Titolo: Is there life in waiting for you?
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: Diego Milito/Thiago Motta, soooorpresa, nominée Deki, Matrix, Javi
Rating: PG14
Conteggio parole: 933 (
fidipu)
Note: Perdonami la scemenza che ti regalo, Def, meriteresti ben di meglio, ma buon compleanno ♥ *lo ricopre di casatielli* *tossisce via*
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ Is there life
in waiting for you?
Lo lasci andare. Senti la sua mancanza come uno sentirebbe la mancanza di una mano, di una gamba, eppure lo lasci andare, perché pensi che non sarebbe giusto, che le dita si riattaccano e gli oggetti te li tieni addosso con la forza, ma le persone no, non te le puoi infilare in tasca. Lo lasci andare, perché pensi che dovrebbe essere lui a voler restare, e che se non vuole, allora non ne vale la pena. Lo lasci andare, perché in fondo speri sempre che Diego si ravveda, che decida di tornare.
Lo capisci che abbia voluto un po’ di respiro, per carità, e per i primi due, tre giorni, ha fatto bene anche a te. Ne hai avuto abbastanza, poi, molto in fretta, ma non è che puoi corrergli dietro e implorarlo di riprenderti, proprio non puoi; e quindi lo guardi, ogni giorno un po’ più da lontano, e ti senti pieno e pesante per troppi pensieri, troppe voglie che ti si bloccano dentro. Troppi dubbi. Ti puoi avvicinare, o è ancora presto? Puoi andare da lui, invadere il suo campo visivo, magari toccargli lievemente un piede mentre fa le flessioni e poi metterti a correre con il vostro ritmo, che è sempre uguale da anni, sempre lui, solo vostro? Hai ancora il diritto di farti guardare da lui? E se i suoi occhi, nel frattempo, fossero un po’ cambiati, quel poco che basterebbe a farti cadere a pezzi?
«Dovresti trattarti un po’ meglio,» ti dice Deki, mentre si allaccia una scarpa accanto a te che te ne stai ad impigrire un po’ sul prato, sotto il sole, e non la smetti di fissare la schiena di Diego dall’altra parte del campo.
Neppure gli rispondi, distratto, ma non è che non hai sentito, non è che non hai capito. Lo sai per davvero, che non è una situazione che meriti. Lo sai per davvero, che ti lasci schiacciare da troppe paure e troppe incertezze, perché basterebbe che ti avvicinassi. Ma non vuoi, perché l’hai fatto già così tante volte che ti sei un po’ stancato, e hai bisogno di sapere che anche lui tiene a te, almeno un pochino di quanto tu tieni a lui. Non può sempre essere una cosa a senso unico, l’hai imparato nel peggiore dei modi, scottandoti tanto, tantissimo.
E quello che non riesci a capire, e che tutti quanti invece vedono chiaro come se fosse il sole, come se fossero i suoi occhi, è che forse Diego non vale la tua salute, la tua pace interiore. Forse Diego, come tutti chiunque altro, dovresti lasciarlo andare e basta, e se poi da te non ci torna, beh, non sarà poi una così grande tragedia.
Non te ne vuoi convincere, non ci vuoi neppure pensare perché lo sai che non è vero, lo sai che è Diego, per la miseria, Diego, Diego ne vale, ne varrà sempre la pena. Pure tra dieci anni sarà sempre una tragedia, se Diego non ti vorrà. Diego è Diego, perciò quando Deki con la bocca ti dice dovresti trattarti un po’ meglio e i suoi occhi intendono permettimi di darti una mano, quando Marco ti prende un po’ a calci e ridendo ti fa ma la pianti di sbrodolarti addosso? Che non c’è mica solo lui al mondo, non capisco il problema, e quando Javi ti guarda con la fronte aggrottata e sembra che non sappia proprio come consolarti e che la cosa lo distrugga, a te viene voglia di sbuffare un sorriso, puoi fare solo quello, e ricominci a guardare la schiena dritta di Diego, aspettando che si volti, e che torni da te.
Succederà. Diego se ne accorgerà, prima o poi, che c’è un buchetto, dentro di lui, che ha bisogno di te per sentirsi a posto, completo. Se ne accorgerà. E tu starai ancora aspettando, perché è questo che puoi fare. Lo aspetti, in silenzio e da lontano perché non sarebbe da te fargli casino tutto attorno, farlo impazzire e magari prenderlo per sfinimento. Non è così che te lo vuoi riprendere, vuoi che ritorni, e credere che tornerà, e vuoi aspettarlo.
Potresti aspettarlo in eterno, potresti davvero, questa è la cosa che più ti spaventa e al contempo ti piace. Potresti aspettarlo in eterno, perché è Diego, e non ti aspetti che qualcuno capisca, perché tu stesso puoi solo dire, è Diego. È Diego, e vale tutte le paure del mondo, tutta la solitudine dell’attesa. È Diego, aspettarlo va bene.
E, per la verità, qualcuno che ti capisce c’è; qualcuno che, come te, più di Diego non vuole. Le dita di Thiago sono un po’ callose ma gentili mentre ti si stringono attorno, e lui ti tira su lentamente, guardandoti con quell’espressione un po’ triste, un po’ rassegnata e un po’ impaziente che ha addosso quasi da un anno. Ti si rigira tra le mani, distratto, e lo sai che sta guardando Diego anche lui, che sta pensando, anche lui, che lo aspetterà per tutto il tempo necessario, solo perché è Diego.
Ti lascia cadere, d’improvviso, e precipiti per mezzo metro e poi Thiago ti calcia lontano; disegni una parabola perfetta, in su verso il cielo azzurrissimo, ed è come tuffarsi negli occhi di Diego. T’infili precisamente nell’angolo più alto della porta, la rete si tende e ti trattiene dando fiato ad un sospiro che ti tenevi dentro da secoli, e poi sei di nuovo sull’erba, e rotoli via giusto un po’, per riuscire a vedere Diego, al di là del palo bianco, che un po’ guarda te e un po’ guarda Thiago, e per un attimo sembra voglia andargli incontro, ma poi decide di no.