Dean, dalla sua postazione sul divano, osserva l’alberello spoglio e malaticcio che Sam ha portato a casa - in camera, più che altro - neanche un paio d’ore prima. È di plastica, ma la sensazione che gli da è sempre quella di stare guardando un abete che si consuma molto rapidamente e non crede che qualche pallina colorata e qualche luce farà la
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«Molto romantico» sussurrò lei al suo orecchio, abbracciandogli la vita.
«Sono solo luci intermittenti» rispose divertito.
«No, parlo di questa» chiarì la sua compagna, poggiando il mento sulla sua spalla e mostrandogli quello che aveva in mano: una rosa di un rosa pallidissimo, davvero bella.
«Carina» ammise il ragazzo, in tono disinteressato, e lei si tirò indietro perplessa.
«Non fare finta di non saperne niente» sbuffò, sorridendo.
«Cosa dovrei sapere?» replicò Dean perplesso, inarcando un sopraciglio.
«Era sul tuo cuscino, ho pensato… oh, il tuo cuscino, certo. Deve essere per te» ragionò, poi gliela offri con fare convinto.
«Lisa, non si regalano fiori agli uomini, a meno che non siano in fin di vita» borbottò il cacciatore.
«Ma non è da parte mia».
«Non c’è molta altra gente, a casa. Dubito che Ben all’improvviso si metta a regalarmi rose» osservò con un sogghigno. Studiò il bocciolo, pensoso e vagamente preoccupato. Se non era stato nessuno di loro, com’era arrivata a casa. «Che fiore è? È un po’ troppo florido visto il periodo».
«Oh, no, è una rosa di Natale. Una leggenda racconta che la figlia di un pastore, non potendo andare a trovare Gesù Bambino appena nato, si inginocchio a terra e pianse in mezzo alla neve, perché non aveva alcun dono da portargli. Un angelo la vide e tramutò le sue lacrime in queste rose, e lei poté regalarle al figlio di Dio. Da allora fioriscono sempre in inverno».
«Oh…» mormorò Dean, sfilandola dalle sue mani «… sì, credo sia per me».
«Quindi sai chi te l’ha lasciata?»
Lui annuì, senza scollare lo sguardo dai petali delicati. E so anche chi era quell’angelo.
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