[Il Garofano Rosso] Sì, piove, sicuro (Alessio/Tarquinio)

Dec 21, 2008 12:34

titolo Sì, piove, sicuro
fandom Il garofano Rosso (E. Vittorini)
personaggi Alessio Mainardi, Tarquinio Masseo
pairing Alessio/Tarquinio
rating G
conteggio parole 441 (W)
disclaimer Non mi appartengono, non esistono, non ci guadagno.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.


~ Sì, piove, sicuro.

Le ciminiere chiamano pioggia, stasera.

Alessio, immobile sul minuscolo balconcino della pensione, chiude gli occhi e gli pare di sentire già il rumore dell’acqua picchiettargli gentilmente sui timpani. Tra le dita callose di studente, che ogni giorno di più gli ricordano quelle dello zio Costantino, ha una sigaretta, che pian pianino diventa cenere, bellamente ignorata dalla sua bocca imbronciata.

“Alessio,” chiama, pigra, la voce di Tarquinio, da dentro, dal letto del tripolino, e da quella voce Alessio capisce che Tarquinio è sdraiato, languidamente nudo fino alla cintola, le gambe accavallate, il braccio sinistro penzoloni, una sigaretta spenta serrata nel pugno.

I turchi sono su qualche spiaggia lontana ad ammazzarsi di risate, e Alessio avrebbe dovuto andar con loro, a godersi un po’ di libertà e a tornare ragazzo, lontano da donne e garofani; Tarquinio, però, è comparso sulla soglia della pensione, proprio mentre loro si avviavano, e a quegli occhi Alessio non ha saputo negare nulla.

“Alessio,” chiama di nuovo Tarquinio, ora a voce più alta, “che, piove, stanotte?”

“Sì,” risponde Alessio, finalmente voltandosi, evitando che lo sguardo cada sull’amico, “sì, piove, sicuro.”

Tarquinio lo scruta in silenzio, sondandogli il cuore.

Alessio trema sotto quegli occhi indagatori, e pure si ostina a lasciarsi ammaliare dalle intricate decorazioni dello specchio nuovo, che la signora Rosmunda ha sistemato in un angolo proprio questa mattina. Sebbene non lo stia guardando direttamente, però, non gli sfugge che Tarquinio si è sollevato dal letto e gli viene lentamente incontro.

Alessio trattiene il respiro e si morde le labbra.

Tarquinio lo raggiunge e gli afferra il viso tra le mani.

“Alessio,” mormora, “che, piove, stanotte?”

“Sì,” soffia Alessio, fissando gli occhi sul mento sottile di Tarquinio, che storce la bocca in un sorriso. “Sì, piove, sicuro.”

“Allora, è meglio se torni dentro.”

Alessio chiude gli occhi, annuendo impercettibilmente.

Le mani di Tarquinio rimangono a bruciargli le guance, grandi e morbide, la presa decisa e terribile. Alessio è preso da un prepotente bisogno di piangere, perché gli sembra che queste siano le mani di un uomo. Si aggrappa allora ai polsi di Tarquinio, strizzando gli occhi e tormentandosi la lingua coi denti. Se piangesse, ora, Tarquinio riderebbe di lui, come gli adulti ridono delle sciocche e capricciose lacrime dei bambini, e Alessio non potrebbe sopportarlo.

Odia che Tarquinio voglia crescere. Gli si mozza il fiato, al pensiero che il suo prezioso amico possa allontanarsi da lui. Morirebbe, pur di non sentire questo dolore sordo attanagliargli lo stomaco ogni volta che il suo prezioso Tarquinio sorride a una donna.

“Alessio,” chiama Tarquinio, e c’è un sorriso, in quel nome, “vieni dentro, vieni con me, e non vergognarti di piangere.”
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} 2008, il garofano rosso: tarquinio masseo, il garofano rosso, il garofano rosso: alessio mainardi, › ita

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