“Norman Bates è morto di AIDS”. Con questo titolo sensazionale, le testate di tutto il mondo hanno riportato, il 12 settembre 1992, la tragica notizia della morte di Anthony Perkins.
Anthony Perkins aveva scoperto di essersi ammalato nel marzo del 1990, leggendo la prima pagina del “National Enquirer”: “La star di Psyco ha il virus dell’AIDS”.
Qualche settimana prima in effetti, per accertare la causa di una paralisi muscolare temporanea al lato destro del viso, aveva fatto una serie di accertamenti, che però non includevano il test dell’AIDS. Uno dei tecnici del laboratorio aveva, di sua iniziativa, effettuato il controllo dell’Hiv e aveva dato la notizia al National Enquirer.
Dopo aver letto l’articolo Tony voleva querelare la rivista per diffamazione, ma sua moglie gli consigliò di rifare il test per verificare il risultato. Disgraziatamente era proprio così.
Dalla metà degli anni ’80 la terribile malattia aveva fatto migliaia di vittime, specialmente nel mondo dello spettacolo: Nell’estate dell’85 Tony aveva fatto visita all’amico Rock Hudson ormai in fin di vita, e ne era rimasto profondamente impressionato. Il suicidio dell’amico Teno Pollick e la morte per AIDS di Brad Davis, lo turbarono ulteriormente.
Al di là del modo traumatico in cui aveva saputo di essere malato, Tony era seriamente preoccupato per sua moglie e per i suoi due figli. Temeva di ritrovarsi solo e senza lavoro come era già successo ad altri. Per questo decise di nascondere la verità ad amici e colleghi, e proibì alla moglie di rivelare a chiunque il suo segreto.
Si sottoponeva a check - up mensili e assumeva molti medicinali, che presentava agli estranei come vitamine o integratori. Spesso alle visite mediche utilizzava false generalità e travestimenti, per evitare che la verità potesse diventare di dominio pubblico.
Quando Berry Berenson, la moglie di Tony, non riuscì più a sopportare il peso di quel segreto ne parlò al marito, e insieme decisero di confidarsi con i figli e con gli amici più cari.
Prima di morire, Tony lasciò una sorta di testamento spirituale, che un portavoce della famiglia comunicò alla stampa:
"Ho scelto di non rendere pubblico il mio male per non fare concorrenza alle lacrime di 'Casablanca': Non sono bravo ad essere generoso, ma non ci vuole molto a capire che i problemi di un vecchio attore non valgono una montagna di fagioli nella follia del mondo. Sono in molti a credere che questa malattia sia una vendetta di Dio, ma io credo che sia stata mandata tra gli uomini per insegnarci ad amare, e a capirci, e ad avere compassione. Ho imparato di più sull'amore e sull'altruismo dalle persone incontrate in questa grande avventura nel mondo dell'Aids, che dal mondo competitivo di tagliagole in cui ho vissuto tutta la mia vita".
Antony Perkins 4 aprile 1932 - 12 settembre 1992