Titolo: I'm sure you opened the door, or maybe I did
Fandom: The Hangover (Una notte da leoni)
Personaggi/Pairing: Phil/Doug
Rating: R
Conteggio Parole: 995 (
fidipu)
Avvertimenti: slash, PWP
Prompt: Ricatto @
Cow-T 2, come al solito su
maridichallenge.
- in mezz'ora @
p0rnfest #5 di
fanfic_italia.
Note: Insomnia magistra porni.
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ I'm sure you opened the door, or maybe I did.
Non è che tu possa dire di no - o di sì, - quando la mano di Phil sulla tua nuca ti spinge in avanti, verso di lui, verso la sua bocca, verso il suo bacio caldo e umido e affamato e quasi troppo frettoloso. Il problema, tuttavia, non è la sua lingua che si preme di prepotenza tra le tue labbra, e non è neppure il fatto che Phil non ti chieda nessunissima specie di permesso prima d’infilare le mani sotto la tua camicia e premertisi addosso tutto quanto, dal collo al bassoventre.
Il problema è che, se pure ti lasciasse parlare, tu non è che riusciresti a dire niente di giusto; non è che riusciresti a dirgli di no, a ricordargli che tra due giorni ti sposi, che Tracy è la donna della tua vita, e che Phil e Alan potrebbero entrare da un momento all’altro e vedervi e che e che e che non va bene e dovrebbe smetterla di toccarti in quel modo. Il problema è che i suoi baci, il suo corpo, le sue dita calde sulla tua pelle ancora più calda sono i termini tentatori di un ricatto al quale hai già ceduto così tante volte che non la contempli più, la possibilità di rifiutarti.
Phil lo sa, e forse è intrappolato esattamente quanto te dalla semplicità con cui può affondare il viso contro il tuo collo e morderti e trovare un odore che conosce, un odore che sa di buono e di pulito e che gli manda un brivido - sempre destabilizzante e intenso come quella prima, primissima volta, - direttamente in mezzo alle gambe. Phil lo sa, che non gli sai e non gli vuoi resistere, e accenna a lasciarti un succhiotto su una clavicola, per un istante, perché neanche a quello ti opporresti - anche se è una follia, e t’immagini se Tracy lo vedesse? Se ti trovasse addosso i segni della bocca di qualcun altro - della bocca di Phil, Dio, - magari proprio durante la prima notte di nozze? Dio, Dio, Dio, t’immagini?
Phil ti guarda, e da come sorride sulla tua pelle capisci che state pensando la stessa cosa. Sbuffi, allora, e gli stropicci i capelli. Lui ride, ti prende per i fianchi e praticamente di peso ti lancia sul letto enorme e morbidissimo a due passi da lì, e ti sembra di poter sprofondare tutto nel materasso quando Phil ti gattona addosso, ti bacia, sempre con troppo entusiasmo.
«Ci rimangono sì e no venti minuti,» mormora, divertito, sulle tue labbra. Tu ti sei aggrappato ai suoi capelli, te ne rendi conto con un momento di ritardo, per schiacciartelo addosso ancora di più. Neanche arrossisci più, e soltanto allunghi il collo per dargli ancora un bacio, breve e quasi casto. Sorridi.
«Non è certo colpa mia,» dici, perché è stato lui a dire sceglietevi una stanza, cambiatevi, ci rivediamo tra mezz’ora, quando avrebbe potuto dire un’ora o due o tre e darti - darvi - il tempo di fare le cose perbene.
Phil ride, segue di bacio in bacio il profilo del tuo viso e poi il collo e tu chiudi gli occhi, contento, e più lo senti scendere e più inarchi la schiena e lui pure ti viene incontro, spingendo in giù i fianchi. Probabilmente ti fa saltar via un paio di bottoni della camicia, mentre tenta di liberartene, ma non riesci a preoccuparti - t’inventerai un incidente qualsiasi, te li farai ricucire da Stu, non è importante, - e poi Phil ti tira giù i jeans e i boxer insieme e ti senti magnificamente libero, soddisfatto, anche solo di potertene stare sdraiato e mezzo nudo.
«Oh, ehilà,» sogghigna Phil, furbo, e ti accarezza tra le gambe, con gentilezza, in punta di dita. «Mi ricordo di te.»
E poi si china sul tuo sesso e la prima cosa che fa è leccarlo pianissimo per tutta la sua lunghezza, ed è un contatto così inaspettato e fantastico che Dio solo sa come ti trattieni dal tirare un urlo assordante. Poi Phil ti prende in bocca completamente, - Dio santo, Tracy non ci ha mai nemmeno provato, - e gli occhi ti rotolano un po’ all’indietro per il piacere limpido e denso che ti si incolla addosso.
Deve spingerti giù i fianchi con entrambe le mani per contenerne gli scatti sorpresi e frenetici, ma dopo un po’ che ti mordi il dorso di una mano e che lui sta lì e la sua bocca si stringe attorno alla tua erezione come se fosse la cosa più bella del mondo, ecco, dopo un po’ lui trova un ritmo per cui si sente tranquillo e ti lascia andare; una mano la usa per spingerti in su una coscia, allargandoti ancora le gambe, e l’altra la stringe sul tuo sesso, risalendo, con le labbra, finché non succhia nient’altro che la punta.
«Phil,» mormori, senza fiato, e lui si sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ti guarda, e mentre ti guarda si scosta, e con la punta della lingua ti tocca ancora e per quanto sia imbarazzante tanto ti basta per non vederci più e venire con un lamento vergognoso e la sua risata divertita dovunque sulla pelle.
Cristo.
Quando riapri gli occhi e lo guardi, Phil sogghigna e con il dorso di una mano si ripulisce la bocca, il mento; tu sei diventato viola, probabilmente, per la vergogna, ma lui sorride e si lecca la maledetta mano e il tuo mugolio di protesta si infrange in un singhiozzo molto poco dignitoso, che comunque Phil ruba dalle tue labbra, assieme ad un altro bacio, questa volta persino troppo lento.
«Sei disgustoso,» gli dici, con un filo di voce e le dita perse a giocherellare tra i suoi capelli.
«E tu sei disperato come quando avevi quindici anni,» sorride Phil, e siccome ti bacia di nuovo decidi di non farglielo notare, che quando avevate quindici anni è stato lui a saltarti addosso per primo. Non è importante, perché anche allora - non è che tu abbia avuto molta scelta, o molti dubbi.