Fic: Lying is the wrongest thing Iker can have without taking his clothes off

Jan 05, 2011 01:57

Titolo: Lying is the wrongest thing Iker can have without taking his clothes off
Rating: 16+/18+
Personaggi: Bojan Krkić, Iker Casillas e (orrore) Sergio Canales in un torbido troiaio harmony dei miei. Bonus!Sergio Ramos per completare il disonore
Warning: future!fic, linguaggio, corna e slash
Word Count: 1,472 (FDP)
Disclaimer: Non si vuole offendere nessuno, è tutto finto ed è tutto gratis.
Il titolo è una parodia di una canzone dei Panic! At The Disco.
Prompt: - Codardo @ bingo_italia
A/N: Il mio regalo, jen_jm. :* E anche per un sacco di gente che vuol bene a Iker o a bb!Canales.
Intro: Europei 2012, primo giorno di ritiro e presa di coscienza da parte di mezza squadra - quelli che vengono da Madrid e Barcellona e che sanno a vari livelli della fine di una certa relazione, almeno - che la già succitata relazione non ha speranze di essere ricomposta.


Lying is the wrongest thing Iker can have without taking his clothes off

«Sei nudo.»

«Che intuito. E tu invece hai un pigiama, sembri mio padre.»

Lo guardò storto. «Non mi sembra un buon modo per rendermi bendisposto, sai. Ricordarmi quanto sono più grande di te, dico.»

Canales ghignò. «Forse è uno dei motivi per cui mi piaci così tanto?» ribatté, baciandolo sulla bocca e tirandogli l’elastico dei pantaloni. Sapeva di liquore alla frutta.

«Sei sbronzo.»

«No, ho bevuto solo un bicchiere» precisò, perfettamente lucido, accompagnando le sue mani lungo i propri fianchi. «Hai altre obiezioni da farmi o possiamo andare avanti?»

Scosse la testa, sconfitto. Sergio lo baciò di nuovo, spingendolo sul letto.

«Iker?»

«Ehi» lo salutò Iker con un cenno, ringraziando mentalmente la sua buona stella mentre si tirava un po’ più su e si appoggiava meglio al cuscino che aveva messo contro la testiera per guardare la televisione. «Guarda che hai sbagliato stanza, la tua è quella di fronte. Come hai fatto ad entrare?»

«Lo so,» sorrise forzatamente, «mi sono fatto prestare il passepartout di Pe- tu non vuoi sapere come e perché Pedro sia riuscito a sgraffignare un passepartout dopo poco più di ventiquattr’ore.»

«La sicurezza degli alberghi, huh?» borbottò, fingendosi vagamente esasperato. «Sergio non c’è, comunque. Mi chiedo se qualcuno riuscirà mai a capire che è perfettamente inutile, oltre che dannoso, provare a separarlo dal suo amichetto speciale.»

«So pure questo. Prova a passare davanti alla camera di Nando se vuoi sentire quello che sta succedendo.» Fu il turno di Iker di ridacchiare. «Ma no, volevo parlare con te. Ne ho bisogn- non fare quella faccia anche tu, ti prego» aggiunse con la voce che cominciava a tremargli di fronte alla sua espressione aggrottata. «Mi basta Sese.»

«Vieni qua» replicò, battendo una mano sul letto; Bojan si sedette sul bordo, voltandogli le spalle. «Non è che non vogliamo dirtelo perché siamo degli stronzi sadici, Bojan. Sappiamo che tu e Sergi avete rotto, sappiamo che Sergi è stato male e, da quello che ci ha detto mentre lo consolavamo, è stata tutta colpa sua e non c’entri niente. Anche perché né Xabi né io né Raul ti avremmo anche solo fatto entrare in camera, passepartout o meno.» Iker si sporse quel tanto che bastava per notare che Bojan stava piangendo in silenzio, nascondendo il volto tra le mani, e strinse il labbro tra i denti. «Ma non puoi saltar su e chiederci se si sta vedendo con qualcuno e con chi. È una cosa che deve dirti lui e nessun altro: non potrebbe neppure dirtelo, metti caso che stesse uscendo con lui... che so, Piqué.» Iker udì una risatina soffocata e gli pizzicò un fianco per fargli il solletico. «Perché ti diverte tanto l’idea di Piqué e Sergi che escono insieme?»

«Perché tra Geri e Sergio servirebbe... dai, smettila! ... Servirebbe un miracolo per capire chi sfonda chi» ridacchiò ancora, espirando rumorosamente.

«Bojan» lo rimproverò bonariamente, solleticandogli di nuovo il fianco e scostandosi lesto per evitarlo mentre si schiantava all’indietro sul letto, finendo comunque per beccarsi una testata sul braccio.

«Sì, scusa.» Si schiarì la voce e cominciò a parlare in tono sostenuto, come se fosse un medico. «Mi fa ridere perché non riesco a immaginarmi chi dei due avrebbe abbastanza coraggio per introdurre il suo pene nell’ano dell’altro.»

«Così la fai sembrare anche peggio» gemette Iker, cominciando a ridacchiare anche lui dopo qualche istante; Bojan rideva a crepapelle a pochi centimetri dal suo orecchio, così forte da far sobbalzare anche il letto. Posso ancora farcela, forse, si disse.

Bojan rifiatò, asciugandosi le lacrime per il troppo ridere che erano scivolate sulle guance sopra quelle di dolore, poi prese una mano di Iker e la strinse tra le sue a mo’ di preghiera. «Dimmi qualcosa. Mi metto il cuore in pace, ma ho bisogno di sapere qualsiasi cosa. Sergio non mi parlerà mai. Ti prego.»

Iker si accorse di essersi sbagliato.

«Diglielo. Non può stare peggio di come sta adesso.»

Sergio seguì il cenno di Iker verso il gruppo dei giocatori del Barcellona che faceva stretching in attesa dell’inizio della partita: il volto di Bojan era inequivocabile, e alternava lunghe occhiate in direzione di Sergio a momenti di apparente sconforto.

«Si merita di sapere.»

«E tu che ne sai?» gli chiese Sergio, ottenendo in risposta una scrollata di spalle. «Okay, ci provo.»

Iker parò miracolosamente un gol di Bojan praticamente già fatto - l’unica occasione di tutta la sua breve partita; dopo l’intervallo non rientrò in campo, né si sedette tra le riserve per vedere almeno la sua squadra giocare. Sergio provò ad entrare negli spogliatoi, dopo la partita, ma non riuscì neanche ad avvicinarglisi.

Iker riuscì a sentirsi in colpa per avergli negato quella gioia, anche se il pareggio strappato al Camp Nou era il segno che, dopotutto, senza quella parata avrebbero potuto perdere.

«Ed è più grande?» Il volto di Bojan era nascosto nella stoffa del pigiama di Iker, cosicché ogni sua domanda suonava soffocata e appena udibile, se non fosse stato così vicino a lui. Iker sospirò per quella che sembrò essere la milionesima volta, accarezzandogli meccanicamente i capelli.

«Sì. Di qualche anno.»

«Mi ha lasciato per andare con lui?»

«Non ti ha tradito, Bojan. Non che io sappia, almeno» rispose. «Ti ha lasciato prima di... di cominciare una relazione con lui. Si è accorto di provare qualcosa per lui e voleva essere corretto.»

«Me l’hai già detto, sai, Iker?» Annuì contro la sua spalla. «Sembra che tu voglia rassicurarmi ad ogni costo.»

«Mi dispiace che Sergi sia stato male almeno quanto te. Siete due ragazzini.» Bojan restò a lungo in silenzio. «Ti stai addormentando?»

Bojan scosse la testa. Si premette contro di lui, scostando con due dita prima l’elastico dei pantaloni del pigiama di Iker, poi quello della sua biancheria. Il contatto della sua mano piccola e tiepida che cominciava a stimolarlo, quello della sua bocca che lasciava piccoli, timidi baci sul suo collo, e quello di tutto il suo corpo che si tendeva in attesa di una risposta da parte sua mandarono il cervello di Iker nel più totale blackout.

No, Iker. Non Bojan. È proibito. La sua coscienza parlava con la voce di Sergio, ed era una cosa di per sé sbagliata.

«Smettila subito» balbettò, premendo una mano sulla sua nuca per tentare di allontanarlo da sé, ma Bojan scivolò verso l’altra estremità del letto, fuori dalla sua portata finché rimaneva disteso, abbassandogli d’un colpo pantaloni e boxer e scoprendo il suo sesso che mostrava i primi segni dell’eccitazione portata dai tocchi leggeri di poco prima. «Bojan, no, per favore» ansimò, tentando di allontanarlo da sé, ma al contatto della sua lingua con il proprio sesso Iker tacque, soffocando un gemito prima ancora che si fosse completamente formato nella sua gola.

«Ti prego» mugolò Bojan, lasciando che crescesse ancora nella sua bocca, e Iker maledisse déi e uomini nelle sue imprecazioni, maledisse Bojan e le sue labbra caldissime ed umide, abili, che rapidamente lo stavano portando al limite, e maledisse se stesso per essere così maledettamente debole nei confronti di un ragazzo così giovane e dell’ex-fidanzato di Sergio. E maledisse Sergio, pur essendo attento a lasciar fuori il suo nome e la sua presenza ad ogni costo anche negli ultimi scampoli di lucidità, sopraffatto dai sensi di colpa e dal dramma e dal piacere che lo colse all’improvviso, troppo rapido e intenso perché potesse godersene anche solo la parte non soffocata dalla vergogna.

Bojan prese un fazzoletto dal comodino, sistemandolo prima di pensare a se stesso: si premette un dito sulle labbra, prima di portarsi la mano al petto e mormorare un grazie che Iker non udì, troppo sconvolto per poter replicare o anche solo comprendere. Quando la porta scattò si prese la testa tra le mani, sconfortato, chiedendosi in quale colossale guaio si fosse appena cacciato.

«Bojan fa domande, mi sta assillando e siamo qui in ritiro solo da un giorno.» Sergio si guardò allo specchio con attenzione, decidendo infine di lasciare i capelli bagnati. «Penso che dovresti dirglielo.»

«Si tratta di tre settimane soltanto. Sergi mi ha promesso che fingerà indifferenza fino a quando non torneremo a casa.»

«Mi chiedo perché tu stia trattando Boji con tanto riguardo» replicò con una punta di acidità. «In fondo non è lui quello che ti sbatti la sera.»

«Potresti evitare di usare frasi che fanno sembrare che abbia una frusta elettrica in mezzo alle gambe?» Iker si lasciò sfuggire un sospiro. «Già le relazioni a distanza sono difficili, poi Sergi l’ha mollato dall’oggi al domani e adesso sta soffrendo come un cane. Se gli dicessi con chi ha una relazione il suo ex-ragazzo, probabilmente non mi parlerebbe mai più. Vorrei soltanto che non mi odiasse.»

«E io vorrei soltanto restarmene in santa pace con Fer senza che venga gente a rompere le palle sul più bello.» Ramos si infilò un paio di pantaloni morbidi senza niente sotto e gli fece un cenno. «Lungi dal voler fare lezione di morale e di vita - e volerla fare a te - ma non tutti i desideri sono realizzabili.»

Iker lo guardò storto, nonostante dovesse riconoscergli che non aveva torto.

FINE

A/N: Riciclata anche per il p0rn fest #4 di fanfic_italia: Bojan Krkić/Iker Casillas, proibito.

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