Fic: See through, Steady, No matter what we must go on, Everlasting

Dec 15, 2009 23:55

Titolo: See through
Autore: el_defe
Beta: lisachanoando
Fandom: RPF Inter FC
Personaggi: Ricardo Quaresma (AHAHAH), sullo sfondo Zlatan Ibrahimović, José Mourinho
Rating: VM14
Avvertimenti: Slash così leggero da essere impalpabile
Word Count: 300 (W)
Note: Tutta di lisachanoando perché è l'unica che lo ama davvero XD




See through

Ricardo stringe i pugni con rassegnazione mista a rabbia mentre vede sfilare tutti davanti a lui - e ancora, e ancora, in una perversa corsa senza fine perché il mister non dice mai “basta”: forse si è semplicemente dimenticato che ha dei doveri, forse ha altro per la testa. Più probabilmente, da quello che riesce a leggere nei suoi occhi stanchi (non ha mai dimenticato come si fa, anche se molti credono abbia scordato parecchie altre cose), semplicemente se ne frega. José non la sta prendendo bene, così come mesi fa - anni fa, constata con un groppo in gola - non l’aveva presa bene lui. Al di là di quella cortina tremolante di aria densa e opprimente che scorre liquida nei polmoni e li fa dolere riesce a vederli benissimo: se ne stanno in disparte, come se fossero spettatori annoiati e non protagonisti di un dramma, e non muovono neppure le labbra. Ricardo si chiede se si siano già detti tutto o se, invece, non hanno più niente da dirsi; in entrambi i casi non avrebbero comunque bisogno di stare così vicini come invece stanno facendo, però, e tra un affondo e l’altro cerca la terza risposta alla domanda che anche qualcun altro - a giudicare dai volti contratti di ragazzini più o meno giovani, dalle espressioni imperscrutabili dei grandi e dai sospiri rassegnati dei “vecchi” - si starà ponendo.
Zlatan alza una gamba per fare stretching, José rinuncia una buona volta alla missione impossibile di tenere a posto i capelli (Ricardo non ricorda di averli fatti scorrere così a lungo tra le dita. Ricardo, ricorda. Buffo pensare a un anagramma italiano così stupido).
«Ricky!»
Il rimprovero gli piomba addosso insieme alla risposta giusta, che lo inchioda come un coglione fatto e finito. Quei due non hanno mai smesso di parlarsi. Accidenti a loro.

Titolo: Steady
Autore: el_defe
Beta: lisachanoando
Fandom: RPF Inter FC
Personaggi: Thiago Motta, Diego Milito (M2!)
Rating: VM14
Avvertimenti: Slash non proprio impalpabile, CANON A SECCHI \O/
Word Count: 300 (W)
Note: tutta mia mia mia mia, perché se vuoi roba che ti piace aspetta e spera, fai prima a scrivertela da solo *piange a dirotto*




Steady

«Sei cambiato.» Lo dice per chiudere la questione, con una voce leggermente più aspra di quanto avesse preventivato, e gli effetti si notano subito - Thiago si pente quasi subito di averlo detto, vedendo le sue pupille dilatarsi, in segno di sorpresa, e la bocca schiudersi, pronta a rispondergli. «No, davvero. Sei cambiato, faccio fatica a riconoscerti.»
«Ne abbiamo già parlato» ribatte Diego con un sospiro stanco; è vero, ne hanno parlato molte volte, hanno litigato molte volte, e comunque non sembra essere una questione completamente risolta. Thiago non era pronto, la prima volta che hanno bisticciato davvero: c’è stato male per due ore, anche se era una sciocchezza, e gli è corso dietro non appena il senso di colpa di qualcosa che non aveva fatto gli aveva invaso la gola fino a soffocarlo. E poi si era inginocchiato per chiedergli perdono e per gridarsi e gridare che era stato uno stupido, abbracciandogli le gambe quando Diego gli aveva posato una mano sulla testa per dirgli che era tutto passato.
Ora invece sembra quasi un’abitudine polemizzare su ogni cosa, la mensa che non è quella di Genova, i tacchetti che non affondano bene, l’uscita il sabato sera dopo la partita (normalmente sarebbe la domenica, ma si sa come funzionano le cose all’Inter, se giochi di domenica è l’eccezione) e perfino le volte che capita di dormire nello stesso letto.
«Ne abbiamo già parlato» ripete Diego, guardandosi intorno e poggiando le proprie labbra sulle sue, lieve. «E la mia risposta non è cambiata.»
Thiago affoga nei suoi occhi, così chiari e limpidi da non poter nascondere una bugia neanche se si impegnasse a farlo con tutte le sue forze. Sono ancora come li ricorda, come sono sempre stati. Con un’ombra di terrore, pensa che forse non è Diego che sta cambiando, dopotutto.

Titolo: No matter what we must go on
Autore: el_defe
Beta: lisachanoando
Fandom: RPF Inter FC
Personaggi: Denis Alibec, Marko Arnautović, Mario Balotelli, Vid Belec, Mattia Destro, Rene Krhin, Davide Santon
Rating: Per tutti
Avvertimenti: NESSUNO, OMG.
Word Count: 300 (W)
Note: titolo citato a memoria (credo) da Let love lead the way delle Spice.




No matter what we must go on

Guarda Rene inspirare avidamente l’aria tiepida e salmastra della spiaggia e subito dopo sorridere ingenuamente quando vede Vid accostarsi a lui e fare lo stesso, quasi cercasse di capire cos’ha di così speciale quell’aria e perché diamine Mario l’ha costretto a ricoprirsi di “crema solare per bambini, o ti ritroverai più rosso di un’aragosta” quando il sole non c’è nemmeno, fa capolino sì e no dieci minuti all’ora. Si prende un istante a fissare Mattia - che è già in acqua e spruzza acqua su Mario e Denis come un idiota - e non si accorge nemmeno del gelato che Davide gli ha appena piazzato sotto gli occhi.
«Grazie» dice, prendendo la coppetta.
«Non ti sei neanche messo il costume.» Davide guarda Marko di sottecchi, affondando con pigrizia il cucchiaino nel suo gelato.
«Neanche ho capito cosa ci faccio qui.» Il suo è un sospiro triste, fatto di rimpianto e di ombre di cioccolato. «Sai già che me ne andrò. Domani, tra un mese o tra tre anni, ma me ne andrò. Il mister non mi vuole, e non ho…» si ferma un istante, cercando le parole giuste per non lasciar trasparire invidia, o peggio. «Non sono così parte del gruppo, ecco.»
«Questo non spiega perché mi sono ricordato che ti piace il gelato al cioccolato.»
«A chi non piace il cioccolato?» chiede dubbioso, scrollandosi un po’ di sabbia dalla camicia aperta.
«Quello è fondente. A Mario piace al latte, e a me quello bianco. E non te ne andrai tanto presto, mi sa.» Gli fa una strizzatina d’occhio, lasciandogli accanto il costume che ha dimenticato di portare giù dalla casa, e corre a raggiungere Mario e Mattia in acqua. Marko si guarda intorno perplesso, reggendo la coppetta di gelato semisquagliato in una mano, e si chiede dove potrà trovare una cabina.

Titolo: Everlasting
Autore: el_defe
Beta: lisachanoando
Fandom: RPF Inter FC
Personaggi: Zlatan Ibrahimović, José Mourinho (Jobra!)
Rating: VM14
Avvertimenti: Slash, Future!Fic (speriamo il più lontano possibile, grazie)
Word Count: 300 (W)
Note: grazie alle modesse per la challenge fichissima; tutta dell'Inter-list perché 300 è un numero adattissimo di parole per raccontare squarci di Jobra. &neverdies;




Everlasting

“È sempre un conforto rivederti” sembra dirgli la sua immagine severa, che lo squadra dall’alto in basso e lo radiografa come ha sempre fatto. Per un istante, quando si ferma a guardarlo, ha l’impressione che la sua mano stia stringendo, invisibile, la sua spalla - non è neanche la prima volta che gli accade. Se fosse superstizioso o credente, gli piacerebbe pensare che sta vegliando su di lui in modi niente affatto normali - ma la normalità non fa parte del suo essere, così come non faceva parte della sua.
«I tuoi bambini stanno bene» dice, in un altro sfoggio della sua singolarità. «Sono sempre più belli ogni volta che passo a trovarli. Qualcuno vorrebbe seguire le orme di papà e dello “zio”, anche se c’è chi non è tanto d’accordo» ridacchia, guadagnandosi la disapprovazione in formato occhiata omicida da una passante con un colbacco di pelo rossiccio. All’improvviso abbassa la voce fino a un sussurro. «I nostri bambini stanno ancora meglio. La cosa divertente è che… quello irresponsabile ha firmato il rinnovo ancor prima di quello con la testa sulle spalle. Senza neanche fare storie su bonus e menate varie, certissimo che non sarebbe stato tradito dal capitano tanto alla leggera. Almeno su questo ha avuto ragione.» Fa una pausa, riaccendendo una delle candele che è stata appena spenta da una folata freddissima che gli è penetrata fin nelle ossa. «Mi manchi, okay? Crist… caz… cavoli, manchi a me più di chiunque altro, probabilmente. Ti amo. Ti ho sempre amato. E sto male da cani sapendo che non te l’ho mai detto in faccia. Davo un sacco di cose per scontate.» Sospira, stringendo in lacrime una sciarpa grigia vecchia di dieci anni. «Ah, e sono allenatore. Della Lucchese. Lo troveresti molto divertente, se… be’, ci vediamo. Presto» promette, mandandogli un bacio.

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