Titolo: Some Way Back To Love And Only Love
Autrice:
lisachanoando (
lizonair)
Beta/Prelettore: Nessuno \o\
Capitolo: 1/1
Riassunto: "Dev’esserci un modo per tornare indietro, si dice alzandosi in piedi e facendo un po’ di stretching mentre Benitez batte le mani e comincia a richiamarli tutti al centro del campo."
Wordcount: 339
Fandom: RP: Inter FC
Personaggi/Pairing: Cristian Chivu/Marco Materazzi/Dejan Stankovic
Generi: Introspettivo, Romantico.
Rating: PG-13.
Avvertimenti: Slash, Threesome, (triplo) Drabble.
Note: Scritta per la
Notte Bianca @
maridichallenge, su prompt You're in my mind all of the time / I know that's not enough / if the sky can crack / there must be some way back / to love and only love (Electrical Storm, U2).
SOME WAY BACK TO LOVE AND ONLY LOVE
You're in my mind all of the time
I know that's not enough
if the sky can crack
there must be some way back
to love and only love
Seduto in panchina a bere un po’ d’acqua mentre si riposa fra la prima parte dell’allenamento e quella che a breve la seguirà, Cristian si chiede quanto tempo sia passato dall’ultima volta che ha sentito le labbra di Deki e Matrix addosso, e non riesce a ricordarlo. Sa che dev’essere un sacco di tempo, ma non riesce a recuperare la memoria del giorno, dell’ora, del momento preciso in cui è accaduto. È terribile perché, oltre a sentirsi deprivato di qualcosa che lo faceva stare incredibilmente bene, si sente anche mancare pezzi di passato, e scopre di non potersi più aggrappare a niente per fingersi più felice di quanto non sia. È per questo che, ogni tanto, non riesce a gestire la rabbia e si ritrova a rispondere male a chiunque solo perché non è abbastanza sereno da fermarsi a riflettere per scegliere un modo migliore di porsi.
Si guarda intorno e cerca le loro figure familiari sul campo. Matrix sta scherzando con Samuel, stanno un sacco per i fatti loro, quei due, ultimamente. Deki è decisamente più socievole, anche adesso è circondato da un sacco di gente, c’è il capitano, Douglas, Ivan e un bel po’ di piccini che lo stanno ascoltando mentre racconta chissà quale eroico aneddoto della sua vita, tratto probabilmente dalla biografia appena uscita e, ancora più probabilmente, del tutto inventato. Sorride un po’ al pensiero, così come sorride nel vedere Samuel e Matrix scoppiare a ridere e prendere a girare su loro stessi saltellando in quella danza che ormai è diventata un po’ il loro segno distintivo, ma il suo sorriso non può fare a meno di farsi via via più triste, e poi spegnersi del tutto.
Dev’esserci un modo per tornare indietro, si dice alzandosi in piedi e facendo un po’ di stretching mentre Benitez batte le mani e comincia a richiamarli tutti al centro del campo. Dev’esserci per forza, perché quello che avevano era così bello che l’idea di lasciarlo scivolare nel nulla gli spezza il cuore. Un modo dev’esserci. Però lui non lo conosce.
Titolo: Wrapped Around Your Finger
Autrice:
lisachanoando (
lizonair)
Beta/Prelettore: Nessuno \o\
Capitolo: 1/1
Riassunto: "[...] si tratta di Bojan e per lui ha sempre avuto un occhio di riguardo, così, senza un motivo particolare, o forse sì, uno di quei motivi che sai da sempre ma che ti fa paura dire ad alta voce."
Wordcount: 250
Fandom: RP: FC Barcellona
Personaggi/Pairing: Bojan Krkic/Pep Guardiola
Generi: Introspettivo, Romantico.
Rating: PG-13.
Avvertimenti: Slash, (doppio) Drabble.
Note: Scritta per la
Notte Bianca @
maridichallenge, su prompt Pep Guardiola/Bojan Krkic; "Ho un problema.".
WRAPPED AROUND YOUR FINGER
- Che tipo di problema? - chiede Pep, inarcando un sopracciglio. Il cortile è vuoto e gli unici suoni che si possono sentire sono quelli lontanissimi che vengono dal campo sul quale il Barça B si sta allenando, in un gran vociare di ragazzini e membri dello staff.
Bojan si morde il labbro inferiore, gli occhi che vagano ovunque purché non sulla figura di Pep ferma di fronte a lui. Si stringe nelle spalle, si ravvia una ciocca di capelli dietro un orecchio con aria nervosa, inspira ed espira profondamente. È nervoso, non ci vuole molto a capirlo. È teso, e non serve un grande intuito per comprendere nemmeno quello. E ha paura, e quello Pep lo sente sulla pelle e sulla lingua in modi che non riesce a spiegare, semplicemente perché si tratta di Bojan e per lui ha sempre avuto un occhio di riguardo, così, senza un motivo particolare, o forse sì, uno di quei motivi che sai da sempre ma che ti fa paura dire ad alta voce.
Quando Bojan gli si avvicina ed appoggia una mano sul suo petto, Pep rabbrividisce fin dentro le ossa. Gli si asciuga la gola e le immagini di fronte ai suoi occhi si fanno confuse. Il rumoreggiare dei ragazzini dal campo si annulla, sente solo il proprio cuore battere all’impazzata. Si sente teso, e nervoso, e ha paura.
Le labbra di Bojan si posano lievissime sulle sue. Pep comprende quale sia il problema. Ma non è sicuro di poter trovare una soluzione.
Titolo: Unbalance
Autrice:
lisachanoando (
lizonair)
Beta/Prelettore: Nessuno \o\
Capitolo: 1/1
Riassunto: "Non posso aspettare. [...] Dobbiamo vederci adesso."
Wordcount: 455
Fandom: RP: AC Milan/Real Madrid CF
Personaggi/Pairing: José Mourinho/Zlatan Ibrahimovic
Generi: Introspettivo, Tristo, Romantico.
Rating: R.
Avvertimenti: Slash, (doppio) Drabble.
Note: Scritta per la
Notte Bianca @
maridichallenge, su prompt José Mourinho/Zlatan Ibrahimovic, "I can't wait to see Mourinho again".
UNBALANCE
Nel rapporto assolutamente sbilanciato che lo legava a José, era sempre lui a chiedere, a esporsi per primo, a proporre un passo avanti. Non che la cosa gli piacesse più di tanto, non che ci fosse abituato, peraltro, ma si conoscevano ormai da quasi tre anni ed era sempre stato così. Si sarebbe potuto pensare che il controllo di quella relazione fosse suo, ma era soltanto una condizione apparente: niente si muoveva, niente accadeva davvero se non perché José aveva dato il proprio assenso, e un suo diniego era sufficiente per riportare la loro relazione a momenti preistorici in cui, guardandosi negli occhi, spesso s’erano chiesti perché stessero insieme, cosa trovassero l’uno nell’altro a parte il sesso che valesse davvero la pena di ingannare il mondo e correre un rischio più grande di loro, soltanto per scopare.
Zlatan decise di esporsi anche quella volta. Perché non lo vedeva da troppo tempo per concedersi una riflessione più lunga o un atto un tantino più ponderato. Rilasciò un paio di dichiarazioni di quelle che ancora, nonostante tutto, obbligavano la gente ad associare il proprio nome al suo, aspettò che gli venissero riferite, osservò le risposte sincere e tranquille che ne vennero e poi, in serata, lo chiamò al telefono.
- Non posso aspettare. - disse in un fiato, sentendosi mancare il respiro all’improvviso, - Dobbiamo vederci adesso.
José rise appena, dall’altro lato della cornetta.
- Non sei proprio capace, mh? - chiese a bassa voce. Zlatan provò ad immaginare la sua espressione, le linee delle sue labbra, il profilo del suo viso. Chiuse gli occhi, lo vide e desiderò non riaprirli più, anche se fu solo un attimo fugace.
- Di fare cosa? - chiese a propria volta con aria trasognata, l’immagine di lui ancora intrappolata nella retina.
José rise ancora, e lo stomaco di Zlatan rispose stringendosi in una smorfia d’impazienza.
- Di lasciarmi andare. - rispose. Zlatan spalancò gli occhi. Gli sembrò d’intuire qualcosa, nella sua voce. Una richiesta d’aiuto, forse, anche se non gli riusciva di interpretarne il senso.
- Tu non vuoi che lo faccia. - gli rispose, la voce incerta per un attimo. - Vero?
José si inumidì le labbra, Zlatan pensò alla sua lingua, alla sua lingua contro la propria, alla sua lingua sul suo corpo, alla sua lingua dentro di lui, e pregò intensamente come non aveva mai pregato. Pregò che rispondesse che era vero. Non voleva. Non avrebbe mai voluto.
José non rispose, comunque. Si limitò a dettargli brevemente l’indirizzo dell’albergo nel quale aggiornava, e terminò la chiamata. Zlatan dovette farsi forza, inaspettatamente, per ritrovare tutta la voglia che aveva di vederlo. Si mosse solo quando la sentì scaldargli le viscere ancora e, come ogni volta in cui José non rispondeva alle sue domande, cercò di farselo bastare.