Titolo: Welcome.
Autore:
innocence8 Beta:
el_defe ♥
Fandom: RPF Calcio
Personaggi: Dejan Stankovic/Cristian Chivu ♥ ♥ ♥
Rating: NC17
Warning: Slash, lemon
Parole: 864 (FDP)
Disclaimer: Non li conosco, non fanno queste cose, non ci ricavo un soldo nemmeno falso, è tutto inventato da me.
Note: ... ♥
# Per il prompt Cristian Chivu/Dejan Stankovic, Prima volta per il P0rn!fest @
fanfic_italia# Per il prompt 64 - "Ma quello è sangue?" della Maritombola @
maridichallenge “Ma quello è sangue?”
La loro storia è iniziata così. Durante il primo allenamento insieme all’Inter, Cristian è stato capace di sbucciarsi il ginocchio e Dejan, col suo solito tempismo, si è avvicinato a lui chiedendogli se quello fosse sangue.
Cristian ha alzato lo sguardo e l’ha fissato per qualche minuto come se avesse parlato un vero idiota. “Certo che è sangue, cosa credi che possa uscire dal mio ginocchio? Sugo?”
Dejan ha riso forte, quella sua bella risata contagiosa, e l’ha aiutato a rialzarsi. “Nessuno sanguina così tanto quando si sbuccia un ginocchio. Vieni, ti accompagno in infermeria.”
Quando l’allenamento è finito, Dejan gli ha chiesto se volesse un passaggio o un pranzo o un qualcosa. Cristian ci ha messo un po’ a rispondere, a dir la verità. Il profumo della pelle di Dejan l’aveva stordito in quei pochi minuti in cui erano rimasti soli, come poteva non andare in tilt con qualche ora insieme?
Alla fine, però, ha accettato il pranzo e si sono diretti verso una piccola trattoria nelle vicinanze della Pinetina. Hanno trascorso insieme un paio d’ore piacevoli, mangiando e parlando un po’ di tutto, dal trasferimento di Cristian alle aspettative, dalla città che ha ospitato entrambi per anni alla città che ora li accoglie, della Serbia e della Romania, e di un sacco di cose senza importanza, con un mucchio di risate nel mezzo. Si sono trovati bene subito, l’uno con l’altro, con una strana alchimia.
Avendo il pomeriggio libero, Dejan gli ha chiesto se volesse fare un salto anche nel suo appartamento, per un altro caffè. Cristian, di nuovo spaesato, ha tentennato un po’ fino a quando Dejan non l’ha trascinato nell’ascensore a viva forza. Cristian ha, ancora una volta, perso un po’ della ragione - forse è un effetto collaterale dell’Inter? - e non ha opposto resistenza più di tanto, se non con qualche battuta e un flebile “ma non voglio disturbarti”.
Il caffè è diventato un pomeriggio intero, e il pomeriggio intero è diventato un “guardiamoci un film, tanto non è che hai da fare, eh?”.
Si sono trovati sul divano, con due birre sul pavimento e due cartoni di pizza là accanto, un film demenziale in tv e ancora tante risate. Cristian si è bloccato parecchie volte a guardare il profilo fiero di Dejan, a darsi dell’idiota mentalmente e poi cercare di seguire il filo logico o illogico del film. C’è qualcosa che gli fa avere i crampi allo stomaco, come- come un fottuto adolescente stupido.
Cristian è sulla porta, è tardi ormai. Ha trascorso l’intera giornata col suo nuovo compagno di squadra, e non potrebbe stare meglio, si è trovato bene, hanno riso scherzato mangiato bevuto visto un film. Certo, ora sono un po’ alticci- forse quelle birre erano troppe, eh? Dejan si è sporto ad abbracciarlo e dargli un bacio sulla guancia, ma probabilmente non voleva poi molto centrare davvero la guancia, visto e considerato che si sono baciati in bocca. O forse è stato Cristian a spostare il viso quel tanto che bastava per centrare le labbra di Deki.
Probabilmente Cristian si era aspettato un rifiuto, non una mano di Dejan che era automaticamente corsa alla sua cintura.
Il serbo lo ha trascinato di nuovo sul divano, senza mai staccare le labbra dalle sue e lo ha schienato nello spazio di tre secondi netti. Ha continuato a baciarlo, mentre gli ha sbottonato i jeans e gli ha alzato la maglietta, mentre già è andato a occuparsi dell’erezione che va via formandosi.
Cristian è rimasto immobile, col cuore in gola, non sapendo come muoversi, al contrario di Deki e della sua palese esperienza. Poi, nonostante il suo sentirsi impacciato, ha portato le mani ai pantaloni dell’amico e glieli ha sfilati.
Le loro erezioni si sono sfregate, e Cristian ha sospirato e Deki ha sorriso in modo furbo, prima di iniziare a prepararlo.
Cristian ha iniziato già a fremere, pretendendo di sentire dentro Dejan, volendolo dentro come non avrebbe mai voluto dentro nessuno; e il serbo non l’ha lasciato aspettare tanto, l’ha penetrato con forza mentre gli baciava il collo, per poi tornare a prendersi cura della sua erezione, sempre più pulsante.
Dejan gli ha lasciato tracce rosse, dov’è passato con la sua bocca. L’ha morso, si è sfregato addosso alla sua pelle con la barba, gli ha fatto capire che adesso è suo, e di nessun altro.
Cristian si è spinto contro di lui, ha capito il suo ritmo e l’ha reso unico, ha ansimato come un folle, gli ha piantato le unghie nella schiena e gli si è dato, interamente. Gli si è riversato nella mano, senza saper trattenersi, mentre Dejan ha continuato a muoversi, allineando ancora una volta il suo bacino a quello di Cristian. È durato minuti o ore o giorni o mesi, questo ancora non lo sanno. Alla fine, Dejan si è inarcato venendo dentro di lui, mentre Cristian ha continuato a baciare ogni millimetro di pelle calda e sudata disponibile.
Hanno aspettato, l’uno dentro l’altro, che i respiri si stabilizzassero, che la pelle si asciugasse un po’ da sola, che i cuori smettessero di battere come se quelli fossero gli ultimi battiti di una vita intera. Poi Deki gli ha spostato un po’ i capelli dalla fronte e l’ha baciato ancora.
“Be’, benvenuto.”