L’altro giorno sono passata dalla community che raccoglie le storie di quella che è sicuramente una delle mie autrici preferite all’interno del fandom di Supernatural. Ho visto che c’era un aggiornamento:
I handed Death the reins & now he must ride. Gen, vagamente auish a suo dire, ambientata appena prima dell’inizio della sesta stagione. 2000 parole. Sam centric.
Il che è un po’ l’insieme di tutte le cose che solitamente non colgono la mia attenzione, perché tendo a leggere principalmente slash ed evito le storie brevi, soprattutto quelle ambientate in un punto più o meno preciso della stagione (forse anche perché finora non ho mai seguito in tempo reale lo show e quindi le reazioni del fandom a ogni puntata). E poi, finora io sono sempre stata più interessata a Dean che a Sam. Per qualche ragione che mi riesce sempre più difficile spiegare.
Ma. Il Sam della sesta stagione mi sta catturando in una maniera che non avrei mai creduto possibile, ed era Paxlux. Ho deciso di provare.
E mi sono trovata di fronte a una di quelle storie che mi fanno capire, una volta di più, perché è un anno che bazzico per il fandom di Supernatural e perché sospetto che senza le fanfiction non mi ci sarei neanche avvicinata.
Paxlux è una di quelle autrici di cui comprerei un romanzo senza battere ciglio - ha un modo di scrivere che è poesia, e ritmo, e le sue storie vanno lette quando hai tempo. Per brevi che siano. Perché devi assaporarle ed entrarci, e scandire parola dopo parola nella tua testa.
Quasi sempre, alla fine ti porti via qualcosa.
Questa volta, l’immagine che non credo mi lascerà mai del tutto è quella di Sam che accarezza la fiamma di una candela con la mano, senza sentire nulla. Affascinato.
It’s hypnotic, this flying through fire and he slides his palm through the candle’s flame, in small slow circles, over his life and love lines, because he still has those, miraculously. Or maybe it’s a curse. This whole thing is either a marvel or a cruel joke. Sam hasn’t decided which.
Ci sono altri momenti altrettanto forti, nel resto delle 2000 parole che compongono la storia. Cose più commoventi e immagini che scivolano più nel profondo. Ma più la rileggo, più mi sembra che nel suo stupore di fronte al fatto che le sue mani conservano ancora traccia delle linee dell’amore e della vita stia racchiuso tutto il senso. Della storia, ma anche di quel Sam.
Che forse è AU. Probabilmente. Ma potrebbe essere meglio di quello che ci offrirà lo show.
E questa è l’altra ragione per cui a volte mi trovo a sbattere le ciglia davanti allo schermo del computer. Perché quando dico che amo il fandom anglofono di Supernatural, mi riferisco al fatto che c’è gente che sa scrivere. Ma anche al fatto che alcune delle storie che queste ragazze creano sanno spesso andare più nel preciso e nel profondo che l’oggetto da cui erano partite. Perché se il telefilm è un telefilm, appunto - che si concentra a volte soprattutto su sangue&combattimenti&urli-femminili nel puro stile horror - alcune delle storie sono qualcosa di più. E penso a quelle che trattano del voodoo, per esempio - penso a casefic inquietanti come Moths on the mirror. E lo stesso si può dire dei personaggi.
La loro profondità nella serie è appena accennata. Si intravede, come in controluce. Nelle storie è a volte esplorata senza esitazione, fino a fare male.
E non so. In una delle episode reaction che ho letto dopo 6.01, una ragazza diceva che forse la delusione nasceva dal fatto che nel corso dell’estate c’erano state così tante storie che dipingevano un possibile ritrovo tra i fratelli che trovarsi di fronte a qualcosa di così confuso e spiazzante non poteva che lasciare perplessi. E nonostante io in realtà sia abbastanza affascinata dalla sesta stagione, finora - più che altro, da Sam - credo che potrebbero avere ragione, in parte.
Separare la creazione degli autori reali dalle creazioni delle fanwriter a volte è difficile. E forse, per quel che mi riguarda, l’integrazione - la sovrapposizione delle diverse profondità - è l’unica strada possibile.
*rolling-eyes*