Burnt by the rage

May 06, 2012 15:30

Titolo: Burnt by the rage
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale
Personaggi: Françoise Duprèe, Jean Seçarieu, Mathieu De Montrès
Wordcount: 1662 (fiumidiparole)
Prompt: 150. Osservatore silenzioso @ 500themes_ita + Set Federica / #1. Voyeur @ mmom_italia
Note: Lemon, Self!love, Voyeur, Yaoi. Qui per maggiori informazioni sul pairing. Scritta per mmom_italia
Quando Françoise Duprèe fece ritorno alla sua non troppo modesta abitazione di città era livido di rabbia: si era appena svolta una festa alla magione del suo allievo prediletto, il giovane Mathieu De Montrès, e l'uomo aveva sorpreso quest’ultimo - ovviamente senza farsi scoprire - mentre consumava un rapporto sessuale - o quanto di più simile ad esso si potesse avere in un salottino solitamente utilizzato per prendere thé e pasticcini - con il suo servitore personale, Jean Seçarieu.

Quando Françoise Duprèe fece ritorno alla sua non troppo modesta abitazione di città era livido di rabbia: si era appena svolta una festa alla magione del suo allievo prediletto, il giovane Mathieu De Montrès, e l'uomo aveva sorpreso quest’ultimo - ovviamente senza farsi scoprire - mentre consumava un rapporto sessuale - o quanto di più simile ad esso si potesse avere in un salottino solitamente utilizzato per prendere thé e pasticcini - con il suo servitore personale, Jean Seçarieu.
Françoise si lasciò cadere sul suo letto di peso mentre portava con stizza le mani al plastron bianco legato attorno al collo. Con gesti tutt'altro che aggraziati se ne liberò, gettandolo sul copriletto. Dopo di esso fu la volta del resto del suo impeccabile completo argentato, il quale metteva in risalto i suoi capelli dorati lisci e lunghi e gli occhi blu.
Alla festa grazie a quell'abito aveva riscosso veramente tanto successo tra le donne; peccato che a lui la cosa non interessasse minimamente: Duprèe era omosessuale. Dell'interesse che le femmine potevano manifestare nei suoi confronti a lui non importava niente. Nella sua scala delle priorità il primo posto era occupato solo e soltanto dal giovane De Montrès.
Una volta spogliatosi, l'uomo si sdraiò sul suo grande e comodo letto a baldacchino digrignando i denti.
«Maledetto Jean...» sibilò irato, gli occhi ridotti a due fessure rivolte verso il soffitto.
Odiava quella persona con tutto il sentimento di cui era capace: era stato lui a portargli via l'unica chance che aveva avuto per fare colpo su Mathieu. Se non ci fosse stato lui, probabilmente adesso sarebbe stato lui l'anima gemella del giovane De Montrès.
Con la mente ritornò a qualche ora prima, al momento in cui aveva sorpreso i due piccioncini intenti a tubare lontano dal caos della festa...

«Mi piacerebbe tanto sapere dove sia la toilette: questa villa è immensa...».
Nonostante gli anni che aveva passato a seguire i progressi a dir poco notevoli dell'erede maschio del casato De Montrès, Françoise non aveva mai avuto la necessità di utilizzare il bagno e, di conseguenza, di venire a conoscenza della sua esatta ubicazione. Ciononostante, dopo aver tracannato una quantità di vino - di ottima qualità peraltro - decisamente superiore a quella che era solito assumere, il bisogno di andare in bagno si era presentato, ed anche con una discreta urgenza; così si era silenziosamente allontanato dalla festa.
Andandosi a perdere nell'intricato labirinto di corridoi che stava percorrendo da ormai una decina di minuti circa, Duprèe iniziava a perdere il senso dell'orientamento.
«Maledizione, ho bisogno di trovare quel maledetto bagno... adesso» sibilò tra sé e sé, toccandosi un punto poco sopra il membro che gli stava dolendo terribilmente. Probabilmente era la sua vescica che stava raggiungendo il limite della sopportazione.
Dopo qualche altro minuto di dolorosa attesa, finalmente il suo desiderio fu esaudito: in fondo al corridoio vide una porta socchiusa oltre la quale notò uno scorcio della toilette.
Si precipitò all'interno quasi con gioia e svuotò la propria vescica, con somma gioia di quest’ultima. Una volta finito, uscì dalla stanza e si avviò di nuovo lungo l'andito, guardandosi intorno per cercare di ricordare il percorso che aveva seguito.
«Incredibile quanti corridoi ci siano qui dentro...» constatò tra sé e sé, sorpreso «Possibile che quando una persona deve utilizzare il bagno debba arrivare fino quaggiù...?».
Non riusciva a capire come facessero i servi ad orientarsi in un posto simile, dato che dubitava i padroni si avventurassero molto spesso per quei corridoi. Certamente loro avevano i servizi nelle loro camere o comunque in prossimità di esse.
Più camminava e più forte udiva il vociare e la musica della festa, segno che si stava avvicinando.
Stava per svoltare uno degli innumerevoli angoli quando un rumore proveniente dall'altra parte della porta vicina a sé attirò la sua attenzione al punto di bloccarlo dov'era.
Il rumore si ripeté, più forte, e Françoise non ebbe più dubbi: quel suono era un sospiro - ed anche di discreto piacere oltre che abbastanza acuto.
La voce che aveva udito era inequivocabilmente quella del suo studente, fatto che lo lasciò praticamente senza parole: perché diavolo Mathieu stava sospirando?
Incuriosito ed infastidito allo stesso tempo, si avvicinò all'uscio, scoprendo che non era proprio chiuso, ma che c'era una fessura che lasciava intravedere cosa stava accadendo all'interno.
Duprèe, ovviamente, sbirciò mosso dalla più genuina curiosità.
La scena che vide gli provocò un'ondata istantanea di rabbia profonda: dalla sua posizione riusciva a vedere uno scorcio del corpo di Mathieu completamente nudo e schiacciato contro una parete dal corpo di Jean, nudo anch’esso.
L’insegnante di musica realizzò con lo scarto di poche frazioni di secondo che quei due stavano facendo sesso e quella consapevolezza gli aprì una voragine d'ira nel petto. Il suo primo impulso fu di spalancare la porta ed interromperli, ma venne trattenuto dalla prospettiva di poter essere odiato dal suo allievo per quello; così, rimase semplicemente ad osservare in silenzio, lasciandosi rodere dalla frustrazione e dalla rabbia.
Sembrava che il De Montrès stesse godendo visceralmente, a giudicare dal sudore che gli imperlava la pelle alla luce del lampadario e dall’espressione che era dipinta sul suo viso, e ciò non contribuiva affatto a migliorare l’umore dell’inatteso spettatore.
«Jean Seçarieu ti odio...!» ringhiò tra sé e sé Françoise, seguendo ciò che riusciva a vedere del profilo della schiena di Mathieu fino alle natiche. Nei suoi occhi blu si distingueva chiaramente una scintilla di bramosia.
L'uomo si leccò le labbra, desideroso di poterle posare sulla pelle del suo allievo. Iniziò a fare profondi respiri nel tentativo di calmarsi, ma fu tutto inutile.
All'ira sentiva unirsi un'altra sensazione a lui molto meno familiare: l'eccitazione. Percepiva una sorta di impulso animalesco che lo spingeva a soddisfare il desiderio che in quel momento nutriva nei confronti del corpo di Mathieu.
Iniziò ad avvertire il proprio pene all'interno dei calzari irrigidirsi ed ingrossarsi, cosa tutt’altro che normale: quella era una reazione che non aveva mai visto accadere prima di allora se non a letto, solitamente quando stava con un paio di ragazzini che svendevano loro stessi per guadagnare il poco necessario a mantenere loro e la loro famiglia.
Gli occhi di Duprèe continuarono a seguire insistenti la scena di sesso che si stava clandestinamente svolgendo nella stanza. La sua attenzione era tutta rivolta al suo amato, il quale stava alimentando senza tregua la sua eccitazione con ogni minimo rumore e movimento.
Françoise arrivò in poco tempo al punto che costringere la sua erezione a stare ulteriormente all'interno dei suoi pantaloni sarebbe stato letteralmente impossibile.
Controllò rapidamente che in giro non ci fosse nessuno, quindi si affrettò ad aprire i calzari ed abbassare - per quanto gli fosse possibile - la biancheria. La sua erezione fu finalmente libera e lui tirò un lieve sospiro di sollievo chiudendo gli occhi.
A quel punto, non poteva più rimanersene con le mani in mano: doveva cercare di dare al suo corpo le attenzioni che richiedeva con tanta insistenza; per questo si afferrò con decisione il membro e, mentre continuava a seguire la scena che si consumava all'interno della stanza, iniziò a masturbarsi.
Fin da subito si sentì meglio, anche se persisteva in lui una certa amarezza: fare una cosa del genere da solo era una pratica che, a dirla tutta, gli faceva un po' tristezza. Trovava frustrante che lui dovesse stare lì in solitario a cercare di appagare i suoi bassi istinti mentre il suo nemico numero uno in amore si stava godendo un lungo e passionale rapporto con l’oggetto di ogni suo desiderio.
Françoise provava pena per se stesso.
Quest’ultimo cercò subito di adattare il proprio ritmo con quello con il quale Jean stava penetrando nel corpo del suo partner.
Duprèe si morse le labbra per sopprimere i gemiti che spontaneamente tentavano di sfuggirgli dalla bocca per manifestare esplicitamente il suo piacere. Era nuovo in quel genere di cose, però doveva ammettere che non se la stava cavando affatto male.
Era difficile riuscire a trattenersi e gli richiedeva una dose non da poco di ferrea forza di volontà, però ci stava riuscendo e l’importante era quello.
Se quei due l’avessero scoperto, come minimo si sarebbe dovuto licenziare dal suo incarico di precettore privato di Mathieu De Montrès.
Ben presto iniziò ad avere caldo, sudare nei suoi vestiti eleganti e sentire il bisogno di toglierli, ma non osò farlo. Si appoggiò contro la parete e, facendovi perno, cominciò ad inarcare all’indietro la schiena, abbandonandosi completamente all’estasi che si stava concedendo da solo.
Avvertiva un nodo di tensione e calore ingrossarsi sempre più a livello inguinale, espressione fisiologica del suo vivo interesse nei confronti del soggetto che teneva con mirabile ostinazione sott'occhio anche dalla sua nuova posizione.
«Mathieu nudo è uno spettacolo a dir poco meraviglioso...!» constatò tra sé mentre il giovane in questione, gemendo, si portava una mano all'inguine. Era palese che anche il suo corpo richiedesse un'attenzione che tuttavia gli era negata.
Françoise s'immaginò lì, pronto a soddisfare quella sua necessità e prima ancora che potesse realizzarlo venne, macchiandosi la mano con il suo stesso sperma.
Un mugolio appagato allora gli sfuggì dalle labbra, ma fortunatamente arrivò in concomitanza con il gemito ben più acuto dei due piccioncini, il quale andò a coprire il suo.
L’insegnante rimase dov'era per qualche minuto, il tempo di riprendere fiato ed un po' d'energia, quindi si risistemò i calzari il più in fretta possibile e si pulì la mano sporca di liquido bianco su di un fazzoletto.
«Meglio andarsene finché non c'è nessuno...» si disse, allontanandosi silenziosamente dalla "scena del crimine".

«È stato a dir poco penoso...» si autocommiserò Duprèe, massaggiandosi esausto le tempie «Non avrei dovuto abbandonarmi a simili bassi istinti. Non lì, almeno...».
Solo allora la stanchezza accumulata nel corso dell’intera serata si riversò sulle sue membra come un macigno.
«Meglio andare a dormire, è stata una serata... sfibrante» bofonchiò il biondo con un sospiro mentre ripensava a cosa aveva assistito alla villa dei De Montrès, provocandosi un ulteriore accesso d’ira.
«Riuscirò a superarti Jean... fosse anche l'ultima cosa che faccio in vita mia...!!» si ripromise l'uomo, serrando i pugni fino a far sbiancare le nocche, voltandosi su di un fianco e chiudendo gli occhi.
Non gl’importava di sistemare i vestiti. In quel momento voleva semplicemente dormire.
Magari sarebbe riuscito a sognare il giovane Mathieu.

pairing: jean/mathieu, character: jean seçarieu, pairing: françoise/mathieu, character: mathieu de montrès, character: françoise duprèe

Previous post Next post
Up