Titolo: I Am The Promise And The Threat
Autrice:
lisachanoando (
lizonair)
Beta: No one, no one, nooo oooone /O\
Capitolo: 1/1.
Riassunto: "Shiloh entra senza chiedere permesso, ma d’altronde non lo fa mai."
Fandom: RPF Attori
Personaggi/Pairing: Shiloh Jolie-Pitt/Maddox Jolie-Pitt (lieve!).
Generi: Commedia.
Rating: PG-13.
Avvertimenti: Het, Incest (kind of, lieve), Flashfic.
Wordcount: 999
Note: Allora XD Dunque, l'ispirazione per questa roba un po' informe è arrivata qualche giorno fa, dopo aver visto
questa foto XD Ora, non badate troppo alla meravigliosa badassery di Shiloh, concentratevi sulla maglietta. E' la stessa \O/ Dovevo scriverla.
L'occasione me l'ha data il
Three!Fest @
dietrolequinte, che col suo prompt semplicissimo (tre XD) mi ha dato una traccia da seguire. La fic è infatti composta da tre triple drabble, ognuna da 333 parole, ambientata ognuna in un periodo diverso della vita di Shiloh, che si discosta dal successivo/precedente per tre anni XD Inoltre, tutte le età di Shiloh nelle tre drabble (sei, nove e dodici) sono divisibili per tre u_u
Come si possa avere un tale numbers!kink odiando la matematica come faccio io è surreale. Classico rapporto di odio/amore, suppongo XD
I AM THE PROMISE AND THE THREAT
6
Shiloh entra senza chiedere permesso, ma d’altronde non lo fa mai, un atteggiamento che Maddox non sopporta, e che peraltro Shiloh condivide con Pax, che però almeno ha la motivazione di non essere uno che, generalmente, si perda in chiacchiere. Non che questa sia una scusante, ma quantomeno è una ragione, qualcosa che Maddox può comprendere: Pax non parla quasi mai, tranne quando esplicitamente interpellato, quindi per quale motivo dovrebbe parlare di sua sponte per chiedere il permesso di fare qualcosa? È un ragionamento allucinante, ma conserva una sua logica, una certa quale uniformità, Maddox può seguirne il filo senza perdersi, e ciò lo rende comprensibile.
Shiloh è completamente diversa. Shiloh non fa che parlare. Dalla mattina - momento in cui apre gli occhi, preferibilmente intorno alle sei per essere il più possibile di disturbo - alla sera - momento in cui li chiude, usualmente più tardi di tutti gli altri suoi fratelli i quali, essendo un numero particolarmente nutrito, rappresentano anche un campione statistico, dimostrando che Shiloh potrebbe essere una delle bambine che va a letto più tardi in tutto l’universo - Shiloh non tace mai, per ridere, per parlare o generalmente per infastidire qualsiasi malcapitato nel suo raggio d’azione - esteso generalmente dai dieci centimetri ai sessanta chilometri. Shiloh parla sempre.
- Ma bussare? - borbotta Maddox, aggrottando le sopracciglia mentre la osserva farsi strada verso l’armadio, spalancandolo come scoperchierebbe una tomba se fosse una profanatrice di mausolei per poi gettarsi al suo interno, rovistando fra le sue magliette. - Ehi! - sbotta, mettendosi a sedere sul letto, ancora confuso e assonnato, - Che fai?!
Shiloh riemerge dall’armadio sorridendo soddisfatta. Stringe fra le mani la sua vecchia maglietta dei Ramones - Maddox non la indossa da anni, ma l’ha conservata per affetto - e non chiede neanche se può prenderla prima di strapparsi di dosso la propria camicetta color fragola per indossarla.
- Fai pure, eh. - sbuffa Maddox, roteando gli occhi.
Finalmente, Shiloh dà segno di sentirlo.
- Grazie! - esclama contenta, e poi corre via.
9
- Shiloh! - strilla Maddox, mentre Martha sussulta spaventata e si stringe la camicetta sbottonata contro il petto, nascondendo tutto il ben di Dio che Maddox ha impiegato più di mezz’ora a scoprire. - Chi ti ha detto che potevi entrare?!
Shiloh si schiaccia contro la porta, gli occhi azzurri spalancati e le labbra dischiuse.
- …nessuno. - risponde, incapace di abbassare lo sguardo. Continua a scrutare la sconosciuta con una punta di fastidio annegato nell’oceano di sconcerto che rende il suo sguardo spaurito e perso.
- E sai perché? Perché, come al solito, non ti sei degnata di chiedere! - la rimprovera Maddox, incrociando le braccia sul petto. Shiloh abbassa lo sguardo, mordicchiandosi il labbro inferiore. Il suo atteggiamento remissivo ma incomprensibilmente ostinato infastidisce Maddox ancora di più. - Allora?! Cosa aspetti ad andartene?
Shiloh torna a guardarlo, gli occhi che brillano di una fiamma pericolosa di cui Maddox non è certo di conoscere l’origine. Poi fa per voltarsi, ma all’ultimo momento ci ripensa e gli scocca un’occhiata infastidita e impertinente.
- Chi sarebbe quella? - domanda, accennando alla ragazza silenziosa al suo fianco.
- Martha. - risponde Maddox, - La mia ragazza. - precisa con un pizzico di presunzione, neanche il solo fatto di averne una potesse porlo su un gradino più in alto rispetto a quello sul quale si trova Shiloh adesso.
- E come è entrata? - domanda monocorde.
- Dalla porta, come tutte le persone normali. - risponde Maddox, e poi ghigna, - E lei può restare.
Shiloh assottiglia gli occhi con rabbia felina, si volta, raggiunge l’armadio e ne tira fuori una maglietta a caso. La indossa fissando Maddox con aria di sfida, lanciandogli addosso la canottiera che indossava prima, un attimo prima di abbandonare la stanza di corsa.
Maddox fissa con aria incerta la porta aperta, stringendo la sua canottiera fra la dita dopo essersela strappata via dalla faccia. Martha gli si avvicina ginocchioni, inquieta e vagamente impaurita.
- Ma… lo fa spesso? - domanda a bassa voce.
Maddox sospira rassegnato.
- Sempre più spesso di quanto vorrei.
12
Shiloh non bussa, ma invece di entrare resta ferma sulla soglia. Maddox ha ormai perso le speranze di riuscire a frenare il suo istinto da violatrice seriale della proprietà privata altrui, perciò si limita a sollevare il capo dal cuscino, verificare che sia davvero lei e poi tornare a distendersi sospirando.
- Cosa vuoi? - domanda lamentoso. Shiloh non si muove.
- Posso entrare? - domanda. Maddox le solleva addosso un’occhiata sconcertata.
- Non sei già dentro? - chiede. Shiloh abbassa lo sguardo sulla punta delle proprie scarpe, e si fa indietro quanto più le è possibile.
- Non ancora. - risponde, - Posso entrare?
Maddox annuisce lentamente, continuando a fissarla.
- Sicura di stare bene? - borbotta dubbioso, mentre la osserva avvicinarsi all’armadio ed aprirlo circospetta.
- Sì. - risponde lei, annuendo distrattamente. Sfiora le magliette piegate sul ripiano e le camicie appese con timore reverenziale, mettendoci una vita a scegliere quella giusta. Alla fine, sembra lasciarsi convincere da una vecchia canottiera bianca di cui Maddox non ricordava nemmeno l’esistenza. - Posso prenderla? - domanda rispettosamente.
Maddox spalanca gli occhi, sconcertato.
- Shiloh, tu non stai bene. - sentenzia gravemente.
Shiloh si stringe al petto la canottiera.
- Posso prenderla o no? - domanda ancora.
Più confuso che persuaso, Maddox annuisce, grattandosi nervosamente la nuca. Shiloh sorride e poi sfila la maglietta che indossa, e Maddox è costretto a voltarsi di scatto per non vederla nuda.
- Shiloh… - mugola pietosamente, spiandola mentre indossa la canottiera e poi si rimira nello specchio, soddisfatta.
- La tua roba mi sta meglio. - commenta girando su se stessa.
Maddox sbuffa e poi sospira.
- Quindi oggi non rubi niente? - domanda sarcastico.
Shiloh si volta a guardarlo, esita per un secondo, poi si avvicina svelta e si china su di lui, lasciandogli un bacio lievissimo sulle labbra. Sa di zucchero - di latte e zucchero, di colazione, di bambina, della bambina che è - ma Maddox ha appena il tempo di accorgersene, prima che lei si allontani e fugga via.
Ha una canottiera in meno, ed un enorme, gigantesco problema in più.