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Oct 20, 2024 17:30

utore: diana9241
Fandom: 1899
Titolo: CSomething good in everything I see
Personaggi: Angel, Krester
Rating: NC17
Warning: pre season 01, pwp, slash, religious guilt
Note: meritavano di più, il rinovo tanto per dirne una
Note2:l'head canon che i due avessero già una storia nel mondo reale mi è caro, e me lo terrò stretto

Non sapeva spiegarsi cosa gli fosse successo, o meglio lo sapeva fin troppo bene.

Aveva sempre cercato di controllare quegli istinti pur sapendo che non gli avrebbe fatto bene ma allo stesso consapevole di essere in errore, di essere lui quello sbagliato. Sapeva bene che la Bibbia definiva quello che faceva un peccato e si era sempre sentito in difetto ogni volta che accadeva ma allo stesso tempo non riusciva a farne a meno e ogni volta stava così bene… com’era possibile che da un peccato così grande si potesse ricavare un piacere così bello? Sua madre avrebbe avuto al risposta ma Krester aveva sempre evitato di farle quel tipo di domanda

Poi era accaduto quello che era accaduto e con Tove incinta erano dovuti andare via.

Sua madre non gli aveva mai fatto delle domande, sapeva ma o aspettava che fosse lui a parlare o semplicemente voleva pensarci, e comunque in quel momento erano tutti preoccupati per Tove. Trovare il denaro per arrivare fino in Inghilterra era stato facile ma l’America… quello era un altro discorso. Non aveva chiesto come ci fossero riusciti ma almeno in America avrebbero potuto lasciarsi tutto alle spalle, quasi tutto, e potevano cominciare una nuova vita.

E poi l’aveva visto.

Pur essendo preoccupato a cercare un dottore per sua sorella e a carcare di spiegarsi consapevole che nessuno capisse la sua lingua lo aveva visto, e non poteva essere il contrario. Era bello, di quella bellezza sfrontata che non deve chiedere niente a nessuno e che sa che ovunque si trovi attirerà gli sguardi del resto del mondo, mischiata adeguatamente con l’alterigia e la superiorità degna dei gran signori che mai e poi mai gli avrebbero dato più di un’occhiata. Eppure si erano guardati, non solo, si erano riconosciuti.

Aveva avuto la sensazione di conoscerlo, di averlo già visto, di conoscere ogni cosa di lui e che fosse così anche per l’altro ma era impossibile, dove un patetico contadino danese e un gran signore inglese potevano essersi incontrati? Se anche l’altro fosse stato in Danimarca sicuramente doveva essere stato al seguito del principe di Galles e della principessa sua moglie che era nata principessa di Danimarca e sicuramente non si sarebbe mai avventurato fuori da Copenaghen.

La sensazione però non lo aveva abbandonato quando la dottoressa inglese aveva aiutato Tove, e poi quando si erano rivisti… si era dovuto trattenere ma aveva avuto la sensazione che l’altro volesse qualcosa di più, peccato che non lo capisse quando parlava nella sua lingua, una lingua che sicuramente non era inglese. E poi quel portasigarette. Sapeva bene perché l’altro glielo avesse dato, non era stupido ma allo stesso tempo non gli sarebbe certo dispiaciuto, non con un tizio così bello e affascinante e che conosceva, per quanto assurdo sentiva di conoscerlo da sempre. Tove si era intromessa ma… aveva la sensazione che non fosse finita lì.

Stando attento a non farsi notare portò la mano all’interno dei propri pantaloni immaginando che fosse quella del cattolico. Non sapeva da dove provenisse ma era col fratello prete quindi doveva essere per forza cattolico, forse italiano o francese, persino spagnolo e sicuramente si trovava lì per un viaggio di piacere, che motivo poteva avere uno come lui per lasciare la propria casa?

Chiuse gli occhi mentre immaginava quelle mani attorno alla propria erezione, già gonfia, quelle mani delicate, eleganti, che non avevano mai lavorato in vita loro e che probabilmente non avevano mai portato niente di più pesante di una penna o di un fioretto. Le aveva sentite sulla sua pelle quando l’altro gli aveva sfiorato la cicatrice quasi con reverenza e poi quando gli aveva consegnato il portasigarette… se Tove non fosse intervenuta glielo avrebbe permesso, le sue mani erano così vicine, chissà cosa avrebbero fatto, cosa avrebbe fatto l’altro… sicuramente avrebbe preteso qualcosa perché i gran signori come loro non si inginocchiavano ma l’avrebbe fatto con piacere, ne era sicuro. Continuò a muovere la mano mentre la sua mente continuava a tornare a lui, a come sarebbe stato sentire le sue mani su di sé e non solo sul proprio sesso ma sul corpo, come sarebbe stato sentire i loro respiri fondersi, le bocche che si esploravano e i loro corpi che… quello era troppo, eppure ne aveva così bisogno pensò con un ultimo movimento prima di abbandonarsi a quel godimento così colpevole e così bello, nella mente il volto del cattolico.

50 simulazioni prima:

Sarebbe cominciato quel giorno.

Avevano curato ogni singolo dettaglio, vagliato ogni ipotesi ed erano sicuri che tutto sarebbe andato come previsto. Non erano i soli ad averci pensato ovviamente ma… la portata di quello che stavano per fare era immensa e dovevano dimostrarsi degni. Scegliere le trame, valutare ogni possibile azione e scrivere una controazione sensata, scrivere le trame per i personaggi che la simulazione avrebbe inventato ex novo e che avrebbero interagito con loro risultando credibili, mesi e mesi di lavoro.

Si sarebbero comunque incontrati, Ángel se n’era assicurato sebbene non fosse possibile dare ai rispettivi personaggi l’input giusto visto che a separarli ci sarebbe stata sicuramente la barriera linguistica per non pensare alle decine di variabili possibili, sicuramente non avrebbero potuto servirsi dei traduttori e nessuno dei due padroneggiava così bene la lingua dell’altro da poterne fare a meno. Si sarebbero però riconosciuti, se la memoria muscolare e fotografica erano in grado di superare le barriere della simulazione allora si sarebbero sicuramente riconosciuti anche se non ne avrebbero capito il motivo. Ramiro non era un problema, non dopo che si erano lasciati anni prima sebbene rivederlo gli avesse fatto piacere ma non era disposto a passare più di cinque minuti in compagnia del portoghese, non quando il suo futuro era Krester; Ramiro era stato solo una tappa… importante ma non definitiva.

Sorrise prima di spostare una ciocca di capelli ribelle dal volto di Krester, tutto sarebbe andato bene si disse per l’ennesima volta.

<< Godmorgen >> disse l’altro in danese, questo lo capiva pensò prima di baciarlo.

<< Buenosdias >> rispose in castigliano quando si separarono, se solo fossero potuti rimanere in quella maniera per sempre. Krester continuò a baciarlo prima di far scendere una mano sotto le lenzuola malizioso e lui si morse le labbra, non era del tutto sbagliato, inoltre con la simulazione sarebbe stato impossibile e voleva almeno ricordarsi il sapore dell’altro, la sensazione dei loro corpi premuti insieme e il suono dei gemiti di Krester, persino delle parole in danese che non capiva pur avendo intuito che fossero sconcerie.

<< Ora? >> domandò in inglese prima di soffocare un gemito.

<< Ora >> rispose Krester in danese prima di tirarselo contro. Non aveva bisogno di troppa preparazione dopo quello che avevano fatto la scorsa si disse e Krester non ebbe obiezioni di sorta da fargli quando si limitò ad una veloce preparazione con le dita. Soffocò il gemito di puro piacere tra le labbra di Krester quando fu dentro l’altro, era lì che meritava di stare, unito all’altro in quella maniera, per sempre insieme, solamente loro due, per sempre. Assecondò i movimenti del bacino dell’altro con spinte via via sempre più profonde e decise, strappandogli gemiti e implorazioni via via più alti in cui il danese si mischiava all’inglese in una cacofonia che lo eccitava, come avrebbe fatto tutto quel tempo senza quello?

Sentì le mani di Krester sulla schiena e lo baciò di nuovo assaporando quelle labbra mentre le sue mani lo toccavano ovunque, aveva bisogno di memorizzare ogni singola porzione dell’altro, di poterlo ricordare e voleva godersi quella meravigliosa pausa il più a lungo possibile.

Krester portò una delle sue mani sulla propria erezione e dopo qualche istante lo imitò facendogli segno di non togliere la mano, era tutto meraviglioso e perfetto pensò prima di gemere.

<< Mi amor, mi mida… corre por mi… ahora >> mormorò e per fortuna Krester capì cosa volesse si disse prima di abbandonarsi all’orgasmo. Si strinse all’altro e chiuse gli occhi, se solo fossero potuti rimanere così per sempre, quanto sarebbe stato bello.

<< Ci rivedremo tra poco >> lo confortò Krester, peccato che non lo avrebbe ricordato, non subito almeno.

<< Ma non saprò chi sei, o cosa siamo stati l’uno per l’altro >> ammise lui prima di baciarlo un’ultima volta.

<< Abbiamo tutto il tempo quando avremo finito con la simulazione, si tratta di pochi giorni >> replicò il danese. Se tutto andrà bene e aveva dei dubbi perché alcuni calcoli non gli tornavano e non era l’unico ad aver notato le anomalie ma meglio tenersi quel pensiero per sé si disse prima di baciarlo, tutto sarebbe andato bene e nel caso non fosse stato così… la simulazione poteva ricominciare da capo e sarebbero stati necessari al massimo tre tentativi, cinque se si voleva essere puntigliosi si disse mentre Krester ricambiava il suo bacio. Sarebbe andato tutto bene.

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