¿Quién se atreverá a condenarme?

Aug 16, 2009 18:04



Stavo rispondendo ai commenti sul Lj della Rosa.

Leggendo quello che ha scritto Lils.

E lei parlava della bellezza.

E io stavo scrivendo a mia volta qualcosa sulla bellezza. E avevo in testa un'emozione.

Non era ancora esattamente una poesia. Ma la sua ombra, piuttosto. Una eco.

Il ricordo.

E quando ho postato quello che avevo scritto, mi è tornato in mente l'origine di quell'emozione. Di quel *colore* - luce - quella cosa strana che è una poesia al suo stato primario, prima che riemerga alla memoria. Prima che riaffiori.

Yolanda Pantin.

Soliloquio del vampiro.

E anche Corpi - o forse anche di più.

E non avevo intenzione di scrivere niente del genere, oggi.

Ho altri post in mente - avrei De Andrè, e un libro da recensire. Ma non posso evitarlo.

Sono troppo *perfette*.

Sotto il cut, che forse non tutti hanno voglia di vedersi la f-list intasata dai versi di una venezuelana. *rolling-eyes* Anche se questa volta posto la traduzione italiana. Che è bellissima uguale. E, alla fine, è quella che io per prima ho letto.


SOLILOQUIO DEL VAMPIRO

Sento la paura della bellezza; chi oserà condannarmi?

J. L. Borges

-‹‹Come può la bellezza

essere così vicina

che io posso allungare

le braccia e toccarla

e ancor più voglio nominarla

dar voce a un sentimento

preterito e confuso

al di là della vita di dio di tutto?

Io dovrei guardare

soltanto la bellezza

contemplare ciò che per gli occhi

è simile al divino

al mistero della vita

qui al mio fianco

È tutto ciò che voglio

ed è così triste

come una sonata

di Brahams per violoncello

musica profonda

doppiamente profonda

il singhiozzo di un'anima

che finalmente trova

nel corpo il suo specchio

Io ho sentito il desiderio di morire

soltanto a vederti

e sarei appagato

Solo voglio guardarti

ma vengo alle tue labbra

anche per baciarti

seguendo un impulso

da bambino

che non misura le sue azioni

Solo voglio baciarti

come si bacia un angelo

sfiorandogli le labbra››

E dopo

- nel chiudere le porte -:

‹‹Ti desidero la morte

bellezza

perché non esista niente››.


CORPI (LUIS CERNUDA)

Sono così belli i corpi

che ho baciato

È tale il calore con cui accolgono

un altro corpo

che non posso fare altro

che ringraziare

per la gioia

che così poco merito

Ricordo un corpo in piedi

davanti allo specchio

l'atto di offrirsi

in un istante

quando tutto è perso

nel dorato riflesso

Sono così belli i corpi

che ho sognato

così perfetti

stati della gloria

in cui abita un dio

che non posso altro che abbandonarmi

alla vertigine della pelle

così convocata

Ma tu

corpo creato dal mio amore in solitudine

sognato baciato

appagato

lo sguardo che in te è incarnazione del mondo

di tutto il creato

da me

alle tue spalle

pelle abisso specchio

temibile oscurità oltre il tuo corpo

alla parola

consacro ogni cosa

i corpi che ho baciato

quelli sognati

immobili perfetti

terrore della gioia

che tu incarni

spagnolo, writer | yolanda pantin, bellezza, poesia

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