Titolo: That's where I'm gonna wait (for you)
Autore:
el_defeBeta:
lisachanoandoFandom: RPF - AC Fiorentina
Personaggi/Pairing: Alberto Gilardino/Stevan Jovetić (Gilatić!)
Rating: VM18
Warning: slutness (che è un warning omnicomprensivo e sta bene con tutto, come il nero), slash, PWP e sesso leggerissimo
Word count: 620 (Word)
Note:
Terzo P0rn Fest @
fanfic_italia: RPF Calcio (AC Fiorentina), Alberto Gilardino/Stevan Jovetić, "Prova a calmarti, per favore." "Non ci riesco" "...E se facciamo così?". Titolo di nuovo da Meet me halfway dei Black Eyed Peas, ormai eletta a earworm del mese.
Disclaimer: Non sono miei, non fanno queste cose o quantomeno non ne abbiamo ancora le prove, lo faccio gratis e quindi non mi prostituisco intellettualmente, tiè XD
That's where I'm gonna wait (for you)
Se la situazione non fosse delle più tese e nervose, Alberto riderebbe piano, facendosi vedere da Stevan ma senza fare alcun rumore, e poi gli farebbe notare che si sta mordicchiando il labbro esattamente come ha fatto lui fino a due secondi fa nella speranza di far ridere anche lui. Invece resta in silenzio, lasciando che lo sguardo si posi su ogni particolare di quella stanza tranne che su di lui, seduto al centro del letto con un’espressione quasi mortificata e le mani contratte in grembo, e continua a tormentarsi le labbra screpolate dal freddo in attesa di qualcosa di intelligente e poco compromettente da dire.
«Forse… è solo l’agitazione» mormora infine, portandosi le mani ai fianchi per un istante e poi lasciandole ricadere subito, scoraggiato. «Cioè, non dobbiamo per forza… non adesso, se non ti va.»
Quello che esce dalle labbra di Stevan è un pigolio confuso e impastato dal silenzio prolungato, ed è costretto a schiarirsi la voce un paio di volte, prima di rispondere davvero. «S-sì. Hai ragione. Voglio dire, non ci costringono.»
«Sì, sono d’accordo.»
«E possiamo anche solo dormire.»
«Aha» annuisce Alberto con un mezzo sorriso. «Tranquillo, magari non è il momento giusto, tutto qua.»
«Sì» borbotta ancora, e poi scuote la testa e si lascia scivolare un po’ più in basso. «Vieni qui?»
Alberto annuisce di nuovo, arrampicandosi sul letto e gattonando fino a raggiungerlo al suo fianco, prima di affondare il viso nel cuscino morbido e così alto da nascondere quasi ogni particolare di Stevan alla sua vista. Prova a chiudere gli occhi per qualche minuto, tentando di addormentarsi così, ancora semivestito e tutt’altro che pronto a prendere sonno, e quasi ci riesce - fino al momento in cui, credendolo addormentato sul serio, Stevan allunga una mano verso l’angolo della guancia di Alberto e l’accarezza lievemente, mugugnando un torrente indefinibile di scuse quando crede di averlo svegliato di soprassalto. Alberto conosce un solo modo per zittirlo.
«Non stavo dormendo» bofonchia spiccio. «Smettila di fare il cretino.» E prima che l’altro ricominci a scusarsi per le scuse, Alberto alza la testa dal cuscino e poggia le sue labbra su quelle di Stevan, dischiudendole lentamente man mano che sente il corpo sotto di lui rilassarsi dal nervosismo che lo aveva attanagliato tanto quanto aveva fatto col suo.
«Prova a calmarti, per favore» sussurra direttamente sulle labbra, attendendo una risposta guardandolo fisso negli occhi un po’ umidi.
«Non ci riesco.»
«… e se facciamo così?» propone dolcemente, prendendo ad accarezzargli il fianco a lungo prima di far scorrere la mano tra le sue gambe; lo tocca con tenerezza, al di sopra della stoffa dei pantaloni morbidi che ha indossato come un pigiama, ignorando i mugolii sottili che risuonano direttamente dentro di lui, nella sua bocca e nella sua testa e nel suo cuore. Alberto si fa aiutare da lui, abbassandogli pantaloni e slip quel tanto che basta per poterlo masturbare davvero anziché limitarsi a quei piccoli tocchi, e i gemiti di Stevan si fanno sonori, intensi e terribilmente piacevoli, gli riscaldano il sangue e gli allargano il sorriso perso da qualche parte sul suo collo teso e marchiato da minuscoli segni rossi; accelera il ritmo, spingendosi contro di lui per sentire il suo respiro pesante premere contro il suo corpo, e in un mugolio più acuto e soddisfatto sente il piacere di Stevan bagnargli le dita e i suoi muscoli tendersi spasmodicamente mentre l’orgasmo lo scuote con violenza.
«A me basta finché basta a te» dice contro la sua pelle quando lo sente finalmente calmarsi, e Stevan si stringe contro di lui, addormentandosi di colpo. Alberto lascia passare parecchi minuti, assicurandosi che stia russando per davvero, e poi abbassa la cerniera dei jeans, cercando di darsi soddisfazione.
FINE
Noticina: tutta di mia figlia
chia25, mh? ♥