Gift for:
archangel_jilTitle: Lividi
Author: Secret Santa
Beta-Reader:
Fandom: Harry Potter
Pairing/Characters: Severus Piton/Harry Potter, Hermione Granger
Rating: Pg14
Warning: angst, homophobia (slash)
Word Count: 1300
Summary: Harry torna indietro nel tempo, di molti anni, per ogni Vigilia. Ogni ricordo permane nel tempo attraverso i suoi lividi.
NdA: Questa coppia mi fa piangere solo a pensarla! Lo so che siamo nel periodo di Natale, ma la cosa invece che renderli più allegri ai miei occhi, li rende più tristi e complessati! Quindi questo è il risultato... Ma nonostante tutto, Buon Natale!
Di tutti i ricordi, sarai sempre quello più livido: doloroso e difficile da dimenticare.
Harry
- Solo perché ha funzionato una volta non vuol dire che possa funzionare di nuovo!
Hermione lo inseguiva per la casa, appoggiando sempre la mano destra su mobili e pareti, come per darsi forza.
- Ha funzionato perché è morto, Hermione. - Harry salì le scale velocemente, due gradini alla volta, raggiungendo l’ultimo piano di Grimmauld Place.
- Questo ancora non lo possiamo sapere, devo finire le mie ricerche, devo controllare gli effetti collaterali. Il mondo potrebbe… - ma Harry entrò nella stanza in cui Sirius aveva nascosto Fierobecco e vi si chiuse dentro.
- Il mondo può aspettare. L’ho già salvato, no? - con un gesto veloce si coprì con il mantello dell’invisibilità.
- Harry, - Hermione si appoggiò contro la porta con mani e fronte, chiuse gli occhi come quando abbracciava Ron per ascoltargli il cuore. - Non è normale. Torni indietro di molti anni, non credo possa reggerli a lungo, la Giratempo…
- Che cosa vorresti dire? - Harry teneva stretta la piccola clessidra tra le dita e le fece compiere un giro in senso orario e poi due antiorario.
Il tono arrabbiato della sua voce era rotto dalla tristezza, mentre nella sua testa iniziò a contare voracemente il numero dei giri mancanti: prima di andarsene punse la porta con lo sguardo e le ultime parole di Hermione sfumarono.
In quella stanza, molti anni prima, stavano litigando Regulus e Sirius.
Era sicuro che pure con loro avrebbe funzionato, che avrebbe potuto salutarli, ma con entrambi le cose erano molto più complicate, e al solo pensarci gli veniva da ridere.
Harry sgattaiolò lungo le pareti, ancora pulite dal sangue e con qualche mobile, e uscì dalla porta: come ogni altra volta scese le scale molto lentamente, un gradino alla volta, sostandovi per qualche istante.
Erano ancora tutti vivi, e invisibile com’era si sentiva come se stesse guardando nei ricordi di qualcun altro.
Era una casa piuttosto silenziosa, al contrario di quello che si era sempre immaginato, la Signora Black non era solita urlare, perché preferiva rivolgerti disprezzo e infonderti angoscia.
Una volta soltanto le era passato accanto, e gli era bastata.
Quel giorno, a parte Kreacher, nessuno sostava nel corridoio, e Harry si lasciò andare in un profondo respiro.
Distava dalla porta solo di qualche passo, era pronto a spalancarla, ma qualcuno entrò proprio in quel momento: il volto arcigno della Signora Black era adornato da un pizzo nero delicato che pendeva dal cappello in ermellino.
La testa e la coda dell’animale erano ancora visibili e i suoi occhi spenti erano stati sostituiti da due pietre verdi smeraldo. Senza che venisse chiamato, Kreacher si avvicinò pieno di lodi, prendendo dalle mani della padrona l’ombrello che gli era stato porto.
Harry si accorse solo in quel momento di star trattenendo il fiato.
- Chi urla in questo modo, Kreacher? - la Signora Black fece qualche passo avanti, con garbo si levò i guanti.
- Ma non può certo urlare da solo… - Kreacher scosse il capo guardandosi la punta dei piedi, spaventato da quell’unica occhiata. - È entrato in questa casa? Quello schifoso traditore?! Rispondi, Kreacher!
- Sì, è su… Discute con il Padrone Regulus! - Kreacher urlò le parole tra i singhiozzi, e si tappò le orecchie come se un potente rumore gliele stesse consumando.
Harry vide la Signora Black dirigersi al piano superiore e ne fu contento, solo quando uscì dalla porta si dispiacque per Sirius.
In quei giorni aveva nevicato, ma una fitta pioggia si decise a cadere proprio quel pomeriggio.
Harry se ne stava sotto il mantello tentando anche di non bagnarsi, ma ogni tanto arrivava una folata di vento a scoprirlo. Si era alzato con il passare degli anni e il mantello gli stava corto, per coprirsi i piedi doveva rannicchiarsi e camminare ricurvo, come un povero vecchio ingobbito.
Lì sotto il fiato si faceva denso, e spesso gli appannava gli occhiali, ma non poteva certo scoprirsi. Non fino a che non fosse giunto al loro punto d’incontro.
Per strada i lampioni iniziarono ad accendersi, era un accenno flebile di luce, che poi sembrava scattare non appena il buio si rendeva totale.
Le loro esili figure erano state addobbate come ogni anno, come l’anno di ogni tempo, di rosso, verde e oro. Ghirlande di nastri e foglie riempivano le strade e tutti contavano le ultime ore d’attesa come se fossero millenni.
Ma questo non era il loro caso, per loro i minuti scorrevano come la luce: invisibile all’occhio umano.
- Ti si vede una scarpa, - la sua voce proveniva da una macchia scura all’angolo di un vicolo, dura e sarcastica come sempre. - E sei anche in ritardo.
Harry si scoprì, mostrandosi sotto la pioggia - Sempre pronto a criticare,- un angolo del mantello gli scivolò dalle mani e finì dentro a un grumo di neve mezza sciolta. - Hermione mi ha inseguito per tutta la casa, e poi la Signora Black è tornata a casa proprio mentre stavo per uscire…
- Hermione, - Severus si mise le mani in tasca - Devo proprio conoscerla…
- Tra qualche anno ti capiterà, professore. - Harry ridacchiò.
- Perché torni indietro per me? - il sorriso di Harry si spense, nonostante tutto non si era ancora abituato alle domande di Severus. - Perché non salvi la tua famiglia? Perché non passi del tempo con loro, con Sirius… - disse arricciando le sopracciglia.
- Perché non posso, intaccherei alcune cose che non voglio modificare. - Harry si portò sotto la sporgenza con cui si stava proteggendo Severus e si appoggiò al muro del palazzo.
- Il ragazzo che è sopravvissuto ha forse paura di non sopravvivere? - Severus sorrise avvicinandosi a lui.
- Forse… - Harry alzò lo sguardo per incontrare gli occhi dell’altro. - Buona Vigilia, Severus…
Severus fece un altro passo verso di lui, schiacciandolo contro la parete - Grazie per aver mantenuto la promessa ed essere tornato. - tolse le mani dalle tasche, ormai calde, e le posò sul collo di Harry, chinando il capo verso il suo. Quando Harry sentì le loro labbra sovrapporsi, si azzardò a portare le proprie mani sulla vita dell’altro. Vi si aggrappò come se non fosse disposto a lasciarlo andare.
Il bacio era morbido, a fior di labbra, anche se Harry provava a spingere la lingua contro quella di Severus.
Erano così vicini, così avvinghiati, da sembrare un’unica figura, e quando Harry sentì un primo strappo pizzicò la veste di Severus come ammonito.
- Torna, ricordati di girare bene la clessidra… - Severus gli baciò il collo e Harry voltò appena il capo per baciargli le dita.
- Non sono nello stesso punto da cui sono partito… - gli sussurrò all’orecchio.
- Non importa, farà male ma durerà per pochi istanti. - aumentò la stretta su di lui, avvicinandolo al proprio petto. - E la prossima volta cerca di restare più a lungo: rimandiamo questa cena della Vigilia da troppi anni…
Harry sentì un altro strappo all’altezza del ventre, un altro alla caviglia. Scosse su scosse gli percorsero l’intero corpo, finché tutto non iniziò ad annebbiarsi.
Come se si ritrovasse senza forze, cadde a terra e attese che il presente si sostituisse al passato.
Harry si sentiva stanco, Grimmauld Place pareva molto più lontana ora che stava tornando.
Si sentiva i piedi pensanti e nei punti in cui aveva sentito il dolore maggiore, si erano formati grossi ematomi: Hermione non si sarebbe risparmiata su niente.
Con lentezza rimise piede in casa, e la voce di Hermione gli arrivò chiara e amareggiata:
- Non è normale Torni indietro di molti anni, non credo possa reggerli a lungo, la Giratempo… - Hermione strinse forte i denti prima di continuare, - Ma più di tutto non credo ci riesca tu: è come ogni altra dipendenza. Fa male, Harry, e lui continuerà a morire…