HEROES - "But I Am, My Dear" (Angela Petrelli)

Sep 25, 2008 15:59

Titolo: But I Am, My Dear
Fandom: Heroes
Personaggi: Angela Petrelli [menzione di Sylar, Bob & altri]
Rating: PG
Parole: 484 (W)
Prompt: Sylar @ heroes_italia
Warnings: Flash-Fic, Gen, VILLAINS HINTS/SPOILERS!
EFP: LINK.
Riassunto: Pensò che le assomigliava più di quanto credessero entrambi.


Note.
- Non betata. Se ci sono errori, fatemelo sapere!
- Scritta per il prompt 'Sylar' all'Heroes Fest 'the Second Coming' su heroes_italia. Fanfic postata QUA sulla community.
- SPOILERS: fino alla 3x02 - The Butterfly Effect. SPOILERS PESANTISSIMI. Se non volete rovinarvi la sorpresa, non leggete!





But I Am, My Dear.

*

Aspettò che se ne fossero andati, portandosi via le ultime tracce di Bob Bishop da quello che, d'ora in avanti, sarebbe stato il suo ufficio.

Dopodiché, si mise a sedere sulla grande poltrona che stazionava dietro la scrivania, ora sgombra.

Finalmente, pensò, quella stupida foto che ritraeva un Bishop sorridente e dall'aria beota, con un enorme pesce tra le braccia, era sparita per sempre, relegata in fondo a chissà quale dei tanti scatoloni riempiti di etichette col suo nome stampato a caratteri cubitali.

Congiunse le mani l'una con l'altra, fissando il monitor del computer.

Aveva il controllo. Dopo così tanto tempo, era tutto suo.

Non c'era più Daniel, non c'era più Bob, e nemmeno Charles o Arthur o Kaito. Pure Victoria non aveva fatto una bella fine.
Il testimone della Compagnia era ora tra le sue mani.
Avrebbe dettato legge così come aveva sempre desiderato.

Fece scorrere l'indice sulla tastiera, cercando di sintonizzarsi sulle telecamere che davano sul Livello 5.

Dovette sforzarsi per non lasciarsi andare ad un sorriso troppo ampio quando sullo schermo comparve esattamente ciò che voleva vedere.

Sylar.

Unì le mani sotto al mento, perdendosi per un attimo ad osservarlo attentamente.
Era seduto sul blocco di cemento nel bel mezzo della sua cella, le gambe piegate a sostenere le braccia, la testa china, in muta contemplazione.

Per un attimo, le sembrò tutto dannatamente perfetto. Non importava se avevano dovuto rimetterci sedici assassini psicotici, perché l'unico che Angela voleva veramente, era proprio lì, perso nei suoi pensieri, a qualche metro di profondità nelle viscere della terra.
Un prezzo che la piccola Bishop aveva deciso di far pagare alla Compagnia, ma ad Angela non importava più.

Il Livello 5, lo sapeva bene, non era mai stato tanto silenzioso come in quel momento. Sylar non gridava, non si lamentava, né apriva bocca.
Le piaceva il modo in cui sorrideva lentamente e le sue labbra si piegavano in una smorfia di pura derisione. Neppure quando il figlio di Kaito l'aveva colpito presumibilmente a morte, Sylar aveva smesso di sorridere.

Pensò che le assomigliava più di quanto credessero entrambi.

Solo qualche mese prima, era stato loro ospite nel Livello 2, e adesso, si era guadagnato la fama di uomo più pericoloso negli ambienti della Compagnia.

Aveva ucciso senza rimorsi, senza ripensamenti, senza alcun senso di colpa. Ed era ancora lì.
L'avevano creduto morto, gli avevano strappato i poteri e se li era andati a riprendere, ed era tornato. Più temibile e forte di prima. Immortale, persino.

E sebbene sapesse che non avrebbe dovuto, Angela era orgogliosa.
Orgogliosa perché quello era suo figlio.
Gli avrebbe insegnato come essere Gabriel, senza doversi servire di Sylar.
Sarebbe stata per lui ciò che Virginia non era riuscita ad essere, in nessun modo.

E poi era stato lui ad assicurarle quella poltrona.

Il pensiero riuscì, nonostante tutto, a strapparle un sorriso.

fanfics, heroes: angela petrelli, [heroes fest], {heroes_italia}, fandom: heroes

Previous post Next post
Up