[RPF] Calcioniere, ovvero Rime sparse
Titolo: Calcioniere, ovvero Rime Sparse
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: I. Marco Borriello/Daniele De Rossi; II. Xabi Alonso(/Steven Gerrard); III. Francesco Totti, Daniele De Rossi(/Marco Borriello), Gattuso
Rating: PG14
Conteggio Parole: 233 (fidipu)
Avvertimenti: CRACK.
Note: La storia di questi tre sonetti è molto semplice: stavo ripassando per l'esame di letteratura italiana e Ispirazione m'ha colpita nel momento peggiore. Uno scambio di sms con perlinha (♥) ha fatto il resto del danno, e la settimana a Madrid ha aggiunto altri due robi.
- Dante non se la prenderà se gli ho maltrattato un po' di rime, perché tutto ciò è fatto in grande autoironia, per il LOL, e niente più. Ah, no, sì: anche per l'InaspettataFest di dietrolequinte. XD
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ Calcioniere.
Tanto bonazzo e tanto nudo pare,
lo Sborri mio quand’egli altrui sorrida,
ch’ogn’ om gli correrebbe la corrida,
e li occhi non la smetton di guardare.
Quello si va, sentendosi palpare,
fieramente di nudità vestuto,
e par che sia vision, sogno venuto
da cielo in terra a cazzi risvegliare.
Mostrasi sì placente a chi lo mira
che dà pel volto una durezza al pene
che evitar non sa neanche Daniele.
E par che da sue labbia venga un miele
che sciogliesi di fretta nelle vene
e va dicendo a la mutanda: Tira.
Sopra lo stadio che più forte canta
passa ’l sospiro ch’esce dal tuo core:
divisa blanca nova, che dolore
doverla metter su, e noia tanta.
Oramai giunto là dove millanta
il ciel, e ancor si tinge di candore,
dimentico di gioia, amore, onore,
l’anima tua ad ogni calcio è franta.
Nostalgia, saudade rossa, amore stanco,
il nome suo nol sai, ma dentro gli occhi
ne porti chiaro ’l segno, e sulle spalle
un brindisi di nebbia e d’oro a fiocchi
stretti stretti; soffocherai nel bianco,
e ancora solo cammini sulla calle.
Daniè, i’ vorrei che tu, Rino e io
fossimo presi, pe’ ’n incartamento
e messi su ’no yacht, ch’ad ogni vento
per Ostia andasse, al voler vostro e mio;
sicché poi senza manco un cigolio
si veleggiasse senza impedimento,
anzi, cazzeggiando sempre con talento,
di non tornare mai ci venisse ’l disìo.
La mia Ilariuccia e la sua Monica poi
le ’ntratterrebbe ’l nostro ventidue,
o meglio, er tuo, ch’a me nun m’aregge
de tenello, tipo colle scorregge,
ma a te davero piace, ’orcoddue,
perciò statte zitto e portalo co’ noi.
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: I. Marco Borriello/Daniele De Rossi; II. Xabi Alonso(/Steven Gerrard); III. Francesco Totti, Daniele De Rossi(/Marco Borriello), Gattuso
Rating: PG14
Conteggio Parole: 233 (fidipu)
Avvertimenti: CRACK.
Note: La storia di questi tre sonetti è molto semplice: stavo ripassando per l'esame di letteratura italiana e Ispirazione m'ha colpita nel momento peggiore. Uno scambio di sms con perlinha (♥) ha fatto il resto del danno, e la settimana a Madrid ha aggiunto altri due robi.
- Dante non se la prenderà se gli ho maltrattato un po' di rime, perché tutto ciò è fatto in grande autoironia, per il LOL, e niente più. Ah, no, sì: anche per l'InaspettataFest di dietrolequinte. XD
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ Calcioniere.
Tanto bonazzo e tanto nudo pare,
lo Sborri mio quand’egli altrui sorrida,
ch’ogn’ om gli correrebbe la corrida,
e li occhi non la smetton di guardare.
Quello si va, sentendosi palpare,
fieramente di nudità vestuto,
e par che sia vision, sogno venuto
da cielo in terra a cazzi risvegliare.
Mostrasi sì placente a chi lo mira
che dà pel volto una durezza al pene
che evitar non sa neanche Daniele.
E par che da sue labbia venga un miele
che sciogliesi di fretta nelle vene
e va dicendo a la mutanda: Tira.
Sopra lo stadio che più forte canta
passa ’l sospiro ch’esce dal tuo core:
divisa blanca nova, che dolore
doverla metter su, e noia tanta.
Oramai giunto là dove millanta
il ciel, e ancor si tinge di candore,
dimentico di gioia, amore, onore,
l’anima tua ad ogni calcio è franta.
Nostalgia, saudade rossa, amore stanco,
il nome suo nol sai, ma dentro gli occhi
ne porti chiaro ’l segno, e sulle spalle
un brindisi di nebbia e d’oro a fiocchi
stretti stretti; soffocherai nel bianco,
e ancora solo cammini sulla calle.
Daniè, i’ vorrei che tu, Rino e io
fossimo presi, pe’ ’n incartamento
e messi su ’no yacht, ch’ad ogni vento
per Ostia andasse, al voler vostro e mio;
sicché poi senza manco un cigolio
si veleggiasse senza impedimento,
anzi, cazzeggiando sempre con talento,
di non tornare mai ci venisse ’l disìo.
La mia Ilariuccia e la sua Monica poi
le ’ntratterrebbe ’l nostro ventidue,
o meglio, er tuo, ch’a me nun m’aregge
de tenello, tipo colle scorregge,
ma a te davero piace, ’orcoddue,
perciò statte zitto e portalo co’ noi.