Info: Sequel di " Ombre che inghiottono ".
Spoilers, quindi.
Personaggi: un po' tutti
Rating: NC-17
Capitolo 7
La stramba famiglia
Ciao, Harry,
scusa se ho approfittato di Hedwige, ma il gufo di George non vola per una ferita
all’ala.
Hermione e Ginny non mi chiamano più da tanti giorni, ormai. Mi sono preoccupata. Così, quando ho riconosciuto Hedwige a Diagon Alley…Beh, eccomi qui.
Ci sono dei problemi?
Quando sono tornati dalla Tana, ieri sera, Fred e George non mi hanno voluto dire niente.
Siate sinceri almeno voi, vi prego. Sarei dovuta andare in vacanza, ma mi è passata
completamente la voglia, mi state facendo venire paura.
Aspetto notizie, Harry.
Becky
P.S. Quando vado a Hogwarts, mi regalate una bella civetta delle nevi come Hedwige?
Finito di leggere ad alta voce il messaggio, tra i vari sospiri di sollievo nel rendersi conto che Becky non sospettava nulla di preciso, Harry guardò le ragazze.
L’inverno passato, Rebecca aveva perso in poche ore Lee e suo padre, per poi esser catturata insieme a loro. Al solo pensiero che anche Rebecca potesse essere minacciata da un incantesimo come quello che già Hermione e Ginny stavano subendo, Harry rabbrividì. Aveva appena nove anni, e lui aveva il terrore di dedicare un solo minuto in più a pensare a cosa potevano averle fatto.
“ Non possono toccare anche lei…” imprecò Ginny a denti stretti.
“ Dobbiamo proteggerla ” disse Ron.
“ Ma come, senza metterle ancora più ansia di quanto ne abbia già? ” Harry accarezzò distrattamente le candide piume di Hedwige, che restava in attesa di eventuali risposte da portare.
“ Vado a parlarne con mamma. ”
Ginny uscì di fretta dalla stanza, e guardandola Ron espresse a voce alta quello che anche Harry sperava.
“ Magari pensare a proteggere Rebecca farà bene a tutti noi. ”
Hermione abbozzò un sorriso, preparando carta e penna per rispondere. “ Potremmo passare a casa dei gemelli, prima di…andare a Hogwarts. ”
“ Stavi per dire ‘Prima di rinchiuderci a Hogwarts’, vero? ” le chiese Harry.
Lei annuì. “ Bisogna sforzarsi di non vederla in questi termini. Se noi…”
La porta si spalancò di nuovo, e Ginny entrò come un bolide. Rideva, finalmente, dopo così tanto tempo… “ Giù ci sono Mundugus e Tonks. Venite…? ”
“ E per Becky, cosa le diciamo? ”
“ Andiamo a Diagon Alley, preparate un bagaglio a mano. ”
Ron scattò sull’attenti: “ Agli ordini, Ginevra. Ci vuole proprio un’allegra incursione nel disordine di quella famiglia! ”
Dopo l’immancabile thè della signora Weasley, e dopo aver salutato i genitori di Hermione - che avrebbero ritrovato ad Hogwarts - i quattro ragazzi presero le loro brave manciate di polvere volante e partirono alla volta dell’appartamento sopra al negozio ‘Tiri vispi Weasley’.
Il loro arrivo venne annunciato da una serie di fiammate che nessuno dei residenti avrebbe mai potuto notare, in una casa abitualmente rumorosa come quella. Infatti, Rebecca rimase per lunghi minuti china su un grande atlante, sul bancone della cucina trasformato in scrivania di studio, prima di accorgersi della loro presenza.
Quando, infine, si affacciò sulla sala da pranzo e vide lo zio Ron uscire dal camino, il suo piglio concentrato si rilassò, e lei corse loro incontro per fare gli onori di casa. Sotto alcuni aspetti, ricordava Lee con un’intensità da fare male.
“ Ci siete tutti? ” Rebecca spalancò le braccia e circondò Ginny, poi Hermione.
Quando incontrò lo sguardo di Harry, divenne un po’ più insicura. “ Mi dispiace per Hedwige, sei arrabbiato? ”
“ No, Becky. Perché dovrei esserlo? ”
“ Beh, so che non è una bella cosa intercettare il gufo di un’altra persona e imporgli un volo…ma ero davvero preoccupata. ”
" Lo so, è tutto a posto, Becky. Cosa ci racconti di bello? ”
“ Di bello niente, stavo facendo i compiti per la Dowell. ”
Ron le strizzò un occhio “ Migliorati, i voti nella sua materia? ”
“ Quest’anno sì, ma a settembre è tutto da ricominciare. ”
La ragazzina prese una mano ad Harry e lo portò in cucina, facendo una buffa linguaccia a Hermione, che sorrise. “ Guarda che non sono gelosa. ”
“ Dovresti ” insinuò Harry.
Rebecca andò in visibilio, e se lo coccolò ancora di più.
“ Venite di qua in cucina. ” invitò gli altri, “ Non so cosa sia rimasto nel frigo, ma fra un attimo dovrebbero salire in casa anche Fred e George. ”
Ginny si guardò intorno, scuotendo la testa divertita. “ Si vede che è la casa dei gemelli, eh Ron? ”
“ Sì, eccome. Infatti la Tana è molto più pulita, da quando loro sono qui. ”
“ E’ passato anche lo zio Percy, stamattina. ” Rebecca era una perfetta padrona di casa, si destreggiava benissimo tra le incombenze dell’ospitalità. “ Ho pranzato con lui. Volete del succo? ”
“ Sì, grazie ” accettò Ginny, “ Come sta? ”
“ Era stanco morto. Gli ho chiesto se voleva riposare da noi, ma mi ha detto che doveva arieggiare un po’ l’appartamento, dopo esser stato via tanto. Era passato dal Ministero a cercare i nonni. ”
Ginny per poco non fece cadere il bicchiere di succo. “ Rebecca, se papà e mamma sentono che li chiami nonni ti ammazzano. ”
“ Già, attenta ” chiarì Hermione, gettando uno sguardo all’atlante su cui stava studiando la ragazzina.
“…Arthur e Molly Weasley non si sentiranno mai abbastanza adulti da essere chiamati nonni! Vero, Ron? ”
“ Verissimo. Però forse a te, Becky, perdonerebbero anche questa. ”
“ Ehilà, di casa! ”
Dalla scala interna che portava al negozio fecero capolino le teste rosse e a spazzola di Fred e George.
“ Becky, se stai guardando la televisione invece di studiare…”
Harry e Ron si fissarono muti per un istante, prima di scoppiare a ridere. “ Ma sentili, giocano a fare i genitori responsabili! Tutta facciata, vi siete accorti che avevate ospiti, dite la verità. ”
“ Certo, credi che fossimo diventati grandi? ” detto questo, Fred spedì un bacio a Ginny poi salutò con un abbraccio Rebecca. “ Non sia mai! ”
George stappò una Burro-birra e la appoggiò al ripiano, dopo aver messo in salvo i libri della figlia adottiva. “ Percy è già andato? ”
“ Sì, verso le quattro, dopo che voi siete scesi al negozio. ” Rebecca si versò un po’ di succo e sospirò.
“ Cosa pensate di cucinare, per stasera? Devo andare io a fare la spesa? ”
Hermione guardò Ginny. “ Per che ora ci aspettano, al castello? ”
“ Non credo per cena…perché? ”
“ Andiamo a far la spesa noi tre donne? Possiamo mangiarci qualcosa di buono, prima di ripartire! ”
Rebecca si illuminò di gioia, all’idea di uscire con loro due, ma non poté ignorare l’espressione preoccupata dei ragazzi. “ Castello…? ” chiese, registrando d’improvviso l’informazione, “ quale castello? ”
“ I test attitudinali per l’inizio del Master si svolgeranno a Hogwarts. ” spiegò Harry. “ Volete andare a far la spesa, andiamo. ”
“ Da quando in qua abbiamo bisogno di una guardia del corpo? ” chiese Ginny.
Ron la fulminò con lo sguardo, e nemmeno i gemelli sembrarono molto contenti.
Harry capì che Rebecca stava per mangiare la foglia, così si arrese. “ Fate presto, però. ”
Hermione alzò gli occhi al cielo. “ Sì, papà! ”
Al moro non restò che incassare.
“ Ti trovi davvero bene, con quei due pericoli ambulanti, Becky? ” chiese Ginny mentre uscivano dal supermercato e tornavano verso casa, piene di sporte di carta.
Rebecca annuì, convinta. “ Sono fantastici! ”
Hermione sembrava assente, e la ragazzina si fermò ostinatamente per guardarla in faccia.
“ Che c’è? ”
“ Sei strana. ”
“ Va tutto bene, non ti preoccupare. Solo che…abbiamo appena dato gli esami e già dobbiamo ritornare in quel castello. ”
“ Io sarei troppo felice di vivere a Hogwarts. ” obiettò Rebecca. “ Ginny, tu hai l’ultimo anno, vero? ”
“ Sì, infatti. ”
“ Anche tu farai la domanda per la carriera di Auror? ”
Le due amiche si guardarono attorno, con fare circospetto.
Diagon Alley era semideserta, le serrande dei negozi già quasi tutte abbassate. Hermione si disse che non era il caso di diventare paranoici.
“ Preferirei diventare ricercatrice. Un po’ come Charlie. ”
Rebecca infilò la chiave e girò. “ Io invece sarò una medi-maga. Non vedo l’ora di cominciare Erbologia. ”
“ Sarai la gioia della Professoressa Sprite. ” disse allora Ginny.
“ E di Neville, se diventerà insegnante anche lui ” aggiunse Hermione.
Nei giorni a venire avrebbero ricordato quella serata come la migliore capitata loro, per
lungo…lunghissimo tempo. La vittoria stracciante di Ron agli scacchi dei maghi - e le relative esclamazioni disgustate di Fred e George -…l’insalata di pasta malriuscita di Hermione, la sfida tra Harry e Ginny a chi resisteva più a lungo a guardare le smorfie dell’altro senza scoppiare a ridere…
Rebecca si alternava tra uno sport e l’altra di queste improvvisate olimpiadi serali, dopo aver sconfitto Hermione a una sfida di torte.
“ Meglio se cucino io, cosa dici? ” sussurrò Harry, schivando subito dopo un cuscino dalla traiettoria per lui molto pericolosa.
Verso le undici, salutarono Rebecca e i suoi strambi genitori adottivi, ‘pronti’ a utilizzare ancora una volta la polvere volante.
Al momento di entrare nel camino, Harry giurò tra sé di aver visto un’ombra alquanto strana proiettarsi sulle tende della sala. Richiamato da Ron, decise di sbrigarsi. Aveva trovato in quella casa un’atmosfera meravigliosa, ed era certo che Fred, George, e Rebecca avrebbero saputo proteggersi a vicenda.
In quell’appartamento di DiagonAlley abitava una famiglia alquanto strana, ma se da sposato avesse potuto dire di ritrovarsi in un clima del genere, Harry seppe che si sarebbe definito un uomo davvero fortunato.
Continua…