[Gossip Girl] Pater Noster (Chuck/Blair)

Jan 20, 2009 03:34

titolo Pater Noster
beta namidayume
fandom Gossip Girl
personaggi Blair Waldorf, Chuck Bass
pairing Blair/Chuck
rating R
conteggio parole 1512 (W)
prompt incenso @ fanfic_italia
note NO. NO. NO. *corre in tondo urlando*
timeline post 1x07 / pre 1x08
disclaimer Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.

~ Pater Noster.

Blair non ha mai capito perché le chiese profumino sempre d’incenso, così tanto da darle la nausea. Forse i pastori credono che l’odore aiuti a raggiungere l’estasi mistica, ma lei lo trova solo maledettamente irritante.
Si agita, irrequieta, sulla panca, poi sospira e intreccia le dita con decisione.

Padre nostro, che sei nei cieli.

Venire qui è stata una pessima idea. Incenso a parte, è proprio l’atmosfera a non esserle congeniale, anzi, è praticamente controproducente.
Accidenti al silenzio. In questo momento, è esattamente l’ultima cosa di cui ha bisogno. Le serve gente, le serve il chiacchiericcio di migliaia di persone stipate in un’unica, grande sala. Le servono luci soffuse, un drink alla pesca e un bel maschietto con cui flirtare innocentemente.
È in una chiesa, inginocchiata come una scema su una panca di legno, di fronte ad una brutta scultura di un uomo in agonia, con gli occhi semichiusi e circondata dal nulla: come si può pretendere che non pensi a quello che è successo?
A quello che lui, il Bastardo, ha fatto. All’impensabile disastro che ha osato causare, e tutto per colpa della sua totale mancanza di autocontrollo.
La verità è che qualcuno dovrebbe chiudere Chuck in quella cazzo di suite, e buttare via la chiave. È un pericolo pubblico, ecco!

Sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà.

Non è una cosa particolarmente carina da pensare, ma Blair va d’accordo con la carineria solo raramente, e oggi non siamo affatto in vena di miracoli.
Blair si morde le labbra, pregando silenziosamente che qualcuno cominci a far casino.
Lei ha un enorme problema con il silenzio: se nessuno parla, se nessuno la distrae, il suo cervello comincia a carburare e sforna pensieri, il che, ovviamente, è molto sconveniente.
Soprattutto perché, al momento, il suo corpo ancora risente del sesso di ieri sera.
Gesù.
La sua verginità è andata. Strappata via. Per sempre. Da Chuck.
Gesù.
Quest’arma proprio non doveva concedergliela. La ricatterà a vita, ora.

Come in cielo, così in terra.

Inevitabilmente - e accidenti a chiunque abbia dotato Chuck Bass di doti amatorie tanto sublimi, scusa, Dio, ma ci voleva -, Blair torna a pensare a stanotte.
Non si era mai accorta, prima, di quanto i sedili di una limousine possano essere scomodi. Strane le cose che noti mentre fai sesso con il migliore amico del tuo ex ragazzo, davvero.
È certa di avere, sulla schiena, i segni lasciati dalle cuciture dei sedili. Colpa di Chuck che insisteva a spingerla in giù e non ha capito che era lei ad avere il coltello dalla parte del manico, la sigaretta dalla parte del filtro, lo stereo dalla parte della manopola del volume e il flute dalla parte dello stelo.
La verità è che Chuck Bass è bravo soltanto a illudersi.
E a far sesso, aggiunge una vocina totalmente inopportuna che Blair identifica come l’ultimo brandello di onestà con sé stessa che abbia mai posseduto. D’accordo, forse ieri sera è stato divertente, eccitante e meraviglioso, ma in fondo Blair non ha altri termini di paragone, perciò non può pronunciarsi davvero, riguardo le doti di Bass.

E dacci oggi il nostro pane quotidiano.

Quello che più la preoccupa, comunque, è il non riuscire a togliersi dalla testa l’immagine di Chuck sopra di lei. Sente ancora le mani di lui strette intorno alle cosce, oppure accarezzarle con tocchi quasi impalpabili il seno, la schiena, le guance.
Chuck è stato orribilmente carino. Gentile. Dolce. E una vagonata di altri aggettivi che normalmente non assoceresti mai a lui, nemmeno per sbaglio.
Chuck l’ha toccata con delicatezza. L’ha baciata quasi con reverenza, tenendo il suo viso tra le mani, e ha diligentemente domandato il permesso di intrufolare la lingua tra le sue labbra. È stato aggressivo quel tanto che basta, e poi un cumulo di dolcezze. Blair si aspettava un assalto violento e improbabilmente invadente, e invece lui ha superato ogni previsione.
Dio, le ha persino chiesto se era perfettamente certa di volerlo fare. Se non sono smancerie queste.

E rimetti a noi i nostri debiti.

Probabilmente c’è qualcosa che non va, sia in lui che in lei. Andiamo, non è normale non riuscire a smettere di pensare al suo respiro profumato di assenzio che si scioglie tra i tuoi capelli. Non è normale continuare a ripassare mentalmente tutte le sue carezze. I brividi. I gemiti.
Dio, la verità è che i gemiti di Chuck Bass dovrebbero essere banditi dal mondo civile seduta stante. Quei brevi ansiti che Blair non vuole mai più udire in vita propria danno una definizione tutta nuova del termine osceno.
È incredibile, davvero.
E non è normale eccitarsi al solo ricordo del suo corpo caldo e dei suoi fianchi magri e delle sue mani morbide e della sua lingua umida: sei in chiesa, Blair, sei in chiesa, sei in chiesa, sei in chiesa. Senti il silenzio? Ricordi l’incenso? Sei in chiesa. Non è il posto adatto.
Ma, da che il mondo è mondo, non c’è santo che tenga: Chuck Bass entra di prepotenza nella tua testa, infischiandosene di bussare, chiedere permesso o cose altrettanto triviali. Maledizione, lui è Chuck Bass!
Blair lo maledice sottovoce, poi avvampa, si guarda freneticamente in giro, sospira, sollevata, quando si accorge che nessuno si è accorto del suo breve viaggio nel mondo della blasfemia. Mentalmente, augura a Chuck Bass tutto il male del mondo, e torna a concentrarsi sulla preghiera.

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

È stato un errore, un enorme, eccitante errore.
Anche se solo un bacio le ha scatenato una rivoluzione ormonale che con Nate non ha mai provato. Anche se solo prendere la sua mano e lasciare che lui la toccasse è stato cosmico. Anche se solo i suoi occhi di predatore l’hanno fatta tremare e gemere, travolta da un’ondata di piacere. Anche se solo sentire le sue labbra succhiare e baciare è stato oh, Dio.
Blair si morde la lingua, cercando di non pensare all’inaspettata morbidezza della bocca di Chuck, al sorriso meraviglioso che le ha dedicato, mentre si chinava tra le sue gambe. Strizza gli occhi fino a vedere fuochi d’artificio colorati esploderle dietro le palpebre, cercando di sovrastare così l’immagine di Chuck che si sbottona i pantaloni, Chuck che si sfila i pantaloni, Chuck che gioca con il suo ombelico, Chuck che si lascia spingere sul sedile della limousine, Chuck che sogghigna quando lei inarca la schiena, colta alla sprovvista da una mano svergognata, seppellita tra le sue cosce.

E non ci indurre in tentazione.

…Chuck che mormora sillabe sconnesse mentre dondola i fianchi e cerca di fare più piano che può e contemporaneamente sorregge Blair con un braccio, evitando ad entrambi di andare a spalmarsi per terra. Chuck che bacia, morde, ansima, e tutto per rimanere padrone di sé, per non perdere il controllo. Chuck, stupido ingenuo, che crede di poter stabilire qualcosa, di poter dirigere l’amplesso. Chuck che è un idiota integrale, perché non ha ancora capito di avere a che fare con una maestra, se non più brava di lui, certamente più persuasiva.
Perché è stato un errore, è vero.
È stato eccitante, ma sbagliato, stupido e irrazionale.
E i gemiti di Chuck e i movimenti del bacino di Chuck e il petto di Chuck e la gola di Chuck e l’orgasmo di Chuck dovrebbero essere abrogati per legge, certamente.
Ma è stata Blair a volerlo, Blair a bramarlo con ogni cellula del proprio corpo, con ogni centimetro della propria morbidissima pelle, con ogni goccia del proprio stilosissimo sangue non blu, ma quasi. È successo solo perché lei ha voluto vendicarsi, sentirsi meglio, Vincere, e finalmente perderla, quella Verginità ormai pesante come un macigno.
È soltanto sua la colpa del disastro cosmico etichettato col nome di Aver Fatto Sesso con Chuck Bass. Lui ha nascosto il viso tra i suoi boccoli profumati perché lei gliel’ha permesso. Lui ha ansimato, tremato, sogghignato, sudato e sospirato solo e soltanto perché lei, Blair Waldorf e nessun’altra ha deciso che sì, era il caso di concedergli un po’ di svago.
E adesso, nel silenzio più opprimente, immersa nel nauseante odore di incenso che, davvero, comincia a diventare disturbante, Blair si rende conto di provare Rimorso. Tolta di mezzo l’eccitazione latente, la cinica soddisfazione, la gloria dorata e lucente, le rimane, nel profondo del petto, un grumo nero di rimorso e vergogna per quello che ha fatto, e capisce che è stato questo ad averla condotta qui.
Il pentimento.
Sembra ridicolo - Blair Waldorf che si pente di qualcosa? Eppure è indiscutibilmente così, il suo sesto senso non sbaglia. Non è esattamente lieta di aver avuto un così intimo tête-a-tête con quell’imbroglione, bastardo bugiardo. Probabilmente sono stati gli eventi a travolgerla, e a traviare la sua capacità di giudizio.
Dev’essere andata così.

Ma liberaci dal male.

È certamente merito, o meglio, colpa e responsabilità di quell’inutile cumulo di testosterone e cravatte costose che risponde al nome di Chuck Bass, e che Blair, in questo momento, vorrebbe solo e soltanto poter grattare via dalla propria vita, come farebbe con un’unghia finta appiccicata male da qualche estetista incompetente.

Amen.

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