Giuro che la fic fluff-commedy era in programma anche prima di morire dal ridere a causa di quella di qualcuno XD E' che dopo l'angst ci stava per alleggerire la tensione.
Quello che non era programmato era l'accenno all'accoppiata con Sam, un po' ero in dubbio se infilare anche qui le coppie di Dec21 (E avere di nuovo Sam rapito, coff) ma... ehi, ormai mi suonano così ufficiali che pazienza e così sia.
Dedicated: a
rainstormgirl, ma c'è ancora bisogno di dirlo? Ah, e anche a Dean, perché alle volte lo odio da morire per più di un motivo, ma altre mi rendo conto di che bel personaggio sia e sono felice di poterlo muovere in coppie che piacciono a me. (Sì, preferisco una coppia het con un original character alla destiel, fatevi una domanda e datevi una risposta, ah!)
I personaggi realmente esistenti appartengono a loro stessi; situazioni, location e quant'altro sono totalmente inventati. Supernatural e i suoi pg appartengono a chi di diritto.
Ti sei assicurato che la porta fosse chiusa, che il cellulare avesse abbastanza batteria e tu abbastanza soldi per un paio di interurbane, ma la cosa comincia a diventare ridicola e, ormai, sei chiuso lì dentro da quasi mezz'ora!
Quando, dall'altra parte della linea, dopo un paio di squilli a vuoto, qualcuno risponde alla chiamata, ti aggrappi al cellulare come se fosse la tua ultima speranza.
Forza Dean, ti sei trovato in guai ben peggiori, puoi farcela anche questa volta!
«Sam!» esclami, felice come non mai di sentire la voce di tuo fratello (anche se ti ha risposto con un poco gentile "Dean, il fuso orario, dannazione. Rispetta il dannato fuso orario e lasciami dormire!"). Fratelli minori, non sanno mai quando stare al loro posto!
Bah, focus!
«Sammy, smettila di frignare come una femminuccia, credi che mi diverta a svegliarti nel cuore della notte senza una buona ragione?»
Dall'altra parte la linea è disturbata, ma poco dopo puoi sentirlo chiaro e forte il suo «Sì.» di risposta.
D'accordo, punto per lui.
«Whatevà, devi aiutarmi, dude, sono nei guai e sta volta non vedo alcuna via d'uscita.»
Se ti concentri riesci a percepire il momento perfetto in cui il cervello di tuo fratello si accende completamente e lui si alza seduto sul letto in cui era caduto addormentato, in qualche città al di là dell'oceano, pronto a darti tutto l'aiuto possibile.
Tre... Due... Uno...
«Dove sei e qual è il problema?»
Eccolo, preciso come un orologio svizzero.
«Italia, Verona o da qualche parte lì vicino.»
C'è un attimo di silenzio, lui si fa pensieroso.
«Dean... sei a casa di Nicole?»
Stai per rispondere, ma in quel preciso momento qualcuno bussa contro il legno della porte e tu la guardi con orrore, mentre una voce femminile ed ovattata arriva fino all'orecchio di Sam: «Dean, ci sei ancora? Che stai facendo lì dentro? Non starai di nuovo cercando i miei reggiseni, vero?»
E che cazzo! Non si dimenticherà mai di quella volta in cui, entrando di soppiatto nel bagno mentre lei faceva la doccia, hai trovato il suo reggiseno ed hai pensato bene di prendertelo e portartelo in stanza insieme al resto dei vestiti, per costringerla ad uscire nuda. Almeno quell'esperienza ti ha insegnato a ricordarti di prendere ANCHE eventuali asciugamani.
«Dean... sei... nel bagno di Nicole?» la domanda di Sam ti distrae.
Colpito ed affondato.
«Già... e inizia a diventare imbarazzante la cosa, penserà che ho problemi di stitichezza o che ami farmi servizietti da solo. E' per questo che ti ho chiamato!»
«What?»
Se Sam aveva dubbi sul fatto di avere un fratello cretino, adesso può dire di averli fugati completamente e deve fare forza su se stesso per evitare di chiuderti la chiamata in faccia con un "jerk" masticato e un "Smetti di chiamarmi per queste cazzate" a completare il tutto, così da potersene tornare nel proprio letto, dove la propria ragazza sta sbadigliando, scivolando più vicino a lui, per accoccolarglisi al fianco.
«Ehi, che sono questi rumori?» chiedi e, ovviamente, non potevi che fraintendere ogni cosa, nella tua situazione - non che normalmente sarebbe stato diverso «Tu e Ichi ci stavate dando dentro, eh? Ebbravo, il mio fratellino.»
«Dean, vuoi arrivare al punto?»
«Ah già. Ok, versione veloce: sono arrivato da Nicole e mi ha guardato con quello sguardo.»
«Quello sguardo.»
«Sì, sai, quello sguardo, quello che le chicks fanno quando sono in attesa di qualcosa e sanno che tu lo hai dimenticato.»
«Ah sì? C'è uno sguardo per quello?»
«...tsk, giusto, che lo dico a fare a mister perfettino, il fidanzatino perfetto per ogni ragazza che ama condividere con lui i suoi prodotti per capelli.»
«Sto per riagganciare.»
«Ok, ok. God, quanto sei permaloso.»
«Sto agganciando.»
«Devi continuare con la radio cronaca in dir...»
Clic.
«Sam?»
Non ci credi.
«Sammy?»
Non puoi crederci.
«Sammy!»
Quel bastardo ti ha riattaccato in faccia!
Ora, sì, sei fottuto.
Le poche opzioni che avevi le hai finite: hai già provato a chiamare Benny e la sua segreteria ti ha insultato con la voce di Freyja che minacciava tutti i Dean Winchester del mondo (come se ce ne fossero altri, insomma, sei inimitabile!) di smettere di mettere in testa a certi vampiri della Louisiana idee assurde. Tsk, ti è solo capitato di poporre una cosa a quattro quando eri ubriaco, e non eri neppure serio! Le donne!
Potresti chiamare Castiel, ma l'idea di sentir rispondere quell'idiota con cui l'angelo ultimamente confabula, non ti garba, sei stanco dei suoi continui suggerimenti sbagliati, o del modo in cui riesce sempre a convincere Nicole a dare a lei l'ultima fetta di pie perchè "Niiiicooo, Dean è cattivo, ha detto che preferisce la pie a te! Ma come fai a sopportare un uomo così crudele?". Maledetta stronza, se non sapessi per certo che colui destinato ad ospitare nel proprio corpo Lucifer fosse stato tuo fratello Sam, avresti scommesso ogni cent su Fuuma!
In ogni caso, il tempo è scaduto.
«Dean?»
Eh, bello mio, sei rimasto davvero troppo rinchiuso in quel bagnetto. E' ora che affronti il tuo nemico e che lo sconfigga.
Ce la puoi fare. Te lo ripeti, ti guardi anche allo specchio e ammicchi a te stesso, convincendoti che nulla e nessuno può abbattere Dean Winchester e, quando finalmente fai scattare la serratura e apri la porta del bagno, la trovi lì in piedi, che ti guarda in un misto di preoccupazione, ansia e sospetto.
«Nicole.»
Ha un bel nome, ti piace pronunciarlo perché quando lo fai, col tuo accento americano, non suona ridicolo come qualsiasi altro nome italiano.
«Dean.» ripete lei.
Sorridi, nervoso, con la lingua che colpisce i denti e spinge contro l'interno della guancia, temporeggiando.
E lei continua a guardarti, con quei suoi occhi grandi e nocciola e quel suo volto dall'espressione accigliata.
Sta aspettando che tu le dia spiegazioni, è così, ti sta mettendo silenziosamente sotto torchio, in quel modo tutto femminile che ti fa venire i brividi e farebbe paura perfino ad un Wendigo!
«A proposito di quello che mi hai detto prima, c'ho pensato. Insomma, non me l'ero dimenticato.»
Ottima tattica, giraci intorno e prendila per sfinimento!
«Ah... E?»
Shit, tattica fallita.
«Ehm... beh... è...»
Boccheggi e lei di nuovo ti guarda con quello sguardo, lo stesso che ti ha accolto quando, ormai un'ora fa, ti ha chiesto se ti ricordavi che giorno fosse e cosa le avessi promesso.
No, cazzo, no che non te lo ricordi e c'è così poco tempo per pensarci che inizi nervosamente a scartare ogni opzione meno plausibile: non è Natale, quindi niente cenone in famiglia e niente tacchino da comprare. Non è pasqua, niente uova con diamanti come sorpresa. Non è carnevale, né San Valentino e neppure il Thanksgiving day... che sia il suo compleanno?
Sorridi, battendo le mani come se avessi avuto un'illuminazione, guardandoti intorno alla ricerca di indizi che confermino la tua tesi.
All'inferno, o la va o la spacca!
«Ehm... auguri, babe?»
Dal modo in cui ti fissa perplessa, puoi capire di aver spaccato tutto lo spaccabile.
Ops.
«Auguri per... che cosa?»
«Oh porc...»
D'accordo, non ti resta che arrenderti all'evidenza di aver fallito e ti prepari a subire la sua ira, quando una scintilla si accende nel tuo cervello e la scintilla diventa luce e la luce illumina i tuoi ricordi.
«Le mensole!» esclami, vittorioso, quasi lo urli per quanto entusiasmo ci metti nell'epifania che hai appena avuto.
Avresti un balletto per questi momenti, accompagnato dalla canzone di "We are the champions" e seguito da un assolo di chitarra, ma te lo risparmi per un'altra volta, godendoti invece lo stupore genuino di Nicole ed il modo in cui si passa la mano tra i capelli, in un gesto leggero e femminile che intenerisce perfino te.
«Non pensavo fossi così felice di aggiustarmi le mensole della camera.»
«Babe, look at me. Se posso rendere te felice e avere il tuo corpo come ricompensa, sono felice pure io.»
«Dean!»
Lo urla il tuo nome, con un tono di rimprovero, anche se sai che in realtà hai fatto colpo, perché le guance le si ricolorano prepotentemente di rosa, il labbro inferiore le trema appena mentre i denti vanno a stuzzicarlo e diventa incapace di tenere ferme le mani, torturando in continuazione tutti gli anelli che le adornano le dita, ruotandoli uno ad uno mentre il suo sguardo rifugge il tuo.
Ah no, piccola, non questa volta e non dopo tutto il panico che ho attraversato io!
Le catturi il mento tra le dita, sollevandoglielo per costringerla a guardarti.
Occhi negli occhi e tu che ti abbassi sul suo volto, respirando il suo profumo di buono, di quel bagnoschiuma che le hai regalato dopo aver visto con lei una stupida pubblicità con quell'attrice super hot che le ha fatto pensare che bastasse un qualsiasi corpo mezzo nudo per dimenticarti di lei. Hai memorizzato il suo sorriso e il suo sguardo felice quando, regalandoglielo, le hai detto che avresti preferito mille volte vedere lei al posto di quell'attricetta e l'hai perfino supplicata di recitare lo spot per te, prima di eccitarti e chiederle di fare l'amore sul divano di casa.
Il suo respiro si mischia con il tuo, hai dimenticato di che stavate parlando, credi che le mensole da sistemare c'entrino qualcosa, ma a quelle ci puoi pensare dopo, dopo aver catturato il suo labbro inferiore tra i tuoi denti, in un morso leggero che termina in un bacio languido e dolce.
La baci e l'abbracci ed il suo corpo è contro il tuo e, Déi, puoi sentirla muoversi appena contro di te, poggiarsi ed affidarsi completamente a te e tu sorridi contro la sua bocca. Un po' è vero che sei felice quando lei è felice, ma tutto dipende dal fatto che puoi averla tutta per te, che ti appartiene nello stesso modo in cui tu, probabilmente, appartieni a lei (anche se devi ricordarti di farle firmare un contratto pre-matrimatrimoniale -che non avrà assolutamente questo nome- in cui ti assicuri che non guiderà mai, per nessun motivo, la tua bambina) e che quando i suoi occhi sono rivolti a te ti sembra che il suo cuore batta e lei continui a respirare solo per merito tuo.
Che dire, potrai fare anche lo sforzo di metterti nei panni dell'uomo di casa e sistemarle tutte le mensole che vuole, ma alla fine, se puoi averla in un letto e tra le tue braccia, sei tu quello che ci guadagna!