Titolo: So (...so?)
Autore:
kimbnr Personaggi: Inghilterra, Canada (ex-gesuita random (OC))
Pairing: nessuno
Genere: generale, storico
Rating: G
Note: Vagamente parte di
Ma Chanson; Inghilterra ha conquistato il Canada, ma ora... che se ne fa? (Ovvero di come, dopo la conquista, la Chiesa cattolica si pose come migliore rappresentante della comunità
(
Read more... )
Fandom: Axis Powers Hetalia
Citazione: “Canada fece qualche timido passo in avanti”
Personaggi: un po' tutte le Nazioni, Canada in particolare
Pairing: nessuno
Genere: silly
Rating: G
Note: tripla drabble. Oggi sono iniziate le Olimpiadi Invernali di Vancouver e mi è venuto in mente che potevo usarle come pretesto per scrivere di Canada.
Quel giorno, la consueta riunione tra le Nazioni si teneva sulle piste da sci di Vancouver. Nessuno sapeva chi avesse deciso di tenere una conferenza mondiale in un posto del genere ma, a parte Giappone che stava gelando per il freddo, nessuno ebbe da ridire.
America, abbigliamento tecnico con i colori della bandiera, ciarlava da solo sulle sue grandi doti atletiche che coprivano ogni disciplina sportiva, mentre Cina gli ricordava che alle ultime Olimpiadi i suoi aveva superato gli americani per numero di medaglie d'oro. Svezia e Norvegia erano già sugli sci, perfettamente a loro agio, Finlandia aveva tirato fuori la slitta e accompagnava Francia, Germania, Italia del Nord e Italia del Sud verso lo chalet, dove Spagna ed Inghilterra litigavano sulle bevande da preparare: tè o caffè? Incurante di loro, Belgio distribuiva gustose praline di cioccolato alle Nazioni già sedute sulle panche di legno, davanti al fuoco.
In un angolo, dimenticata da tutti, ma sorridente e soddisfatta, una Nazione osservava l’arrivo dei suoi colleghi; quando furono tutti, Canada fece qualche timido passo in avanti e si schiarì la voce.
- Salve a tutti amici! Welcome to Vancouver 2010! Bienvenue à Vancouver 2010!
- Chi ha parlato? - chiese guardingo Svizzera.
- Non vedo nessuno, aru - disse Cina guardandosi intorno, presto imitato da tutti gli altri.
- Tu che dici, Angleterre, uno dei tuoi amici invisibili? - sfotté Francia, che finì per essere quasi strangolato da Inghilterra.
- Perché, qualcuno ha parlato?- sbottò tronfio America.
- Forse l’abominevole uomo delle nevi - scherzò Russia, con la solita flemma.
Il sorriso di Canada non si spense: era abituato ad essere invisibile, ma quell’anno le Olimpiadi invernali si sarebbero tenute a Vancouver, per una volta si sarebbe parlato di lui e magari c’era la speranza che i ragazzi dell’hockey rimandassero a casa Russia e America con le pive nel sacco!
per i commenti qui
Reply
Citazione: In un angolo, dimenticata da tutti
Personaggi: Liechtenstein, Ungheria (Elizaveta Hèdervàry)
Pairing: Ungheria/Liechtenstein
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Note: 1. Scritta per Drabble Tree.
2. Partecipa a FiumiDiParole.
3. Per commenti My Sweet Fairytale
4. Sequel di Remember
Non mangiava da giorni.
Era pallida e debole, ferita nel corpo come nell’animo, ma ancora continuava a rifiutare il cibo e la compagnia di Ungheria che, ostinata, continuava a raggiungerla ad ogni pasto - e anche durante il resto della giornata.
Provava a parlarle, a farla magiare e a convincerla a confidarsi... ma Liechtenstein non parlava, le uniche parole che le rivolgeva erano piatti e preoccupanti: “ Vai via...”, talvolta accompagnati da delle scuse per la mancanza di rispetto.
Liechtenstein non era ancora pronta a parlare, sul suo corpo sentiva ancora il dolore e le violente mani di Prussia e, al solo pensiero di aprire bocca, forti conati di vomito la assalivano. Ungheria però, non si arrendeva, accettava di essere allontanata e anche le scuse, ma non la lasciava mai sola.
Era successo qualcosa che aveva spento la voglia di vivere della sua amica - la piccola e dolce Liechtenstein sempre luminosa e piena di vitalità - e lei voleva saperlo, voleva aiutarla... non sopportava di vederla in quello stato.
Non l’avrebbe lasciata sola, in un angolo, dimenticata da tutti.
“ Vuoi parlare?”
“ No. Va via... e ti prego... scusami.”
Ungheria sospirò e, lasciando la cena vicino all’altra si alzò.
“ Torno più tardi...”, le carezzò la testa, con dolcezza, sentendola tremare. “ Prova a mangiare.”
Liechtenstein non rispose ma Ungheria, mentre apriva la porta per lasciare la stanza, fu certa di sentire un flebile: “ Grazie.”, abbandonare le sue labbra.
Forse, non era tutto perduto.
Reply
Citazione: “Vuoi parlare?” “No”
Personaggi: Vietnam, Russia (Ivan Braginski)
Pairing: Russia/Vietnam
Genere: Slice of Life, Introspettivo, Storico
Rating: Verde
Note:
1. Partecipa al Flash Contest “la Festa della Donna” indetto dall'Axis Powers Hetalia Shipping Community
2. Ambientata dopo la Guerra dell'Indocina, quando il Vietnam del Nord, sotto la guida di Ho Chi Min, divenne un paese comunista nell'orbita dell'Unione Sovietica
Commenti qui
Era successo tutto troppo in fretta -la guerra, Francia che cercava di invaderla, l'indipendenza e la suddivisione del suo paese in due metà- e senza nemmeno accorgersene si era ritrovata Russia in casa. Tutti dovevano diventare tutt'uno con lui, e Vietnam non faceva nessuna eccezione.
Ma nonostante la presenza della Russia per casa Vietnam continuava ad ignorarlo con maestria, causando una lieve irritazione del biondo.
Era sicuramente colpa di Yao se la ragazza aveva nei suoi confronti quel comportamento ostile.
“Vietnam, vuoi parlare?!” domandò seccato a cena, dopo che Vietnam, sempre in rigoroso silenzio gli aveva preparato la cena.
“No” rispose lei tranquillamente, ma ciò fece sorridere il russo “Finalmente sento la tua voce”
“Russia, sarò sincera, io non ti voglio in casa mia!” “Nessuno ha mai osato respingermi sai? Infatti ora viviamo tutti nell'Unione Sovietica. Sarebbe molto carino se ci venissi anche tu!” “Io non sono come il trio tremolante che ti porti appresso” ridacchiò la vietnamita divertita, con un tono freddo nella voce argentina. “Lo so, sei molto più cattiva!” ribattè l'altro con un tono infantilmente imbronciato, ma dentro stava ribollendo di rabbia, nessuno si poteva permettere di contraddirlo.
Erano molto simili Vietnam e Russia, entrambi all'apparenza e all'occorrenza erano persone tranquille, ma quando si arrabbiavano si mostravano per ciò che erano veramente.
E forse era per questo che era attratto da lei, e avrebbe fatto di tutto per farsi piacere. “Non verrò mai a casa tua, Russia” concluse con un sorriso che rallegrò appena il cuore freddo di Ivan. Finalmente era riuscito a comunicarle, un piccolo passo per diventare tutt'uno con lei
Reply
Fandom: Axis Powers Hetalia
Citazione: "ciarlava da solo"
Personaggi: Germania, Italia
Pairing: nessuno
Genere: idiozia, vagamente angst
Rating: PG
Note: Il gioco che organizza Italia è il Rodolet (al link trovate anche una foto dell'"arena"): l'idea è lasciare rotolare l'uovo giù per la rampa e colpire le uova degli altri giocatori, per poi portarsele a casa; Germania invece ha in mente l'Ostereiertitschen (ovvero una sorta di gara a chi rompe prima l'uovo avversario) e un gioco che consiste nel far rotolare il più velocemente possibile l'uovo giù per una rampa (info).
Originale a: Ima no Kimochi
“Vedi, Germania, ve~” disse Italia, in piedi di fianco a quella specie di arena fatta di... Argilla, probabilmente, e mostrandogliela col braccio, come se una costruzione del genere in mezzo ad una sala non saltasse immediatamente agli occhi.
“E' molto semplice...” continuò la Nazione, posando a terra il cesto che aveva portato da casa e inginocchiandosi sul pavimento sporco. Interrompendosi di nuovo e quindi non spiegandogli in realtà niente, Italia estrasse dal cestino un uovo colorato, porgendoglielo.
Germania, prendendolo con cura, riconobbe subito la mano precisa dell'altra Nazione nelle linee delicate che decoravano l'uovo, in un groviglio simile a rovi, punteggiate di fiori e sovrapposte a sfumature realizzate con maestria, come ci si poteva aspettare da Italia. Un piccolo capolavoro, essenzialmente, realizzato su un semplice uovo.
La Nazione riportò la propria attenzione sull'altro, che ancora ciarlava da solo.
“...E si cerca di colpire le altre uova. Chi centra più uova, vince. E' semplice, Germania, ve~”
Germania annuì, avendo capito a sufficienza:
“Abbiamo dei giochi simili, a casa mia.”
Italia batté le mani e le tese poi verso di lui, per farsi restituire la piccola opera d'arte:
“Benissimo! Allora comincio io!” esclamò, lasciando rotolare l'uovo lungo la rampa e nell'arena. “Siccome sono il primo, non ci sono altre uova da colpire!” aggiunse, ridendo.
Germania annuì pazientemente e si chinò, mentre Italia gli porgeva un secondo uovo decorato; prese quindi la mira con cura e lo scagliò contro quello dell'altra Nazione. Con un rumore secco, le due uova collisero, rompendosi.
“Ah.” esclamò Germania, sorpreso che si fossero danneggiate così facilmente.
“Eeeeeeh!” urlò Italia, sconvolto. “Germania, cosa hai fatto! Dovevi farlo rotolare, non lanciarlo!”
La Nazione scoppiò a piangere rumorosamente, disperato per la perdita delle sue preziose uova.
Incerto su come porre rimedio al danno, Germania non si mosse; si chiese però perché Italia continuasse ad affidargli cose preziose, quando lui puntualmente le distruggeva.
Reply
Fandom: Axis Powers Hetalia
Citazione: "ciarlava da solo"
Personaggi: America, Francia (Inghilterra)
Pairing: America/Inghilterra
Genere: idiozia, vagamente angst
Rating: PG
Note: E' una sorta di Keepers of the Gloom incontra Soliloque e Aspettando, qualche tempo più tardi. ^^' Titolo dalla canzone "The Rain Song" dei Led Zeppelin.
Originale a: Ima no Kimochi
“A volte me lo chiedo pure io, a dire il vero...” biascicò America, appoggiato al bancone, con gli occhi socchiusi e la faccia rossa, senza più la forza di agitare nell'aria la birra per sottolineare quello che stava dicendo. “Passi il the, su quello c'ho messo una pietra sopra... E qui pezzi di carbone che ci mangia insieme... Passi quella stupida cosa che fa nei prati con le mazze e ha il coraggio di chiamare sport... Anche volendo ignorare le allucinazioni perpetue che chiama amici... Ma l'ora d'aria veramente non la capisco!” esclamò, tornando ad infervorarsi improvvisamente e sbattendo la birra sul bancone. “Non potevo trovarmi uno meno inglese, che diavolo?!”
“L'ora... d'aria?” ripeté Francia, appoggiando il meno sulla mano, con malcelato interesse; in tutti gli anni in cui aveva frequentato Inghilterra, non gli era mai capitato di sentire parlare di una cosa del genere.
“Sì!” urlò America, attirando più di uno sguardo dagli altri clienti del locale. “Perché diavolo esce di casa da solo e mi lascia lì davanti alla TV? Non è divertente! No, no e no.”
Francia appoggiò il proprio bicchiere alle labbra, pensieroso; poi, mentre l'altro ancora ciarlava da solo, con un gesto secco lo svuotò, sorridendo fra sé.
Reply
Citazione: Non è divertente
Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Inghilterra (Arthur Kirkland)
Pairing: Francia/Inghilterra
Genere: Introspettivo, Comico
Rating: Verde
Note: Per commenti My Sweet Fairytale
Aveva provato a trattenere le risate, ci aveva tentato ma aveva fallito miseramente. Non poteva fare a meno di sorridere - d’accordo: era ridere, in realtà - dinnanzi alla principesca visione di Inghilterra.
“ Il rosa... ti dona.”, commentò sghignazzando, osservando come il femminile abito rosa e bianco, da classica principessa delle favole, fasciava il corpo chiaramente maschile dell’inglese.
“ Sta zitto! Non è divertente!”
“ Non lo è per te... ma per me...”, ribatté Francia ghignando e lasciando in sospeso il resto della frase. Con pochi passi si avvicinò all’altra Nazione, girandogli attorno con fare critico e curioso, soffermandosi solo per potergli palpare senza alcuna vergogna il sedere - facendo fare un mezzo salto all’altro.
“ Smettila!”, gracchiò Inghilterra, provando ad allontanarsi per evitare altri spiacevoli incontri con le mani del francese, cosa che non passava proprio nella testa dell’altro, che lo afferrò con decisione per poterlo poi stringere a sé con dolcezza.
“ Ho vinto la scommessa. E devi restare vestito in questo modo a farmi compagnia.”, gli ricordò, donandogli un leggero bacio sul collo.
“ Non... non è divertente.”, ripeté Inghilterra, socchiudendo gli occhi nel sentire le labbra dell’altro su di lui.
“ Si risolve facilmente: insieme possiamo rendere questo momento molto più interessante.”
Reply
Citazione: No, no e no
Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Inghilterra (Arthur Kirkland)
Pairing: Francia/Inghilterra
Genere: Introspettivo, Erotico
Rating: Arancione
Note: Per commenti My Sweet Fairytale
Nel vocabolario di Francia non esistevano le negazioni e, scioccamente, Inghilterra cercava sempre di insegnargli il significato del: “ No.”.
Questo perché era sempre lui il soggetto di quell’ignoranza, e nonostante tutto l’impegno che ci metteva nel fargli entrare in testa quella semplice nozione, finiva sempre per fallire.
La tipica situazione nella quale si trovava, partiva con le classiche avances della rana, e quando l’inglese dichiarava un secco e deciso: “ Non voglio andare a letto con te.”, la Nazione francese finiva sempre per infilargli le mani dentro i pantaloni, sorridergli malizioso e rispondergli con un: “ Perché dici ‘no’ quando sei così eccitato?”
Quando gli gridava: “ Non sono eccitato.”, l’altro rispondeva con un furbo: “ Verifico e ti dico.”, facendo finire Inghilterra disteso o appoggiato da qualche parte non ben precisata, con i calzoni arrotolati sulle caviglie e la bocca di quella rana su quella che non era assolutamente un’erezione.
Iniziava quindi a lamentarsi - e a gemere, anche se non l’avrebbe ammesso -, emettendo una veloce sequela di: “ No, no e no!”, che alle orecchie del francese suonavano sicuramente come dei: “ Sì, sì... oh sì.”, e mentre i suoi versi diventavano sul serio simili a quelli, Inghilterra non poté fare a meno di pensare che, come ogni volta, per quel giorno poteva anche evitare di insegnare a Francia il significato della parola: “ No.”
Reply
Citazione: Le allucinazioni perpetue che chiama amici
Personaggi: Inghilterra (Arthur Kirkland), Hong Kong [Cit. America]
Pairing: //
Genere: Fluff, comico(?)
Rating: Verde
Note: Commenti qui <3 http://panda-stuck.livejournal.com/21846.html#cutid1
Inghilterra sbuffava seccato e innervosito ogni volta che America lo prendeva in giro perchè parlava da solo, con quelle sue allucinazioni che Arthur chiamava amici. Ma non era così, lui aveva davvero al suo fianco elfi, unicorni e fatine, ma solo lui li vedeva. Non era un problema, finchè sapeva che a casa anche Hong Kong vedeva quelle creature.
La sua colonia cinese era l'unica che vedesse gli unicorni al suo fianco, e li accarezzava sorridendo giocando allegramente con loro facendo felice anche l'inglese. Finalmente qualcuno lo capiva e pensava che Hong Kong fosse un fratellino più tenero di quanto non lo fosse mai stato America, che non vedeva fate e orchi.
“Arthur! Guarda qua!” lo chiamò un giorno Hong Kong allegramente. Accanto a lui c'era un enorme dragone bianco simile ad un cavallo -o meglio, ad uno dei suoi unicorni, visto un enorme corno in mezzo alla fronte- che si strusciava teneramente sul bambino orientale rubandogli una risata argentina e lasciando l'inglese e il suo unicorno scioccati.
Inghilterra da quel giorno decise che era meglio far smettere al cinese di giocare con le sue creature, o avrebbe tirato fuori un dragone ancora più spaventoso e magari anche sputa fiamme.
Reply
Leave a comment