Visto che è un pò che ascolto e basta e non scrivo, ecco quello che mi sta girando in cuffia...:
La Presunta Santità di Irene: pochi sencondi, entrano i fiati. Melodia da canticchiare la mattina di primavera, quando i raggi del sole vi scoprono pigri tra lenzuola bianche e i ricci biondi di lei.
Che dire che non sia già stato detto? Però avendo ascoltato i lavori precedenti di Dente e avendolo notato in tempi non sospetti posso azzardare: finalmente! Il potenziale si intuiva, ma troppa introversione. Il bruco è farfalla.
Il progetto tiene, anche grattando sotto la superficie. Gli artisti hanno dato il loro inedito contributo con spontaneità e sincerità, e in effetti il nome Afterhours può aprire porte e orecchie. Non c'è una traccia che si possa dire espungibile, ma quando si pensa che ok, stiamo arrivando alla fine di queste 19 canzoni, il disco improvvisamente s'impenna con Marco Iacampo, Mariposa, Marta sui Tubi. Ci voleva.
Splendido trovare Morrissey così in forma. Dal 2004 non ne sbaglia una. Years of Refusal roccheggia alla grande, anche se It's Not Your Birthday Anymore sembra roba degli U2.. nel senso che la si può immaginare cantata da Bono e con qualche grande riff di The Edge, invece no, ed è ok. All'inizio di I'm Throwing My Arms Around Paris sembra di sentirlo ancora con gli Smiths, ma sono pasati anni. Si dice possa essere l'ultimo album, non ci credo ma sarebbe un gran bel congedo.
Votone su Pitchfork, e pure su Ondarock, comprati a scatola chiusa, soddisfazione. Molto.. carini. Come il migliore noise-pop, vengono in mente ovviamente Teenage Fanclub, Ride, The Jesus And Mary Chain.. ma non fa nulla, godibilissimi e maledettissimi. Immaginereste, poi, un nome più romantico di The Pains of Being Pure At Heart?
Questo l'ho ripreso in mano perché il disco di Dente sembra proprio, a orecchie poco informate, uscito dal catalogo di Battisti. E allora sono andato a ripescaree. Strabello, Anima Latina (1974) è avanti milioni di anni rispetto a tutti in Italia, ancora oggi.
Mah, ancora non ho capito se mi piace, questo nuovo degli Yeah Yeah Yeahs. Via le chitarre garage, dentro l'elettronica. Certo che, eh. La voce di Karen O è la cosa più sensuale che le vostre orecchie potrebbero aver sentito da un poco. Titolo da favola, comunque: It's Blitz!