LONGFIC - Facciamo finta che...tutto va bene -Capitolo*II- Primo giorno, Sera... +18

Jan 22, 2007 18:23

Titolo:Facciamo finta che... tutto va bene
Autore: cicella
Pairing: Draco/Harry
Rating: +18
Disclaimer: I personaggi sono ispirati dalla Saga di "Harry Potter" di J. K. Rowling, che ne detiene i diritti.
Sia i personaggi che gli eventi raccontati in queste storie sono di fantasia, e quindi non esistono veramente .
Il Racconto viene diffuso in forma totalmente gratuita e senza scopo di lucro.
Avvertimenti: E' d'obbligo una spiegazione del mio modo di impostare i dialoghi. Le frasi che scrivo in corsivo sono quelle che il pg pensa, quelle scritte normalmente è il parlato, quelle nelle virgolette in corsivo sono citazioni, cioè frasi dette da altri, che il pg richiama alla memoria.
Sia il testo che i dialoghi in corsivo sono dei ricordi.
Lo specifico prima, in modo da permettervi una chiara comprensione della storia ^_^'.
ATTENZIONE: In quanto parte della categoria Slash, avverto che i contenuti di questa storia non sono adatti ad un pubblico sensibile o comunque contrario all'argomento. Se non siete informati su questo genere di storie cliccate qui!
Genere: Commedia (se mi riesce), Romantico (dipende dai punti di vista)
Sommario:A Una terribile tragedia sconvolge la vita ai nostri beneamini, coinvolgendo anche i loro amici. Nuove imprese attendono Harry, e forse oscure cercheranno in tutti i modi di di farlo cedere. Ricorda Harry: Resistere! Resistere! Resistere!

Note Autore: Non sò perchè ho scritto una cosa del genere, in realtà non doveva nemmeno essere così, non doveva essere così lunga e non dovevo ritrovarmi a scrive una cosa divertente (almeno per la mia beta che si è prodigata in risa e commentini vari per tutta la betatura XDD), eppure eccola qua, così come la vedete.
Non ho obbiettivi particolari per questa fic, ma spero che risulti comunque godibile e continuare a seguirla ^_^.



Harry si ritrova finalmente alla torre Grifondoro con i suoi compagni, con la possibilità di poter riposare per qualche ora prima di cena.
Così, ai piedi del suo letto, sfila il mantello e lo poggia sul suo baule, allenta la cravatta per poter respirare più liberamente e abbandona le scarpe poco distanti per potersi finalmente arrampicare sul letto e lasciarsi andare a peso morto, affondando il volto nel cuscino, lasciando che la mente torni a quanto successo poco prima nello stanzino.

All’interno dello stanzino buio, nascosti dallo sguardo dei loro amici, Harry ribadisce definitivamente le sue ragioni al giovane Serpeverde, in modo che siano chiare ed evitare possibili problemi.
«Malfoy, se questo è uno scherzo, è di pessimo gusto; se è una trappola, è stupida perché non ci cascherei mai; se è davvero colpa della pozione mal riuscita, stammi lontano fin quando non sarà pronto l’antidoto.».
«E se fosse vero? Voglio dire: se davvero fossi innamorato di te e la pozione mi avesse dato il coraggio di confessartelo?».

Che assurdità: come aveva potuto Malfoy scendere tanto in basso solo per beffarsi di lui una volta in più? Possibile che il desiderio di umiliarlo l’avesse spinto fino a quel punto: mettere in ridicolo se stesso pur di denigrare lui. Quanto avrebbe mai potuto resistere nel recitare una simile messinscena? Come poteva apparire così sincero e naturale da essere credibile addirittura agli occhi dei suoi amici? Forse la causa di un simile comportamento risiede davvero nei fumi dannosi di una errata Pozione: è davvero poco probabile che la causa sia da attribuire ad una qualche variante di Veritaseum per i sentimenti eseguito per sbaglio, ammesso che esista davvero. O può essere semplicemente uno dei tanti Filtri d’amore, come quelli che i Gemelli vendono nel loro negozio.

«… se fossi davvero innamorato di te?».

Fra tutte le possibili ipotesi questa era sicuramente la più fantascientifica da prendere seriamente in considerazione: d’accordo che Malfoy sa essere un grande attore drammatico spesso anche credibile, ma astio, cattiveria e disprezzo recitati così bene non possono che essere reali o, quanto meno, avere almeno un minimo di fondamento.

Gli porta le braccia al collo cercando di avvicinarlo di più a sé, ma Harry intercetta i suoi gesti e, afferrandolo per i polsi, lo spintona verso la parete.
«Adesso basta, Malfoy! Non puoi credere di continuare così ancora per molto: cosa diavolo credi di dimostrare?» urla a pochi centimetri dal suo volto.
Draco, per niente spaventato, abbozza un leggero ghigno e, inclinando la testa, riesce a sfiorare con la guancia la mano in cui Harry tiene un suo polso contro il muro.
«Ti confesso che ho sempre amato i nostri litigi: ogni giorno li aspettavo con ansia. Solo così potevo avere un contatto con il tuo corpo. Ogni volta che mi sbattevi al muro o a terra pensavo “diavolo, sì, sì, strappami i vestiti e scopami…”» socchiudendo gli occhi e spostando il bacino in avanti per incontrare quello di Harry, per scoprire se le sue parole stavano sortendo qualche effetto. La presa serrata che esercita il ragazzo tuttavia non gli permette grande ampiezza dei movimenti, ritrovandosi ad ondeggiare avanti e indietro con la frustrazione di chi non riesce nel proprio intento.

Come poteva dire certe cose con una tale naturalezza? Le Serpi non hanno la minima vergogna? Non esiste, nel loro vocabolario, la parola “esagerare”? E, soprattutto, proprio il suo peggior nemico doveva scioccarlo con simili rivelazioni?
Se Ginny si fosse dichiarata in questo modo, molto probabilmente se la sarebbe scopata in quello stesso momento.

«Lo conosci il limite, o ti spingi oltre apposta?» gli chiede stancamente, sciogliendo la presa e allontanandosi di qualche passo. Contemporaneamente Malfoy lo segue avanzando per poi accasciarsi al suolo, in ginocchio davanti a lui.
«Permettimi di dimostrarti quanto ti desidero, quanto ho sempre sognato starti accanto. Farò tutto quello che posso… tutto quello che vuoi» sibila sul suo ventre, prima di strofinarci sopra con la guancia e il naso, respirando profondamente.
Harry segue tutta la scena come se quelle attenzioni fossero per qualcun altro perché, di certo, Malfoy non si sarebbe mai avvicinato e inginocchiato davanti a lui, supplicandolo in quel modo.

Davanti ai suoi occhi chiusi, quella stessa scena rivive mille e mille volte, a volte a rallentatore, a volte velocemente, a volte fermandosi su un momento preciso. E poi l’immaginazione prende il posto della realtà: Harry sposta una mano verso il suo inguine mentre Malfoy fa lo stesso al suo alter-ego, nella visione. Apre lentamente la cerniera dei pantaloni e vede chiaramente, come se fosse reale, Malfoy avvicinare il volto all’apertura e respirare a fondo tra i suoi peli pubici. Il suo respiro diventa affannoso e non riesce a trattenere gemiti che non credeva neanche di saper emettere. Malfoy sotto di lui ghigna sornione, prima di affondare il volto nell’apertura dei suoi pantaloni.
Sarebbe potuto accadere davvero se non avesse reagito? Poteva davvero quella bocca avvolgere così maledettamente bene il suo uccello?
«In questo modo almeno se ne sta finalmente zitto» pensa compiaciuto.
Davvero un ottimo sistema per farlo tacere: perché non ha pensato a farlo realmente?
L’immagine di Malfoy diventa sempre più sfocata mentre accelera il ritmo, scomparendo del tutto quando finalmente trova la pace in un orgasmo più che soddisfacente, per la sua prima sega fantasticata con un ragazzo. Ed è proprio questo il vero problema; più grande della disgrazia che ha colpito Malfoy, più grande di quello successo nello stanzino, più grande di quello che lo aspetta nei prossimi tre giorni: stava vagliando la possibilità concreta di una sua possibile relazione con Malfoy. Anche pensare che, magari, sarebbe potuto essere solo sesso non contribuisce certo ad alleggerire la situazione: in fondo è sempre Malfoy, non uno qualunque dei suoi amici o incontro occasionale in qualche Pub. E, adesso, come è arrivato a pensare ad una sua possibile relazione con un qualunque uomo? Come può essere passato da indubbio etero a probabile bisessuale in un paio d’ore? E solo perché Malfoy ha strofinato un po’ il suo nasino principesco sul suo inguine?
«Maledizione» inveisce a denti stretti: se ci ripensa, gli viene di nuovo duro.
Deve assolutamente trovare il modo di capire esattamente cosa sta succedendo a sè stesso, prima di poter prendere qualsiasi altra decisione sul suo possibile comportamento futuro.

Quando avverte il respiro del ragazzo accarezzare la pelle al di sotto dei pantaloni, si rende conto di quanto siano troppo vicini: afferra Malfoy per le spalle e lo spintona lontano da sé.
«Possibile che tu sia così stronzo? Ma con chi cazzo credi di avere a che fare? Mi credi uno dei tuoi intimoriti Elfi domestici che non può rifiutare ogni tuo desiderio?»
«La smetti di dire cattiverie: perché mai dovrei fingere così?»
«Che diavolo ne so, la tua assurda e contorta mente che accidenti sta macchinando. Qualsiasi cosa sia, non riuscirai a fregarmi o confondermi: spero solo che questi tre giorni passino in fretta» gli urla di nuovo contro, provocando stavolta le lacrime che rigano le guance del giovane Serpeverde.
Frustrato da una simile situazione e deciso a non volersi far condizionare o impietosire da quell’atteggiamento, si lascia alle spalle il ragazzo ancora singhiozzante ed esce dalla stanza.

Con un pesante sospiro si alza dal letto e si risistema i pantaloni dandosi una sommaria ripulita, appena il tempo per non essere visto da Ron che lo avverte di scendere per cena.

C’è il solito chiacchierio tra i corridoi che portano alla Sala Grande, di ragazzi di tutte le età con le pance vuote ma sempre in grado di chiacchierare.
«Diceva che il mio comportamento gli dava fastidio, ma ho visto chiaramente il suo uccello diventare duro e tendere la stoffa dei pantaloni, e sentito vibrare quando ci ho fatto scivolare sopra la lingua» descrive a bassa voce con enfasi Draco ai suoi due amici, mentre si avviano al loro tavolo.
«Oh, dev’essere stato meraviglioso: che avrei pagato per assistere» dice Pansy con aria sognante. «Blaise, stai bene?» chiede all’amico, notando l’indecifrabile colorito sul volto del ragazzo.
«Sì, sì. Non so se vomitare o eccitarmi, ma sto abbastanza bene. Era tutto più semplice quando i nostri unici argomenti di conversazione erano gli scherzi da combinare ai danni dei Grifondoro».
«Ah, cosa avrei dato per potergli slacciare i pantaloni e prender…».
«Ok, ok, adesso basta» lo interrompe esasperato Blaise. «Stiamo andando a cenare e non voglio ritrovarmi a vomitare l’anima. E, per favore, cerca di non manifestare platealmente il tuo irrefrenabile desiderio e farti beccare a sbavargli dietro.».
«Cercherò di non dare troppo nell’occhio, ma se non vuoi assistere per sbaglio ad una mia possibile sega mentre lo guardo e immagino di farmi sbattere sul tavolo davanti a tutti, ti consiglio di non sederti vicino a me».
«Oh, io invece voglio vedere: posso sedermi io vicino a te? Ti prego» supplica piena di ammirazione Pansy, già pregustando nella sua mente la scena.
«Certo, tesoro. Ma non cercare come al tuo solito di metterti in mezzo e offrirti per… darmi una mano… adesso desidero solo quelle di Harry sul mio corpo».
«Oh, e va bene… guarderò soltanto» accetta, anche se un po’ amareggiata.
«Pansy… ma tutta questa assurda situazione non ti infastidisce minimamente? Come riesci a parlarci come se fosse ancora il solito Draco?».
«Ti dirò la verità, Blaise: era già fico prima, ma adesso è assolutamente un vero spasso! Se farà anche solo metà delle cose che dice, gli starò attaccata come una cozza allo scoglio, pur di poter assistere alla scena» proclama piena di euforia. «Uhm… forse dire “gli starò attaccata come la Weasley a Potter” rende meglio l’idea» sghignazza Pansy, voltandosi verso Draco per coinvolgerlo nella discussione; ma il ragazzo non è più accanto a lei: è fermo pochi passi più indietro, perfettamente immobile e con lo sguardo fisso davanti a lui. Seguendo il percorso della sua visuale, Pansy arriva a vedere ciò che il ragazzo sta fissando: il trio degli sfigati e aggregati di Grifondoro sta come al solito facendo più casino degli altri, davanti all’ingresso del Salone. Ma non è stato certo il loro chiasso ad infastidire il Serpeverde, né la vista del suo innamorato ad imbambolarlo, quanto il fatto che tale innamorato sta venendo costantemente strapazzato dalle braccia della piccola Weasley.
Quando la ragazza appoggia delicatamente le labbra su quelle di Harry, intorno a Draco si alza un insolito vento che fa ondeggiare leggermente i lembi del mantello, mentre il suo volto è trasfigurato in una smorfia di pura rabbia. Blaise e Pansy intuiscono quale sia il pensiero che anima in quel momento lo spirito di Draco, mentre il ragazzo si avvicina a lunghe falcate ai ragazzi che sta ininterrottamente continuando a fissare. Eppure è talmente leggero e silenzioso, che Harry si accorge di lui solo quando sente due braccia cingerlo da dietro e avvicinarlo al proprio petto, mentre gli posa il mento su una spalla, e guarda Ginny con un espressione completamente priva di emozioni.
«Da oggi non hai più l’esclusiva, squallida cameriera da quattro soldi. Nonostante tutte le doti che credi di avere e sfoggi per tenerlo legato a te, certamente quando scoprirà quanto di meglio io possa offrirgli, ed il mio amore molto più grande e forte del tuo, si renderà conto che avere un animale come te tra le lenzuola è poco igienico e salutare».
«Com-… Cos-… Malfoy?» balbetta sconcertata Ginny, vagando con gli occhi sulla folla assiepata intorno a loro.
I ragazzi nel corridoio rimangono completamente scioccati; Blaise cerca di farsi venire in mente qualche buona idea, prima che tutti si rendano conto della pazzia di Draco. Si avvicina a Ron, arpionandogli con forza un braccio e trascinandolo in un angolo.
«Che diavolo vi è saltato in testa? Hai dimenticato tutto quello che è successo in aula prima? Dovete mantenere Potter e tua sorella il più possibile lontano da Draco o qui rischiamo tutti di rimetterci la pelle.».
«Harry ha già detto mille volte che è fidanzato con mia sorella, è quell’ottuso di Malfoy che non lo capisce. Siete voi che dovete tenere Draco lontano da lui» ribatte deciso Ron, riuscendo a liberarsi dalla presa del Serpeverde.
«Ehi, ragazzi, come mai c’è un ingorgo all’ingresso della Sala?» chiede Seamus sopraggiunto in ritardo, assente all’accaduto.
I due ragazzi lo guardano per qualche istante, poi il cammino degli illuminati si materializza davanti a loro e gli suggerisce come affrontare nel modo giusto la situazione. Confabulano per qualche istante, afferrano contemporaneamente Seamus per le braccia e lo trascinano nella più vicina aula, chiudendocelo dentro. Blaise si riporta di nuovo vicino a Pansy, mentre Ron si affianca a sua sorella.
«Non è incredibile, Ginny? È proprio uguale.».
«Cosa?» chiede perplessa Ginny; anche Harry e Hermione non riescono a capire cosa l’amico abbia intenzione di fare.
«Seamus. È finalmente riuscito ad eseguire correttamente la pozione Polisucco, e ha voluto provarla proprio con Malfoy, a quanto pare».
«Ci hai ingannato! Dove hai nascosto Draco, Finnigan?» chiede Blaise rivolgendosi in realtà al vero Draco, sperando che stia al gioco e li aiuti ad uscire da quella situazione.
Il corpo caldo di Malfoy contro la sua schiena, le sue mani tenute saldamente sul suo petto, il suo volto così vicino da sentire il suo respiro solleticargli l’orecchio, sono le uniche cose che il cervello di Harry riesce ad elaborare in quel momento; neanche la consapevolezza di dover fare anche lui qualcosa per sciogliere quella situazione prima che accada qualcosa di irreparabile, lo sprona a reagire.
«Ti amo da così tanto tempo che ho dimenticato cosa significa non amare. Farò ogni cosa in mio potere per dimostrartelo» gli sussurra Malfoy con un filo di voce, in modo che possa sentirlo solo lui, prima di scioglierlo dal suo abbraccio e avviarsi all’interno della Sala, lanciandogli un’ultima occhiata e sparire poi dietro la porta.
Harry rimane immobile, disorientato, fin quando Ginny gli accarezza leggermente un braccio, ridestandolo dal turbine di emozioni e pensieri che lo stavano sempre più sopraffando. Si avvia silenziosamente al tavolo, facendo di tutto per non alzare mai lo sguardo, ed incontrare quegli occhi sempre puntati su di sè.

§ CONTINUA §

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