(no subject)

Jun 22, 2011 18:08




'Power to make someone comfortable?'

Le risate che li scuotono ora sono così abitudinarie ormai, è quasi automatico per loro stare nella stessa stanza ed iniziare a ridere come due ragazzini.

E dopo quella risposta James non può far altro che perdersi per qualche secondo, perché lui lo sa bene a cosa si riferisce in realtà il suo compagno, ha colto

alla perfezione il doppio senso e la malizia lieve ma ben presente. In quel momento guardando la sua espressione vorrebbe solo prenderlo per la giacca e trascinarlo nello sgabuzzino più vicino per farlo sentire davvero confortato come vorrebbe fare anche lui.

Ma in quel momento, con il giornalista di fronte non può far altro che acconsentire con un ‘yeeeeees’ prolungato e un po’ attutito dalla risata mentre la sua mente torna per qualche breve istante al bacio che qualche ora prima si sono scambiati lui e Michael. Ripensa alle sue labbra morbide e impazienti e alle sue mani delicate ma decise sulla propria pelle.

E mentre risponde immagina di avere un’espressione stralunata e affatto presente, le sue parole escono un po’ fiacche e lo sguardo assente e perso nel vuoto non fanno altro che divertire il suo amato vicino.

Ride bene chi ride ultimo recita il proverbio e James sa bene che dopo quell’intervista Michael avrà ben poco da sghignazzare.

‘C’mon now touch me baby. Can't you see that I am not afraid?’

James ha questo bisogno impellente di toccare Michael sempre e ovunque. Nelle premiere la sua mano è perennemente appoggiata sul suo fianco, lo avvolge con il braccio tenendolo stretto a sé, in modo quasi possessivo. Lo stringe dolcemente ma con decisione, come se volesse che Michael restasse sempre al suo fianco, in qualsiasi momento e in qualunque situazione.

Nelle interviste appoggia spesso la testa sul suo collo o nella sua spalla, forse perché così può tastare con le labbra la sua pelle o assaporare il suo profumo afrodisiaco.

Ma lo sa James che a Michael fa piacere tutta quella premura, lo fa sentire importante. E questo James lo sa perché la sera, nella sua stanza d’albergo, il suo compagno gli sussurra all’orecchio tutto il suo consenso mentre le proprie mani continuano a toccarlo ovunque. E finalmente ormai soli e appartati Michael può sfogare tutta la sua frustrazione su di lui. Lo può finalmente baciare e stringere, può immergere le mani sui suoi capelli ribelli e folti. Così morbidi al tatto. E ovviamente James non può che ricambiare soddisfatto, mordendolo di tanto in tanto, mentre la sua mano si intrufola impaziente nei pantaloni del suo uomo.

‘Baby, you're a firework. Come on, let your colors burst.’

Quando James sente le labbra di Michael su di sé che esigono prepotenti un bacio, quando sente la sua lingua cercare bisognosa la propria e le mani accarezzargli la schiena, quando lui stesso intrufola le mani sotto la sua maglietta per toccare quanta più pelle possibile, ecco che proprio in quel preciso istante James sente scoppiare dentro di sé i fuochi d’artificio.

Vede i colori dell’arcobaleno balenare nella sua testa e sente l’euforia e la gioia invaderlo, si sente sereno proprio come quando da piccolo rimaneva fuori casa o in barca a guardare i fuochi colorare il cielo. Probabilmente lo mormora anche nella bocca dell’altro, mentre i suoi occhi rimangono chiusi ancora per qualche secondo per dargli il tempo di percepire bene le sensazioni che lo avvolgono. Per assaporare quel prezioso momento e imprimerlo bene nella testa.

E quando i suoi occhi finalmente incontrano quelli di Michael non riesce proprio a trattenere un gemito sorpreso, perché ora i fuochi artificiali sono ancora più intensi e avvolgenti. ‘Firework!’ questa è l’unica esclamazione che esce dalla sua bocca e Michael non può che sorridergli divertito mentre le sue mani continuano ad accarezzargli la pelle.

james/michael; slash; mcbender

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