Visto che sono in vena creativa data da Bones (a presto una drabble sulla mia coppia preferita, e, uditeudite, non è la Brennan con Booth, e neache l'altra canon xD) ho deciso di postare anche qui il delirio natalizio scritto con
mrs_toro_or, perché del delirio non se ne ha mai abbastanza.
E' stato betato da
p_will e
skurni, la seconda per motivi tecnici e pratici, la connessione mi ha lasciato a piedi per un po'.
Prologo: il Narratore parlò.
C’era una volta in un paese molto lontano un Narratore. Suddetto Narratore, che poi sarei io, si chiamava Ville Valo, ma per tutti era semplicemente Sua Maestà.
Sua Maestà, prima di diventare il Narratore di questa storia, aveva una storia amorosa con Bam, l’infido mostro che portava il terrore per tutta la città.
Questa città, a sua volta, era un piccolo puntino all’interno della Nazione di Natale, una piccola comunità in cui la massima aspirazione era quella di festeggiare la festa dei morti. Lugubre? Io non direi, era una cosa anche abbastanza allegra, zucche ovunque, dolcetti ripugnanti; c’era da spassarsela in poche parole. Eppure il Re di questa festa, tale Brian, anno dopo anno perse lo spirito della ricorrenza sopra citata, diventò sempre più solitario e triste, si fece crescere anche la frangetta per nascondere un occhio solo, giusto per stare in tema. Nemmeno trovarsi il suo amato, tale Michael, nudo nel suo letto poteva rallegrarlo. Che poi io mi chiedo, se mi trovassi davanti il mio Bam come Signora Margera lo ha fatto, beh, sicuramente non sarei qui a narrarvi la morte del mio amato, non credete?
Stavo dicendo? Ah, sì. Questa piccola città era amministrata da Frerard, il sindaco, metà allegro e metà triste. Generalmente la metà allegra la faceva da padrona, essendo che essa ci provava con la metà triste, ma siccome i risultati erano scarsi - ci credo, facevano parte della stessa persona, mi sembra una cosa ovvia, come fai a baciare il retro della tua testa? Per non parlare del sesso - capitava qualche volta di incontrare in giro la metà triste. Dato che era sorta una certa difficoltà nel riconoscerli, non potevamo chiamarlo sempre e solo sindaco o ‘faccia triste’ ecco perché egli si ingegnò e chiamò la parte allegra ed esuberante Frank, e quella triste e cupa, nonché molto noiosa, Gerard.
Ovviamente, questa cittadina dispersa per la Nazione di Natale, che per i più stolti è la Lapponia, aveva un apparato amministrativo degno di nota, ciò significa che ogni dieci giorni il sindaco indiceva una riunione cittadina per controllare i progressi nei preparativi per la festa annuale. Frerard si avvaleva della collaborazione di due gruppi molto attivi: il primo era costituito dalle tre streghe più potenti in circolazione, il secondo dai tre vampiri più temibili e paurosi.
Il gruppo delle streghe, il cui potere era direttamente proporzionale al loro pessimo gusto nel vestirsi - e, fidatevi, loro ne hanno poco - si chiamavano Jimmy, Zacky e Johnny. In verità l’ultima era stata aggiunta da poco ed era ancora in prova; infatti Zacky la minacciava sempre di riportarla al centro Stregonesco della contea per cambiarla con uno zombie, zero cervello ma molto più diligente.
Il gruppo delle sanguisughe era quello che effettivamente portava più scompiglio nel paese, divisi erano imbattibili, dotati di poteri sovraumani; uniti erano delle mezze pippe, togliendo anche il mezze, facevano proprio schifo, erano delle piaghe ambulanti. Anche se c’è da dire che il capo, Matt detto Shads, aveva dovuto rinunciare alla sua sanità mentale per stare con quei due, Brian detto Syn e Matt detto Matt. Quest’ultimo, poiché era talmente impegnato a litigare con Syn, non si era trovato un soprannome, e siccome in questa città i cognomi erano stati banditi, beh, lui era semplicemente Matt, una volta conosciuto come Tuck.
Nonostante essi portassero casini a palate nel paese, i veri guastafeste erano i Tre Bambini Idioti, chiamati o TBI e poi il numero in base all’età o semplicemente per numero o con delle sberle. Prima di venir odiati da tutto il mondo essi avevano anche dei nomi, ahimè ormai dimenticati dai più, ma che Narratore sarei se non li sapessi? Essi erano Jepha, Quinn e Dan, ma Bambini Idioti Uno, Due e Tre va più che bene.
Ma torniamo a parlare dei veri protagonisti di questa storia, gli innamorati: Brian e Mikes.
Brian era, e se volete saperla proprio tutta lo è tuttora, lo scemo della coppia, l’impulsivo, quello che non ragiona neanche a pagarlo oro, un totale deficiente. Ma, come si suol dire, l’amore è cieco.
Brian era osannato da tutti e da tutto per via del suo ruolo nella festa dei morti, infatti lui era il Re della Zucca. Vuota, estremamente vuota. Data la sua inesistente cognizione, le sue feste erano le più entusiasmanti e coinvolgenti, dove la cosa migliore che poteva succederti era prendere il tetano. Brian non si curava mai delle conseguenze, e quando dico mai, intendo proprio dire mai, sarebbe morto da un pezzo se non fosse stato per Bert.
Bert era il suo cane, amorevole e bastardissimo cane, non nel senso che non era di razza, ma che era proprio stronzo; un essere infame che salvava sempre Brian dai mille pericoli nei quali incappava. Sembrava una calamita, il pericolo si accucciava dietro un angolo aspettando Brian, e ignorando il resto della popolazione, e di questo ne siamo grati.
Mikes era la parte razionale della coppia, che Me Stesso lo benedica. Il suo unico difetto era che perdeva dei pezzi in giro, e con pezzi intendo arti, frattaglie, organi vitali e così via. No, non era un lebbroso, era semplicemente una creazione del Dottor Diva, che, troppo impegnato a rimirare la sua bellezza e a farsi i complimenti da solo, non aveva prestato poi tanta attenzione all’assemblaggio della sua creatura da compagnia, quindi le giunture erano un po’ scarse.
Ed è proprio da qui che la nostra storia comincia, ma prima di iniziare devo andare un attimo a far tacere quei quattro cretini vestiti a fiori che da più di mezz’ora stanno cantando ‘This is Hallowe’en’, vado giusto giusto ad avvertirli che hanno sbagliato storia, perché questo non è un film di Tim Burton, per Me Stesso! Questa è una fottutissima storia che IO devo raccontare, quindi la colonna sonora me la faccio da solo!
Primo: il Narratore fece il suo lavoro e narrò l’inizio della storia.
Scusate per l’interruzione, ma quando un lavoro deve essere fatto, va fatto anche a costo di sporcarsi di rosso i propri bellissimi tatuaggi, che cavolo!
Ma iniziamo la narrazione vera e propria.
Brian, dopo aver festeggiato la festa dei morti, si tolse dalla testa la sua zucca da Re e si avviò mesto mesto verso il Bosco Segreto e Inesplorato. Codesto bosco, come il nome stesso rivela, era inesplorato, poiché tutti ne erano spaventati e dato che i pochi che vi erano entrati non avevano fatto ritorno, la popolazione aveva deciso di starci alla larga, e io mi chiedo, ma pirla di un Brian, ti sembra il caso?
- Evidentemente sì, se ci sto entrando. -
Spocchioso, la prossima volta ti elimino dalla storia.
- Non puoi, sono il protagonista. -
Per fortuna il nostro impavido e cretino Brian era accompagnato dal suo fedele Bert, cane dall’eccellente intelligenza che prima di appartenere a lui era di proprietà del Sindaco, o meglio della parte triste, ma poi litigarono per non rivedersi mai più, lasciando un grosso vuoto nella comunità.
- Se, se Narratore. Facciamo i conti alla fine. -
Brian decise di affogare i suoi dispiaceri per la festa ben riuscita cercando di suicidarsi nel bosco, consapevole di essere una calamita per i guai, ma il fedele Bert riuscì a salvarlo.
Camminando camminando, il nostro eroe raggiunse il famigerato Cespuglio Afro, il possessore dei segreti del Bosco Segreto e Inesplorato.
- Oh magico Cespuglio Afro, puoi tu rivelarmi la motivazione della mia tristezza? -
- Non sono un cespuglio, razza di idiota! Sono una persona! -
L’eroe provò a cercare la faccia o almeno la bocca, ma non la trovò. Pensandosi di essersi immaginato tutto decise di proseguire; se non fosse stato per Bert a quest’ora Brian sarebbe ancora nel bosco a camminare in cerca dell’uscita.
Dicevo, appunto, che Bert, armato di tosatrice, tosò, per l’appunto, il cespuglio facendo ritornare i capelli ad una forma normale, mostrando così la faccia.
- Oooh! - disse Brian, la cui proprietà di linguaggio lasciava alquanto a desiderare.
- Narratore del cazzo, la pianti di insultarmi? -
Zitto e subisci.
- Ma come ti permetti? -
Sono il Narratore Onnipresente e faccio quello che voglio, gnè gnè gnè.
- Non era onnisciente? -
Sono tutto, okay? Ora posso continuare?
- Fai pure. -
- Oooh! - Disse Brian.
- Visto che tu mi hai salvato dal soffocamento causato dai miei bellissimi capelli afro hai la possibilità di pormi una domanda, che sia quella giusta, altrimenti ti verrà mostrato il più bel posto del mondo ove tu non potrai mai risiedere. -
- Sto cazzo. - pensò il nostro eroe, che per la prima volta nella sua vita non commise una cazzata.
- Che balsamo usi? -
- Garnier ricci perfetti, of course. -
E fu così che il pirla sprecò la sua unica domanda, e per punizione il Cespuglio Afro, non più cespuglio, lo catapultò sgrezzamente al di fuori della città, nella Nazione di Natale, cacciandogli dietro anche il cane che gli stava pisciando sulle gambe.
Brian atterrò sulla soffice neve.
- Whaaaaat’s this? What’s this? It’s col- ahia! Ma che fai? -
Adesso basta! Decido io chi cazzo canta e quando? Okay? E anche voi altri personaggi di questa cazzo di storia, IO sono il Narratore, IO faccio le leggi, se non vi va bene andatevene, e se ci provate vi scarnifico.
- Camomilla al posto delle sessanta sigarette giornaliere, Valo? -
Syn, un’altra parola e ti licenzio.
Dicevamo per l’ennesima volta? Ah, sì. Coso atterrò sulla neve, soffice acqua ghiacciata che lui non aveva mai visto, anche Bert, per l’emozione, pisciò sulle scarpe del padrone, corrodendole.
- Ma cazzo, Bert! Non potevi farla sull’Afro? -
- Bau, bau. - Che tradotto risulta un: sei un coglione di padrone, la prossima volta non ti salvo più e spero che tu muoia tra atroci sofferenze. I cani condensano tutto in pochi guaiti.
Mentre Brian esplorava con gli occhi fuori dalle orbite la Nazione di Natale, nel suo piccolo villaggio Mikes cercava di convincere il Dottor Diva a rappezzarlo alla bell’è meglio.
- Diva, non è che al posto della cartapesta e della colla vinilica usi il super attack? -
- Ma Muciaccia ha detto di fare così! -
Il povero Michael venne travolto da tonnellate di mattoni di cartapesta creati precedentemente dal Dottor Diva.
- Vuoi dire che mi hai creato guardando Art Attack? -
- Che c’è di male? Ho usato anche le forbici dalla punta arrotondata. -
- Forse è per questo che hai fatto un lavoro di merda. -
- Come osi?! Io ti ho dato la vita! -
- E sai che bella cosa, sono qui che cado a pezzi. -
- Pensi che io sia bello? -
- E questo che cazzo centra? -
Anche il Narratore se lo sta chiedendo.
- Io sono bellissimo, sono un Dio in terra. -
- Se, non esageriamo. -
Il Narratore concorda, e poi io sono più bello.
Ma passiamo oltre, mentre i nostri due protagonisti sono alle prese con problemi più o meno gravi, il paese certo non rimane a fare un cazzo. Se ci spostiamo lungo la via principale possiamo imbatterci nel Sindaco Frerard, il quale è combattuto tra le sue due facce. Soprattutto perché il caro Frank, avendo attualmente il possesso del corpo - quindi anche di Gerard - si sta bellamente toccando ovunque cercando di far capire al suo amato quanto egli lo ami. Uno spettacolo a dir poco raccapricciante.
- Narratore dei miei stivali di pelle di pterodattilo, a noi non ci guardi? -
Preferivo evitare, cara la mia strega Jimmy.
- Tu guardi sempre e solo Brian e Mikes, solo perché loro sono i protagonisti! -
Una sottigliezza, Zacky.
- Io direi che il narr… -
- Tu stai zitto, che ti porto al negozio e ti cambio con una cravatta. -
- Ma io vol… -
- Johnny, al terzo avvertimento ti rispedisco a calci da dove vieni. -
- Zacharia cara, non lo sai nemmeno. -
Dopo questa precisazione da parte di Jimmy, la coraggiosissima Zacky si mise a piangere e si rifugiò tra le sue braccia ululando che il mondo era cattivo con lei e che Johnny puzzava.
- Narratore, non per scocciare, ma potresti accoppiarmi con altri due? -
Santo Me! Non ho una attimo di pace in questa storia, tutti a chiedere, domandare, esigere; non pensate che anche io possa volere un po’ di tranquillità?
- Ehm, sì, okay. Adesso non fare la primadonna che qui ho problemi più gravi. -
Del tipo?
- Hai presente chi ho come compagni? -
Stavo per replicare, quanto mi giunsero all’orecchio le urla di Syn e Matt, una volta conosciuto come Tuck.
- Syn, sei un coglione, io voglio il suo sangue. -
- Non puoi! -
- Perché no? -
- Perché è già morto! Dissanguato per lo più! -
- E chi è stato?! -
- Matt, una volta conosciuto come Tuck, chi cazzo vuoi che sia stato? Siamo tre vampiri, io non sono stato, tu nemmeno, fai un po’ i conti. -
- Dev’esserci lo zampino delle streghe! Jimmy, oh orrenda creatura! -
- Sarai bello te, con quella pelle cadaverica e un puzzo di putrefazione che neanche Johnny. -
- Ha parlato Miss Nazione di Natale, con quei capelli, entro tre secondi rimarrai calva. -
- Vuoi che ti faccia diventare vegetariano? -
- Non oseresti mai! -
- Narratore posso sopprimerli? -
No, Shads, per favore, almeno tu non rompere.
- Ma ci sto lasciando la mia sanità mentale! -
- He’s not insane, he’s not, not insane! -
Adesso mi avete rotto i coglioni tutti! IO decido chi canta! Capito Syn?
- Narratore isterico in preda alla menopausa. -
Basta, il capitolo finisce qui perché il Narratore ha bisogno di una sigaretta.
Si può notare che questo l'ho scritto io data la totale idiozia della cosa -.-
Secondo: il Narratore cercò di narrare la storia evitando un esaurimento nervoso.
Ben tornati, gentili lettori.
Se siete qui vuol dire che la nostra storia è di vostro gradimento, e se è di vostro gradimento è tutto merito mio. Che storia sarebbe se non ci fosse un bravo e bellissimo e carismatico Narratore a raccontarla?
Ecco, perfetto, ora che ci siamo chiariti e spiegati possiamo tornare al nostro racconto.
Quindi... ah, già.
Dopo essere stato nel meraviglioso - mai quanto me - Paese di Natale, il nostro Brian fece ritorno al Paese di Hallowe’en, felice come una pasqua ed eccitato come un bambino.
Corse e corse per mille miglia fino ad arrivare al centro cittadino.
Frerard fu il primo a vederlo. Gerard spalancò gli occhi e la bocca in un'espressione di totale sorpresa, senza però abbandonare quella sua aria triste e malinconica.
- Hey, io non sono sempre triste e malinconico! -
Zitto tu, bambino emo, e lasciami continuare il racconto.
- Ma... -
Il Narratore sono io, quindi zitto e mosca. Bene. Scusatelo, gentili lettori, ogni tanto il nostro Gerard crede di essere un ragazzo normale e non depresso, ma io sono sempre pronto a ricordargli la sua vera natura.
Stavo dicendo... sì, Gerard spalancò gli occhi e la bocca in un'espressione di totale sorpresa, senza però abbandonare quella sua aria triste e malinconica. Frank s'incuriosì e immediatamente si voltò, mettendo da parte la metà di Gerard. Il suo volto si illuminò del suo sorriso più gioioso, e Frerard andò incontro a Brian, accogliendolo a braccia aperte.
- Brian! Dove sei stato? Ti davamo per disperso! Ci hai fatto preoccupare! Cos'hai fatto? Racconta! - disse Frank, asfissiando di domande il Re delle Zucche.
- Frank... cioè, Frerard, non immaginerai mai quello che ho visto! Sono stato in un posto meraviglioso, totalmente diverso da qui... era tutto coperto di neve! No, dico, la neve! Io non sapevo neanche cosa fosse, la neve, e mi ci sono ritrovato in mezzo, così, di punto in bianco... ed è bianca, e fredda, e umida... è bellissima, davvero! E poi c'erano tante luci, tanti colori da far girare la testa, e io ero totalmente ammaliato da tutto ciò! -
Frerard ascoltò con attenzione e tanto di occhi da triglia il racconto di Brian, pendendo completamente dalle sue labbra e cercando di immaginare un posto simile, un posto che Brian aveva definito Città del Natale, o qualcosa del genere.
Intanto, tutti i cittadini del Paese di Hallowe’en si erano riuniti intorno a Jac- sì, Brian, e tutti ascoltavano attentamente il suo racconto, estasiati.
I Tre Bimbi Idioti litigavano tra loro, come al solito, cercando di decidere chi tra loro, sarebbe stato il primo ad arrivare in tale magico luogo.
Anche le Streghe stavano rimuginando sull'idea di andare a dare un'occhiata, o almeno, una parte di loro lo stava facendo.
- Dai, Zacky, andiamoci! Per favore! - supplicava Johnny, esibendo il suo miglior sguardo implorante.
- Sì, certo che ci andremo, Johnny Christ!- esclamava Zacky, mentre i suoi occhi diventavano lucidi di emozione e un sorriso le si allargava sul volto. L'ultima di loro, la strega che più incuteva terrore, si stava schiaffando una mano sulla faccia con fare teatrale, disgustata dalle compagne che le erano state affibbiate.
- No, dico, siete idioti o cosa? - disse Jimmy, guardandole truce. Il suo sguardo avrebbe potuto incenerire chiunque sul posto, ma ahimè, con le due streghe non funzionava granché bene.
- Te lo faccio vedere io, cosa funziona, Narratore del cazzo! -
Mia carissima Jimmy, ti ricordo che sono io a raccontare la storia, e in quanto Narratore Onnipotente ho il potere nelle mie mani. Quindi, se non la smetti di rivolgerti a me in questi termini, giuro che ti faccio finire stecchita sotto il primo treno.
- Narratore megalomane. -
Bene, lo hai voluto tu.
E fu così che la terza delle streghe, tale Jimmy Owen Sullivan, mentre si trovava nei pressi della stazione ferroviaria del Paese di Hallowe’en, cadde casualmen…
- No, va bene, hai vinto. Sua Maestà. -
Oh, ho vinto, ho vinto, ho vinto! Peccato che questo non possa riportare indietro il mio amato.
Comunque, cari amici lettori, avete visto cosa succede a mettersi contro di me. Il Narratore Onnisciente. Sua Maestà. Il magnifico e stupendo Ville Valo.
Seguite la Luce, miei fidati lettori, e arriverete vivi alla fine di questa storia. Non seguitemi, e morirete nel tentativo.
- Cioè, parli anche da solo, adesso? Ma lo sai che sei pazzo? -
Matt una volta conosciuto come Tuck! Ignobile essere senza cervello, come osi?! Innanzitutto, tu non dovresti ancora essere qui, farai dopo il tuo ingresso. Poi... Come osi dire a me una cosa del genere?! Ma io ti uccido! Ti calo nell'acido, ti faccio morire tra atroci dolori e sofferenze!
- Okay, okay, scusa, sei tu il capo. -
Hai capito bene. Io sono il Capo. Io posso tutto e tu no. Io sono il grandissimo e meraviglioso Ville Valo, io sono la Luce! Io sono l'unico e inimitabile. Io sono il Dio di tutti i narratori. Io sono…
- Se mi dici che sei un dio mi impicco. -
Zitto, blasfemo. Io sono un dio, e se vuoi impiccarti fai pure, troverò qualcuno per sostituirti.
Ora, posso riprendere il mio racconto? Posso evitare di sprecare la mia fantastica voce per discutere con personaggi idioti e insubordinati come voi? Bene, grazie. Stavo dicendo. Le streghe continuarono a litigare. Zacky e Johnny erano ansiosi di andare a visitare questo nuovo posto, mentre Jimmy tentava di farli ragionare, prima con le parole, poi passando ai fatti.
- Ahia! Jimmy, mi hai picchiata! - esclamò Zacky, ferita.
- Sì, e se continui lo rifaccio. Non mi dispiacerebbe per niente. -
- Cattiva! - La streghetta Zacky andò a cercare conforto tra le braccia della compagna Johnny - comportamento totalmente incoerente se si considera che prima la odiava - lamentandosi di quanto Jimmy fosse cattiva con lei. Jimmy, intanto, stava dritta e oscura in un angolo, guardando truce chiunque osasse avvicinarsi.
Nel frattempo, anche quei tre coglioni dei Vampiri fecero il loro ingresso e si avvicinarono al nutrito gruppo di gente, non riuscendo a spaventare nemmeno un fringuello - o un topo, che ci sta meglio - al loro passaggio.
- Hey, noi facciamo paura! -
Certo, come no. Gates, voi tre insieme non fate paura nemmeno a un bambino, è mio dovere di Narratore farvelo sapere. E ora, se non ti dispiace, io ci terrei tanto, ma proprio tanto, a continuare la mia storia. Perché sono un Narratore, anzi, sono Il Narratore, e in quanto tale mi merito rispetto! Rispetto e considerazione da voi stupidi imbecilli. Quindi vedete di stare zitti e lasciatemi continuare, che altrimenti vi annego tutti quanti e finisco la storia senza di voi, che sarebbe anche meglio.
- Io sono d'accordo con Gates. -
Tu zitto, idiota di un Tuck, che in quella testolina bacata che ti ritrovi non hai nemmeno un criceto che azioni la ruota e il cervello. Tu e Gates siete più lenti di un bradipo, e in quanto tali dovreste stare solamente zitti e fare quello che io vi dico di fare!
- Valo, ti prego, ti supplico, uccidili! Oppure uccidi me, non posso reggere questi due idioti un minuto di più! -
- Ma Shads, noi ti vogliamo bene! Siamo tuoi amici! -
- Tuck, vuoi bene a un maschio! Vuoi bene a un maschio! Sei gay! - E fu così che Synyster Gates, o anche noto come Brian Elwin Haner Jr - no, ma dico, ci sono altri nomi? - si prese la sua prima sberla. Da Matt una volta conosciuto come Tuck, che a sua volta prese una sberla da Matt Shadows, che con la mano libera picchiò anche il suo chitarrista. Tutti picchiano tutti, è questo che volete? Io no, quindi torniamo al nostro protagonista e all'arrivo della sua amata - che tanto amata non era, dato che si trattava anche di un uomo; certo, mingherlino e delicato come un fiorellino a primavera, ma sempre di un uomo si trattava. Cosa che non si può dire del fratello.
Michael James Way, anche conosciuto come Mikey, si fece largo tra la folla e corse tra le braccia del suo amato.
- Oh, Brian, sono stato così in pena per te! - disse in tono lamentoso.
- Ma Mikes, amore, non dovevi preoccuparti! Ero solo andato a fare un giro, e poi c'era Bert con me! - rispose Brian.
- Bau. - disse Bert, volendo intendere: la prossima volta non ti accompagno, così finalmente schiatti e smetti di rompere i coglioni.
- Mikey, amore della mia vita, non immaginerai neanche cosa ho trovato! Ho trovato il Natale, e voglio portarlo qui, nella nostra città! - disse Brian con gli occhi lucidi di emozione. Mikey rifletté bene su quelle parole, essendo lui la parte razionale e dotata di cervello della coppia.
- Brian, non farlo, è un grande sbaglio! Non devi, andrà male, tutto male e… -
Brian, per non sentire altro, ficcò la lingua in gola alla sua dolce metà e con pochi gesti delle mani diede disposizioni a tutti i cittadini per incontrarsi in Municipio, di lì a dieci minuti.
- Mi sposa? -
No, Mikey. Non è ancora ora. E poi spiegami che cazzo ci trovi in un ritardato del genere, bah. Sono meglio io. Io sono la Luce. Se mi vedete alla fine del tunnel, seguitemi.
- Ma io lo amo! -
L'amore è cieco, appunto. E tu porti pure gli occhiali, anche se adesso ti sei fatto l'intervento e non li porti più. Ora, Mikey, cortesemente, smettila di rompere le balle e fammi raccontare.
- Certo, certo. -
Perfetto. Oh, come sono felice quando tutti mi obbediscono! Trallallà! Sì, dicevo. Tutti si riunirono nel Municipio, facendo un gran chiasso e attendendo l'arrivo di Brian.
- Matt! Syn mi picchia! -
- Matt, una volta conosciuto come Tuck, se non stai zitto ti picchio io. - disse Shadows guardandolo truce. Peccato che il suo sguardo non intimorisse l'altro. Proprio peccato, perché Tuck è una lagna, e se riuscisse a chiudere il becco per un po' saremmo tutti più felici.
- Ha-ha! - disse Syn.
- Ha-ha! - gli fece eco Zacky Vengeance, la più idiota delle streghe. O forse è Johnny la più idiota? Non saprei, si contendono il titolo, in effetti.
- Ahia! - esclamò poi tale Vengeance. Il motivo? Jimmy l’aveva picchiata, rimettendola al suo posto. Matt Shadows la guardò ammirato.
- Come fai? - domandò con un filo di voce.
- Semplice: loro rompono, io picchio. Loro non rompono più. - rispose la strega. Matt Shadows pensò che avrebbe adorato quell'uomo fino alla fine dei suoi giorni.
- Tuck, sei scemo! -
- E tu sei idiota! -
Insomma! O la smettete o vi castro, tutti quanti!
- Ma… -
Niente "ma", Tuck. Zitto o ti castro. Chiaro? Bene.
Quindi... tutti i cittadini attesero con impazienza l'arrivo del loro Re, e quando egli fece il suo ingresso…
- Gli vomitarono addosso facendolo morire per asfissia? -
No, Bert. So che ti piacerebbe, ma no. Tutti i cittadini lo fissarono, sempre più impazienti ed elettrizzati, fino a che lui non salì sulla pedana, si posizionò dietro il piccolo leggìo e cominciò a parlare.
- Concittadini! Questa sera vi ho riuniti qui per parlarvi della Città di Natale. - esordì Brian con gli occhi lucidi di quella che Mikey pensò essere febbrile follia. E mica aveva torto.
- Delle cose così strane come non ho visto mai, non saprei, ma spiegarvele vorrei. E' un mondo che non somiglia a questo qui, e vorrei, io vorrei descriverlo anche a voi, come un sogno magi… -
Basta! Sono stufo, ri-stufo e arci stufo di sentirvi cantare! Qui decido io chi canta e cosa! E non mi pare di aver detto che potevi cantare, idiota d'un Brian! Fallo un'altra volta e sei fuori dalla storia, te lo giuro!
- Ma io sono il protagonista, non puoi. -
E chi lo dice?! Io dico che posso rimpiazzarti, e se continui giuro che lo farò! Quindi basta, basta, smettila!
- Valo, non vorrei dirtelo ma sembri un tantinello isterico. -
Zitto tu, Jimmy, che poi facciamo i conti. E ora fatemi finire.
Quindi, dicevo. Brian iniziò a raccontare a tutti ciò che aveva visto e spiegò la sua geniale - che poi geniale, che parolona - idea: portare il Natale nella Città di Hallowe’en. Tutti i cittadini furono entusiasti della proposta - perché erano tutti degli idioti senza cervello - e subito si misero in fila per parlare con il Re delle Zucche - vuote, appunto - affinché potesse assegnare loro un compito da svolgere. Ognuno avrebbe fatto qualcosa, e il loro Natale sarebbe stato stupendo.
L'unico che rimase in disparte fu Mikey. Il poveretto pensava e ripensava, ma non riusciva a trovare nulla di buono in tutta quella situazione, sapeva che ne sarebbero venuti solo guai. Quella mattina aveva anche avuto una premonizione: il suo caffè si era bruciato. E di solito il suo caffè non si bruciava mai.
Quindi rimase a rimuginare, guardando il suo amato da lontano, pensando a un modo per distoglierlo da quell'idea. Ma, si sa, Brian era la parte scema e senza cervello della coppia, perciò avrebbe raggiunto il suo obiettivo, anche a costo di scatenare un putiferio.
Intanto, il nostro protagonista stava dando istruzioni a tutto il paese.
- Voi tre! Tre Bambini Idioti! - chiamò a gran voce, e i TBI - che pare più il nome di una brutta, brutta malattia... considerando chi sono i tre, io direi che è anche possibile - accorsero, urlando e saltando come tre scemi senza cervello.
- Ehi! Piano con le parole! -
Zitto Quinn, o ti pesto.
- Non toccare Quinn! -
Jepha, se continui ti riduco in poltiglia. Quindi, dicevo…
- E non toccare neanche Jepha! -
Dan, un'altra parola e non potrai più cantare la tua stupida canzoncina idiota sull'alfabeto.
- Valo! Ma ti sembra il modo di trattare i miei Tre Bambini Idioti?! -
Brian, giuro che ti cambio. Al tuo posto ci metto un cane, anzi, ci metto Bert, sono sicuro che farebbe meglio di te!
- Bau. -
Basta, basta, basta! Non si può lavorare in queste condizioni, basta, ci rinuncio! Ho bisogno di nicotina. Tornerò a raccontare quando avrete smesso di fare i cretini, tutti quanti!
Ma anche Carla non scherza! x°°D (kidding)