Fic: La bella, la bestia & la giacca

Jul 25, 2010 12:28

Titolo: La bella, la bestia & la giacca
Autrice: waferkya
Fandom: Brothers & Sisters RPF
Personaggi: Balthazar Getty/Dave Annable
Rating: PG14
Conteggio Parole: 783 (W) (♥)
Prompt: Matrimonio @ dietrolequinte 
Timeline: Mezz'ora prima che la troupe giri l'episodio 2x16, Prior Commitments :D
Note: Se ci trovate un senso (a parte il fatto che Balthazar è un nome AHSKSLKSAHFDKJALSALSKSAMERAVIGLIOSOOMG), fatemelo sapere ò_o
; Per amor di chiarezza: Balth è l'attore che interpreta Tommy Walker, Dave invece fa Justin XD
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.



~ La bella, la bestia & la giacca.

Sarà almeno mezz’ora che Dave se ne sta impalato davanti allo specchio, le mani piantate sui fianchi e le gambe un po’ larghe come se fosse un qualche sceriffo del Vecchio West pronto a crivellare di proiettili il malvivente di turno, solo che lui non sta proteggendo l’integrità etica di nessunissimo cazzo di villaggio sperduto nel deserto, ma sta semplicemente scrutando con aria truce il proprio riflesso, sbuffando come una teiera.
“Dio, detesto questa giacca,” borbotta, “la detesto, è bruttissima, perché non posso usare una delle mie, accidenti?”
Balthazar, seduto, anzi, praticamente accovacciato su una poltroncina bassissima e terribilmente scomoda, sistema i lacci delle proprie scarpe e poi solleva lo sguardo su di lui; neppure un attimo dopo sta già sorridendo: dal suo perverso punto di vista, il fatto che Dave non riesca a domare i propri vestiti è una cosa piuttosto divertente.
“Guarda che ti vedo,” lo avverte il poveretto, mentre tenta con tutti i mezzi di fare in modo che la fedifraga giacca si decida a scendergli sulle braccia come Dio comanda. “Credimi, non c’è assolutamente niente da ridere. Quindi, evita.”
Balthazar si pianta le mani sulle ginocchia e si tira in piedi, le labbra ancora sollevate in un sorriso svagato, che si avvia pericolosamente a diventare intenerito mentre si avvicina a Dave e gli stringe i fianchi, attirandoselo contro. Il ragazzino sbuffa di nuovo, contrariato, ma si rilassa istantaneamente tra le sue braccia.
“Detesto questa giacca,” ribadisce, guardandosi immusonito nello specchio. Balthazar non riesce ad impedire al proprio sorriso di allargarsi ancora un po’, ma si nasconde baciando piano la nuca di Dave, per non irritarlo ancora di più - certo, infastidirlo a morte è, tipo, il suo sport preferito, ma tra meno di mezz’ora cominceranno le riprese e Balthazar ama considerarsi un professionista e comportarsi di conseguenza: avrebbero il tempo di bisticciare, ma non riuscirebbero mai a fare la pace degnamente senza arrivare sul set mostruosamente in ritardo; d’altra parte, Balthazar si ritiene un professionista anche in materia di adulterio, e non è mai stato un fan delle sveltine dietro le quinte.
“Ti sta bene, però,” bisbiglia, direttamente sulla pelle del suo collo e, pur brontolando pigramente qualcosa riguardo ad una presunta cecità prematura di Balthazar, Dave smette di spiegazzare e tormentare e tirare la giacca in tutte le direzioni: appoggia le mani su quelle di Balthazar, grandi e calde attorno alla sua vita, e sospira, scrutando con sospetto il loro riflesso.
“Non è vero.”
“Sì che è vero.”
“Comunque la detesto,” sbotta, e quasi inconsciamente col pollice comincia a disegnare dei cerchi lentissimi sul dorso della mano di Balthazar. Questi ridacchia, gli bacia una tempia con delicatezza, poi si sposta giù su una guancia - accarezza con la lingua la barba cortissima che la impolvera appena, e Dave trema, la schiena scossa da un brivido. Balthazar sorride e si sporge a baciarlo sull’angolo delle labbra.
Dave sospira e poi, chiudendo gli occhi, prende a strusciare il naso contro il suo viso; Balthazar giurerebbe di aver visto spuntare un paio di orecchie da gatto in mezzo ai capelli impettinabili, ma è un’impressione rapidissima e, tutto sommato, anche piuttosto assurda. Nonché terribilmente carina.
“Detesto i matrimoni,” mormora Dave, sovrappensiero, e smette per un attimo di fare le fusa sulla guancia di Balthazar perché si volta nella sua stretta, allacciandogli le braccia dietro il collo e spingendoglisi contro. “Li detesto tantissimo.”
“Ehi, te lo ricordi che non è un matrimonio vero?”
“Cretino, certo che me lo ricordo,” protesta Dave, ma non ha neppure riaperto gli occhi e si bea confusamente della carezza divertita di Balthazar sul suo collo. “Però detesto i matrimoni, veri o finti o piratati che siano. Li detesto.”
“Più della giacca?” lo prende in giro Balthazar, ma lo bacia prima che Dave possa ricoprirlo d’insulti - non che i suoi sforzi portino a chissà che risultato, perché non appena si allontana di un millimetro dalle sue labbra, per riprendere fiato, il ragazzino attacca, “Deficiente, inopportuno fancazzista insensibile, questo non fa che confermare la mia teoria per cui il personaggio di Kitty se lo sono inventato guardando te,” e continuerebbe a blaterare, indispettito com’è dalla giacca che non gli mette in risalto i fianchi come dovrebbe e ha le maniche troppo lunghe e tutti i difetti di questo mondo, ed in questo, guarda caso, è tremendamente simile a Balthazar, non è divertente?, ma per fortuna qualcuno nella troupe ha un tempismo meraviglioso e bussa due volte alla porta del camerino.
“Tra due minuti si va in scena!”
Dave ammutolisce, sgrana gli occhi, l’immagine stessa del terrore, e Balthazar trascorre i due minuti più lunghi della propria esistenza per convincerlo che, sul serio, quella giacca che tanto detesta è anche più che perfetta.

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