Titolo: Can I sleep with you?
Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine
Genere: fluff, romantico
Rating: G
Avvertimenti: flashfic
Wordcount: 387 (
Fidipù)
Note: -
Len si lasciò cadere, rimbalzando leggermente sul materasso: le braccia e le gambe completamente stese e aperte, in modo tale da occupare più spazio possibile.
Era stanco, esausto.
Campagna pubblicitaria, prove, registrazione del nuovo singolo.
Sì, decisamente doveva dire qualche parolina al suo manager e fargli perdere quel viziaccio di riempirgli la giornata d’impegni.
E che cavolo, era un essere umano anche lui.
Sospirò, chiudendo gli occhi e ripiegando le braccia sotto la testa: non aveva neanche avuto tempo di vedere Rin. O di chiamarla.
Almeno per sapere come stava e come aveva passato la giornata.
Sbuffante si alzò, togliendosi i vestiti e indossando i pantaloni della tuta, che usava come pigiama: di certo non sarebbe andato a bussare alla porta della sorella a quell’ora, come minimo era già nel mondo dei sogni e lui preferiva non finire sotto un trattore, com’era successo l’ultima volta che aveva avuto la brillante idea di svegliarla.
Sospirando, per l’ennesima volta, ritornò sul letto e spense la luce, immergendo la stanza nel buio e nella quiete: riposo, assoluto riposo.
Nient’altro che…
Un lieve bussare lo distolse dai suoi idilliaci progetti: che fosse il suo manager? No, quell’uomo non poteva essere così sadico da avergli fatto credere di avere un po’ di riposo quando, invece, c’era ancora del lavoro da fare.
La porta si aprì e la testolina bionda di Rin fece capolino: «Sei tornato?» domandò, puntando gli occhi azzurro cielo sul fratello e aprendo maggiormente la porta.
Len sorrise, ringraziando qualcuno nell’alto dei cieli: «Poco fa» La gemella annuì con la testa, strusciando i piedi contro il pavimento, con fare imbarazzato: «Rin avevi bisogno di qualcosa?»
«Cosa? Oh no, volevo solo sapere se eri arrivato…»
«Rin» Len sospirò il nome della sorella, passandosi una mano fra i capelli e portandosi indietro la frangia bionda: «Ti conosco benissimo, cosa vuoi?»
«Posso dormire qui con te?»
Il ragazzo annuì, vedendo la gioia illuminare il volto della sorella che, saltellante, lo raggiunse nel letto, rannicchiandosi al suo fianco: «Grazie, Len» mormorò Rin, una volta che il gemello si fu disteso.
«So già che me ne pentirò» dichiarò il fratello, mentre l’altra, ridacchiando, si sistemava meglio e usava la sua spalla come cuscino: «Patti chiari, Rin, dammi un calcio mentre dormi ed io ti scaravento di sotto al letto»
«Scaraventami di sotto dal letto e io ti passo sopra con il trattore» dichiarò la biondina, sbadigliando, accoccolandosi ancor più vicina al fratello.