà non fosse poi così difficile: se poteva dire un po’ tutto quello che gli pareva riguardo quegli sfigati di Amleto e Otello non doveva arrabattarsi alla ricerca di frasi sensate e articolate.

Sapeva comunque che svariati errori dovevano esserci sparsi: aveva la testa altrove.
Mark era stato più sul vago rispetto a Kiernan e aveva presentato tutto come una cosa molto naturale…eppure lui aveva capito che doveva senz’altro giocare sporco quella domenica, lasciar vincere gli altri e ostacolare quel Simon. Ok ok lui non era certo l’esempio del Fairplay incarnato però…anche quel decidere così a priori chi tormentare e perché non faceva certo parte del suo stile. Non sapeva che fare.
Ingraziarsi Mark e Kiernan voleva dire avere porte spalancate per la squadra dei Lama Combattenti della Le Tour. Allo stesso tempo quando gli avevano fatto l’offerta non aveva capito che avrebbe dovuto obbedire a certe loro direttive…non sapeva che fare…e non sapeva a chi chiedere consiglio.



-Nathan…hai finito i compiti?
-Sì mamma…
Sua madre…decisamente no.
Sua madre era pronta a sbatterlo fuori dalla squadra per via della scuola, figuriamoci se poteva essergli d’aiuto. Non poteva capire.



-Papà è tornato?
-Non ancora…
Certo non che pensasse di parlare con suo padre. Non realmente almeno. Anche se…lui era un avvocato piuttosto famoso, forse poteva sapere qualcosa su Mark e Kiernan…
-Perché torna sempre così tardi?
-Dice che sta lavorando a un caso importante
-I suoi casi sono sempre importanti -borbottò frustrato il ragazzo.
Sua madre era una stronza donna dei ghiacci, questo era innegabile…ma ultimamente suo padre stava esagerando. Tanto valeva si trasferisse direttamente con la sua amante o che si sposasse la scrivania se era davvero al lavoro!



-Su Nathan adesso è meglio che ti metti a dormire, domani c’è scuola.
Osservò sua madre. Era bella come sempre. Fredda come sempre. Solo un’osservazione molto attenta, molto precisa poteva coglierne la tristezza. Lui non riusciva a capirla sua madre. Perché non si arrabbiava? Perché non piangeva? Perché non litigava, non alzava la voce, non pretendeva delle spiegazioni da suo marito e perché si ostinava a mostrarsi sempre così incrollabilmente sotto controllo?
-Mamma…
-Sì?
Il rumore dell’auto che veniva parcheggiata nel vialetto. Suo padre era tornato.
-Niente.



Giovedì 22 Settembre

Ore 12:50

-In quali mani avrò lasciato mia figlia se la sua professoressa di lettere sta a guardarsi le vetrine invece di essere in classe?



Margareth sobbalzò, sorpresa.
Dal rimprovero? Certo che no, dacché se ne percepiva il tono scherzoso. Dall’essere stata interrotta mentre occhieggiava le nuove uscite in libreria? Nemmeno. La risposta, ovvia al punto da sembrare una scena tratta da uno di quegli stessi libri, era che aveva riconosciuto subito il proprietario di quella voce.



-B...buongiorno signor Mc Fly…
Larry strabuzzò gli occhi e mimò un’espressione addolorata e un poco offesa:
-Da quando sono diventato il signor Mc Fly? Sono diventato improvvisamente così vecchio da sabato sera?? Eppure mi avevano assicurato che quella crema antirughe faceva miracoli!!
Maggie ridacchiò, ma era ancora imbarazzata.



-Siete il signor Mc Fly perché siete il padre di una delle mie alunne! E non me l’avevate detto!
-Ma voi non l’avete chiesto darling! Ma ora ho ben capito! Quando vi lamentavate di una certa alunna che non prestava la minima attenzione in classe stavate parlando di lei eh!!! È questa l’opinione che avete della mia bambina, pixel dei miei pixel?
-Bè ecco lei è…è molto creativa e…un pochino distratta a volte…insomma è..



-Una gran cagacazzi -concluse lui con un sorrisone.
Margareth quasi soffocò dal ridere.
-Ma come potete parlare così di vostra figlia?
-E tu come puoi cominciare a darmi del lei dopo…dopo quello che è successo?
Arrossì violentemente. Non ricordava bene cosa fosse successo ma certamente era qualcosa per il quale arrossire.



-Hai pranzato?
-No...non ancora…
-Andiamo allora
-Cos…ma no io non posso…alle due devo essere di ritorno a scuola per il pomeridiano e…
-Sì certo, sono sicuro che mia figlia sarà disperata a non vederti arrivare in tempo. Cheesburger va bene o è troppo poco da letterati?
-Io…adoro i cheesburger -rispose lei a voce piccola piccola, sopraffatta dalla situazione.
Sopraffatta da lui.



Ore 14:20

-E queste che razza di canzoni sarebbero??
Nathan, annoiato, aveva spiato il compito di Fauve su Shakspeare ed era rimasto piuttosto perplesso.
La ragazza inarcò appena un sopracciglio e si limitò a un’espressione sprezzante da “c’era proprio da aspettarselo”.
-Sai non ti farebbe male sforzarti a interagire un po’ con il resto del mondo…potresti perfino sembrare una ragazza normale e cordiale…



Lei lo fissò malissimo.
-E' tipico dei tuoi nobili natali definirti “resto del mondo” o è un’abitudine acquisita grazie alla tua indole spocchiosa?
Ma che nervoso!!! Ma quanto riusciva a essere antipatica quella ragazza??
-Quanto sei pallosa, era solo per fare conversazione visto che quella è in ritardo!
-Fare conversazione non rientra tra i miei interessi -Fauve fece spallucce -anche se sì, è in ritardo e questo mi secca…



-Già…avrei di meglio da fare…
-La tua cheerleader ti reclama a suon di moine?
-Mi riferivo agli allenamenti di basket stupida! Domenica c’è una partita importantissima, contro i migliori del giro e io…sono in un gran casino…
-Capisco…
-No che non puoi capire, cosa vuoi saperne tu…ah dovrei essere fuori ad allenarmi invece che qui a perdere tempo e aspettare pure una prof in ritardo!
-Ah-ha…
-Cioè è inammissibile, farò telefonare alla preside da mia madre! Così magari se va bene sospendono sta pagliacciata del recupero pomeridiano!
-Mmh…
-E ci ha pure dato sto compito per casa che è stato un suicidio!
-…



-Ma mi ascolti?
-Purtroppo…
Nathan sbuffò.
-Forse a te va bene stare qui a perdere tutti i pomeriggi perché non hai niente da fare, ma io…
-Mc Gregor per piacere. Quando mi fregherà qualcosa di quello che hai da dire te lo chiederò. Per il momento perché non stai un po’ zitto? Sai, al contrario di te io non sto affatto perdendo tempo…
-Stai ascoltando l’i-pod…
-Appunto.



Non c’era verso.
Non ce l’avrebbe mai fatta a sopportarla. E lui si era messo d’impegno si badi bene! Si era sforzato di essere gentile, di fare conversazione, di occupare il tempo…aveva sperato forse in un minimo di complicità da studenti in punizione…niente. Quella era acida peggio di sua madre!
-Ah bene perché adesso cosa sei una musicista? Ah ah ah -basta adesso poteva anche prenderla in giro senza sentirsi in colpa, quella stupida era troppo fastidiosa per avere riguardo.
-Io sono una cantante.



Oh bene. Con una fesseria del genere avrà materiale per sfotterla per i prossimi sei mesi. Ridicolo! Una cantante ahahahaha lei! Nathan si girò, pronto a riderle sguaiatamente addosso.
Le parole gli morirono sul nascere.
Quella ragazza assurda aveva un’espressione talmente seria che gli sembrava quasi di crederle.



-S…scusate il ritardo ragazzi!!!
Margareth entrò in classe praticamente correndo, rossa come un pomodoro e con i capelli anche un po’ scarmigliati. Fauve la fissò stancamente, senza dire una parola e lentamente si tolse le cuffiette dalle orecchie. Turbato senza sapere bene perché, Nathan si mise a posto, dimenticando di chiedersi e chiedere dove diavolo fosse stata quella donna invece di fare lezione a loro.



-Riprendiamo dall’Amleto…

Ore 19:25

Mordicchiandosi le labbra, Eveline si controllò per la quindicesima volta allo specchio.
Si era vestita, si era agghindata, aveva riversato l’armadio sul letto alla ricerca della mise adatta per uscire con un perfetto sconosciuto.



Rise, nervosa.
Un tizio biondo che aveva incrociato due volte per caso le aveva detto che sarebbe passato a prenderla per festeggiare la sua assunzione. Quanto era stupida a credere a questi scherzi?! Probabilmente quel tipo stava a ridersene da qualche parte…no anzi, non si ricordava minimamente di lei e stava passando la serata a fare zapping in tv o a…
Il campanello.



Aveva suonato davvero.
Era lui davvero.
Eveline scoppiò a ridergli in faccia, sciogliendo l’agitazione.
-Miss Eveline…mi permetta di invitarla a uscire, per festeggiare l’inizio della sua brillante carriera, il suo arrivo in città, la sua essenza francese e direi che un brindisi se lo meritano anche quegli occhi meravigliosi!
-Sarei onorata di accettare…se sapessi almeno il nome del mio cavaliere!



Il ragazzo fece un’espressione stupita e stordita:
-Vuoi dirmi che non mi sono ancora presentato??
-Direi di no…o forse non quando io ero presente…
-Che diamine sono proprio uno scemo! Eveline, ti prego di perdonarmi, non so davvero come scusarmi e come hai potuto sopportare di rivolgermi parola dopo questa maleducazione…mi chiamo Lachlan…e spero di avere ancora la possibilità di uscire con te...



Eveline sorrise e pensò che in compagnia di quel ragazzo non faceva altro che ridere.
E se il non saperne il nome non l’aveva frenata dal mettersi in ghingheri perché avrebbe dovuto lasciarlo alla porta proprio ora?
-Andiamo…ma torniamo presto che domani ho un servizio importante!



Venerdì 23 Settembre

Ore 13:45

Eveline era praticamente una fontana di lacrime.
Avrebbe potuto sopportare le occhiate di disprezzo dell’assistente -lo aveva capito che ce l’aveva con lei-, avrebbe potuto reggere i pettegolezzi delle altre ragazze -tutta invidia- forse avrebbe anche potuto archiviare l’imbarazzo nei confronti dei clienti, quella che l’attendevano puntuale per il servizio fotografico e visto il suo ritardo avevano scelto un’altra ragazza.
Ma probabilmente non sarebbe mai e mai riuscita a gestire lo sguardo di profonda delusione che le aveva lanciato il signor Finn.
Una sola occhiata perché poi si era voltato a osservare il servizio e non l’aveva più degnata di attenzione.



-M...mi dispiace tantissimo -singhiozzava lei.
E continuava a singhiozzare anche a servizio terminato (il signor Finn l’aveva costretta a fissare l’occasione perduta per tutto il tempo).
-Eveline sono profondamente deluso. Mi pareva di aver capito che intendessi lavorare seriamente…
-Io lo voglio!!! -lo interruppe lei, forse un po’ troppo ad alta voce -Mi dispiace io…lo voglio davvero…voglio davvero lavorare…e fare bene i servizi…io non voglio deluderla signor Finn, mi dispiace tantissimo…
Lui sospirò.
-Forse qualcuno crede che questo sia un lavoro facile, per il semplice fatto che non si portano grandi pesi o non si risolvono equazioni di terzo grado…ma anche questo, Eveline, è un lavoro di estrema serietà. Non puoi permetterti di arrivare in ritardo, con il viso stanco o sciupato, non puoi permetterti di far trasparire la tua stanchezza nelle foto, né qualunque altra cosa ti passi per la testa!
-Sì…



-Su non fare quel faccino da cane bastonato…sei fortunata che mi stai simpatica…
-Io….oh signor Finn la ringrazio tantissimo!! -A Eveline si illuminarono gli occhi e si slanciò verso di lui, senza riuscire a nascondere il sollievo -Non mi licenzierà vero? La prego!
Lui sorrise, accettando il suo slancio e prendendola tra le braccia.
-Prometti che d’ora in avanti ti applicherai con maggiore serietà?
-Sì davvero, lo prometto non succederà più
-Brava bambina...



Per un attimo a Eveline venne quasi da ridere.
La chiamava bambina e la cullava tra le braccia quasi fosse davvero un’infante.
Era una situazione buffa anche se parecchio strana. Però…era anche piacevole. Si abbandonò a quella sensazione di protezione, grata di avere una seconda possibilità, di non aver perso il lavoro un’altra volta, di essere compresa nel suo errore…Tom continuava a tenerla, con qualche carezza sulla testa…sulle guance…sui fianchi…completamente inebetita, quando si rese conto di cosa stava facendo era già troppo tardi.



Accidenti.
Questo non era mica previsto.
Cosa doveva pensare? Oddio non era esattamente il suo tipo di uomo era più una sorta di figura paterna...e poi era il suo datore di lavoro…accidenti. Si stava incasinando? Però è anche vero che forse dopo poteva stare sicura che il suo errore fosse perdonato…oddio ma cosa stava pensando? Ma lei non era mica quel tipo di ragazza! Merde!



Non hai mai fatto "nananana" per districarti dai tuoi guai?

Ore 17.16

-Dal momento in cui è stata accertata l’identità del qui presente Ed Diabatè il quale si riconosce in relazione parentale con la minore Kamilah Tabara Diabatè nei rapporti di fratello del padre, si rende automatica l’assegnazione a lui del tutorato e dell’eventuale adozione della minore suddetta. Se il qui presente Ernest Scott intende avanzare la propria proposta di tutela ne deve addurre le motivazioni e dimostrare l’eventuale stato di emergenza in cui riverserebbe la minore nella situazione di affidamento al proprio parente…
Ernest Scott si sentì ribollire di rabbia.
Quel giudice continuò a blaterare in avvocatese, con tono piatto e stanco, probabilmente pensando solo a farla in fretta e rifugiarsi nel week-end.
David gli fece segno di stare calmo: una scenata di rabbia non l’avrebbe certo messo sotto una buona luce.



Ma una volta fuori dall’aula non ci vide più.
-Si può sapere che è successo?? Avevi detto che non c’erano problemi! Ti rendi conto di dove stai mandando quella bambina??
-Ernest…per favore calmati…quello è davvero suo zio, non possiamo farci niente…
-Certo e il suo interesse per la bambina è puro amore familiare! E dove sarebbe stato fino ad oggi??
-Magari non sapeva che lei e sua madre fossero venute qui…
-David non dire idiozie. Dicono che sei l’avvocato più brillante della città. Ti conviene dimostrarmelo.
David si sfregò gli occhi, esausto e sospirò vedendo il vecchio Scott andarsene furioso.



-Sembra quasi che il brillante Mc Gregor abbia da temere le minacce di un vecchio strampalato…
-E’ ancora qui signora Lockwood…
-Per forza…la conclusione di questa vicenda, a queste condizioni, è un vero fallimento!
-Non pensavo le stesse così a cuore la sorte della bambina…
-Se la storia finisce qui l’articolo sarà di un piattume unico…
-Ah ecco -___-‘
-Quindi come intende procedere avvocato?
-Come…?
-Il vecchio Ernest è stato chiaro…vuole la bambina…



David sospirò.
-Non capisco proprio perché si è così intestardito…credo stia sbagliando a voler prendere a forza quella bambina con sé…sarà meglio che stia con i suoi parenti no? Magari quello zio la riporterà in Senegal, dove è nata…
-Ma lei deve stare dalla parte del suo cliente…quindi avvocato, le ripeto la domanda…che intende fare?
-Immagino che continuerò a ricercare tra le leggi e i precedenti…anche se la vedo piuttosto buia…
-Io credo che lei abbia bisogno del mio aiuto…
-Come prego?
-Ha capito bene avvocato. Lei è conosciuto come uno squalo ma ultimamente sta battendo la fiacca...la vedo stanco e per nulla combattivo…se non si dà una svegliata non ci saranno speranze per il *povero* Ernest…
David la osservò.
Audace, sicura di sé, determinata…cosa aveva in mente?
-Lei crede?
-Ci vediamo nel suo studio.



Ore 20:45

Silenzio.
-Sei rientrato…
-Sono rientrato…
E di nuovo silenzio.



-Cercavi qualcosa? -chiese stancamente David a sua moglie, visto che l’aveva trovata nel suo ufficio.
-Spiegazioni.
-Adesso? Gradirei cenare -rispose lui con un sospiro stanco.
-Potevi rientrare. Potevi rientrare prima tutte le sere di questa settimana.
-Lucinda…davvero, sono stanco.



-Anche io sono stanca. Sono stanca di questo atteggiamento…non ho nessuna intenzione di concederti di farmi passare per fessa. Già in passato ho perdonato certe tue…
-Lucinda faccio tardi perché devo lavorare! Ho un caso importante!
-Un’adozione?
-Sì un’ado…non ti chiedo neanche come fai a saperlo. Il tuo circolo di beneficienza pare più un covo di pettegolezzo.
-Modera i termini David. Si può sapere cosa può esserci di così importante in questo caso da farti completamente sparire di casa? Sai che tuo figlio è stato richiamato dalla preside? Lo sai che il suo rendimento scolastico è già così basso che è tutta la settimana che sta facendo un doposcuola? E ti ricordi che ha una partita questa domenica? E che Rose ha un saggio di danza domani sera? Te le ricordi queste cose? Ti interessano i tuoi figli o è meglio consumare il tuo tempo a farne adottare agli altri?
-Smettila!!
Silenzio.



Silenzio.
-è un caso delicato…
Silenzio.
-Ci sarò…
Silenzio.
-Davvero, ci sarò.



Silenzio...



Sabato 24 Settembre

Ore 16:00

Una piccola principessina bionda stava praticamente sbavando a ridosso del camioncino di gelati.
Quelle vaschette belle piene, guarnite con fili di cioccolata fusa, fragole e biscotti sminuzzati non potevan essere considerate semplice cibo. Erano opere d’arte! Rose non ci vedeva più dalla voglia. Avrebbe dato una gamba per mangiarsene uno…poi si ricordò che la gamba le serviva per danzare quella sera. Allora avrebbe dato tutta la sua collezione di forcine per capelli…si badi bene, tenute con la massima cura, erano davvero deliziose!



-Ti mancano delle monetine? Posso offrirtelo io se vuoi…solo una pallina però perché non ho molti risparmi con me…
La signorina Mc Gregor si lasciò sfuggire un verso di sorpresa. Si ricompose immediatamente, stizzita.



-Lockwood ti pare che mi manchino i soldi? Umpf! Per chi mi hai preso, per una stracciona? Non lo voglio il gelato!
-Oh..scusami…pensavo…
-Non pensare Lockwood! Se pensi a qualcosa che non riguarda la scuola dici solo cavolate!
-Mi...mi dispiace…



Rose sospirò.
-Ma cosa ti scusi sempre Lockwood?
-Bè sembra che io abbia detto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare e me ne dispiace…
-Non posso mangiarlo il gelato, è troppo grasso e stasera devo essere bellissima! Me la sono presa con te perché a me il gelato piace tantissimo. Lockwood sei uno scemo a scusarti sempre!



Leonard sorrise timidamente e poi chiese cosa ci fosse quella sera.
-Il mio spettacolo!
-Spettacolo?
-Sono una ballerina -si gonfiò lei tutta orgogliosa -e stasera ho un saggio al teatro comunale! Mi vedranno tutti! Ci saranno la mia mamma, che è bellissima, e il mio papà che francamente è il più bell’uomo del mondo! E naturalmente anche quello scemo di mio fratello!
Rose si beò degli sguardi ammirati di Leonard.
-Wow complimenti! Non sei agitata?
-Certo che no!! -rispose lei con aria di superiorità -io sono nata per ballare sai! Ce l'ho nel sangue!
Leonard annuì, ammirato.
-Allora posso venire a vederti anche io?
-Cos…perché?
-Perché non ho mai visto un balletto e sono curioso
-Non pensavo ti interessassero queste cose…
-Nemmeno io ma…se non provo non lo so -da quando aveva intrapreso questa filosofia? Meglio non chiederselo.
-D’accordo vieni pure e assisti al mio trionfo!



Leonard ridacchiò e si incamminò verso casa.
Rose, d’impulso, lo richiamò, quasi gridando.
-Che c’è?



-In realtà io…sono…terrorizzata.
-Non devi. Perché ce l'hai nel sangue l’hai dimenticato?



Ore 20:10

Margareth Bradley si sentiva un’idiota.
Se ne stava a fissare il telefono, come se, a guardarlo intensamente, questo potesse esaudire i suoi desideri e mettersi a squillare. Dio quanto si sentiva stupida! Sembrava una ragazzina delle medie alle prese con la sua prima sbandata. Ma perché poi??? Aveva la ferma sensazione di essere la protagonista di uno di quei romanzetti per adolescenti che si innamorano del bellone di turno senza nemmeno sapere per quale motivo…un po’ come d’incanto, neanche bastasse presentarsi per palpitare di amore eterno.
Ridicolo.
Proprio a lei poi.
E con lui poi!!!!



Non sapeva ancora come aveva fatto a reggere il doposcuola quella settimana…giovedì era pure arrivata in ritardo e non osava guardare Judith in faccia! Certo che poi avevano fatto un tale bel lavoro sulle opere di Shakespeare che il discorso l’aveva infervorata a sufficienza da scordarsi delle sue paranoie.
Naturalmente era stato difficile trattenere un sorriso ascoltando i gusti musicali della ragazza…in ogni caso era una situazione imbarazzante. Non poteva certo perdere la testa così, per il padre di una delle sue alunne! Forse era divorziato, forse no, in ogni caso era disdicevole!
E poi che razza di elemento, un musicista! Peggio, un chitarrista! Esiste forse una specie umana più inaffidabile?? Oltretutto per Judith sarebbe stata una situazione insostenibile visto anche il suo profondo amore per la scuola!
Non c’era niente da fare, doveva darsi una regolata e lasciar perdere e se per caso lui si fosse fatto risentire, respingerlo con fermezza ed educazione, sì, proprio così.



Dieci minuti dopo, Larry la invitava a uscire la sera seguente poiché questa doveva suonare.



-Certo che sono libera…sì…



Ore 20:50

Margareth Bradley non era l’unica donna di Blackdrift a sentirsi un’idiota.
Si può dire che facesse buona gara con Eveline Hebert.
Ok, ricapitolando.
Era andata a letto con il suo capo. Ok, ammettiamolo non poteva considerarla una vera e propria sorpresa, lui l’aveva baciata e coperta di regali…anche se…credeva fosse solo un atteggiamento un po’ così, che riservasse un po’ a tutte le sue “ragazze” dell’agenzia…davvero, non aveva preso in considerazione l’idea di essere considerata “speciale”.
Ora non sapeva bene come si sarebbero messe le cose. Insomma…si stava anche frequentando con Lachlan che, francamente, la intrigava certo di più!!
Sospirò, a metà tra la frustrazione e la seccatura.



Ok via, forse non era il caso di fasciarsi la testa prima del tempo! Vedeva problemi dove non ce n’erano, si faceva scrupoli inutilmente!! Tanto per cominciare con Lachlan era uscita una volta sola, si erano scambiati il numero, si erano divertiti tantissimo, sperava si sarebbero rivisti ma insomma, ancora nulla di certo!
Poi, quanto successo con il signor Finn poteva davvero essere un episodio isolato! Era stata la situazione, lui l’aveva vista particolarmente scossa, erano soli e…oh insomma vaffanculo erano adulti e vaccinati chi se ne importava? Non sarebbe più successo. Non c’erano problemi!
Anche in casa Hebert suonò il telefono.



-Pronto? Pronto? Pronto?
Dall’altro capo, solo un respiro pesante.



Ore 21:40

Calma. Respiri profondi.
Oh ma le tremavano le gambe!!! Là fuori c’erano papà , mamma e fratellone! E tutto il pubblico! E forse anche quello scemo di Leonard. Ah bè se c’era lui doveva assolutamente fare una figura strepitosa così avrebbe potuto gongolare e bearsi dei suoi complimenti.



Ok pronti via.
Uscì sul palco.



Primo passo.
Secondo passo. Rischiò di inciampare.
Si riprese.
Rossa in viso stava per bloccarsi.
“non può succedere perché tu ce l'hai nel sangue, ricordi?”



Giusto.
“Guardami mamma! Guardami papà!”



La luce dei riflettori non la faceva vedere bene.
Forse era meglio così. Lucinda sentiva che se la bimba si fosse accorta che il padre non c’era ne sarebbe stata immensamente delusa.
E avrebbe sfigurato.
Non avrebbe ballato bene.
Sarebbe stato un disastro.



Domenica 25 Settembre

Ore 21:07

-Ernest sto andando alla partita di mio figlio e sono già in ritardo…
-David devi assolutamente sentire quella giornalista! Devi agire subito, non c’è tempo da perdere! Mi hanno portato via la bambina ieri, sono venute le assistenti sociali, quelle avvoltoie!
-Ernest…ti prometto che domani il tuo sarà il primo caso cui metterò mano…stasera è domenica, sono distrutto e mio figlio mi aspetta…
-Anche mia figlia mi aspetta…
-Ernest ho già saltato lo spettacolo di Rose ieri sera…
-David…devi farlo.



Stropicciandosi gli occhi, sentendosi sfinito, David sospirò e rispose l’unica cosa possibile.
-Vado in ufficio.



Ore 21:35

-Sai Larry…devo dire che ti facevo il tipo che dopo essere stato a letto con una donna non la richiami nemmeno più, figuriamoci uscirci insieme un’altra volta!
-In effetti sono proprio così!
-Ah…allora cosa sono io? L’eccezione che conferma la regola?
Sorrise.
-Maggie…ma io e te non siamo ancora andati a letto…



Ore 22:01

Ok ok stava andando abbastanza bene.
Giocavano da mezz'ora. Stavano perdendo, come da previsioni, ma lui stava facendo la sua bella figura. L’unico problema era Simon. Era fottutamente bravo e attirava ancora la maggior parte degli sguardi.



Con la coda dell’occhio intravedeva Mark e Kiernan e non avevano una faccia per niente soddisfatta.
Al time out vennero da lui a parlargli.





Ore 22:03

-Credevo che stasera avesse la partita di suo figlio…
-Infatti…ma il vecchio Scott mi ha fatto intendere che lei avesse del materiale scottante…
-Infatti è così…però mio marito mi ha dato della pazza quando ha visto che la stavo contattando per lavoro di domenica sera…
-Andrebbe d’accordo con mia moglie. Mettiamoci al lavoro.



Ore 22:05

-Problemi a uscire di casa pulce?
-N..no..la m...mamma è uscita a..anche stasera...



Ore 22:06



Ore 22:17





Ore 22:48



Ore 22:49





"Se serve rompigli una gamba. Se non sai come si fa te lo mostro personalmente fuori di qui"







Ore 22:57

"Risponde la segreteria telefonica, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico"



"Signor Mc Gregor sono il dottor Morrison, ho i risultati delel analisi. Può venire a ritirarle quando vuole ma francamente ho preferito avvertirla subito. Deve smetterla di affaticarsi e di lavorare così! Lei è molto a rischio e se per caso dovesse avvertire un improvviso dolore al braccio sinistro...."





To be continued...?

Ehm *fa ciao con la manina*
Eccoci qua! Dopo secoli e secoli sto capitolo ha visto la luce! Mi scuso ancora per la quantità di tempo vergognosa che impiego per scrivere è che sono una perenne insoddisfatta e quindi vado molto a rilento....Ad ogni modo...

-Vivaci complimenti a terry_stories per aver indovinato subito e per prima chi fossero i proprietari delle gambette quaglianti sul divano ^___^ Sei contenta vero? *___*
-A tutti coloro che hanno pensato che parte di quelle fossero di Larry...ma vergognatevi!!! Ma vi pare che se ne vada in giro con la maglia della salute e i mutandoni della nonna????? Tzè!
-Il lj non mi ha tagliato le parti dove volevo io quindi in effetti i titoli del cut non sono proprio nel posto giusto...uff...ma vabe, comprendetemi .__. avete capito no??? (no!)
-Complimentissimi a Flavia per aver indovinato già nello scorso episodio che Kiernan e Mark intendevano invischiare Nathan nelle scommesse sportive, a tutti quelli che non hanno creduto subito alla presentazione di "padre" da parte di Ed e in particolare di nuovo a Terry che si chiedeva dove fosse stato sto tizio mentre la madre crepava misteriosamente
-Un ringraziamento va ovviamente a tutte le persone che mi hanno sostenuta in qeusti mesi, durante la scrittura e la fotizzazione, alle mie fenz più sfegatate, alle solite note Erica e Giulia, ma un ringraziamento particolare lo vorrei fare a quelle due/tre persone che in questi giorni si sono recuperate la mia storia: grazie ragazze, sono commossa! E un ultimissimo ringraziamento particolare ad albakiara che ancora qualche mese addietro, in un commento alla Moon Lod aveva fatto riferimento a Fauve, facendomi capire ch enonostante io aggiorni solo negli anni bisestili qualcuno che pensa a sti disgraziati c'è: mi ha fatto molto piacere e ha contribuito a darmi una smossa :)
-Per quanto riguarda il futuro...eeeeeeeeeeeeh chissà.......per ora (cioè non so quando in realtà) riprendiamo le fila di quegli idioti al gs che sono fermi da un pò troppo e non so in che condizioni sia la cerbiattina sola in mezzo a quei bruti (povera eh :Q__________)! Il sesto capitolo di BC ad ogni modo sarà un pò diverso dal solito perchè ho in testa una cosa e bisogna vedere se riesco....è ancora tutto da cominciare comunque quindi mettetevi pure l'animo in pace e iniziate a pazientare .caffè
-Spero di non avervi annoiato troppo, io sono prolississima e ho una scrittura mega pedante....ma via dai c'è un pò di fanservice qua e là :PPPP
Bacissimi a tutti grazie per aver letto fin qui ^____^

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