Mi voltai verso la fonte di luce e mentre i due scomparivano dal mio campo visivo, vidi ricomporsi l’ambiente dell’aeroporto con le sue grandi vetrate che davano sulla pista dove sostavano gli aerei.
Cosa avrei dovuto fare?Come avrei potuto sostenere ancora queste visioni?Mi ritorno' in mente l’idea che solo Nerea poteva darmi una mano ma...
La decisione presa poco prima mi spinse a rifiutare ancora una volta questo pensiero.
E in quel momento mi colse una profonda disperazione.Non volevo accettare la verità che mi era stata rivelata da quella creatura...
Ero al limite della sopportazione.
- E’ troppo...Questa situazione mi sta sfuggendo di mano...-
Reputavo questa terra ostile con tutti i suoi fantomatici ricordi riaffiorati lenti ed inesorabili nella mia mente.
Mi alzai.Mi avvicinai alla vetrata osservando in silenzio il paesaggio.Cercavo di mettere a tacere qualsiasi pensiero.
Ero più che mai deciso ad andarmene per sempre da qui.Fremevo dalla voglia di lasciare questo luogo.Poi l’annuncio del volo mi ridestò dal torpore nella quale ero caduto.Mi avvicinai al gate 34 e dopo aver passato il controllo dei biglietti imboccai il corridoio che mi portava sull’aereo.Venni accolto con gentilezza da una hostess che parlava in inglese e gia' il solo sentire questa lingua mi fece bene.Mi accomodai nella poltrona allacciando la cintura.Il portello venne chiuso e l’hostess dall’altoparlante annunciò la partenza dando inoltre le solite informazioni sui pasti e sulle norme di sicurezza.L’aereo rullando si mise in posizione e acquistando velocità decollò senza problemi.Mi avvicinai al finestrino e sporgendomi vidi che il paesaggio gradualmente si andava rimpicciolendo mescolandosi nei colori della vegetazione.
L’aereo saliva trapassando le nuvole, stagliandosi verso il buio della sera scomparve lasciando una scia bianca nel cielo.Anche le luci di coda sparirono pulsando lentamente..Lasciamo che Roscoe si riposi durante il viaggio e alzandoci più su' ,al di là delle nuvole,tutto il mondo si mostra ai nostri occhi immerso per metà nell’oscurità.I raggi di un sole distante anni luce ci riscaldano.Seguiamoli nella porzione di mondo illuminata.Venite!Eccoci a Bridgeport .La città è sepolta sotto un pesante velo di nebbia.Il sole è appena sorto e nonostante la fitta nebbia, riesce ad illuminare la città.Come ogni mattina Nerea è gia in ufficio divisa tra gli impegni quotidiani e certi pensieri che non la lasciano in pace.Il tempo passa e la luce cambia tonalità con il pesare delle ore.Ma avviciniamoci; al grattacielo piu alto al trentesimo piano è possibile scorgere una figura femminile che in un momento di pausa scruta il cielo e si intristisce difronte alla veduta che l’altezza gli offre.
Il sole si è ormai inabissato nel mare e anche gli ultimi raggi si sono spenti.E' stata una giornata faticosa.Roscoe è da ieri sera che non si è fatto piu sentire.L’ultima chiamata risale alle 17.03.Dovrebbe essere quasi arrivato ormai.Un aereo sorvola l’aria e gradualmente si abbassa per atterrare.Che sia il suo?
La pausa sta quasi per finire,ho preferito rimanere qui, in ufficio,non mi andava di andare nella sala relax.Oggi non sono molto disposta a chiacchierare.In mente due unici pensieri: Roscoe e l’apparizione di quell’essere orribile.Non ho avuto il coraggio di chiamare a casa.Se accadrà qualcosa dovrò vedermela da sola...Intanto è calata la notte.Gli ultimi minuti di pausa passano cosi in silenzio..Il cellulare poggiato sulla scrivania vibra vistosamente riportandomi alla realtà.Mi appoggio alla scrivania e pigio il pulsante sulla tastiera.Un sms,è di Roscoe!Affranta rimetto il blocco al telefono e resto lì a guardare le luci della città..
L’sms recita cosi: “Nerea mi spiace ma non riuscirò ad essere a casa per questa sera.A presto”.Le sue parole gelide mi stupiscono.Cosa sarà successo?Dopo averci pensato a lungo riprendo il cellulare in mano e rispondo al messaggio di Roscoe.Poi mi rimetto a lavoro.Dopo circa due ore termina il turno.Mi alzo dalla scrivania e raggiungo l’armadietto dove ripongo il camice.Il laboratorio è quasi vuoto.Saluto i pochi colleghi e chiusa la porta alle mie spalle mi avvio verso l’ascensore.Arrivata al piano terra esco salutando il portiere.Fuori dall’edificio una brezza fredda mi investe.Mi infilo in macchina e torno a casa.Dal parabrezza della macchina filtrano i raggi della luna.Il cielo notturno si mostra in tutta la sua bellezza e gli alberi sferzati dal vento sembrano danzare.
Parcheggio la macchina nel viale,raccolgo la borsa e uscendo dall’abitacolo dell’auto chiudo la porta.L’aria intorno a me è gelida, cosi di corsa mi precipito alla porta, la apro ed entro finalmente in casa.Accendo le luci e configuro con velocità il clima che si attiva subito.Poso la borsa sulla poltroncina e vado in camera.Non ho fame e sosto per un pò sul letto seduta fissando il pavimento...
Dopo un bel po' mi alzo,spengo la luce sul comodino e vado in cucina.Tiro fuori dal mobile un bicchiere di vetro e lo poggio sul tavolo.Dal frigo prendo una bottiglia di birra, la apro e verso il contenuto nel bicchiere.Mille bollicine salgono su trasformandosi in schiuma bianca.Mi siedo e sorseggiando la birra i miei occhi si perdono fuori nell’oscurità della notte..Il tempo passa.Francamente non ho molta voglia di fare nulla.Cosi lascio tutto cosi com’è e mi sposto in salone.Mi stendo sul divano.Avrei voluto vedere Roscoe questa sera ma purtroppo non è stato possibile.Mi domando cosa possa essere accaduto.Il display del cellulare segna le 22.30 precise.Mi giro sul fianco, abbraccio il cuscino del divano e mi lascio andare..
Una melodia familiare lentamente avanza verso di me dal nulla.Disturbata dal suono mi giro sul divano.La melodia è sempre piu vicina..Apro gli occhi e attraverso una nebbiolina riconosco il soffitto di casa mia.Mi metto a sedere lentamente, intanto mi rendo conto che il cellulare si è messo a suonare.Il display illuminandosi mi avvisa che è appena arrivato un altro sms.Mi stropiccio gli occhi e dopo uno sbadiglio pigio il tasto e mi metto a leggere..Scatto in piedi in mezzo secondo.Mi sento mancare l’aria.Corro nel bagno in cerca di uno specchio.Alla bell’e meglio mi rimetto in ordine e sento che nel frattempo un grosso motore borbotta fuori alla porta..Lo stomaco comincia a contorcersi.Cerco velocemente di cancellare ogni traccia di sonno dal viso e come un indemoniata corro verso la porta.Mi sistemo la camicia e il maglioncino prima di arrivare al pomello della porta.Ho una paura assurda.Ho il timore che possa essere uno scherzo.Il rombare del motore si arresta quando io ho appena varcato la soglia e ho accostato la porta per evitare che il freddo entri in casa.
- Finalmente...-
Sibilo tramortita dalla sorpresa e mi porto una mano al viso emozionantissima.
Ho il cuore che batte impazzito.I muscoli sono tesi;le gambe leggere fanno quasi fatica a sostenermi.Rimango impalata sulla porta mentre lo osservo.Si è appena tolto il casco e la giacca.Poi mi guarda..Non riesco a muovermi tanto sono emozionata.Mi rendo conto però che qualcosa è cambiato in lui.I suoi occhi sono gelidi.Mi osserva.Forse anche Roscoe sta provando le mie stesse emozioni?Gli sorrido ma lui non ricambia..
La luce tiepida che illumina il giardino si riflette sul suo corpo,nei suoi occhi..Scende dalla moto e poggia casco e giacca sul sedile.Quanto tempo è passato?Il suo corpo muscoloso e teso,si vede,si muove lentamente.
-Roscoe...- alla fine timidamente prendo la parola,- ma avevi detto che non saresti riuscito a...-
Si avvicina e mi prende il braccio stringendolo delicatamente..
Rimane in silenzio.Non riesce a guardarmi negli occhi...Perche?Allora presa dalla preoccupazione continuo a rivolgergli la parola.
-Roscoe, stai bene?-
I suoi occhi lentamente si posano sui miei.
- Come mai questa faccia?Ti sono mancata e non riesci a credere di essere finalmente tornato a casa?-
Sorride.Ma il suo sorriso è di circostanza lo sento.
Tra le mani ha una piccola borsa di tela scura.
- Andiamo dentro che fa' freddo.-
Continuo a sorridergli sperando che possa servirgli ad allentare la tensione.
Mi segue.
Lo lascio proseguire e mi fermo vicino la porta chiudendola lentamente.
-Dai siediti...-
-Grazie Nerea..-
Queste sono le uniche e prime parole che sento dopo una settimana senza vederlo.
Mentre cammina verso il divano non posso fare a meno di gettare lo sguardo sulla piccola borsa che stringe tra le mani.
Inspiegabilmente mi sento attratta dal suo contenuto misterioso.
Roscoe prima di sedersi sul divano apre la borsa e lentamente estrae l’oggetto.
Nel farlo sente il mio sguardo pesargli addosso e sbuffa infastidito.
-Dai vado a prenderti qualcosa,hai mangiato?-
Roscoe nel frattempo si è girato di spalle e lontana mi arriva la sua risposta.
-No Nerea non ho fame grazie..-
-Ah chiudi il becco vado a prenderti qualcosa comunque..-
Com’è possibile che non abbia toccato nulla?
Tornando dalla cucina lo vedo seduto sul divano fissare l’oggetto che ha estratto poco prima dalla borsa.
Con il bicchiere in mano mi fermo a guardarlo pensierosa...
-Davvero non ho fame..-
Mi avvicino lentamente e gli passo accanto posando sul tavolino un bel bicchiere colmo fino all’orlo di birra.
-Avanti smettila Roscoe.Non puoi fare molto ho già messo a scaldare dei toast.Ora vado di là finisco di prepararli e poi tu mangi o...Mangi-
Gli dissi cercando il suo sguardo.
Si girò lentamente verso di me ricambiando.La sua espressione triste era come una pugnalata nello stomaco.
Non riuscivo a sostenerla..
-Ok torno subito..-
Dissi per spezzare la tensione e mi precipitai in cucina.
Dopo 5 minuti ero di nuovo accanto a lui con un bel piatto colmo di toast ripieni.Nell’aria si era già diffuso un profumino invitante.
Roscoe sembrava indifferente a tutto ciò.
Nel posare anche il piatto vicino al bicchiere mi resi finalmente conto che l’oggetto che Roscoe aveva estratto dalla borsa era un libro.
Questo libro dalla copertina blu cupo provocò in me una reazione inaspettata.
Quel pentacolo...
D’improvviso vidi volteggiare attorno al libro un’aura rossa che scomparve appena mi stropicciai gli occhi.
Cos’era?
-Nerea?Tutto bene?-
Finalmente si era deciso ad uscire dal suo ostinato silenzio!
-Si Roscoe.Credo che domani non andrò a lavoro..-
-Perche?-
Chiese Roscoe.
-Beh perche sono molto stanca e...Poi beh sei qua,come posso andare a dormire e lasciarti solo?-
-Scusami hai ragione..In effetti sono passato solo per un saluto non mi aspettavo che tu mi invitassi ad entrare preparandomi poi anche la cena..-
Si guardava le mani chiuse a pugno.
-Ah smettila...Muoviti a mangiare e dopo lava pure i piatti!-
Dissi con tono acido.
-Ah pure?-
Rispose meravigliato lui.
-Si!Forza,mangiare marsch!!-
E finalmente scoppiammo a ridere tutti e due.
Dopo aver pizzicato qualcosa Roscoe tornò serio quando ripresi il discorso.
-Allora questo cos’è un souvenir?Posso vederlo?-
Sporgendomi presi il libro guardandolo attentamente.
Un fremito impercettibile attraversò le mie mani.Roscoe con la coda dell’occhio se ne accorse e la sua espressione si fece ancora piu cupa.
- No..l’ho trovato nella biblioteca dell’albergo e...-
Cercava di giustificarsi lo sentivo.
Lo guardai annuendo interessata.
Intanto però quel fremito e quel calore che avevo sperimentato poco prima, toccando quel libro mi fecero salire l’ansia.
-E’ piuttosto vecchio..Direi molto antico.- dissi mentre ispezionavo la superficie.
-Già..-Disse Roscoe.
Trovai un segno tra le pagine e infilai delicatamente le dita.
-Nera non credo possa interessarti..-
La sua mano si posò sul mio braccio trattenendomi.Era un gesto motivato chissà da quale paura.
-Roscoe se mi hai portato questo libro deve esserci un motivo..-
Feci una pausa poi continuai.
-Cioè scusami almeno questo ho capito.Se poi non vuoi io posso anche posarlo il libro..-
Feci il gesto di riporlo sul tavolino e nell’appoggiarlo scivolarono via dalle pagine due lettere e una foto in bianco e nero.Le raccolsi.
Roscoe si alzò.
Osservai con attenzione la foto e mi accorsi che i tratti del viso di quel' uomo coincidevano molto con quelli di Roscoe.
Intanto lui si era posizionato con le braccia incrociate difronte a me e fissava anche lui la foto che stringevo tra le mani.Non sapevo cosa dire,dopo un po' alzai lo sguardo nella sua direzione e fissandolo intensamente gli chiesi.
-Sono i tuoi genitori?-
Negli occhi di Roscoe si animò qualcosa.Il suo viso era teso.
Si vedeva che era estremamente nervoso.
Sorridendo,e il suo sorriso era un misto di rancore e odio,annui lentamente.Ritornò serio e mi rispose.
-Cosi pare...-
Ero incredula..Non avevo la forza di dire niente tanto era lo stupore.
E Roscoe dal canto suo sembrava non avere niente da dire in proposito.
Continuava a fissare beffardo la foto.
-Nerea io..-
-No Roscoe..Non dire niente..Non voglio intromettermi nella tua vita e scavare nei tuoi ricordi dolorosi..Scusami.-
Ero terribilmente imbarazzata e Roscoe ne era consapevole.
Si avvicinò al tavolino spostando le lettere e si appoggiò coprendosi il volto con le mani.
L’aria era tesa in quella stanza.
E Roscoe era attanagliato da una miriade di emozioni.
-In effetti è vero,sai poco o niente di me..Sei nella mia stessa situazione..-
Disse con il volto nascosto tra le mani.
Mi rannicchiai sul divano osservano quasi ipnotizzata quel libro chiuso difronte a me