Titolo: But friends, I'll be with you here until the end.
Autore: me medesima stessa.
Fandom: Real People / Avenged Sevenfold.
Personaggi Principali: James O. Sullivan, Zachary J. Baker, Ichabod C. Vengeance. (in realtà è lui il vero protagonista u_u)
Personaggi Secondari: Matthew C. Sanders, Brian E. Haner Jr., Jonathan L. Seward.
Prompt:
“Io sto sopra!”
“No.”
Rating: G.
Avvertimenti: fluff, idiozia dilagante.
Conteggio Parole: 1,997 W, one-shot.
Disclaimer: FALSO! Come l’amore di Pinkly per Jimmy u_u
Note:
§ scritta per il
crack!fest @
Bandomville. (ANDATECI, SO CHE LO VOLETE!)
§ il titolo è preso da ‘Until The End’, by Avenged Sevenfold.
§ i commenti sono l'Amore <3
But friends, I'll be with you here until the end.
«Zacky, stavo pensando una cosa.»
«Cosa? Stai bene?»
«Sì, perché?»
«Per quello che hai detto.»
«Ho detto che stavo pensando una cosa.»
«Principalmente è questo che mi stupisce. L'idea di te che pensi.»
Jimmy gli tirò una bacchetta. «Vengeance, attento a quello che dici.»
«È questo di cui stavo parlando!» Replicò stizzito.
«Se questo era un fiacco tentativo di farmi ridere, hai fallito Baker.»
«Non voleva essere una battuta, Jim. Era una semplice constatazione. Tu agisci poi, forse, pensi alle conseguenze.»
«Questa è diffamazione, potrei denunciarti, Zachary.»
«No. È un’informazione di pubblico dominio, James. Chiedi a Shadz.»
«Chiedo a Matt se è vero che non penso?» Zacky annuì vigorosamente, convinto delle proprie idee. Ricevette una seconda bacchetta sulla fronte.
«Idiota.»
«Ha parlato quello che sta facendo un account su Facebook per il proprio cane.» Gli occhi azzurri del chitarrista s’illuminarono.
«Così può parlare con i fan!» Questa volta fu più svelto a schivare la terza bacchetta alla quale rispose con una linguaccia.
«Che cosa scriverebbe? Bau? Zack, è un cane. Non sa scrivere. Se non sbaglio, sei stato tu, nel suo myspace, a riempire la voce libri con: ‘I can’t read, I’m a puppy’. Nella biografia di Facebook cosa scrivi? ‘I can’t write but my daddy is idiot and insane’?»
«Per questo ci sono io, lui mi dice cosa scrivere ed io scrivo.» Quarta bacchetta.
«Wow! Il naso sono cento punti. Merito un premio.»
«Una sprangata sulla schiena, ecco cosa meriti.»
Jimmy lo fulminò con lo sguardo.
«Icky, attaccalo e sbranalo.» Prima che il cane potesse fare qualsiasi cosa, fu imprigionato in un abbraccio senza fine dal padrone. Il ragazzo li guardò sconsolato.
«Ma cosa ne vuoi sapere tu di Icky?»
«Innanzitutto è un cane, quindi determinate cose, non le può fare. E ti sto parlando, Cristo! Smettila di guardarlo con gli occhi a cuoricino, fai impressione.»
«Io e lui ci amiamo.» Rev alzò un sopracciglio.
«Gena lo sa? È consapevole di star vivendo una relazione a tre?» Domandò ironico.
«Certo.»
«Non le da fastidio?»
«Stai insinuando che hai dei dubbi sulla mia sessualità e sul mio orientamento sessuale?» Il batterista si schiaffò una mano sulla faccia.
«Ero più propenso a vederla dal versante relazione umano-cane.» Ovviamente non ricevette alcuna risposta, dato che il suddetto soggetto dal sicuro orientamento sessuale ma dalla dubbia capacità di scegliersi un partner umano, stava coccolando la sua piccola palla di pelo.
Jimmy aveva bisogno di un drink, qualcosa di veramente forte, come l’alcohol puro, per esempio.
Un rilassante, per il batterista, silenzio calò su di loro; silenzio che venne interrotto ritmicamente dalle testate che Jimmy cominciò a tirare al tavolo dopo che Zacky aveva iniziato a elogiare l’intelligenza della palla pulciosa.
«Bravo il mio cucciolotto!» Jim gli rispose sottolineando ogni parola con una testata.
«Si. Sta. Rincorrendo. La. Sua. Fottutissima. Coda.»
È risaputo che i padroni con i propri animali si addolciscano, diventano un po’ bambini. Il termine corretto, secondo Rev, era ‘rincoglionimento’ o ‘profonda stupidità’ nel caso di Vengeance. Lui capiva perfettamente quanto potesse essere fiero del proprio animaletto domestico, in fondo anche lui, quando eseguiva perfettamente i passaggi, lodava Johnny Christ. Lodarlo perché è un esserino pulcioso idiota che si rincorre la coda, perfino a Jimmy sembrava eccessivo.
«Bravo Icky! Comunque, stavi dicendo?»
«Io o il cane?»
«Per quanto lui sia intelligente, non sa ancora parlare. Cretino.»
Era una lotta senza fine, Jimmy lasciò perdere in partenza.
«Dicevo che stavo pensando che dovremmo portare qualcosa a Matt, come regalo per la nuova casa.»
«La nostra presenza non è un regalo sufficiente?» Il batterista evitò di specificare che Valary avrebbe volentieri preferito il contrario.
«No, credo di no.»
«Portiamo da bere.»
«Pensavo a qualcosa di cui anche Val potrebbe usufruire in futuro.» Lo vide farsi pensieroso prima che la consueta luce sinistra, secondo Jimmy, gli illuminasse lo sguardo.
«Potremmo prendergli un trita rifiuti. Anzi no. Idea migliore: un frullatore! No, no. Aspetta! Ho un’idea ancora migliore, una centrifuga per fare i succhi!»
Zacky fu svelto a evitare la quinta becchetta, ma non la sesta, la settima e anche l’ottava, che furono lanciare, a tradimento, contemporaneamente.
«Se non ti vanno bene le mie idee, dillo!»
«Non mi vanno bene le tue idee.»
«Ma prima di lanciarmi quasi tutta la tua batteria, cazzo!»
Jimmy sbuffò. «Erano solo delle bacchette innocenti.»
«Bacchette innocenti un paio di palle, Rev.»
«Bacchette o meno, non abbiamo ancora un regalo per Val e Matt.» Zacky si alzò mandandolo finemente all’inferno, sottolineando il tutto con un dito medio.
«Oh, finalmente siete arrivati! Brian e Johnny sono qui da un pezzo.» Matt aprì la porta e li invitò ad accomodarsi. Si ritrovò un sacchetto tra le mani.
«Ma non doveva... una pianta grassa? Cazzo ci faccio con una pianta grassa?»
«Shadz, mettitela dove vuoi.»
Vide Jimmy scuotere la testa, Zacky certe volte stupiva persino lui con i suoi sottointesi coloriti. I due entrarono e si fiondarono subito verso il tavolo con gli alcolici.
«Ragazzi, prima di fare qualsiasi cosa, Val ha lasciato una lista di cose da non fare se non volete che lei.» Prese un foglio e iniziò a leggere. «“Vi squarti, accoltelli, faccia a brandelli, uccida, mutili, strappi a una a una tutte le ossa del corpo senza anestesia. Questa casa è fottutamente nuova e non voglio che voi coglioni la disfiate come quella di prima, okay?” Domande?» I quattro lo guardarono interdetti prima di scoppiare a ridere. «Stai scherzando?» Chiese Johnny.
«Non direi, l’ha fatta firmare anche a Lacey, vedi?» Il foglio fece un rapido giro tra i ragazzi. Bene, le loro fidanzate avevano firmato la loro condanna a morte. Syn prese la lettera e la stracciò in più parti.
«Occhio non vede, cuore non duole, si dice. No?» Ricevette delle pacche sulla schiena per l’idea geniale; i ragazzi si stavano ancora complimentando quando Matt prese un altro foglio.
«“So per certo che Brian ha stracciato la lettera, illusi. Le ho piazzate in giro per tutta la casa, quindi il battesimo alla nuova casa di Val lo farete senza danni. Michelle.”»
«Despota.»
I cinque si guardarono negli occhi. Ora che facevano? Se si ubriacavano, facevano casini; se non si ubriacavano, si sarebbero annoiati non avendo altro in casa tranne che i litri di alcolici portati da Johnny.
«Se volete, ho Risiko.» La serata si prospettava un fallimento. Fecero due squadre, con sommo orrore di Rev che fu messo con Zacky.
«Bene! Vi invadiamo!»
«Non abbiamo ancora iniziato, Zack.» Brian mise le mani avanti, per evitare uno sgozzamento in diretta.
«Fa nulla, vi invaderemo lo stesso.»
Dopo dieci minuti, tabellone, scatola, carri armati in miniatura e, per un pelo, Johnny finirono fuori dalla finestra. Alla fine tutti decisero di ubriacarsi lo stesso per dimenticare quella breve partita.
Quando la decima bottiglia si birra cadde dalle mani di un Johnny ormai addormentato, Matt decise che era ora di andare tutti a letto. Brian si caricò il bassista sulle spalle.
«Dove dormiamo?»
«Seconda porta a destra, dopo le scale.» Il ragazzo iniziò, con una certa fatica, dovuta sia al peso dell’amico sia all’alcohol, a salire le scale. Jimmy ebbe un brutto presentimento.
«Io dove dormo?» Si guardò in giro, prestando realmente attenzione all’arredamento. Non c’era un divano, non c’era una poltrona.
«Nell’altra camera per gli ospiti.»
«Bene.»
«Con Zacky.» Il chitarrista iniziò a saltellare sul posto.
«Jim! Come ai vecchi tempi, quando non avevamo un tour bus e dormivamo tutti assieme.»
«Come ti ostini a fare ancora adesso.»
«Icky russa.» L’animale chiamato dal padrone iniziò ad abbaiare, sembrasse voler affermare che il ragazzo stesse dicendo il vero.
«Shads, ti prego, non farmi questo.» Lo vide alzare le spalle.
«Le altre camere non sono ancora pronte. Se vuoi dormire con le taniche di pittura, prego. Non fare complimenti.» Detto ciò gli diede le indicazioni e si avviò verso la sua di camera.
«Andiamo a nanna Icky?»
«No, tu stai qui e bevi fino a non capire più chi sei e poi, forse, andremo a morire nella stessa stanza.»
Zacky lo guardò sconvolto, ma di fronte ad una Guinness, chi era lui per dire no?
Dall’ultimatum di Jimmy passò un’ora abbondante, sentirono un orologio rintoccare le tre. Ridacchiarono, Shadz non aveva una camera da letto in più ma un cazzo di orologio che rompe le palle a ogni ora non se lo faceva mancare. Sempre che l’orologio esistesse davvero e non fosse un’allucinazione data dal loro stato.
«Ora andiamo a nanna Icky!» Esclamò il chitarrista.
«Zack, non urlare.» Urlò a sua volta.
Entrambi si trascinarono sulle scale, esibendo la loro bravura nello strisciare sui gradini. Prima di beccare la porta giusta cercarono di scardinare una finestra, l’anta di un armadio, Zacky era convinto che la tavoletta del water desse su mondi sconosciuti, e pensava di scoprirli all’urlo di “Icky! Sono tuo padre!”; e Jimmy, dentro il box doccia, cercò di arrivare alla Camera dei Segreti e farsi degli indumenti di dubbio gusto con la pelle del Basilisco; o con il Basilisco stesso.
Finalmente arrivarono nella loro camera, e fu la fine.
I tre restanti componenti del gruppo stavano dormendo pacificamente nelle loro stanze, infagottati placidamente nelle lenzuola, al calduccio, quando furono svegliati di botto da delle urla. Credevano che qualcuno stesse tentando di uccidere un povero animale indifeso; poi identificarono quelle urla con Zacky. Precisamente erano urla di gioia.
«Io sto sopra!»
«Col cazzo, Vengeance. Io sto sopra.»
«No. L’ho deciso prima io!»
«Tu non starai sopra di me!»
«Ma sarà bello, fidati.»
Matt, Johnny e Brian non seppero mai se sarebbe stato bello o meno, preferirono schiacciarsi il cuscino sulle orecchie e imputare quel dialogo come conseguenza della sbornia. Una dichiarazione di quel genere era troppo anche per loro.
«Zack, no.»
«Dai, fammi stare sopra.» Si lamentò come un bimbo che vuole le caramelle.
«No.»
«Io sto sopra!»
«No, soffri di vertigini.»
«Quello è Icky. Io non soffro di vertigini.» Detto ciò iniziò a salire sulla scaletta per raggiungere il letto superiore. Grandiosa idea quella di mettere un letto a castello nella camera degli ospiti. Jimmy si appuntò mentalmente di complimentarsi con il cantante. Iniziò a contare, tre. Due. Uno.
«Jimmy! Sto per sentirmi male.»
Come volevasi dimostrare.
«Cosa ti ho detto? Soffri di vertigini.»
«Io voglio stare qui, però» Il batterista si arrampicò sulle scalette per rimediare a quel danno umano che era il chitarrista.
«Zacky, avanti, scendi. Magari normalmente potresti starci, ma adesso sei ubriaco. Scendi da bravo.» Forse utilizzando un tono conciliante sarebbe riuscito a farlo ragionare. Persino al buio poteva vedere il suo colorito bianco cadaverico tendente al verde.
«No, io resto qui.» Jimmy imprecò sonoramente, lo prese di peso e lo trascinò a terra, facendogli quasi rompere l’osso del collo, dato che aveva evitato di poco di inciampare nella palla di pelo che continuava a trotterellargli attorno alle gambe. Dopo aver spinto Zacky nel letto, averlo coperto in qualche modo, a sua volta cercò di raggiungere il proprio letto, si sedette e un guaito lo fece scendere, evitando le scale.
«Icky! Che cazzo! Come hai fatto a salire? Scendi da quel letto se non vuoi che usi la tua pelle per la mia batteria!» Allungò la mano per spostarlo ma il cane lo morse leggermente, imponendo la sua volontà. La lotta durò ancora qualche istante ma alla fine Jimmy dovette ammettere di essere stato sconfitto da un essere altro trenta centimetri e che non raggiungeva nemmeno i tre chili di peso.
«Zacky, spostati.» Mugugnò in risposta.
«Svegliati deficiente, che quell’idiota del tuo cane mi ha morso ed io non sono in grado di farlo spostare dal letto.»
«È piccolo, dovresti riuscirci.»
«Baker, il mio sangue ha la gradazione alcolica in questo istante.» Con uno sbuffo il ragazzo si spostò e gli fece spazio nel letto.
«L’avevo detto, come ai vecchi tempi.»
«Taci.» Lo sentì ridacchiare.
«E vedi di non abbracciarmi, non sono Leana io.»
«Tranquillo. La differenza è notevole.»
«Che cosa intendi dire?»
«Lei non ha un cane.»