[Marvel comics, fanfic] La veglia e le storie

Apr 17, 2011 17:56

...Ehm, non ricordo se ho mai scritto per presentarmi, qui... ^^; Comunque, salve a tutti!! :)

Titolo: La veglia e le storie
Autore: inomuiro
Personaggio/i: Loki, ocs
Pairing(s): nessuno
Rating: G
Riassunto: Loki ha avuto molti figli, nei secoli. Ogni tanto, deve partecipare ad un funerale.
Disclaimer: I personaggi della Marvel alla Marvel appartengono, niente di tutto questo è scritto a scopo di lucro
Note: ispirata da una frase in Amazing Spiderman #504



C'era stato molto dibattito in famiglia su come organizzare la cerimonia, se mantenerla del tutto privata o lasciare che i molti individui che avevano conosciuto Cécile Njami, e gli ancora più numerosi che avevano avuto beneficio dalle inchieste e dalle incessanti crociate della giornalista, sempre in prima linea a denunciare ingiustizie, venissero a porgerle l'ultimo omaggio prima della cremazione. Alla fine i suoi due figli avevano scelto di lasciare aperta la camera ardente, perchè chiunque volesse potesse visitare la salma, per poi riunirsi con il piccolo gruppo di discendenti e amici stretti per un ultimo saluto e un brindisi prima di spargere le ceneri sul mare, dalla spiaggetta dove la donna aveva amato passeggiare e dove, anche quando la malattia l'aveva ridotta a non potersi muovere senza assistenza, ancora si faceva portare per respirare un po'.

Uno ad uno, i pochi invitati si fecero avanti per dire alcune parole, Cécile fu ricordata come appassionata reporter e abile direttrice, come madre e come amica. La nipotina più piccola lesse le frasi che aveva composto insieme alla sua mamma, con gli occhi sgranati e la voce troppo alta. Infine, Jean Loup e Samuel camminarono fino a toccare con le scarpe i disegni bagnati lasciati dalle onde, ed aprirono insieme l'urna perchè le ceneri si disperdessero nel vento e nell'acqua. Dopo ci furono i saluti tra i vivi, per ultimo Samuel strinse la spalla al fratello, senza dire nulla, e poi si avviò insieme alla sua famiglia su per la breve salita che portava alla strada. Jean Loup, che era venuto al funerale da solo, rimase in piedi a guardare il mare finchè il rumore delle macchine che si allontanavano non sparì del tutto.
Solo allora notò l'anziano uomo in piedi a poca distanza da lui, intento a guardare il mare con quasi la sua stessa nostalgia.

"Era una donna di valore" mormorò l'uomo.

"Sì" Erano ormai giorni che Jean Loup rispondeva alle condoglianze con un puro automatismo. Nonostante il distacco, osservò il vecchio con la coda dell'occhio, e poi con più attenzione rendendosi conto che non l'aveva mai visto. In teoria solo i famigliari e gli amici più stretti sapevano di quella seconda cerimonia.

"Una grave perdita, davvero. Si può solo sperare che quello che ha fatto non vada perduto, che qualcuno raccolga la sua eredità spirituale..."

"E' quello che stiamo provando a fare. Il giornale proseguirà come lei avrebbe voluto..."

"Bene, bene..." Il vecchio si girò, rimettendosi il cappello che teneva in mano, e mosse qualche passo allontanandosi dalla battigia, appoggiandosi ad un bastone. Poi si fermò, lanciando un'occhiata di sottecchi a Jean Loup.

"Sai come ho conosciuto tua madre?"

"Vorrei davvero sentirmelo raccontare?" Un altro automatismo, questo molto più innato. Lo stesso sarcasmo con cui parlava Cécile. L'uomo rise piano.

"E' successo molti anni fa. All'epoca ero anch'io un reporter alle prime armi, come tua madre... ci incontrammo mentre indagavamo su una faccenda di corruzione, non ti annoierò con i dettagli. Sappi solo che ci siamo ritrovati a pedinare il segretario di un politico nella più malfamata zona di..."

Jean Loup ascoltò il racconto, forse per inerzia, forse perchè tutte le parole che aveva sentito su sua madre negli ultimi giorni, le lodi e le rimembranze che sembravano composte mettendo insieme un limitato numero di termini forniti da un set in scatola, sempre gli stessi, lo avevano portato oltre la capacità di sentirsene irritato. Dalle parole del vecchio, dalla voce suadente e non così roca come uno si sarebbe potuto aspettare, emergeva però un'immagine più viva, bizzarramente affine a quella che lui aveva di sua madre da bambino, un'eroina che se li lasciava spesso da soli con la nonna era perchè doveva combattere il male, letteralmente. Un'immagine che, seppure lui non avesse mai e poi mai perso il rispetto per sua madre e per tutto quello che faceva, aveva perso i colori accesi dell'infanzia, con il passare degli anni e la presa di coscienza dei sotterfugi, dei compromessi, delle difficili manovre diplomatiche che anche una giornalista in prima linea contro le ingiustizie aveva dovuto accettare. Quella ricreata nel racconto era la fotografia di sua madre che aveva perso e mai più ritrovato fino ad ora, quella che avrebbe dovuto, potuto portare con se.

"...e nel bel mezzo della conferenza stampa lei si alza ed esclama 'Allora ci dia una spiegazione per queste foto!!' e lancia l'intero malloppo per aria, sulla testa degli altri giornalisti. A quel punto io mi sarei dato alla fuga, e invece lei è rimasta lì in piedi in mezzo alla confusione, ai flash e alle domande gridate, sorridente e sfrontata, e puntandogli il dito contro ha aggiunto 'E solo per puntualizzare... lei è il peggior giocatore di poker con cui io abbia mai avuto a che fare'."

Jean Loup si ritrovò a sorridere, e come se il movimento delle labbra gli avesse sbloccato un qualche muscolo annodato sentì gli occhi riempirsi di lacrime, per la prima volta da quando il telefono aveva squillato per dargli la notizia. Non tentò di nasconderle.

Accanto a lui, il vecchio era di nuovo in silenzio.

Loki osservava il mare e il vento da dietro il proprio travestimento, ancora in grado di sentire la presenza di sua figlia nell'aria intorno a se. L'aveva osservata, di tanto in tano, un'unica volta le si era avvicinato nella forma di una sua insegnante a scuola, per lodarla. Come tutti i suoi bambini, anche lei aveva saputo cavarsela da sola e costruire grandi cose a Midgard, e lui non si sarebbe aspettato nulla di meno. Ora aveva lasciato quella terra per il luogo dove andavano le anime di chi apparteneva almeno in parte alla stirpe umana, ed era giusto che lui le portasse l'ultimo saluto.

La storia che aveva raccontato a quel bambino, figlio del suo stesso sangue, era un'invenzione ma non per questo era meno vera. Era un funerale sciocco e noioso, quello privo di racconti sulle imprese migliori del defunto. Reali o immaginate che fossero.

autore: inomuiro, *marvel: fanfiction, marvel: oc, marvel: loki, *marvel: comics

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