Note inutili: Non è nulla di che, è piccola, scritta al volo e non c'entra niente con la fic principale, Dec.21st, ma è dedicata alle pulzelle del Team Free Folly, perché mi fanno ridere e mi divertono, perché sono completamente fuori di testa (loro, eh, non io!) e perché sì.
Buon anno nuovo, ragazze.
2013
Ultimo giorno dell'anno. Ancora pochi minuti e si sarebbero lasciate il 2012 alle spalle, pronte a salutare il nuovo anno, pieno di incognite, di aspettative, di... beh, di tutto quello che le pubblicità amavano sponsorizzare nei loro spot infiocchettati pieni di vischio, Baci Perugina ed esplosioni di champagne.
Gli sguardi del mondo erano fissi ad un orologio, il tempo ticchettava più rumoroso del solito e l'attesa aveva lo stesso sapore ovunque, con o senza fuso orario.
Nella città di New York, Time Square era gremita di persone che avevano già iniziato a trattenere il fiato per il conto alla rovescia comparso sull'enorme schermo tv; a Parigi gli innamorati si tenevano per mano, stringendosi e rivolgendo gli occhi alla Tour Eiffel illuminata; a Londra una debole pioggia rendeva più grigia la città, ma rimaneva la magia dell'ultimo giorno dell'anno e i giovani avevano già trovato rifugio nelle birrerie, nei pub o sulla London Eye da cui si dominava la città; e, a Roma, la Piazza del Vaticano pullulava di candele accese dai fedeli che avevano accompagnato la messa del papa.
Ma tra tutti i cuori del mondo, ce n'erano tre che battevano più forte di tutti gli altri.
Solo un minuto alla mezzanotte.
«Quanto abbiamo?»
«Sessanta secondi. Meno.»
«Shit! Non poteva lasciarci più vicino?»
«Eccola, dev'essere lì, sento il suo odore!»
«Il suo odore, eh? Vecchio porco.»
«Dean, quaranta secondi!»
«Sonofabitch! Ah! Finestra, finestra!»
Il Vampiro raggiunse per primo la finestra, balzando all'interno, seguito subito dopo dal Cacciatore, per poi riprendere la corsa furiosa contro il tempo.
Qualcuno urlò “questo è il bagno delle donne!”, una ragazza aprì la porta in tempo per vedere i due uomini gettarsi oltre la soglia, occhi azzurri che scrutavano tra le luci basse del pub, verso i tavolini e occhi verdi che puntavano una folla di ragazzi urlanti.
(Ventiquattro. Ventitré. Ventidue. Ventuno...)
«Ma dove cazzo è?»
«Venti secondi.»
«Lo so, lo so!»
L'odore del sangue che scorreva sotto la pelle e la carne e di cuori che pulsavano, riempiva l'olfatto del Vampiro.
Di colpo si fermò.
«A ore tre!»
Un cambio di rotta improvviso e il Cacciatore rischiava quasi di cadere, girò verso tavolini di destra, spalancando lo sguardo smeraldino e piegando le labbra in un sorriso.
«Jackpot!»
Un ultimo sforzo.
(Dieci, nove, otto...)
Si fece spazio a forza tra i clienti che gli ostruivano il passaggio, spintonando per raggiungere la zona dei divanetti da cui uno sguardo nocciola aveva ricambiato il suo e una voce femminile aveva mormorato uno stupito “Dean”.
(Sette, sei, cinque...)
Bastò un balzo per il Vampiro; non lo notarono neppure finché, pesantemente, non atterrò accucciato come un animale feroce, in cima allo schienale del divanetto. Dal basso, occhi azzurri ricambiarono il suo sguardo famelico, mentre labbra rosse e morbide pronunciavano il nome di “Benny”.
(Quattro...)
Dean afferrò il polso della ragazza, i capelli castani di lei ondeggiarono all'aria, seguendo il corpo che veniva trascinato verso l'alto, verso il fratello maggiore dei Winchester, sbattendo contro il suo petto ampio e caldo in cui il cuore martellava all'impazzata. Le respirò addosso, fiato bollente, mischiato a quello di lei.
(Tre...)
«Ma che cosa...?»
«Shss, taci.»
La bocca ritrovò con naturalezza quella di lei, rubandole un bacio, mentre le braccia la imprigionavano a sé, avvolgendola in una stretta possessiva. Sei mia.
(Due..)
Il Vampiro ghignò alla vista dell'amico umano, scosse il capo e lo riabbassò verso la propria preda.
(Uno...)
Non le diede il tempo di parlare -o scappare-, con l'agilità di un felino, scivolò sul divano, strinse la spalla esile di lei tra le dita forti della propria mano, spingendola sdraiata tra i cuscini sotto di sé e, come un avvoltoio affamato, calò su di lei, avventandosi sulla sua bocca. Non puoi sfuggirmi.
Rewind.
Solo un minuto alla mezzanotte.
«E' qui, dev'essere qui!»
«Come faccio a sapere qual è la casa giusta?»
«Err... segui il tuo cuore?»
«...ti sembra un consiglio ragionevole?»
«Ehi, cercavo di essere romantica!»
«Beh, non esserlo, dammi l'indirizzo!»
«Non lo so!»
«Shit! Mancano quaranta secondi. Ma dov'è finito Cass?»
«Sono qui.»
L'Angelo era fermo davanti al portone di un edificio, gli occhi rivolti verso l'alto, il trench coat che gli svolazzava alle spalle. Poco distante da lui, il giovane Cacciatore corse per raggiungerlo, inseguito dalla ragazza dai capelli corvini e gli occhi di pece.
«La casa è questa.» annunciò l'Angelo.
Il Cacciatore sollevò a propria volta lo sguardo, una luce era accesa alla finestra di uno degli ultimi piani.
«Non riuscirò mai ad arrivare in tempo...» mormorò il ragazzo.
La mano dell'Angelo poggiò al suo braccio.
«Abbi fede, Sam Winchester.»
Qualcosa di molto simile ad un sorriso piegò le labbra screpolate di Castiel, chiuse gli occhi, Sam fece lo stesso e scomparvero, lasciandosi alle spalle il rumore di un battito d'ali.
Aprì gli occhi in un appartamento, la musica a tutto volume, la televisione del vicino da cui proveniva un count down (Dieci, nove, otto...) e una voce femminile che bisbigliò le tre lettere del suo nome.
Si voltò, incontrando occhi di un verde scuro screziato da pagliuzze ambrate e, per un attimo, non fece nulla se non incatenarla al proprio sguardo.
(Sette, sei, cinque...)
Sorrise. Un sorriso dolce, un sorriso affettuoso.
(Quattro...)
Si gettò verso di lei, lontana solo pochi passi, indietreggiata per lo spavento fino ad arrivare con le spalle contro alla parete.
(Tre...)
Le braccia tese, per frenare la corsa, con le mani sbattute contro il muro e poi abbassate a cercare i polsi di lei, sollevandoli oltre la testa, catturandoli tra le proprie dita lunghe.
(Due...)
«E tu chi sei?» urlò qualcuno.
«Ah! Lui è...» tentò di parlare la ragazza.
«Le domande a dopo.»
(Uno...)
Si chinò, fino ad annientare ogni distanza, divorando le sue labbra in un bacio vorace pieno di desiderio. Sei tutto ciò che voglio.
Anno 2013
«Happy new year, guys!»
Urlò al vento la ragazza dai capelli corvini, con le braccia sollevate verso il cielo notturno.
Il battito di ali riportò l'Angelo accanto a lei; comparve accasciato sull'asfalto, senza più forze a causa di tutti quei voli in cui aveva dovuto trascinare gli umani da una parte all'altra dell'Italia.
La ragazza gli si inginocchiò accanto, portando la mano alla sua schiena, in una carezza stentata e imbarazzata, ma gentile.
«Ottimo lavoro, Castiel.»
«Mhm.»
Esausto si lasciò scivolare in terra e, guidato dalla mano di lei, cadde con la testa sulle sue cosce.
«Buon anno nuovo.» gli bisbigliò nell'orecchio.
Dapprima l'Angelo socchiuse gli occhi, poi le palpebre si fecero troppo pesanti e calarono completamente sui suoi specchi blu e, quando le labbra si schiusero, la sua voce non fu che un basso sussurro perso nell'aria.
«Buon anno anche a te, Fuuma.»