Titolo: Two-legged Tie
Autore:
el_defeBeta:
lisachanoandoFandom: RPF - Calcio
Personaggi/Pairing: Marko Arnautović/Ricardo Quaresma (Quarnautović - finirò all'inferno dall'ingresso principale)
Rating: 18+
Warning: ... PWP e slash?
Word count: 625 (Word)
Note: PrΔmpting Frenzy @
mercurialmind17 (
lisachanoando: Marko Arnautović/Ricardo Quaresma, "So come ti senti.") //
HMS Maouropia Treasure Hunt @
fanfic_italia (Stella Marina - spiegazioni più precise in tal sede XD).
Disclaimer: INFINITAMENTE FINTO.
Intro: È tempo di ottavi di finale in Europa League - ed è tempo di riallacciare un rapporto finito senza sapere perché.
Two-legged Tie
Avevano ripreso a sentirsi fin da quando la mano del delegato UEFA aveva pescato il bussolotto con il nome del Besiktas e quello contenente il cartoncino del Werder uno di seguito all’altro, senza neanche far cenno al prolungato silenzio - “Quanti saranno stati? Tre, quattro mesi? Qualche giorno dopo la firma?” si chiede Ricardo mentre Marko viene tra le sue dita, felice di averlo di nuovo accanto a sé dopo che prima l’uno, poi l’altro hanno lasciato una maglia, una vita e una società che, nonostante tutto, hanno amato molto. Certo, non prevedeva di tornare a mettergli le mani addosso cinque minuti dopo essere usciti dallo stadio, già in macchina, né tantomeno di passare addirittura al secondo round due passi dopo aver varcato le soglie dell’ascensore giunto al piano del suo appartamento, facendo una fatica incredibile per trattenersi e non ritrovarsi nudi sul pianerottolo: durante le settimane tra il sorteggio e la partita aveva immaginato di salutare Marko, di fare uno spuntino da qualche parte, di raccontarsi un po’ di guai e magari, ecco, non arrivare subito al dunque. Invece, fin da quando ha visto Marko accomodarsi mestamente in panchina e guardare gli altri giocare - e inseguire lo svantaggio per tutta la partita - Ricardo ha sentito una voce, dentro la sua testa, che gli ha chiesto di fare qualcosa per lui. E se la situazione gli è un po’ sfuggita di mano è solo conseguenza del fatto di averlo inseguito nel labirinto all’interno dello stadio, di avergli chiesto se tornavano subito a Brema, e di averlo baciato.
«So come ti senti» dice adesso Ricardo, posando piccoli baci sulla sua pelle imperlata di sudore, sentendo i muscoli ancora tesi e nervosi sotto le labbra, «e si sistema tutto, a me è successo un sacco di volte, hanno cominciato a mettermi fuori squadra quando ero piccolissimo e non volevo smettere di tirare trivele. E poi avete perso due a uno, naturalmente abbiamo tutte le intenzioni di andare avanti e non farci buttare fuori proprio da voi, però sai, non siete già spacciati; magari il tuo allenatore rinsavisce e per la disperazione di vincere ti farà giocare, finalmente, e-» Le labbra di Ricardo si arricciano in un sorriso quando si accorge che, in verità, Marko si è già addormentato e, per giunta, si trova in un piacevolissimo mondo dei sogni, a giudicare dalle reazioni del suo corpo: così avvicina le labbra al suo orecchio, sussurrandogli, prima in un soffio appena udibile, poi a voce decisamente più alta, una promessa irresistibile.
Marko socchiude appena gli occhi con un mezzo sussulto, sorridendo come un ubriaco quando si rende nuovamente dopo di chi, dove e come. «Non ho capito niente. Mi stavo addormentando» ammette, troppo esausto anche per girarsi e baciarlo ancora una volta. Ricardo gli si siede addosso a cavalcioni, accarezzandogli le spalle.
«Peccato» sussurra, sentendo il suo respiro affaticato contro le cosce. «Volevo darti già la rivincita in casa. Ma a questo punto aspetterai una settimana, così impari.»
Marko sbatte gli occhi un paio di volte, senza comprendere davvero cosa stia dicendo, e Ricardo ride di gusto chinandosi sulla sua spalla, senza comprendere davvero se la sua innocenza sia simulata o genuina al punto da sconfinare nella stupidità; e quando afferra il suo sesso nuovamente eccitato e la guida contro le proprie natiche, e capisce che la risposta giusta era la seconda, ricomincia a sghignazzare anche quando Marko, offeso, riesce a scrollarselo di dosso e a schiacciarlo contro il materasso, godendosi la frizione tra fastidio e piacere nel sentire prima le dita scivolose, poi la sua erezione, spingersi profondamente dentro di lui. E tra una risata e un gemito, riesce anche a chiedersi quanto sarebbe pericoloso continuare fino al mattino e rischiare di ritrovarsi ancora una volta entrambi fuori squadra.
FINE