voglia di leggere

Feb 25, 2012 14:47

Sorprendentemente in questo periodo mi è tornata una incredibile voglia di leggere libri.
Per un pò confesso di aver lasciato perdere dati i continui volumi che mi arrivavano in mano dalle trame scadenti, personaggi a cui ero affezionata maltrattati dai loro stessi autori e resi dei mollaccioni diabetici degni di Moccia, e spess e volentieri dal solito canovaccio abusato all'inverosimile.
Fateci caso, i romanzi thriller e/o polizieschi hanno sempre - o spesso e volentieri - protagonisti cupi e depressi che il più delle volte mi fanno esprimere ad alta voce: "ma chi te lo fa fare?!", da tanto che sono disastrati nella vita personale eppure geni al lavoro. Chiedo troppo avere qualcuno che era schifosamente troll come il tenente Colombo?!
Poi romanzi storici o pseudo storici con sempre un codice da decifrare nel mezzo. Libri fantasi emuli de "il signore degli anelli" che, per quanto siano tra i miei generi preferiti, mi stanno decisamente stancando anche loro.
Sarà per la mia natura un pò volubile sotto certe cose oppure che fin dall'età di 13/14 anni mi leggevo autentici mattoni del calibro di Jurassic Park di Michael Crichton (uno fissato con gli accoppiamenti uomo/scimmia tra l'altro) e Insciallah di oriana Fallaci, ma anche se credo di essere abituata a gusti più "consistenti" dei soliti romanzi che vanno di moda - seppur pure io confesso di aver letto alcuni di tali libri trovandoli comunque una lettura rilassante dopo certi mattoni - mi è comunque tornata la voglia di leggere.
E comprare libri.

Si ma... che libri?!

Prendetemi per pazza oppure sfigata - parola usata alla cazzo oggigiorno e scusate il francesismo - però io attualmente sono attirata dalla letteratura che qualcuno definisce di serie "b". Ossia quella tratta dai videogiochi.
I videogames, che qualcuno oggigiorno reputa ancora roba da ragazzini ma che la fascia di popolazione mondiale tra i 20 e i 40 anni di età ne da una considerazione molto più importante poichè con tali giochi ci è cresciuta, sono molto più che roba da ragazzini.
Tralasciando il passato di un idraulico che saltella in cerca di funghi, dagli anni ottanta fino ad oggi più che videogames si possono definire candidamente "avventure tridimensionali" o "film interattivi".
Molti di questi videogames vantano delle trame fantastiche, sequenze d'intermezzo degne di un regista holiwoodiano e dal gameplay fluido e divertente. Quindi le case produttrici hanno pensato: ma perchè non lucrare anche sulla letteratura?
Bene, essendo io grande fan di God of War ho deciso di provare a leggere quello che dovrebbe essere il primo volume di una trilogia dedicata al più famoso anti eroe di sempre per trovarmi a... Sbadigliare.
Ok, era dai tempi delle "cronache del mondo emerso" che non sbadigliavo così. A scrivere tale romanzo sono stati due autori differenti e si vede eccome.
Se nel descrivere i capitoli dedicati ad Atena e ai suoi intrighi ho trovato la lettura piacevole, perchè comunque scritti bene e ben curati, è stato nel leggere le battaglie di Kratos che mi è venuto più delle volte la voglia di gettare il libro fuori dalla finestra. Momenti confusi, descrizioni che non descrivono nulla e dialoghi che più piatti e inerenti al videogame non si possono.
Ora, GOW lo sanno tutti che non è un gioco solo di "picchia, picchia e ancora picchia" perchè la trama ce l'ha eccome ed è molto più complessa di quello che sembra. Inoltre, cosa fondamentale, questo non è uno di quei videogiochi che basta guardarsi il gameplay su youtube per mettersi a scriverci su (come invece confessa candidamente uno degli autori nella prefazione). No, in questo caso ci devi giocare per avere una immedesimazione sennò ci si ritrova a scrivere qualcosa di dannatamente vuoto. Oltre a questo, ad avermi fatto storcere il naso è stata anche una traduzione pessima. Con parecchi errori di battitura che non aiutavano a migliorare il mio giudizio sullo stile di narrazione di uno dei due autori.
Accantonato questo ora sono passata ad "Assassin's Creed: Rinascimento" e scoprire che almeno qui Ezio Auditore non mi sta poi così sulle scatole.
Non conosco altre opere di Oliver Browden all'infuori di questa ma il suo stile di scrittura mi piace e mi piace come sia riuscito a caratterizzare uno dei personaggi più insopportabili e infantili del panorama videoludico di questi tempi. Non più un imbecille totale ma uno più normale e comprensibile in quello che fa e pensa, e il particolare di Cristina e del loro amore travagliato è un punto a suo favore. lo so, dovrei dare un giudizio solo a libro finito ma essendo già a metà e trovando comunque la narrazione e la traduzione piuttosto buoni mi sono sentita di poter già dire qualcosa.

Dado una occhiata in giro poi ho notato altri romanzi tratti da saghe che ho amato in passato e che quindi credo che con tutta probabilità ci darò quantomeno una occhiata.
Qualcuno su Resident evil vorrei potermelo far consigliare (sempre che ne valga la pena) e AC: Medioevo ho comunque intenzione di leggerlo.
A meno che non mi passi la voglia di leggere, vorrei potermi passare l'anno a fare scorpacciate di libri =ç=

vita quotidiana, critica, eventi mondani

Previous post Next post
Up