Kamen /// Fourth Feeling: Abandonment

Dec 06, 2009 16:57



Konbanwa minna-san!
Credit for this fiction goes to GREEN FEELINGS livejournal. Thanks to Okahawa-san, for letting me translate her wonderful fiction ^_^

Ciao!

Ecco il quarto capitolo, che emozioni forti! In questo capitolo mi è capitato di non riuscire a leggere, ero troppo agitata e non volevo sapereeeeee.
Ma alla fine ho letto. E ho pianto.
Ora a voi..douzo!



banner by naomi0211

Title: Kamen //Can you look right through me?//
Pairing: Akanishi Jin x Kazuya Kamenashi //Akame//
Genre: Romance. Angst, Fluff
Rating: NC-13
Disclaimer: I don't own any of the characters in this story. I don't make profit with this.
Author: Yumiko Okahawa: journal GREEN FEELINGS

Summary: I sentimenti sono come maschere che indossiamo per comunicare il nostro io più profondo. Ma qualche volta ci scopriamo a usare queste maschere per nascondere il nostro vero io.. Quanto Jin sa leggere le emozioni di Kazuya; quanto Kazuya capisce realmente Jin? Dopo essere stati insieme per così tanto tempo, alcune cose iniziano a cambiare, e i sentimenti a scomparire dietro delle maschere.
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Spero che anche questo capitolo vi piaccia ♥♥♥

A/N#2: Kamen (仮面) is Japanese for Mask.





Fourth Feeling: Abandonment

Jin non lo avrebbe mai scoperto, pensò Kazuya.

Se avesse mantenuto i nervi saldi, Jin non avrebbe mai scoperto nulla del bacio. Solo Uchi lo sapeva e Uchi non aveva nessun contatto con Jin, così lui di certo non glielo avrebbe detto.

Uchi non sapeva che Jin era il suo uomo, non c’era pericolo.

Uchi aveva detto a Kazuya di dimenticare quello che era successo fra loro, e quando erano tornati dentro il locale, si erano comportati normalmente. Kazuya si era occupato di Tegoshi, ubriaco dopo le eccessive attenzioni di Murakami, e Uchi aveva chiacchierato con Yokoyama.

Nessuno aveva pensato che fra Kazuya e Uchi fosse successo qualche cosa.

Ma Kazuya non aveva più parlato con Uchi, quella sera. Pensava che l’altro ci fosse rimasto male, dal momento che quel bacio era stato dato con sentimento.

Kazuya non provava più quel sentimento, si era trattato solo di un miraggio, evocato dai suoi dubbi sull’amore di Jin.

Sospirò e guardò Jin.

Raramente facevano colazione insieme, ma ora che Kazuya aveva finito Dream Boys aveva qualche giorno libero, prima che le attività del gruppo riprendessero.

Quel pomeriggio Jin aveva un servizio fotografico, mentre Kazuya se ne sarebbe semplicemente stato a casa a riposare.

Dopo che Kazuya si era presentato alla sua porta così insapettatamente quella sera, Jin lo aveva chiamato ogni sera per la rimanente settimana di spettacoli, chiedendogli come stava e dicendogli che lo aspettava a casa a Tokyo non appena Dream Boys fosse terminato.

Quando Kazuya era andato da Jin, in realtà mancavano solo altre tre serate alla fine dello spettacolo, avrebbe potuto aspettare, ma si era sentito così insicuro di sé stesso, dell’amore di Jin, e di quello che c’era fra loro, che aveva avuto bisogno di vedere l’altro immediatamente.

Se ne era andato la mattina presto, sentendo che non era assolutamente pronto a tornare a Oosaka; così erano rimasti sulla porta a baciarsi per quelle che erano sembrate delle ore e Kazuya aveva fatto appena in tempo a saltare sul treno. Appena era tornato da Oosaka il giorno prima, si era diretto subito a casa di Jin.

Casa, pensò Kazuya, Jin gli aveva detto di tornare a casa; da lui.

Tutto questo lo aveva rassicurato. Ora era certo che il bacio fra lui e Uchi non aveva davvero significato nulla. Lui e Jin erano a posto, si amavano e a Jin importava veramente di lui.

Lo sapeva, Jin non era sempre in grado di esprimere il proprio amore. Era sempre stato difficile per lui mostrare i suoi sentimenti, ed era migliorato moltissimo da quando la loro relazione era iniziata.

Ancora adesso, Jin non si apriva con nessuno, ma con Kazuya ci riusciva, almeno in parte.

Già questo era il segno che Kazuya significava molto per lui.

Dubitare di questo, ignorare i sentimenti di Jin in quel modo; il comportamento di Kazuya era stato imperdonabile.

Guardò Jin mangiare del riso e leggere il giornale, “la cosa migliore è dimenticarsi tutto, come se non fosse mai successo”, pensò. Avrebbe fatto esattamente come aveva detto Uchi stesso.

“Ryo mi ha detto di averti incontrato a Oosaka”, disse Jin, guardandolo da sopra il giornale, sorseggiando il caffè.

Kazuya annuì. “Mmh, sì, è stato organizzato un party per la fine dello show.” Sembrava tutto così naturale, fare colazione insieme e chiacchierare di piccole cose. Non erano riusciti a parlare molto, la sera prima. Appena Kazuya aveva oltrepassato la porta, Jin lo aveva abbracciato e avevano iniziato a baciarsi, mormorandosi parole piene d’amore e di mancanza.

E poi non c’era stato più bisogno di parlare.

“E mi ha detto che tu ti comportavi come al solito, controllando che i più giovani non si mettessero nei guai.”

Sogghignando, Kazuya prese un'altra fetta di pesca. Ne aveva portate alcune da Oosaka. “C’era solo Tegoshi, più giovane di me, così non ho avuto molto da fare.”

“Uchi-kun non c’era?”

Il cuore di Kazuya perse un colpo, si strozzò e iniziò a tossire.

Jin si alzò per dargli delle pacchette sulla schiena. “Tutto a posto?”

Annuendo, il più giovane lo guardò. Sarebbe stato così per sempre, realizzò Kazuya. Ogni volta che Jin avrebbe nominato Uchi, Kazuya sarebbe andato nel panico. “Scusa, mi è andata un po’ di pesca di traverso.”

Jin gli diede un bacio sulla testa, prima di sedersi nuovamente. “Sei troppo gentile Kazuya. Avresti dovuto lasciarli fare. Avrebbero fatto ubriacare Tegoshi e tutti vi sareste divertiti nel vederlo fare cose stupide.”

Kazuya scrollò le spalle. “E’ un bravo ragazzo; non volevo che si sentisse male il giorno dopo.”

Jin sospirò. “Troppo gentile.”

Tossendo ancora un pò, Kazuya gli sorrise. “E’ per questo che mi ami.”

“Qualche ragione ci deve essere.”

“Perché sono simpatico e carino e divertente e sensibile e..”

“.. bravo a letto”, Jin terminò per lui. “Ho capito, ho capito..”

Kazuya sogghignò. “Anche io ti amo.”

Jin rise e si riempì nuovamente la tazza, dopodichè si alzò. Iniziò a sparecchiare.

“Lascia stare. Ci penso io dopo.”

Jin appoggiò i piatti nel lavello, si sciacquò le mani e tornò al tavolo.

Kazuya aveva preso il giornale e stava leggendo la pagina economica, una tazza di thè in mano.

Jin lo baciò sulla fronte. “Devo andare.”

Kazuya sollevò la testa, lasciò che Jin lo baciasse sulle labbra. “Passa una buona giornata.”

“Hm”, rispose Jin, prima di baciarlo di nuovo, questa volta più a lungo. “Sono contento che sei tornato.”

“Solo perchè lavo i piatti al posto tuo”, mormorò Kazuya e sfiorò con la lingua le labbra di Jin.

“Questo è un extra gradito.” Jin gli prese il viso fra la mani e fece in modo che Kazuya lo guardasse negli occhi. “Mi sei mancato davvero molto.”

Kazuya sorrise, annuendo. Questo era quello che rendeva ovvio il fatto che Jin lo amasse. Non avrebbe mai detto niente di simile a nessun altro. Solo con Kazuya era capace di parlare il quel modo. “Sarò qua ad aspettarti.”

Jin si ritirò a malincuore e si diresse alla porta, guardando verso Kazuya ancora una volta. “Farai meglio ad esserci.”

“Ah, i giorni di riposo sono il massimo.” Ryo si appoggiò allo schienale della sedia e si stiracchiò. “Ho dormito fino a mezzogiorno, e dopo il pranzo con te me ne vado a fare shopping.”

“Hai fatto i tuoi piani, vedo”, rispose Jin mentre si toglieva la giacca. “Anche io ho il giorno libero.”

“Vieni con me allora?”

Jin annuì. “E’ da un bel po’ che non andiamo a fare shopping insieme.”

Si sarebbe goduto il giorno libero con Ryo, decise. Kazuya gli aveva mandato un messaggio per dirgli che era sopravvenuto un impegno di lavoro, nel pomeriggio, così Jin era libero.

Il suo manager lo aveva avvertito che avevano invitato Kazuya a uno degli live show pomeridiani negli studi televisivi della loro emittente principale.

Jin era più vicino agli studi televisivi, a cause del servizio fotografico che aveva fatto nella mattinata, ma ancora una volta avevano scelto Kazuya. Sentì un sapore amaro in bocca.

Avevano preferito il più giovane, rifiutando la proposta del manager di Jin di far fare a lui l’intervento al live show.

Era duro da ammettere, ma questa cosa lo faceva veramente incazzare. Preferivano sempre Kazuya.

In ogni caso, Kazuya sarebbe stato impegnato tutto il pomeriggio, così Jin avrebbe passato la giornata con Ryo.

Un cameriere portò le loro ordinazioni e Ryo iniziò a mangiare velocemente. “Sto morendo di fame.”

Jin rise e iniziò anche lui a mangiare; dopo pochi minuti erano già nel fitto della conversazione.

“Da domani avrò di nuovo parecchio lavoro da fare, a causa del nuovo singolo.” Ryo bevve un sorso d’acqua.” Inizieremo a registrare a Oosaka. E’ bello tornare alle origini.”

“Mi annoierò senza di te”, disse Jin, ed era sincero. Gli piaceva molto passare del tempo con Ryo.

Il più giovane scrollò le spalle. “Hai sempre Yamapi.”

“Anche lui è impegnato, con il concerto e tutto il resto.”

“Allora, trovati qualche nuovo amico, Jin.”

Jin rise e finì il suo pranzo, proprio in quel momento il telefono di Ryo iniziò a vibrare.

“Scusa un attimo”, disse Ryo apena vide chi era dal display. “Devo rispondere.”

Jin annuì e prese il bicchiere in mano. “Ok, fai pure.”

“Hey”, rispose Ryo. “Tutto bene?”

Jin guardò l’espressione di Ryo. Stava corrugando le sopracciglia e le sue labbra erano socchiuse, come se fosse sorpreso lui stesso dal tono o dalle parole di chi aveva chiamato.

“Hey, è tutto a posto. Calmati. Cosa è successo?”

Incuriosito, Jin iniziò a origliare, mentre rubava un pezzetto di pollo dal piatto dell’amico senza che questi si accorgesse di nulla. Solitamente glielo avrebbe impedito anche con le mani legate dietro la schiena.

“L’hai incontrato? Oggi?” Ryo si morse il labbro inferiore. “Lo so, lo so, non potevi sapere che sarebbe stato lì.”

Jin si chiese con chi stava parlando Ryo. L’altro rimase in silenzio per un po’, poi disse: “Credo che ti abbia scaricato senza speranza.”

Jin nel frattempo si era finito tutto il pollo di Ryo. Sembravano problemi sentimentali.

“E’ tutto a posto. Non potevi certo sapere che era già impegnato.” Ryo annuì, poi disse: “Ci sarò. Stai tranquillo, okay?”

Chiuse la comunicazione e lanciò a Jin uno sguardo di scuse. “Ho paura che non possiamo uscire insieme oggi.”

Devi incontrare la persona che ti ha chiamato?” chiese Jin. “Chi era?”

Ryo si mosse le labbra e inclinò la testa di lato. “Non sono sicuro di potertelo dire.”

Jin lo guardò male.

“Ci lavori insieme, dopotutto; se te lo racconto, voglio che tieni la bocca chiusa con lui.”

“Con chi?”

“Con Kamenashi-kun”, disse Ryo. [NdT: Aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto… ti prego noooooooooooooo… Ryo STA ZITTOOOOOOOOOOOOOO]

Jin era completamente stupefatto. “Kazuya ti ha chiamato? Era Kame al telefono?”

Ryo scosse la testa. “No, era Uchi.”

“Uchi è a Tokyo?”

Ryo annuì. “Oggi registrava qualche programma. E pare che abbia incrociato Kamenashi agli studi televisivi.”

Jin non riusciva a capire cosa ci fosse di strano o di male in tutto questo. “Ho sempre creduto che andassero d’accordo; che problema ha Uchi?

Sospirando, Ryo mise da parte il piatto e il bicchiere. “Probabilmente vanno fin troppo d’accordo, Jin.” [NdT: potrei morire]

Per un attimo, Jin fu solo capace di fissare Ryo.

“Non so in che rapporti tu sia con Kamenashi, ma pare che sia.. beh..” Ryo cercò la parola. “.. dell’altra sponda.”

“Dell’altra sponda?” Jin sbuffò. “Passi troppo tempo con i tuoi amici di Oosaka.”

“In ogni caso”, disse Ryo. “Uchi ha capito che Kamenashi gli piaceva, quando si sono incontrati a Oosaka la scorsa settimana. E credeva che Kamenashi-kun provasse la stessa cosa.”

“Ma invece l’ha scaricato senza speranza”, concluse Jin. Certo che era andata così, dopotutto era occupato. Doveva essere stato imbarazzante per Kazu, pensò Jin e si sentì dispiaciuto per lui.

“Beh, sì, subito dopo aver baciato Uchi.” Ryo scosse la testa. “Non riesco proprio a capirlo.”

Jin sentì tutto il sangue defluirgli dal viso. Le sue labbra erano completamente intorpidite, le dita della mani gelide. “Che cosa ha fatto?”

Ryo scosse le spalle. “Hanno passato una bella serata, e quando si sono trovati loro due da soli fuori dal bar, Kamenashi ha baciato Uchi all’improvviso.” [NdT: qualche altro particolare? Non so, gli vuoi piantare un coltello in mezzo al petto, già che ci sei?]

“Kazuya ha baciato Uchi?” Jin aveva sentito benissimo, ma sperava ancora che Ryo gli dicesse che aveva capito male.

“Esatto.”

Qualche cosa si spezzò dentro Jin. Non era vero. “Quando?”

Ryo si accigliò, poi notò che Jin era pallido, completamente in stato di shock. “Non pensavo che l’avresti presa così male, Jin.”

“Quando, Ryo?”

“Non lo so, dopo la prima settimana a Oosaka, più o meno. Perché è così importante?”

Ecco perchè era stato così disperato, pensò Jin. Era andato da Jin subito dopo aver baciato Uchi. Aveva baciato Uchi. Aveva tradito Jin, aveva tradito la sua fiducia, e poi era tornato da lui, baciandolo come se niente fosse. Dicendogli che gli era mancato.

Tutte bugie.

Ryo scosse la testa. “Non dirmi che anche tu hai una cotta per lui. Non è poi così speciale”, disse e si alzò, mettendo un pò di soldi sul tavolo. “Veramente non vi capisco.”

Non è poi così speciale, pensò Jin e fissò Ryo. Ma Kazuya era sempre stato molto speciale per lui, come nessun altro. “Lo è”, rispose semplicemente Jin e deglutì a fatica. “Non pensavo che avrebbe fatto una cosa del genere.”

Ryo gli diede una pacca sulla spalla; non capendo completamente perché Jin era così colpito dal comportamento di un suo amico. “Invece è andata così”, disse. “Voi due siete amici e lavorate insieme, è tutto. Davvero Jin, la sua vita amorosa non è nulla che ti riguardi. [NdT: e qui ti becchi un bel vaffanc….]

Jin riuscì a confezionare una risata sardonica e annuì.

Ma non riuscì a rispondere.

Subito dopo che Jin era uscito, avevano chiamato Kazuya per proporgli un lavoro quel pomeriggio.

Si trattava di fare una breve apparizione in un programma live in televisione, dire qualche parola.. fondamentalmente farsi guardare e sorridere. Niente di difficile.

Sarebbe ritornato verso sera. Jin lo aveva avvisato che si incontrava con Ryo, così sarebbe comunque arrivato a casa prima di lui.

Bevendo un po’ d’acqua dalla bottiglietta che aveva con lui, si diresse ai camerini nel backstage, con l’intenzione di aspettare lì l’inizio delle riprese dello show. Mancava almeno mezz’ora, così poteva fare qualche cosa nel frattempo.

“Avete fatto un buon lavoro, oggi”, sentì dire mentre le porte di un altro studio si aprivano e un sacco di gente usciva, seguiti dal conduttore dello show e per finire da un ultimo uomo.

Kazuya potè solamente fissare Uchi, incapace di muoversi o di nascondersi o semplicemente girarsi per cambiare direzione. Uchi veniva dalla sua parte e nel giro di qualche secondo fu troppo tardi.

Uchi lo vide, e si bloccò.

“Ah, Kamenashi-san”, disse qualcuno del gruppo salutandolo. Kazuya abbozzò un sorriso, annuendo e scambiando qualche parola. Poi il gruppo si allontanò e lui e Uchi rimasero da soli nel corridoio.

“Mi fa piacere vederti”, disse Kazuya facendo un sorriso forzato.

Uchi annuì. “Già. E’ da un pò che non ci si vede.”

Fra loro cadde il silenzio.

“Non pensavo di incontrarti qui”, disse Uchi.

“Mi hanno chiamato questa mattina. Partecipo a un live show nello studio sette.”

“Ah, ne ho sentito parlare.” Ucchi annuì ancora una volta, mordendosi le labbra, quindi si decise a muoversi. Doveva sorpassare Kazuya per raggiungere il backstage.

“Anche io devo andare nel backstage”, disse Kazuya. “Hai visto la partita questo week end? Hanno vinto gli Hanshin Tigers.”

“Hm”, disse Uchi. “E’ stata una buona partita.”

Camminavano in silenzio, Kazuya dopo un po’ si fece coraggio; strattonò Uchi e lo spinse con decisione ma gentilmente dentro uno dei camerini vuoti che si affacciavano nel corridoio. Una volta dentro, chiuse la porta dietro di sé.

Uchi lo fissava; Kazuya pensò che il suo sguardo poteva essere classificato come terrorizzato.

“Ascoltami Uchi.” Deglutì e si leccò le labbra, che si erano completamente seccate. “Mi dispiace molto per quello che è successo.”

“Hai una relazione, l’ho capito”, rispose Uchi, allontanandosi leggermente.

“Ed è stato un errore baciarti. Non avrei dovuto farlo.”

“Perchè il tuo partner ti odierebbe se lo venisse a sapere.”

Kazuya non notò il tono di Uchi, il senso di desolazione e vuoto che vi era dentro. “Ho tradito la sua fiducia con quel bacio. Si sentirebbe ferito se lo scoprisse.”

Uchi deglutì a fatica, poi riuscì a guardare Kazuya negli occhi. “Ti ho già detto che è tutto dimenticato.”

Kazuya annuì. “Non ha avuto davvero alcun significato. “ [NdT: bastardo!]

“Così mi rendi tutto più difficile, Kamenashi.”

Kazuya guardò Uchi e per la prima volta realizzò che non si trattava solo di lui e Jin. Uchi era conivolto esattamente allo stesso modo.

“A differenza di te, un bacio significa qualche cosa per me. Non sono abituato a baciare qualcuno senza provare del sentimento verso di lui.” Uchi distolse lo sguardo.

Mordendosi le labbra. Kazuya abbassò la testa. Doveva essere sembrato proprio così. “Ti sbagli. Non bacio con leggerezza chi capita.”

“Perché allora hai baciato me? Dovevi aver notato che provavo qualche cosa per te, Kame.”

Kazuya annuì. “Me ne ero accorto, ecco perché ti ho baciato. Sei una persona gentile. Mi piaci.”

“Ma non ti piaccio nel modo in cui mi piaci tu, immagino”, disse Uchi.

Fu difficile, ma Kazuya si forzò ad annuire. “Perché sono innamorato di un’altro.”

“Se lo ami così tanto, non dovresti baciare qualcuno solo perché è gentile!, disse Uchi con freddezza. “Fa male.”

Kazuya sapeva che Uchi aveva perfettamente ragione. Era stato un grosso errore e non aveva nemmeno una spiegazione, una scusa per giustificarsi. “Perdonami.”

Uchi annuì, poi si girò verso la porta. “Non penso che tu possa amare quella persona così tanto, se sei stato in grado di dimenticarti di lui così facilmente. Pensaci sopra, Kame.”

Lasciò che Uchi se ne andasse, senza dire nulla. Senza dirgli che si sbagliava. Amava Jin; abbastanza da rimpiangere amaramente quello che era successo con Uchi. Abbastanza da vivere con la consapevolezza che aveva ferito Uchi profondamente.

La sua mente gli diceva di seguire Uchi e cercare di farlo stare meglio, cercare una riconciliazione. Era la sua natura; fare la cosa migliore per tutti. Ma il suo cuore gli disse che era meglio lasciare le cose come stavano; per il bene di Jin.

Per il bene del loro amore.

Kazuya non andò a casa direttamente.

Decise di fare qualche spesa al convenience store. Se Jin fosse rientrato più tardi, sarebbe stato contento di trovare Kazuya che cucinava per lui.

Non che lo avesse mai detto chiaramente, ma Kazuya sapeva che Jin trovava sexy che cucinasse per lui. Inoltre desiderava fare qualche cosa per Jin, dopo l’incontro con Uchi, che l’aveva fatto sentire di nuovo male.

Kazuya avrebbe voluto veramente riappacificarsi con Uchi, tornare al rapporto che avevano prima. Per come stavano le cose adesso, ci sarebbe sempre stato dell’imbarazzo fra loro.

Questo lo rendeva triste, perché Uchi gli piaceva davvero, ma la sua priorità era Jin, e se parlare con Uchi poteva anche lontanamente danneggiare la sua relazione con Jin, non aveva nessun dubbio: avrebbe agito contro il suo stesso istinto e il suo rimorso.

Si diresse verso la macchina, mise la spesa sul sedile del passeggero, e guidò fino all’appartamento di Jin.

Teneva le chiavi del suo appartamento nel portachiavi, insieme alla chiave della macchina, quella della sua casella postale e le chiavi della casa dei suoi genitori. Aveva anche due piccole chiavi per le gabbiette di Ran e Jelly.

La chiave dell’appartamento di Jin era nel suo portafoglio, in una tasca a parte; per essere sicuro che nessuno scoprisse che ne aveva una. Era legata a un piccolo portachiavi, con un ciondolo di buon augurio che proveniva dal tempio dove lui e Jin andavano ogni inizio anno. Jin l’aveva comprato per Kazuya. Era un talismano d’amore.

Kazuya sorrise guardandolo, il colore rosso intenso, il kanji di Amore inciso in oro.

Aveva funzionato piuttosto bene, pensò, mentre cercava di aprire la porta. Si accorse che era già aperta.

Entrò e mentre si toglieva le scarpe, appoggiò le borse della spesa a terra. “Jin, sei già tornato?”

Jin non venne alla porta per salutarlo, come al solito, ma si limitò a rispondere dal salotto. “Sì.”

Kazuya si tolse la giacca e si diresse verso il salotto con la spesa. “Sono tornato”, disse e sollevò le borse in aria. “Ho comprato qualche cosa da cucinare. Ti preparo il pollo fritto!”

Jin gli gettò un’occhiata. “L’ho già mangiato a pranzo.”

Solo ora, Kazuya si accorse che Jin non stava facendo nulla. Non stava leggendo, la TV e lo stereo erano spenti. Jin stava semplicemente seduto in silenzio.

“Tutto bene?”

“Perché? C’è qualche cosa che deve andare male?” disse Jin con un’occhiata interrogativa.

Kazuya scosse la testa e riuscì persino a sorridere. “Non rifiuti mai il pollo fritto. Mi pare strano.”

“Non ho fame.”

Dirigendosi verso la cucina, Kazuya scosse la testa. “Lo preparo lo stesso, altrimenti si rovina.”

“Fai pure”, disse Jin e rimase seduto dov’era.

Come poteva Kazuya comportarsi così? Non aveva nemmeno un pizzico di coscienza? Che pensava?

Jin era sempre più furioso.

Kazuya si comportava come se nulla fosse.

Lo seguì in cucina, e vide che Kazuya stava cucinando. “Com’è stato agli studi oggi?”

“Ah”, disse Kazuya e scrollò le spalle, gettandogli una rapida occhiata. “Sono stato semplicemente seduto, mi sono mostrato gentile e simpatico. Il solito.”

“Ti volevano ad ogni costo.”

“Eh?” Kazuya alzò gli occhi.

Jin scrollò le spalle. “Hanno rifiutato quando l’agenzia ha proposto che ci andassi io.”

Accigliandosi, Kazuya tagliò la carne in piccoli pezzetti. “Pensavo che me lo avessero proposto perché ero libero. Davvero, avrebbe potuto farlo chiunque.”

“Hm.” Jin incurvò leggermente le spalle. “In ogni caso, hanno scelto te ancora una volta. Non è fantastico?”

A questo punto, Kazuya smise di tagliare la carne e lo guardò. “Cosa c’è che non va adesso?”

“Niente, è tutto a posto.” [NdT: è forse per qualche cosa che ho detto? No. E’ forse per qualche cosa che ho fatto? No. E’ forse per qualche cosa che non ho fatto o detto, o che avrei potuto fare o dire in modo più attento alla tua sensibilità? Forse. ^____^]

Kazuya corrugò la fronte e mise via il coltello. “Davvero, Jin. Stiamo ancora parlando di questo? Non riesci proprio ad andare oltre?” Kazuya sospirò. “Volevi che rifiutassi, visto che mi avevi chiesto di aspettarti a casa?”

“Anche tu mi hai detto che avresti voluto che rifiutassi il mio ultimo lavoro, se non sbaglio.” Disse Jin senza guardare Kazuya.

“Oh, per favore, risparmiamelo!” Ora anche Kazuya si stava infuriando. “Sono stato semplicemente seduto in un live show sulla previdenza sociale, Jin; non mi sono spogliato e infilato in un letto con una modella sexy.”

“Solo questo?”

Kazuya sbattè gli occhi. “Non capisco che problema hai, davvero.”

Jin vagò per la cucina, aprendo il frigor per prendere una lattina di birra. “Non ti è successo niente altro oggi?”

“Di che cosa stai parlando?”

Jin aprì la lattina di birra con calma, sempre senza guardare Kazuya. [NdT: aiuto.] “Durante il pranzo, Ryo-chan ha ricevuto una telefonata da parte di Uchi.”

Grato di avere appoggiato il coltello prima, Kazuya cercò impedire alle sue mani di tremare. “Ah?” Cercò di sembrare tranquillo.

“Non vi siete incontrati agli studi?”

Kazuya era nel panico. Di che si trattava esattamente? Quanto sapeva Jin? Come avrebbe potuto saperlo? “Brevemente.”

Jin bevve un lungo sorso dalla lattina. “Non avete parlato?” [NdT: mi sembra un bel gattone che gioca con un piccolo e spaurito topino..]

Kazuya ricominciò a preparare la cena. Non voleva sembrare agitato. “No. Perchè?”

Jin guardava la schiena del più giovane. Tutte bugie, pensava, e questo pensiero gli spezzò il cuore. Kazuya era capace di mentirgli con naturalezza. “Ryo-chan ha detto che Uchi ha una grossa cotta per te.”

Si trattava di quello, pensò Kazuya rilassò le spalle, sollevato. Si girò verso Jin e sbattè gli palpebre. Jin era solamente geloso del fatto che qualcun altro si fosse innamorato di Kazuya. Avrebbe fatto in modo che Jin capisse che era solo suo. “Cosa?”

“Ha detto che Uchi ha una cotta per te.

Kazuya rise leggermente. “Davvero? Non l’h mai notato. Non credo sia vero.”

Guardando Kazuya che preparava la marinata per il pollo, Jin sollevò un sopracciglio. “E’ piuttosto sicuro. Uchi sembrava disperato al telefono.”

“Bene, se è vero, allora la prossima volta che lo vedrò, gli dirò che sono felicemente innamorato e che non posso corrispondere ai suoi sentimenti.” Kazuya cercò di sembrare divertito dalla piega che aveva preso la conversazione, come se fosse un argomento che non gli interessava minimamente. Si girò verso Jin con un sorriso, la ciotola in mano, mescolando la marinata.

Jin lo guardò, cercando di vedere oltre l’apparente calma e il sorriso adorabile. Faceva male, vedere che Kazuya era capace di essere così. “Oppure puoi baciarlo ancora, perché forse non sei poi così felicemente innamorato come dici di essere.”

La ciotola cadde per terra, rompendosi in piccoli pezzi e la salsa di sparse su tutto il pavimento.

Kazuya fissava Jin.

“E puoi anche scopartelo, al prossima volta che lo vedi.” Aggiunse Jin, girandosi e lasciando la stanza. [NdT: che botta..]

Kazuya sentì fermarglisi il respiro, il cuore che batteva furiosamente e le mani che ora tremavano incontrollabilmente.

Riuscì a proiettarsi in avanti, inciampando sui suoi stessi piedi e sporcandosi della salsa sul pavimento. Ignorando completamente la cosa, seguì Jin.

Jin era appoggiato alla grande finestra del salotto, ovviamente cercava di calmarsi e di riacquistare il suo self-control.

“Jin..”

“Ti sono mancato, hai detto”, disse Jin, senza girarsi. “Quanto stavi pensando a me mentre baciavi Uchi?

“Non è come pensi”, disse Kazuya, sapendo di suonare patetico. Ovviamente era esattamente come Jin pensava che fosse. Aveva baciato Uchi, aveva tradito i sentimenti di Jin. Più semplice di così.

“Allora com’è, Kazuya?” Jin si giro e guardò il più giovane negli occhi. “L’unica cosa che può fare la differenza è se adesso puoi guardarmi negli occhi e dirmi che è tutta una bugia e che tu non hai mai baciato Uchi. [NdT: io lo direi.]

Kazuya non riuscì ad alzare gli occhi. Si morse le labbra.

“Lo sapevo.” Jin lo guardava. “Niente può giustificarlo, Kazuya. Nemmeno il fatto che avessimo litigato.”

Kazuya non si mosse, non rispose.

“Perché litighiamo, io non smetto di amarti, Kazuya.” Jin non era abituato a dire quello che pensava o provava. Ma ora, tutti i dubbi e i pensieri che lo avevano assillato da quando Ryo gli aveva detto di Uchi, straripavano dalle sue labbra. “Solo perché abbiamo qualche problema e non siamo d’accordo su alcune cose nella nostra relazione, non mi sognerei mai di cercare qualcun altro, non appena non sei al mio fianco.”

“Non è stato così”, Kazuya sollevò la testa. Cercava di trattenere le lacrime; piangere sarebbe stato scorretto, Jin sarebbe crollato immediatamente. “Non ho colto un’occasione, approfittando del fatto che non eri lì.”

“Allora perché?”

Kazuya si morse le labbra. “Ero così arrabbiato con te e tu non chiamavi, e mi mancavi così tanto. Non potevo dormire e mi sentivo male.” Tutto sgorgava senza più difese. Tutte le motivazioni a cui aveva pensato così tanto in quell’ultima settimana, per giustificare le sue azioni. “Mi sono ubriacato, e mi ha fatto stare ancora peggio, e lui era gentile. Aveva una sguardo.. quello che tu non hai più.”

“Che non ho più?” Jin sollevò un sopracciglio. “Che sguardo?”

“D’amore”, bisbigliò Kazuya.

Jin rimase in silenzio. Non poteva credere a quello che Kazuya aveva detto. Poi annuì. “Pensi che io non ti ami più.”

“Molte cose sono cambiate fra di noi, e in quel momento avevo paura che tu non mi amassi più, e in qualche modo, lui era lì, gentile, rassicurante. Parlare con lui era così facile.”

Jin chiuse gli occhi, sentendosi male. “Hai fatto un confronto fra di noi.”

Kazuya voleva negarlo, ma non poteva. Aveva fatto un confronto.

“Hai fatto un confronto fra lui e me e io ho perso. Hai dubitato dei miei sentimenti per te e hai baciato un altro.” Jin fece un respiro profondo.

“Ultimamente vedi in me solo un rivale”, disse Kazuya guardandolo. “Non un amante. Fa male, Jin.”

“Grazie, anche il tuo modo di regolare il conto fa male a sufficienza.”

“Ho capito di avere commesso un errore, appena tu..” Kazuya si fermò, deglutendo [NdT: anche se non gli dici proprio tutto tutto va bene lo stesso..]

“Appena io?” Jin volle sapere.

La verità, pensò Kazuya, ora devo dire la verità. “Hai chiamato proprio mentre ci stavamo baciando. Ho capito che era un errore e mi sono sentito male.”

“Era un po’ tardi. Avresti dovuto sentirti male solo per aver pensato di baciarlo, Kazuya.”

Il più giovane lo guardo con occhi supplicanti. “Lo so, Jin, mi dispiace.”

Jin lo guardò con freeddezza. “Non cambia nulla.” Girò la testa. “Ne hai di fegato, per venire qui dopo aver baciato un altro uomo, dicendomi quanto ti ero mancato.”

“Quello che ho detto era la verità, Jin. Mi sei mancato; volevo stare con te.”

“Volevi solo metterti a posto la coscienza.”

Kazuya si morse le labbra, così forte da farsi male. Non sapeva come uscire da questo casino, come calmare Jin, rassicurarlo che non aveva voluto dire nulla. “Questo non è vero.”

Jin sbuffò. Mi hai tradito, hai tradito la mia fiducia e mi hai mentito, Kazuya. Credi ancora che io mi fidi delle tue parole?”

Gli occhi come ipnotizzati, le pupille dilatate, Kazuya fece un passo verso Jin, sapeva cosa l’altro stava per dire. “Non dire così, non farlo, Jin.”

“Non penso di poter stare con te, in questo modo”, disse Jin in un bisbiglio, sempre senza guardare Kazuya. “Non mi fido più di te.”

Kazuya scosse la testa, annullò la distanza fra di loro in un passo e afferrò le mani di Jin, fredde come le sue. “Jin, no. Non è quello che vuoi. Tu mi ami.”

“Probabilmente ti ho visto come un rivale, Kazuya, in questo hai ragione”, disse Jin lasciando che l’altro gli tenesse le mani. “Probabilmente è stato così. Per tanto tempo ti ho visto come mio amico. Sei stato il mio migliore amico.”

Kazuya stava in silenzio, scuotendo la testa.

“Ma prima di tutto, ti ho sempre visto come il mio amore, l’unico che amassi e che volessi proteggere e rendere felice.” Jin deglutì faticosamente, ritirando le mani da quelle di Kazuya. “Non vedo più questa persona, ora.”

Kazuya si strozzò, un singhiozzo gli scappò dalla gola e abbassò la testa. “Non farlo”, riuscì solo a ripetere.

Jin lo guardò, lottando contro il desiderio di abbracciarlo. Le lacrime di Kazuya lo avevano sempre reso debole, ma ora doveva resistere. “Ti lascio qualche minuto, ma vattene, quando ti sei calmato. Non voglio più trovarti qui.”

“Jin, non scherzare”, disse Kazuya, strofinandosi via le lacrime dal viso. “Lo sai che ti amo.”

Jin fece un passo indietro. “Non mi ami poi così tanto, Kazuya, se ti sei dimenticato di me così facilemente.”

Avendo già sentito quelle esatte parole da Uchi, Kazuya potè solo fissare Jin, mentre l’altro si girava ed entrava nella sua camera da letto, chiudendo la porta dietro di sé.

Kazuya rimase così per un po’, fissando il pavimento, le lacrime che scorrevano silenziose, poi crollò sulle ginocchia e pianse senza più ritegno, mentre i suoi singhiozzi riempivano il silenzio della stanza.

Ma Jin non tornò ad abbracciarlo e ad asciugare quelle lacrime.

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