Ho sempre trovato affascinante l'idea che mettendo insieme i libri che ci hanno segnato - sviscerandone le ragioni, magari, ripercorrendo le diverse riletture, confrontandole - fosse possibile costruire una immagine fedele di noi: dei nostri gusti, dei pensieri. Anche delle cose che ci spaventano, forse, di quelle che vorremmo non dovessero mai
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In bocca al lupo.^^
(PS - Per me era stato un dramma già scegliere tre canzoni di cui parlare al corso di Poesía Inglesa... *rolls* Figuriamoci altro.)
Di Levi hai già letto qualcosa? Se è l'argomento a scoraggiarti - e lo capisco: per me è lo stesso - magari puoi iniziare con Il sistema periodico: è la sua autobiografia, sostanzialmente, quindi il periodo del lager è ristretto a un solo capitolo, credo. Ogni capitolo ruota intorno a uno degli elementi del sistema periodico, ed è sostanzialmente un racconto a sè: alcuni sono bellissimi. Tipo, Oro mi sembra parli del periodo breve in cui ha partecipato alla Resistenza, e mi era piaciuto molto. Ferro anche ha un personaggio bellissimo. E l'ultimo, Carbonio, racconta esattamente la storia di un atomo di carbonio, ed è sostanzialmente la storia della *vita*. Ma se te la senti di tentare l'argomento, I sommersi e i salvati vale assolutamente la pena. Io non lo considero davvero un saggio sul nazismo - è quello ma ha una portata molto più universale. Ed è scritto meravigliosamente anche da un punto di vista stilistico.
Poi boh. Se questo è un uomo è davvero una delle cose più *forti* che ho letto. Il capitolo dove, nel mezzo dell'inferno del lager, lui si mette a insegnare l'italiano a un compagno francese cercando di tradurgli il canto XXVI dell'Inferno è una delle esaltazioni della poesia più forti che ho mai letto. E in generale l'interno libro è davvero poesia. Se per poesia intendi il bisogno di mettere in parole le emozioni più atroci, trasformarle in qualcosa di diverso. È uno di quei libri che fanno sorgere i brividi automaticamente, appena lo sfogli.
C'è un passaggio, nel secondo capitolo, che forse ha segnato il momento in cui ho capito che stavo leggendo qualcosa di diverso da un semplice documento. Lui e i compagni sono già arrivati al lager, li hanno appena fatti entrare in una stanza vuota. Hanno tutti sete, dopo il viaggio, e nella stanza c'è un rubinetto, ma accanto un cartello vieta di bere perché l'acqua è inquinata. E lui scrive:
"Questo è l'inferno. Oggi, ai nostri occhi, l'inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi stare in piedi, e c'è un rubinetto che gocciola e l'acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente. Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti. Qualcuno si siede per terra. Il tempo passa goccia a goccia."
E non so, mi è rimasta impressa: dopo averlo letto, *quello* è diventato l'inferno, per me. Ma al tempo stesso è come se non fosse stato lui a inventarlo, come se non fosse solo la sua intuizione poetica e la sua esperienza personale a dire: questo è l'inferno, oggi. Perché ho trovato immagini simili anche altrove, anche in autori/persone che mai avranno letto Levi, che mai sono state nei Lager. È come se questo tipo di orrore fosse andato a fare parte del nostro bagaglio culturale in maniera genetica, come se fosse diventato un altro archetipo. C'è tutto l'assurdo, in quell'immagine, tutto quel che sarà il mondo anche nell'immaginario successivo.
E non so. Per me questo libro rappresenta davvero un po' anche questo.
A parte Levi, comunque.
Su Montero e Rich forse riuscirò ad approfondire anche con altri post.^^
Spero. Prima o poi... *rolls*
Sicuramente meritano. Magari anche soltanto qualche citazione ogni tanto, senza elaborare troppo, vedrò di metterla.^^
Su Calvino, come dicevo su FB, devo assolutamente recuperare. (Ed è ironico che ciascuna abbia nell'autore dell'altra la *grande lacuna*, credo.^^)
Ho voglia di leggere il Barone Rampante da... sempre, credo, ma sapendo - e avendo la ri-conferma, con questi post - che per te è stato così determinante (leggere le ragioni del *perché*) ha reso questa voglia una vera urgenza. E una necessità.
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Poi tu sei sempre maledettamente convincente. ^^^^^^
In effetti è assurdo, sì. ^^
Spero che non ti deluda, perché davvero non so se sarebbe diverso, con gli occhi dei vent'anni. ^^
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