Unlimited Partnership by Rickey_a [3/3]

Oct 26, 2009 09:47

Harry e Draco s’incontrarono nel loro ufficio Lunedì mattina sul presto, prima di dirigersi ad Hogwarts. Gli elfi domestici avevano riportato tutti gli oggetti di Piton nel suo ufficio, così che potessero esaminarli. Niente sembrava fornire indizi sulla porta segreta.

Per diverse ore, provarono con vari metodi a individuare maledizioni e a spezzare incantesimi protettivi.
“Veramente io non penso sia una maledizione. Sembra più un qualche tipo di incantesimo di segretezza…” commentò Harry, dopo essere stato scagliato via per la terza volta quel giorno.

“Con quel tipo di forza respingente?”

“E’ di Piton che stiamo parlando.”

“Un punto a tuo favore.”

“Quello che non capisco è perché, se questa protezione permetteva solo a lui di entrare, funzioni ancora dopo la sua morte.”

“Forse non è morto?” suggerì Draco alzando un sopracciglio. “Nessuno ha trovato il corpo.”

Harry gli lanciò un’occhiataccia.

“Era solo un’idea.”

“E non pensi che in dieci anni si sarebbe fatto vivo?”

“Stavo solo offrendo una possibile soluzione al problema.”

Harry rise. “Sembri Hermione.”

“Meglio Hermione della Donnola.” rispose Draco senza cattiveria.

“Forse è ancora attivo per consentire ad un erede di attraversarlo. Hermione ha detto che ci avrebbe passato i file del Ministero oggi. Forse dovremmo tornare in ufficio e controllare. Non credo che arriveremo da nessuna parte, così.”

“Sono d’accordo.”

Tornati in ufficio passarono il pomeriggio ad esaminare quello che era un file scarno ed incompleto. Apparentemente, il Ministero non aveva trovato nessuna testimonianza di un erede nominato da Piton. Spinner’s End era stata setacciata dagli Auror alla ricerca di oggetti oscuri e poi era stata sigillata dal Ministero. Nessun erede si era mai fatto avanti.

“Suppongo che il prossimo passo logico sia dirigerci a Spinner’s End domani.” suggerì Draco.

“Sembra un buon piano.”

“Faremo meglio ad andare. Mi piacerebbe cambiarmi prima che Orion torni a casa.”

“Io vado bene così?” chiese Harry guardando il suo sciatto completo da lavoro.

“Quello che indossi va bene. Sono io che devo impressionare mia moglie.”

“Ex-moglie.”

“Sì, quella. Inoltre, ho bisogno di sembrare minaccioso al suo stallone italiano.”

“Non preoccuparti, sei abbondantemente minaccioso.” Scherzò Harry.

“Ridi pure di me, ma sappi che io considero tutto questo colpa tua.”

“Colpa mia?”

“Sì, li ho invitati a cena dopo tutte le tue chiacchiere sull’amore e le altre fesserie.”

“Il tuo cervello mi spaventa.”

“Beh, la tua magia spaventa me, quindi alla fine siamo pari.”

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Con passo deciso, Draco entrò nel salotto indossando un nuovo completo da ufficio, elegante e blu scuro.

“Wow, stai benissimo!” si complimentò Harry non appena lo vide.

Draco accennò una piroetta. “Tu credi?”

“Assolutamente.”

“Grazie. Non sia mai detto che non apprezzo la vuota adulazione.”

“Non vuota, Draco.”

Ma Draco non ebbe il tempo di rispondere all’osservazione, perché proprio allora Pansy uscì dal camino con Orion, immediatamente seguito da Fabrizio.

Orion corse tra le braccia aperte del padre. “Papi!”

Draco lo abbracciò stretto e gli baciò la testa. Dopo un tenero momento, Draco si alzò e lasciò che Pansy lo presentasse a Fabrizio. Si scambiarono un’impacciata stretta di mano.

“Pansy, conosci Harry Potter. Siamo soci in affari adesso.”

Harry e Pansy si scambiarono i convenevoli.

“Sì, ciao Harry. Ci siamo incontrati la scorsa estate.” disse Fabrizio, col suo pesante accento italiano.

Harry prese la sua mano. “Ah sì, ricordo.”

“Vi conoscete?” chiese Draco guardandoli stringersi la mano.

“Ho giocato per due anni nella squadra inglese del Campionato Internazionale Estivo.” spiegò Harry.

Draco fu teso durante la cena. Conversarono sul tempo e sul Quidditch in modo incredibilmente rigido. Fortunatamente, Orion li riempì di chiacchiere sugli eventi dei giorni passati dai nonni. Avevano fatto passeggiate a cavallo e picnic. Colse Draco un po’ di sorpresa il fatto che Fabrizio avesse portato Orion a fare un giro sulla sua scopa.

Ogni tanto, Harry faceva complimenti sul cibo o casuali riferimenti al loro business, cosa che rendeva Draco sempre più contento di averlo invitato.

Quando si fece tardi, Draco sorrise ad Orion e disse: “Perché non vai a metterti il pigiama? Poi verrò a rimboccarti le coperte.”

“Vorrei venire anch’io.” esordì Pansy.

“Certo, verremo tutti e due a leggerti una storia.”

Orion diede la buonanotte con un abbraccio sia a Fabrizio che a Harry e si diresse nella sua stanza. Draco scortò i due uomini nel salotto e versò ad entrambi un brandy da gustare, mentre lui e Pansy mettevano Orion a letto.

Nervosamente, Draco salì le lunghe e ampie scale con la sua ex-moglie. Quando furono in cima, lei si girò verso di lui con un’espressione illeggibile.

“Draco, Fabrizio e io abbiamo intenzione di sposarci.” dichiarò con un leggero tremito nella voce.

“Suppongo di doverti fare le mie congratulazioni.”

“Non ero sicura di come avresti reagito. Quando ci hai invitato a cena ho sperato che avresti potuto…”

“Perdonarti?”

Pansy prese un respiro profondo. “Mi dispiace per quello che ho detto al Profeta, Draco. Ero arrabbiata con te. Non che tu fossi esattamente innocente. Nonostante ciò, non avrei dovuto farlo.”

Draco annuì brevemente, facendole segno di continuare.

“Non sono la madre migliore del mondo, questo lo so. So anche che il posto di Orion è qui con te, ma gli voglio comunque bene. E’ mio figlio. Draco, non abbiamo sbagliato a voler Orion, ma abbiamo sbagliato a pensare di poter passare il resto della nostra vita in un matrimonio senza amore.”

“Non ti facevo romantica, Pansy.”

“Non c’entra il romanticismo. E’ la vita.”

“Ami quel manico di scopa italiano?”

“Sì, e lui ama me.”

“Allora sono felice per te.” disse Draco sinceramente, sporgendosi a baciarle la guancia.

“E io sono felice per te.”

“Per cosa?”

“Harry Potter.” disse con un sorriso malizioso.

“E’ il mio socio in affari,” rispose velocemente Draco. “Perché penseresti…?”

Pansy fece una risatina e rispose: “Perché? E’ bello, ricco, pieno di potere, il più famoso Mago d’Inghilterra ed è gay. Se c’è qualcuno migliore là fuori, dimmi chi.”

“Come fai a sapere che è gay?” chiese Draco, irritandosi sempre più ad ogni secondo che passava.

“Me l’ha detto Fabrizio quando abbiamo letto la vostra pubblicità sulla Gazzetta del Profeta. Sono abbonata.”

“Come lo sa?”

“Molti giocatori di Quidditch Internazionale sono gay. Tutti loro sanno chi è gay e chi non lo è.”

“Oh.”

“Non state insieme?”

“No.”

“Peccato.”

Dopo che ebbero messo Orion a letto, Pansy li salutò. Lei e Fabrizio dovevano prendere una Passaporta la mattina presto. Inghiottendo il suo orgoglio, Draco promise che sarebbero stati sempre i benvenuti al Manor e avrebbero sempre fatto parte della vita di Orion.

Appena se ne andarono, Draco si versò un bel bicchierino di brandy.

“Stai bene?” chiese Harry con tono caldo e premuroso.

“Sì, starò bene. Ne vuoi un altro?”

“Certo.” rispose Harry e gli porse il suo bicchiere vuoto.

Si sedettero insieme sul divano sorseggiando silenziosamente il brandy.

“Si sposeranno,” disse Draco rompendo il silenzio.

“E’ una buona cosa, no?”

“Suppongo. Abbiamo parlato, di sopra. Ha detto che sono innamorati.”

Harry annuì.

“L’ho perdonata.” dichiarò Draco facendo un lungo sospiro.

“Hai fatto bene, Draco. E’ una buona cosa per Orion ed è una buona cosa per te.”

“Suppongo di sì.” Draco fece un altro rumoroso sospiro e prese una lunga sorsata.

Anche Harry diede qualche sorso al suo brandy. “Scusa se sono fuori luogo, ma c’è una cosa che mi sono chiesto per tutta la sera.”

Draco era incuriosito. “E cosa potrebbe mai essere?”

Harry giocherellò con il suo bicchierino di brandy per un po’, prima di chiedere finalmente: “Tu e Pansy avete mai… hai presente?”

“Hai presente cosa?” Draco fece la sua migliore imitazione di Harry.

“Beh, Orion non è stato portato dalla cicogna.” disse Harry con aria imbarazzata.

Draco poteva sentire gli occhi di Harry su di sé. Sorrise e prese un’altra lunga sorsata prima di rispondere: “Tre volte. Due al solo scopo di concepire Orion - e ti assicuro che fu strettamente per dovere e non per piacere. La terza volta, accadde qualche anno dopo la nascita di Orion. Era Capodanno ed eravamo ubriachi. Diciamo solo che la mattina seguente abbiamo deciso che non l’avremmo mai rifatto e di non parlarne più.”

Il sorriso che Harry diede a Draco gli sciolse il cuore. “Tu, mai?” domandò Draco ad Harry, “Con una donna?”

“No. Beh, quasi…” rispose Harry, con le guance rosse dall’imbarazzo.

“Ginny Weasley?” chiese Draco con cautela.

“Sì.”

“Come ha preso la notizia?”

“Rimase ferita all’inizio, ma diventammo buoni amici dopo un po’.” Gli occhi di Harry sembrarono piuttosto addolorati al ricordo.

Finirono i loro drink e Draco accompagnò Harry alla porta.

“Grazie per essere venuto stasera.” disse Draco; i due stettero a guardarsi a disagio l’un l’altro.

“Figurati. Ci vediamo domani mattina in ufficio. Possiamo dirigerci a Spinner’s End da lì.”

“Non sarò lì prima delle dieci. Ho detto a Orion che passerò un po’ di tempo con lui in mattinata.”

“Per me va bene. Così posso rimanere a letto di più.” Harry si sporse goffamente e baciò Draco sulla guancia. Il suo respiro era caldo contro la pelle di Draco mentre sussurrava: “Buonanotte.”

Sulla porta, Draco rimase paralizzato dalla confusione mentre Harry si ritrasse e si Smaterializzò.

“Non era un appuntamento!” gridò Draco all’aria notturna.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Mentre Draco se ne stava sdraiato a letto, quella notte si ritrovò a pensare ad Harry; la sensazione della sua magia; la morbida linea del suo collo… Mentre si accarezzava distrattamente attraverso il pigiama, Draco si sorprese a scoprire quanto fosse eccitato. Sospirò e provò ad immaginare più o meno uno qualsiasi della dozzina di bei ragazzi che aveva rimorchiato negli anni passati. Inevitabilmente, la sua mente deviava tornando ad Harry, all’odore di brandy del suo respiro, al suo calore mentre si sporgeva e lo baciava sulla guancia, al luccichio nei suoi occhi verdi mentre si ritraeva… Draco tirò giù i pantaloni del pigiama e si masturbò freneticamente. Si stimolò i testicoli e si ficcò un dito tra le natiche. Venne subito e di brutto. Dopo un veloce Gratta e Netta, imprecò: “Harry Potter del cazzo!” In pochi minuti si addormentò.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Draco si Materializzò nell’ufficio alle dieci precise.

“Buongiorno.” lo accolse Harry calorosamente.

“Buongiorno.”

“Come sta Orion?”

“Sta una meraviglia. Anche se è stato via solo per pochi giorni, ho davvero sentito la sua mancanza.” Draco guardò Harry annuire e riempirsi la bocca con uno Zuccotto di Zucca. “Come puoi mangiare quella roba?”

“Non lo so. Credo che, siccome non ho mai mangiato dolci quando ero piccolo, sto rimediando adesso.”

“Se io mangiassi quanto te, le cuciture dei miei pantaloni esploderebbero.”

“Nessuno ti ha detto di indossare pantaloni così stretti sotto la veste.”

“Tieni la tua mente lontana dai miei pantaloni,” lo ammonì Draco. “Dovremmo andare.”

“Okay.” rispose Harry con un sorrisetto accondiscendente.

Trovarono che il cottage di Piton a Spinner’s End era in uno stato abbastanza malridotto. Le finestre erano sigillate con delle assi e uno spesso strato di polvere ricopriva ogni cosa.

L’odore di muffa era forte e non c’era segno che qualcosa fosse stato toccato in dieci anni. Attraversarono con calma la casa, frugando e piazzando vari incantesimi rivelatori. Dopo diverse ore uscirono e si sedettero sui gradini all’entrata per prendere una boccata d’aria fresca.

“Non credo che arriveremo da nessuna parte, così.” disse Draco suonando sconfitto.

“Già, non ho visto un singolo segno di qualcosa che potrebbe essere una chiave.”

“Hai detto chiave. Perché hai detto chiave?” chiese Draco voltandosi a guardare in viso Harry.

“Non lo so. Solo che sembra che al muro di Hogwarts serva più un incantesimo sbloccante che qualunque spezzamaledizioni.”

Draco sedeva, pacificamente immerso nei suoi pensieri.

“Draco, cosa c’è?”

“Non può essere…” sussurrò più a se stesso che a Harry.

“Cosa?”

“Per tutto questo tempo ho pensato a incantesimi, maledizioni, magie protettive…”

“Cosa?” urlò Harry nel tentativo di ottenere l’attenzione di Draco.

“Vediamoci al Maniero.” ordinò Draco, poi si Smaterializzò.

Harry trovò Draco nello studio, mentre frugava freneticamente nei cassetti della scrivania.

“Cosa cerchi?” chiese Harry.

“Aha! Questo!” Draco porse a Harry un pezzo di pergamena stropicciata. “Poco dopo che venni a stare a Grimmauld Place, Piton mi mandò questo. Lupin me lo consegnò a mano. Probabilmente fu l’ultima sua notizia che qualcuno ebbe prima che…”

Harry srotolò la pergamena e la tenne in modo che entrambi potessero leggerla.

Draco,

Non posso dirti molto, tranne forse il fatto che mi hai dimostrato di non essere più un ragazzino, ma un uomo. I ragazzini si adeguano alle circostanze, mentre gli uomini compiono proprie scelte Tu hai fatto la tua, e io sono felice di essere vissuto abbastanza per vederla. Non so cosa mi porterà il viaggio che ho davanti, ma il sentiero è difficile, l’Accettazione è la chiave. Io ho il mio percorso da seguire, e sono in pace con la mia coscienza.

Ti auguro buon viaggio,

Severus Piton

Quando Harry ebbe finito di leggere chiese: “Cosa credi che sia?”

“L’Accettazione è la chiave. Accettazione è maiuscolo.” Draco lo indicò sulla pagina.

“Può essere tanto semplice?”

“C’è un unico modo per scoprirlo.”

Mezz’ora dopo erano di nuovo nelle Segrete. Draco puntò nervosamente la bacchetta contro il muro di pietra. Prese un respiro profondo e disse: “Accettazione.”

Harry guardò negli occhi Draco e inarcò un sopracciglio inquisitorio.

“Scusa…” mormorò Draco. “Hai un’idea migliore?”

“Già. Poggia la mano contro il muro.”

Esitante, Draco tese il braccio e mise il suo palmo contro la fredda pietra. Sentiva la magia pulsargli contro la pelle. Si voltò a guardare Harry per sapere come procedere.

“Accetta l’eredità. Sei il suo legittimo erede.”

Draco diede un altro respiro profondo prima di chiudere gli occhi e disse: “Accetto.”

Un attimo dopo, Draco poteva sentire la magia trasformarsi e muoversi sotto i suoi polpastrelli. Non sentiva più la fredda parete di pietra. Quando aprì gli occhi, nel muro era incisa una porticina. Guardò ancora Harry cercando un po’ d’incoraggiamento. Harry sorrise e gli rivolse un breve cenno.

Draco entrò in quella che era una stanza molto piccola. Percepiva Harry in piedi alle sue spalle. La stanza aveva un tavolinetto e alcuni scaffali allineati contro il muro. C’erano parecchi libri e pile di pergamene. Un piccolo set di fiale era poggiato su uno degli scaffali. Draco e Harry iniziarono a inventariarne il contenuto.

“Ci sono pozioni e note per incantesimi d’ogni genere,” disse Draco sfogliando uno dei numerosi libri, più simili a diari. “Cosa pensi che siano queste?” chiese Draco indicando le fiale.

Harry ne prese una dallo scaffale e notò il liquido argenteo che la riempiva. “Credo siano ricordi. Puoi usare un Pensatoio per vederli."

Draco deglutì sonoramente all’idea. Continuarono a rovistare tra i libri e le carte sul tavolo.

Harry diede un lungo fischio e passò a Draco un mazzetto di pergamene. “Questi sembrano i suoi appunti sui lavori che faceva per l’Ordine.”

Draco sedette sul pavimento e iniziò a leggere diverse pagine.

“Dobby!” chiamò Harry.

Draco alzò gli occhi per un istante quando Dobby apparve con un ‘crac’, ma riportò la sua attenzione sulla pagina che stava leggendo.

“Harry Potter, che onore vederla, signore!” disse Dobby con la sua solita benevolenza verso Harry.

“Ciao Dobby. Per favore, chiederesti alla Preside McGranitt di raggiungerci qui? Dille che Draco e io abbiamo aperto la camera sigillata di Piton.”

“Qualunque cosa per lei, signor Harry Potter, signore.” Dobby schioccò le dita e sparì.

Quindici minuti dopo, la McGranitt apparve e la aggiornarono sul fatto che Draco fosse l’erede di Piton. Lei scorse brevemente le note che descrivevano il lavoro da spia di Piton. “Dobbiamo prestare molta attenzione a queste. Potrebbero riabilitare il suo nome.”

“Può mandare un gufo a Hermione?” chiese Harry alla McGranitt. Harry incrociò lo sguardo di Draco. “Lei saprà cosa fare.”

Annuirono tutti, concordi.

Draco e Harry passarono le quattro ore seguenti a scartabellare tra i segreti di Piton. Quando ebbero gli occhi stanchi e lo stomaco che ruggiva, Harry chiese a Dobby di radunare qualche altro elfo domestico e imballare tutti gli oggetti di Piton per portarli al Malfoy Manor. Draco restò aggrappato alle lettere di Piton. Hermione mandò loro un gufo per avvisarli che sarebbe andata a trovarli in ufficio il mattino seguente.

Draco invitò Harry a cena alla villa. Orion si unì a loro e riempì la serata di chiacchiere spensierate, ma Draco sentiva solo un gran peso scivolargli via dall’anima.

Dopo che Orion fu andato a letto, Draco versò due bicchieroni di brandy e insieme si spostarono nello studio, dove gli elfi domestici avevano depositato tutte le cose di Piton.

Draco passò le mani sui libri e disse a Harry: “Non c’è una lettera per me. Non so perché, ma mi aspettavo un qualche messaggio, una specie di spiegazione…”

Harry gli rispose: “Nonostante tutto, Piton era un uomo intelligente; se Voldemort fosse riuscito ad accedervi - chissà come - ha fatto in modo che tu non fossi direttamente collegato”.

“Ha senso, credo.” Draco si fermò un momento, poi guardò direttamente Harry e chiese: “Ma perché io? Davvero non ci arrivo.”

“Hai fatto una scelta e hai scelto la parte giusta. Piton non aveva eredi, ma non voleva lasciare il suo lavoro a un mucchio di Grifondoro, né che lo reclamassero i Mangiamorte. Probabilmente ha pensato che tu fossi il più simile a lui, che saresti andato avanti in un modo che avrebbe approvato.”

“Sei assolutamente impossibile!” abbaiò Draco ad Harry.

“Perché?” domandò Harry.

“Perché?” chiese Draco incredulo.

“Sì, perché?”

“Perché il novantanove per cento delle volte sei completamente stupido e terribilmente sprovveduto, poi ogni tanto tiri fuori qualche impossibile prodezza magica oppure dici qualcosa che mi attraversa dritto per dritto e squarcia la fibra del mio essere. In poche parole, mi fai impazzire!”

“Vieni qui.” disse Harry con un luccichio negli occhi.

“Perché?” chiese Draco sospettoso.

Harry sorrise appena, con gli occhi che trafiggevano la coscienza di Draco. “Voglio baciarti.” affermò semplicemente.

“Ah! Pensi che ti basti chiedere e…” Draco ribattè, per poi essere interrotto a forza da una schiacciante trazione magica. “Cosa?”

Con sguardo fisso e determinato, Harry aveva puntato la bacchetta su Draco, che fu trascinato impotente attraverso la stanza e nelle sue braccia, in attesa. Harry attirò Draco contro il suo corpo e lo baciò. All’inizio, il bacio era morbido e inquisitorio, ma presto Harry aprì la bocca e domandò complicità. Draco socchiuse le labbra e permise a Harry un varco sicuro. Il bacio si trasformò in qualcosa di più lungo e persistente e fece cedere le ginocchia di Draco. Harry lo sorresse fermamente e prolungò il bacio fino al limite massimo che i due potessero reggere senza respirare.

“Dannazione!” sussurrò Draco col respiro pesante. “Stai guadagnando punti.”

Piegando la testa, Harry sorrise e si chinò di nuovo a baciare Draco. Stavolta Harry usò le braccia per accarezzare il corpo di Draco che ricambiò il gesto. Sentirono il formicolio della Smaterializzazione e poi furono nella camera da letto di Draco.

“Bella mossa.” disse Harry guardandosi intorno.

“Sei troppo facile da impressionare.” rispose Draco e poi trascinò Harry in un altro lungo bacio.

“Forse, ma solo forse,” disse Harry sussurrando tra i baci “il motivo per cui ti faccio impazzire è che…” Harry baciò il collo di Draco “…sei disperatamente…”

“Non dirlo.” disse Draco con gli occhi chiusi e il collo disteso per permettere ad Harry un accesso migliore.

“…innamorato di me.” sussurrò Harry nell’orecchio di Draco.

“Ah, questa è solo la naturale progressione logica della nostra società di magia.” affermò Draco con tono imprenditoriale.

“Credo che questo sia il massimo che posso ottenere, per ora.” disse Harry inginocchiandosi a tirare via la fibbia della cinta di Draco.

“Stai…ah!” gemette Draco mentre Harry gli strofinava un lato del viso contro il cavallo dei pantaloni “…vaneggiando come al solito.”

Ma Draco non ebbe il tempo di contemplare lo stato psicologico di Harry, perché un attimo dopo i suoi pantaloni furono sbottonati e tirati giù alle caviglie, assieme alle mutande, dai denti di Harry.

“Voglio succhiartelo.” gemette Harry.

“Adesso ho completamente perso il conto del tuo punteggio.” disse Draco, cercando disperatamente un po’ di contegno. Fu tutto invano nel momento in cui sentì Harry ingoiarlo. Draco emise un forte gemito. Quando Harry gli infilò delicatamente un dito in culo, Draco realizzò che non sarebbe durato ancora molto.

“Harry!” gridò Draco, e venne con un brivido violento.

Strofinandosi la bocca, Harry si alzò in piedi con un ghigno che andava da un orecchio all’altro.

“Sarai soddisfatto, eh?” ansimò Draco.

Harry annuì e condusse Draco verso il letto. Si sfilarono a vicenda i vestiti di dosso, un pezzo alla volta, finché non furono sdraiati nudi l’uno di fianco all’altro.

Draco tracciò la debole curva del fianco di Harry con la mano, prima di sporgersi a reclamare le sue labbra in un bacio. Lasciò la sua mano vagare fino al cazzo duro di Harry. Il lamento di Harry rinnovò anche l’interesse del cazzo di Draco. Continuarono a baciarsi mentre Draco li prendeva entrambi in mano e iniziava ad accarezzarli assieme. Prendendo Draco per le spalle, Harry se lo tirò più vicino.

Sentendo la tensione crescere nel cazzo di Harry, Draco lo lasciò andare e lo baciò lungo il collo e fino al petto. Si fece strada con la lingua fino al centro del suo torace e si fermò sul cazzo di Harry con un ghigno diabolico.

“Provochi?” sussurrò Harry.

“Volevo solo essere sicuro che fossi pronto.” disse Draco, prendendo il comando.

“Oh?”

Draco prese tutta la lunghezza di Harry in bocca e iniziò a succhiare con fervore mentre strofinava la base dell’asta e i testicoli di Harry.

“Oh!”

Non ci volle molto perché Draco portasse Harry a un orgasmo urlante. Harry non domandò nemmeno se potesse restare per la notte. Semplicemente, si tirò vicino Draco e gli si accoccolò addosso. Harry si addormentò per primo. Mentre Draco ascoltava il ritmo regolare del respiro di Harry, non poté evitare di chiedersi come avesse potuto vivere un’intera vita senza. Non aveva avuto idea di quello che si stava perdendo. L’intimità del loro sesso era intensa come l’intimità della loro magia.

Il mattino dopo, Harry si svegliò trovando Draco seduto allo scrittoio. Harry si stiracchiò e lo raggiunse.

“E’ difficile scrivere con te che incombi così.” lo ammonì piano Draco, mentre continuava a scribacchiare con la penna.

Harry lo baciò sulla guancia e chiese: “Che stai scrivendo?”

“Una nota di ringraziamento per Pansy.”

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Tre settimane dopo, Draco era a letto e, sovrappensiero, passava le dita tra i capelli scompigliati di Harry.

“Pensi che potresti mai innamorarti di me?” chiese Harry interrompendo il delicato momento post-coitale.

Draco ridacchiò piano e poi rispose: “L’ho già fatto, stupida checca.”

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Tre mesi dopo, Harry si trasferì nella villa, poco prima che portassero Orion in Italia al matrimonio di Pansy.

Draco concesse a Harry una stanza in cui ficcare “tutta la sua robaccia Babbana.”

Avevano completato con successo l’intera lista di casi concordati col Ministero ed erano stati ingaggiati privatamente per un’altra mezza dozzina.

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Tre anni dopo… beh, questa è un’altra storia.

Fine

progetto dt, fiction: unlimited partnership, traduttore:hedwig, autore: rickey_a, traduttore: seraphine_lu

Previous post Next post
Up