cow t personale

Mar 22, 2024 16:35

utore: diana9241
Fandom: Barbarians
Titolo: Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore
Personaggi: Flavus, Germanicus, Marbord
Rating: NC17
Warning: pre season 01, pwp, slash
Note: info storiche messe discretamente a muzzo ma storicamente accurate
Note2: nessuno mi impedirà mai di pensare che si sia perso moltissimo nel non voler creare un triangolo
Note3: Cla-cla-Claudio c'entra sempre, e così Erode Agrippa

Aveva sempre saputo che tra loro c’era un legame, fin da bambini.

Il nonno pur essendo ormai un uomo anziano adorava essere circondato da bambini, motivo per cui tutti i bambini della famiglia vivevano insieme. C’erano anche i figli dei re orientali e dei capitribù germani, come Erode Agrippa che fin da subito era andato d’accordo con Claudio, che coppia strana erano quei due: un bimbo dalla pelle ambrata e dalla viva intelligenza che sembrava considerare il suo povero fratello un autentico genio e come tale lo trattava. C’era Selene, prima con i suoi fratelli e poi da sola, e Giuba, con la pelle scura dei berberi e il profilo aristocratico dei numidi, e i piccoli principi germani.

Arminio era grande e sebbene tutti si fidassero di lui tu aveva capito bene che prima o poi vi avrebbe tradito, in quanto a Flavio… quanto era bello da bambino. La pelle chiara, gli occhi celesti come il cielo e i capelli boccoluti e biondi come quelli di un cupido, tutte le schiave volevano prenderlo in braccio e lo lodavano mentre lui dispensava baci per poi correre o dal fratello o da Marbord, che lo difendeva con la fedeltà di un cane. Se avessi avuto una sorella gliel’avresti fatta sposare per poterlo tenere sempre con te ti eri detto, qualcuno migliore di Livilla che secondo tua madre aveva tutti i difetti dei Claudi e degli Antoni senza i loro difetti.

E Flavio con gli anni ti si era affezionato, due bambini destinati alla grandezza che correvano insieme mentre Claudio ed Erode Agrippa studiavano e gli adulti sorvegliavano entrambi, e c’era qualcosa nello sguardo della nonna che aveva sempre trovato indecifrabile, questi bambini si vogliono molto bene aveva detto una volta riferendosi a Marbord e a Flavio mentre si bisbigliavano segreti in germanico, lingua che non ti sei mai preso la briga di imparare a differenza di tuo fratello che ha una conoscenza superficiale di tutto. E per qualche motivo quella frase ti aveva fatto infuriare, Flavio doveva volere bene solo a te, non a Marbord.

Quando poi avevi scoperto cosa facevano quei due ti eri tremendamente infuriato, come osavano tenerti fuori da quello? Come si permettevano di fare quelle cose insieme senza dirgli nulla?

<< Sei geloso >> aveva commentato Erode Agrippa prima di addentare una generosa porzione di coscia di maiale, pur essendo vietato alla sua gente la carne di porco Erode Agrippa ha sempre vissuto secondo le sue regole personali.

<< Di loro? E perché mai? Sono dei barbari, non è giusto che facciano queste cose… solo noi possiamo farle, e se vogliono farle potevano chiedere a me >> si era difeso.

<< Sei g-g-geloso >> aveva replicato Claudio con la sua solita balbuzie prima di sorridere comprensivo, e che fosse tuo fratello minore a guardarti così era assurdo.

<< Non sono geloso, come posso esserlo? >> avevi replicato prima di lasciarli da soli, non eri geloso, a che pro esserlo? Flavio era tuo, doveva solo scoprirlo ma era sempre stato tuo. E allora avevi cominciato a progettare un piano.

Il nonno aveva approvato, Marbord era quello più grande, Ari era già nell’esercito assieme a Varo e Flavio troppo giovane, più che giusto che Flavio tornasse dai suoi per poterli preparare a quando da alleati sarebbero divenuti sudditi. Poi non li avevi persi di vista.

Avevi visto i baci, i sorrisi e quello che era venuto dopo, in preda ad emozioni contrastanti e sicuro che quella fosse la loro ultima volta, poi sarebbe stato il tuo turno e tutto sarebbe stato perfetto, esattamente come vedevi Flavio e Marbord.

E invece era andato tutto in malora. Lo avevi invitato a cena, Claudio si era occupato di invitare a cena Agrippina assieme ad Erode Agrippa e al suo codazzo di cugini, zii, nipoti e chissà cosa arrivati dalla Palestina. Flavio era stato cortese e gentile, avevate chiacchierato ma poi quando lo avevi baciato era rimasto impassibile. Le sue labbra erano rigide, fredde eppure più le assaggiavi e più sentivi montare dentro di te la voglia di averlo, di mostrargli che eri migliore di Marbord, che eravate destinati a quello e che lo eravate da sempre, fin da quando lo avevi visto per la prima volta e che quello era il percorso naturale iniziato quando eravate due bambini, amici, compagni d’arme e amanti.

<< Sei sposato >> aveva mormorato quando vi eravate separati, era eccitato e forse era l’opportunità migliore.

<< E allora? Lo sono tutti ma non importa, se ti preoccupa… so come si fa… lo so >> avevi ammesso, gli schiavi per fortuna erano discreti e avevano accettato di buon grado di fare quelle cose e di subirle mentre ti mordevi le labbra per non gemere il nome di Flavio.

<< Voi romani tenete molto alla fedeltà. E io… non voglio tentarti >> aveva risposto Flavio prima che lo baciasti di nuovo, e poi ancora e ancora. Una prima volta su un triclinio non si augura a nessuno ma era stato comunque meraviglioso, i vostri corpi, le tue mani sul suo corpo e i suoi occhi, e perché si era morso le labbra?

Non ne avevate parlato e Claudio si era limitato a guardarvi male ma non ti era importato.

Agrippina a causa della gravidanza preferiva dormire da sola e quello era un invito a cercare Flavio, il quale accettava di buon grado, esattamente come in quel momento. Flavio è così bello, così diverso dagli altri e solo tuo pensi mentre sentì le sue cosce che ti intrappolano in quel calore mortale e ti godi i suoi gemiti mentre gli baci e gli lecchi il collo, vorresti marchiarlo ma Flavio è pur sempre il figlio di un re e non è uno schiavo. Mormori giuramenti e promesse tra un bacio e l’altro prima di portare la mano sulla sua virilità e cominciare a muoverla, beandoti della bellezza del germano, è tuo ora, solo tuo e Marbord è lontano, in Germania, dove non può toccarlo o sfiorarlo, non più.

<< Ti amo, ti amo >> mormori un istante prima di riversarti dentro di lui e Flavio si morde nuovamente le labbra e non ti è mai sembrato così bello. No ti correggi, ora è bello, con il corpo che vibra, gli occhi lontani, il fantasma di un gemito sulle labbra e delle gocce bianche perlacee che sporcano entrambi, è bello ed è tuo, solo tuo.

<< Sono meglio? Sono meglio di lui? Dimmelo >> lo incalzi mentre riposate abbracciati, è inutile fingere ma Marbord è sempre tra voi.

<
> risponde Flavio.

<< Voglio saperlo, non me lo merito? >> rispondi cercando di sembrare sensuale, se necessario potrebbe chiedere al nonno di affiancare Varo o Tiberio sulla frontiera e poi… . Basterebbe poco, una distrazione, un errore, una svista e Marbord morirebbe grazie alla tua spada e Flavio sarebbe tuo, anima e corpo.

<< Sono con te, siamo amanti… non ti basta? >> domanda Flavio.

No, non basta, non basterà mai ma Germanico teme dovrà farselo bastare, almeno per il momento.

<< Per ora si… ti amo tanto >> rispondi prima di baciarlo un’ultima volta, e se solo il germano pensasse di tornare da Marbord, o di scrivergli… l’odio è l’altra faccia dell’amore e lui non permetterà a nessuno di allontanarlo da Flavio, nemmeno a Flavio stesso

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